BlendNews

BlendNews è un contenitore di informazioni dedicato al vino. Racconteremo gli eventi, le novità e le curiosità di questo mondo.

 

Arrow Right Top Bg

8 Ottobre, 2024

L’Italia del Pinot Nero a Roma

27 e 28 ottobre, Roma ospita l’evento dedicato al re internazionale dei vini rossi le due giornate in programma al Belstay Hotel Cimentarsi con una sfida non è per tutti. Una sfida è una lotta e una scommessa. Alle volte si vince, altre, si perde. Occorrono basi solide e una grande preparazione. Quando però si vince, il risultato è grandioso. No, non si disquisisce di competizioni sportive ma di Pinot Nero, uno dei vitigni antichi e più difficili del panorama vitivinicolo mondiale. Originario della Borgogna ha bisogno di terreni scarsi per contrastare la vigoria della pianta. La sensibilità alla botrite e all’oidio necessita di clima e controllo in vigna, spasmodico. La differente maturazione di bucce e semi richiede maestria e attenzione per evitare tannini ineleganti. La mancanza di antociani rende il vino molto scarico di colore. Il facile accumulo degli zuccheri comporta vini a bassa acidità. Insomma, una sfida continua che lo rende non per tutti e proprio per questo, tra le uve più pregiate al mondo. Il 27 e 28 ottobre 2024 Roma celebrare questa antica varietà con la manifestazione “L’Italia del Pinot Nero”. Organizzato dalla testata giornalistica Vinodabere che nei mesi scorsi ha pubblicato anche la Guida ai Migliori Pinot Nero d’Italia 2024 (disponibile qui) e ospitato al Belstay Hotel (via Bogliasco 27, 00165), l’evento accoglierà circa 40 produttori che presenteranno i loro vini (non solo il Pinot Nero) ad operatori del settore (ristoratori, enotecari, agenti etc.), giornalisti, wine lovers, appassionati e sommelier. Si inizia domenica 27 ottobre alle 10:30 con la degustazione tecnica con alcuni posti riservati alla stampa e agli operatori, dal titolo “Il giro d’Italia attraverso il Pinot Nero” e guidata dai giornalisti di Vinodabere Antonio Paolini e Maurizio Valeriani e dal critico enogastronomico Dario Cappelloni (DoctorWine). Si proseguirà nel pomeriggio con l’apertura dei banchi di assaggio riservati alla stampa, operatori e sommelier (dalle 14 alle 16) e poi dalle 16 alle 20 aperti al pubblico. Il lunedì 28 ottobre si riprende dalle 10 alle 18:30 con un’altra giornata di assaggi dedicati al Pinot Noir ed alle altre referenze che i produttori porteranno in degustazione. Tutti i dettagli saranno resi disponibili sul sito del magazine enogastronomico (qui).     Ivan Vellucci ivan.vellucci@winetalesmagazine.com Mi trovi su Instagram come @ivan_1969
Leggi
Arrow Right Top Bg

7 Ottobre, 2024

Aliprandi Beverage. Gusto, cultura ed allegria al suo terzo Beer Day

Settembre, mese di vendemmia. Ma non solo! Per Aliprandi Beverage, azienda operativa da più di 80 anni nell’importazione di birre e nella distribuzione di bevande, nonché punto di riferimento del settore horeca nel territorio bresciano e in tutta la Lombardia orientale, è anche il mese del Beer Day. Proprio la birra, specialmente in fusto, rappresenta infatti – come alle origini – il cuore pulsante ed il tratto distintivo dell’attività aziendale. Tecnici specializzati curano quotidianamente in prima persona gli impianti di spillatura birra installati presso i locali partner, aiutandoli anche a migliorare all’interno dei punti vendita la visibilità dei brand e la chiarezza delle informazioni condivise con i clienti. Se il cliente è soddisfatto, anche il titolare del locale lo sarà. E una giornata come il Beer Day, giunto ormai alla sua terza edizione lo scorso 16 settembre, è un’ulteriore prova di questo successo condiviso: circa 750 clienti, dal primo pomeriggio e per tutta la serata, hanno conosciuto di persona i produttori di una trentina di brand di birra dal mondo, degustando un totale di oltre 100 referenze, tra fusti e bottiglie. Spiccava la BQS (Beermania Quality Selection): una prestigiosa gamma di birrifici provenienti da Paesi con una lunga tradizione birraia, come Germania, Belgio ed Irlanda, oltre che naturalmente dall’Italia. Ogni birrificio della selezione porta con sé una storia rappresentativa del luogo e della cultura in cui nasce. Fra street food, musica dal vivo ed altri festosi elementi d’intrattenimento, la squadra Aliprandi non perde infatti mai di vista lo scopo divulgativo del Beer Day: far emergere stili birrai che in Italia sono ancora una nicchia, ma che racchiudono interessanti potenzialità. I clienti hanno infatti avuto modo di degustare birre a fermentazione spontanea, alla frutta, invecchiate in botti e prodotte con metodo classico, il tutto accuratamente esposto dal beer specialist aziendale Antonio Canale, il quale ha anche coinvolto Roland Dutoit, direttore vendite per l’Italia e la penisola iberica del birrificio De Halve Maan, per una degustazione verticale di Straffe Hendrik Wild di 3 annate: 2023, 2017 e 2014. La fabbrica di birra artigianale De Halve Maan, dal fiammingo “La Mezza Luna” – come ritratto sull’edificio di metà Ottocento nel centro storico di Bruges – dal 2005 è diretta da Xavier Vanneste, figlio di Véronique Maes, discendente diretta dei fondatori. Lo si deve quindi alla sua determinazione, se oggi questo birrificio è il museo più visitato del Paese ed un’eccellenza imprenditoriale nella sostenibilità: dal 2016, infatti, tutta la birra prodotta scorre in un sistema di tubature sotterranee di oltre 3 km, fino all’impianto d’imbottigliamento alla periferia della città, togliendo così traffico di mezzi pesanti dal centro storico di Bruges. De Halve Maan appartiene inoltre orgogliosamente al gruppo “Belgian Family Brewers”, 21 birrifici indipendenti, a conduzione familiare ed attivi da almeno 50 anni. Solo 165 birre ne riportano il simbolo in etichetta, ed una era aperta davanti a noi, in 3 versioni di grande personalità, grazie anche alla rifermentazione in bottiglia con un lievito selvatico (Straffe Hendrik “wild”, appunto) che ne fa evolvere il gusto nel corso degli anni. Da una miscela di sei varietà di cereali e due tipi di luppolo, Straffe Hendrik è una Tripla birra belga che già in giovinezza rivela subito un bilanciamento perfetto freschezza agrumata, dolcezza e note amaricanti. Nella bottiglia 2017 diventa un trionfo di frutta esotica, noci e miele di castagno, ed i dieci anni di affinamento della 2014 aggiungono alla sua rotondità un’elegante nota affumicata. Estasiata da questa immersione in una storia secolare d’arte birraia e di gusto, sono scesa a godermi l’evento ancora per un’oretta, tra le note della banda musicale, un succulento panino con la porchetta e due chiacchiere con alcuni corsisti FISAR Brescia. Riconoscente alla famiglia e alla squadra Aliprandi per avermi coinvolta in una così bel pomeriggio di festa e di cultura, suggerisco a tutti gli addetti del settore di Brescia e delle province limitrofe di prepararsi le agende 2026 per questo imperdibile appuntamento biennale, così da richiedere per tempo un accredito e ritrovarci tutti a Gambara, nella sede logistica Aliprandi in via Montello.   Adele Gorni Silvestrini Mi trovi su Instagram @adelegornisilvestrini Passi in Cantina
Leggi
Arrow Right Top Bg

2 Ottobre, 2024

Beviamoci Sud Roma: dal 7 al 9 dicembre 2024

Pronti alla settima edizione di Beviamoci Sud Roma? Che abbiate programmato il week end dell’Immacolata a Roma (ne vale davvero la pena) oppure avete deciso di rimanere nella Città Eterna, una passeggiata ai piedi del Colosseo occorrerà comunque farla. Ecco allora che troverete, dal 7 al 9 Dicembre 2024, presso l’Hotel Palatino di Roma, Beviamoci Sud Roma, uno tra i più importante eventi della Capitale volto alla valorizzazione delle realtà vitivinicole del meridione. Le eccellenze che il Sud può offrire non devono temere alcun confronto. I territori, il clima e lo spirito di sacrificio di molti imprenditori devono assolutamente comunicati efficacemente. Lo sviluppo passa anche attraverso questi momenti e queste persone. “Beviamoci Sud Roma“, realizzato da Riserva Grande, Andrea Petrini, wine blogger di Percorsi di Vino, con la preziosa direzione tecnica di Luciano Pignataro, giornalista, scrittore e gastronomo italiano, è rivolto sia a professionisti del settore che agli appassionati di vino che in questa edizione avranno l’opportunità̀ di conoscere e degustare un’ottima selezione dei vini del Sud Italia grazie alla presenza di oltre 50 vignaioli accuratamente selezionati. Nelle due giornate del 7 e 8 Dicembre 2024 la manifestazione si dividerà tra degustazioni liberi ai banchi di assaggio alla presenza del produttori e masterclass su prenotazione e a numero chiuso. La grande novità di questo anno, grazie alla prossimità del Natale, sarà la possibilità di acquistare direttamente dai produttori i vini preferiti. L’organizzazione dell’evento selezionerà particolari pacchi regalo. La giornata del 9 Dicembre, invece, come di consueto sarà dedicata solo ed esclusivamente a giornalisti e a professionisti del settore Ho.Re.Ca la cui presenza, nel 2023, ha sfiorato le 300 presenze. Lunedì 9 Dicembre, inoltre, sarà la giornata dedicata alle premiazioni degli Ambasciatori di Beviamoci Sud Roma, seleziona tra gli esercizi commerciali che vantano una carta dei vini che valorizzi il Sud Italia, e le Eccellenze di Beviamoci Sud Roma, riconoscimento che assegna un diploma di merito ai migliori vini presentati delle aziende aderenti alla manifestazione. Per la lista delle aziende e dei vini (in fase di aggiornamento) si rimanda al sito www.beviamocisudroma.it   In sintesi Quando: sabato 7, domenica 8 e lunedì 9 Dicembre 2024
Dove Hotel Palatino, Via Cavour 213\M Roma (Metro B Cavour a 50 metri)
Orario di apertura al pubblico: sabato e domenica dalle 14.00 alle 19.00
lunedì (solo operatori accreditati) dalle 11.00 alle 18.00
Ingresso: 25,00 euro comprensivo di bicchiere per degustazioni
ridotto 20,00 euro per convenzioni con associazioni di settore Info: 339.6231232 | info@beviamocisudroma.it     Ivan Vellucci ivan.vellucci@winetalesmagazine.com Mi trovi su Instagram come @ivan_1969
Leggi
Arrow Right Top Bg

30 Settembre, 2024

Milano Wine Week 2024. Una fucina di idee e progetti per il mondo del vino

Dobbiamo rendere Milano il laboratorio della comunicazione del vino, E’ l’ambiziosa dichiarazione di Federico Gordini, presidente di MWW Group che il 18 settembre ha fatto gli onori di casa alla presentazione ufficiale della settima edizione di Milano Wine Week, sulla magnifica terrazza panoramica del ristorante Isola di Palazzo Cordusio. La determinazione e l’energia messe in campo sono all’altezza delle sfide che il settore vinicolo sta affrontando, confermate anche dal vice presidente del Consorzio Franciacorta Maurizio Zanella: il cambiamento climatico che interessa tutte le zone di produzione della penisola, la flessione dei consumi specialmente tra le giovani generazioni, sempre più distanti dai linguaggi tradizionali del mondo del vino, ed infine la carenza di personale di sala adeguatamente formato nei ristoranti, indispensabile per diffondere la cultura del buon bere. Alessandra Grendele, Direttrice Merchandise, Marketing e E-commerce del Main Sponsor Carrefour Italia ha sottolineato l’importanza del percorso di valorizzazione dell’agroalimentare Made in Italy sullo scaffale intrapreso da diversi anni: L’obiettivo è quello di sensibilizzare i consumatori, indirizzandoli verso scelte più consapevoli. Siamo fieri di prendere parte a una manifestazione unica nel suo genere, che si impegna nel coinvolgimento attivo dei visitatori e vuole rendere il patrimonio vinicolo italiano accessibile non solo agli esperti del settore, ma anche ai curiosi neofiti. La GDO rappresenta sempre di più uno dei luoghi di riferimento per l’acquisto di vino. Tra le novità annunciate quest’anno, in collaborazione con Carrefour e con l’obiettivo di accorciare le distanze con la Gen Z, debutta a MWW24 la One Wine Night. Mirerà ad unire lo storytelling del vino al sound della musica elettronica ed avrà luogo nella suggestiva cornice dei Dazi all’Arco della Pace, nei cui pressi ci sarà anche l’ “Enoteca Milano Wine Week”, che per nove giorni ospiterà un’area di degustazione interattiva e tecnologica e un calendario di iniziative pensate per avvicinare anche i consumatori meno esperti al mondo del vino. Cambio di location anche per gli MWW Awards, che presso lo scenografico Teatro Manzoni, lunedì 7 ottobre, ritorneranno per la terza edizione dei Premi Carta Vini Italia, Premio Wine Retail e Premio Best Italian Wine Selection, assegnati da una giuria di esperti presieduti dal critico enogastronomico Andrea Grignaffini. Alla sua seconda edizione, sarà inoltre premiato da Freccianera il ristorante con la selezione bollicine più coinvolgente. Proprio in tema di selezione beverage e di valorizzazione delle figure chiave nella promozione della cultura del vino, passa da 55 a 100 il numero dei sommelier coinvolti nella Guida Wine List Italia, come ha annunciato con orgoglio nel suo intervento Paolo Porfidio, curatore della Guida. Gli stessi sommelier saranno impegnati in prima persona nel Grand Tasting di domenica 6 ottobre, che quest’anno si svolgerà in due location di grande prestigio: Palazzo Bovara e Palazzo Castiglioni, simboli del Liberty milanese. Prevista anche la delegazione di 30 Head Sommelier proveniente da tutto il mondo, grazie al supporto di ICE Agenzia. Nel corso della conferenza è poi intervenuto Omar Bertoni, Co-Founder di LifeGate Way, che ha descritto gli obiettivi e le attività di Wine in Action, il primo programma d’incubazione e d’accelerazione dedicato alle startup vinicole più innovative, grande novità di MWW2024 in tema di sostenibilità. In rappresentanza dei Consorzi Partner, Federico Gordini ha poi dato la parola a Francesca Seralvo, proprietaria di Tenuta Mazzolino e nuova presidente del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese. Per i saluti finali il microfono è poi passato ad Alessandro Misani, Director of Operations Meliá Hotels International, alleato strategico della giornata e dalla Milano Wine Week in generale, perché Palazzo Cordusio sarà headquarter luxury della manifestazione, con eventi dedicati a un target di consumatori esigenti, pronti ad esperienze di wine tasting di alto livello. Non ci resta che aspettare, con curiosità ed entusiasmo crescenti, il 5 ottobre, quando l’immancabile brindisi inaugurale in Piazza Tre Torri darà il via alla nove giorni di manifestazione della Milano Wine Week nel cuore di Milano, sempre più punto di riferimento internazionale per l’innovazione, la comunicazione e l’ospitalità.   Adele Gorni Silvestrini Mi trovi su Instagram @adelegornisilvestrini Passi in Cantina
Leggi
Arrow Right Top Bg

18 Settembre, 2024

Andrea Desana. Il Monferrato Casalese può emergere

Sono nato a Casale Monferrato nel lontano 1949. Mio padre, quando ero piccolo, l’ho visto abbastanza poco perché era stato in Senato dal 58 al 63 ma impegnato anche prima in Comune poi Provincia. Percorso che poi ho fatto anche io. È sempre stato un punto di riferimento, un esempio per me. Cosa che spero abbiano altre persone. Mi ha dato una impostazione già da piccolo.  Siamo con tutta probabilità in un’epoca diversa da quella che era il passato. Contavano gli ideali, contavano i fatti. Si usciva da una disastrosa guerra che aveva lasciato solo macerie. Macerie fisiche e morali. Macerie delle anime e delle cose. Macerie dalle quali occorreva, necessariamente, risorgere. Ogni persona era consapevole che occorreva ricostruire, mattone su mattone. Rimboccandosi le maniche. Lavorando. Guardando al futuro. Dimenticando il passato. Già il passato. Mica facile da dimenticare per chi, come Paolo Desana, oltre a fare la guerra era stato rinchiuso in un campo di concentramento. Ma, alla fine della Guerra, non c’era tempo per pensare al passato o leccarsi le ferite. Occorreva ricostruire un Paese.  Si faceva e si discuteva. Si discuteva e si faceva. Oggi purtroppo, si discute solo. Pure troppo. Ma senza fare. Andrea Desana è uno di quelle persone che non rimane con le mani in mano. Non si da pace nel vedere il lavoro di suo padre e la storia che non riescono ad attecchire in un territorio con enormi potenzialità quale è il Monferrato. Non si da pace, ma combatte. Paolo Desana era il papà di Andrea. Senatore della Repubblica della III Legislatura dal 1958 al 1963. Senatore dopo la Guerra e i campi di concentramento. Senatore con la voglia di fare qualcosa per un paese distrutto dal conflitto. Pensate solo alla differenza con i parlamentari di oggi. Altro che saltimbanchi, cantanti, attori, estremisti e nani ballerini. A quei tempi le Istituzioni erano cosa seria e per entrarci occorreva saper fare e aver fatto qualcosa. Per farne alter appunto. Paolo Desana riuscì, dove altri fallirono nel far approvare la legge che regolamentava la creazione delle DOC. (Dpr 930/1963, Norme per la tutela delle denominazioni di origine dei mosti e dei vini). Leggere oggi sul collo di una bottiglia “DOC”, Denominazione di Origine Controllata o “DOCG” (Garantita) sembra normale e scontato seppure importante per il sinonimo di “qualità” che le lettere suscitano. Chiamare le cose con il proprio nome è fondamentale poiché ne identifica immediatamente le caratteristiche. Cosa ci sia però dietro un semplice e banale acronimo non è così chiaro. La complessa e complicata trama di leggi, indicazioni, specifiche, accordi, pratiche, ecc. ecc. ecc. diventa argomento, ostico, per pochi.  Quello che oggi appare scontato per il semplice fatto che c’è, è in realtà frutto di tanto lavoro sia per redigere l’apparato normativo sia, cosa ancora più complessa, trovare le giuste sponde per farlo approvare. Merito infatti di Paolo Desana, il Padre delle DOC, fu proprio quello di tessere una fitta rete di contatti volti a spiegare e superare le diffidenze dei produttori che non vedevano di buon occhio la creazione delle DOC.  Ero il figlio del senatore. Sembravo quasi un raccomandato. Ho fatto il militare anche se ero il figlio del senatore mentre altri no. A Udine. Mio padre era convinto che il militare potesse essere utile. Da giovane non ero il primo della classe. Cantavo in un complesso. Facevo molto sport. Ero un pò distratto. Ho fatto il liceo classico con mamma che era una professoressa di lettere. Essere rimandato in italiano non era bello. Però mai bocciato. Ho imparato in quel contesto a copiare dai primi della classe. Spesso lo dico ai produttori del Monferrato dai primi della classe che sono anche vicino a noi nelle Langhe o in Toscana. Papà mi portava dietro. In Toscana e a Ischia dove sono nate le prime DOC. Poi in Puglia. Mi aveva tutto interessato. Alla fine del liceo inizia a pensare a cosa dovevo fare all’università e sono arrivato a scegliere agraria. A Torino. L’interesse specifico è nato li. Dopo ho iniziato a lavorare alla Coldiretti seguendo l’agricoltura per gli aspetti che mi sono più consoni dell’organizzazione e del coordinamento. Le cose un pò specifiche mi annoiano. Devo vedere le cose più ampie. Sono 17 anni adesso che sono in pensione.  Andrea è innamorato del suo territorio. Di quel Monferrato che è zona di prossimità, passaggio, transito. Oscurato da un territorio nel quale, con il tempo, la giusta dedizione e un gran lavoro collettivo si è realizzato un vero capolavoro di notorietà: le Langhe. Che sia Alto, Basso o Astigiano, il Monferrato è comunque un territorio meraviglioso riconosciuto solo da poco (2014) come Patrimonio dell’umanità UNESCO. Mentre però nell’Alto e nell’Astigiano lo spirito consortile, l’intraprendenza di alcuni e l’attento lavoro di marketing territoriale ne stanno contrassegnando la crescita, nel Basso, quello che fu con Casale capitale del Monferrato, le cose non vanno di pari passo.  Questo il cruccio di Andrea che con grande spirito di abnegazione e tante iniziative cerca di portare elementi atti a valorizzare il casalese. Lui è di qui. Suo padre Paolo era di qui. Eppure, e sembra un paradosso, un contrappasso o non so cosa, proprio nel luogo di vita del Padre delle DOC non c’è una DOC.  Non solo Paolo Desana ma altri tre grandi personaggi del mondo enologico scelsero Casale Monferrato per mettere a frutto elementi di fermento e innovazione, base per lo sviluppo del quale goderono solo altri distretti.  Giuseppe Antonio Ottavi, fondò nel 1854 il primo giornale agricolo “Il Coltivatore” che diede poi via alla nascita della Associazione della Stampa Agricola Italiana. Federico Martinotti fu l’inventore (ma fa più fine parlare di Charmat forse per cercare di battersela con lo Champagne!) del Metodo di Spumantizzazione in autoclave. Il suo brevetto risale al 1895 mentre quello di Eugène Charmat risale al 1907. Arturo Marescalchi, dopo aver sposato la figlia di Giuseppe Antonio Ottavi, iniziò, grazie anche alle sue esperienze enologiche e alla docenza a Conegliano, il suo grande lavoro di valorizzazione dei territori sia come giornalista sia come deputato e senatore (attività che svolse dal 1915 al 1944). Nel 2013 abbiamo fatto un libro e uno spettacolo teatrale per il cinquantenario della DOC. C’erano i cori che cantavano le canzoni del vino. Quattro attori che impersonavano i quattro moschettieri del vino. L’abbiamo replicato dieci volte.  È infatti proprio durante quel 2013 quando Andrea Desana e la sua associazione individua in Paolo, Giuseppe, Federico e Arturo i Quattro Moschettieri della DOC. Pur non essendo in connessione diretta tra essi, il lavoro di ciascuno di loro fu determinante per l’enologia nazionale.  La legge è uno strumento per raccontare come è stato e come vorremmo che fosse il Monferrato Casalese dalla metà dell’800 in avanti. Un terreno fertile che grazie a Giovanni Lanza, Presidente del Consiglio dell’epoca, ha attirato grandi agronomi. Era un pò la Silicon Valley dell’agricoltura.  Se tanto il Monferrato Casalese ha dato al mondo del vino appare davvero strano come lo stesso territorio non abbia avuto la forza, specialmente consortile, di mettere a frutto la propria identità. Il coordinamento è quello che manca nelle corde cromosomiche dell’Italia. Quest’anno è il centenario della scomparsa di Federico Martinotti e come Comitato Casale Monferrato Capitale della DOC, gruppo fondato nel 2015 e che grazie al comune di Casale risiede al Castello, abbiamo organizzato una serie di manifestazioni. Lo stiamo ancora facendo. Questo sforzo è culminato il dieci maggio quando abbiamo fatto un convegno importante nell’ambito di Golosaria. Coordinare una regione, più comune, consorzi, è stato uno sforzo immane.  Un uomo Andrea che ha certo preso l’abbrivio dal padre ma poi ha viaggiato da solo. Con idee proprie e con capacità proprie.  Andrea, Martello per gli amici, è sempre li. Lancia idee, come quella, in occasione della celebrazione di Martinotti, di mettere insieme i consorzi che lo usano come il lambrusco e il prosecco.  Quando venne qui il ministro Lollobrigida suggerii di creare un consorzio per il coordinamento dei spumanti di qualità metodo Martinotti. Non c’è frustrazione nelle parole di Andrea. C’è però incredulità nel vedere il proprio territorio, al quale non manca nulla, non emergere come gli altri. Incredulità che si trasforma in voglia di fare. Senza mai un passo indietro. Mai un tentennamento. Andrea è un pozzo di informazioni. Il suo archivio, quello che ha messo a disposizione del Comune di Casale Monferrato e del Centro DOC (riconosciuto come Bene di importanza storica nel 2022), è pieno di documenti che Andrea ha raccolto partendo dalle attività di papà Paolo.  Durante il covid ho portato una serie di documenti che il Ministero della Cultura ha ritenuto di interesse storico. Sono in fase di riordino grazie ad un bando regionale e al supporto di un gruppo di albesi. Siamo dei volontari e i finanziamenti sono a zero. I bandi chiedono un contributo iniziale e abbiamo potuto iniziare il progetto tramite una fondazione di alba. Servono soldi per iniziare il bando.  Quei documenti e tutta la sua attività sono volti a fornire gli elementi e gli spunti per trovare una identità. È da qui che si deve necessariamente partire se si vuole metabolizzare, per poi narrare, la propria storia e quella del territorio.  Noi cerchiamo di fare tutto il possibile e non lo abbiamo ancora fatto. Siamo la cornice storica che valorizza i produttori nel territorio. Abbiamo dato una mano al gruppo che ha consentito il riconoscimento europeo del territorio del vino 2024. Con l’apertura della sede sono arrivate oltre 500 persone. Poi l’iniziativa su Martinotti. Nel Monferrato mancano alcuni strumenti importanti. Io sono di Casale ma il Monferrato è anche altro. Questo è il primo tema perché ognuno vede il suo Monferrato. Parlando del Barbera del Monferrato ad esempio, li manchiamo di strumenti che possono coordinare e sovvenzionare. La DOC Barbera del Monferrato da oltre quindici anni non ha un consorzio. Lo scrivo sui giornali locali ad esempio. Il primo ottobre dello scorso anno abbiamo festeggiato il sessantesimo anno della DOC ma niente.  Può sembrare ai più un lavoro inutile ma è come l’acronimo DOC: per arrivare a queste tre semplici lettere c’è voluto il lavoro incessante di tante persone, l’analisi di tanti documenti, l’azione di mediatori. Se il Monferrato vuole avere un futuro, non può che partire da qui. Non fosse altro perché c’è e va valorizzato. La storia rappresenta le fondamenta. Le nostre fondamenta. Ma vanno trovate e valorizzate. La Storia. Si parla tanto della Storia ma si dimenticano le storie. Quelle delle persone, artefici, interpreti fondamentali di azioni che ne hanno indirizzato il corso. Storie drammatiche, difficili, impossibili. Come quella di Paolo Desana che Andrea racconta nel suo libro La storia di due vite tra lager e vini DOC. Una toccante ricostruzione della vita del padre che dopo aver visto morte e sofferenza trova la forza per aiutare nella ricostruzione. Senza improvvisarsi e con la sola voglia di contribuire, fattivamente, alla rinascita di una nazione.. Andrea continuerà a lavorare, raccogliendo documenti, raccontando storie, promuovendo convegni, perché il Monferrato Casalese possa, finalmente, crescere e vedersi riconoscere quel credito che da tempo merita.  Occorrerebbe solo che tutti capissero che in questo, c’è il bene di una collettività. PS se vi va di saperne di più delle carte di Paolo Desana, non mancate il 22 settembre alle ore 10.30 nella Sala Marescalchi, durante la Festa del Vino del Monferrato, quando si terrà il convegno Vitivinicoltura e resistenza. Tra passato e futuro. Ne vale la pena! Ivan Vellucci ivan.vellucci@winetalesmagazine.com Mi trovi su Instagram come @ivan_1969
Leggi
Arrow Right Top Bg

7 Settembre, 2024

Bolgheri DiVino 2024: alla "Cena dei Mille"!

  Bolgheri DiVino: l’emozione di esserci! Essere parte integrante di un evento prestigioso come la “Cena dei Mille” a Bolgheri è stata un’esperienza indimenticabile, un’opportunità straordinaria che ha superato ogni aspettativa. Il celebre Viale dei Cipressi, con la sua bellezza iconica e senza tempo, si è trasformato per una notte in una tavola imponente che ha riunito più di mille ospiti, creando un’atmosfera magica e irripetibile. Il 4 settembre, dopo tre anni di attesa, il consorzio Bolgheri e Bolgheri Sassicaia DOC ha dato vita alla terza edizione di *no Bolgheri DiVino*, un evento che celebra l’eccellenza vitivinicola di uno dei territori più amati al mondo. È stato un onore far parte di questo grande gruppo come Ais Toscana, contribuendo all’organizzazione e alla riuscita di una serata che ha saputo esaltare il meglio di questo territorio straordinario. Questa è stata la mia seconda partecipazione attiva nelle tre edizioni dell’evento, prendendo parte al servizio dei vini insieme ad Ais Toscana, che anche quest’anno ha curato in modo impeccabile l’organizzazione della parte enologica. La precisione, l’attenzione al dettaglio e la dedizione di tutti i sommelier hanno reso omaggio alla qualità straordinaria dei vini di Bolgheri, che hanno accompagnato la serata in maniera sublime. Servire vini di tale prestigio a un pubblico di esperti e appassionati richiedeva una grande responsabilità. La necessità di garantire un servizio impeccabile, assicurando che ogni vino venisse servito nell’ordine appropriato e alla temperatura ottimale, ha messo alla prova tutta l’esperienza maturata in questi anni. Ogni gesto doveva essere calibrato con cura, consapevole del fatto che ogni dettaglio era fondamentale per esaltare al meglio le caratteristiche dei vini serviti. La pressione di dover soddisfare un pubblico altamente competente si è trasformata in una sfida che ha rafforzato ulteriormente la mia dedizione e professionalità durante la serata. Un’emozione e un onore è stato anche avere l’opportunità di salutare personalità di spicco del mondo enologico come i Master of Wine Gorelli e Lonardi, nonché incontrare grandi enologi, produttori e altre celebrità del vino. Questi incontri hanno aggiunto un valore unico all’evento, confermando quanto sia straordinario il mondo del vino e quanto sia gratificante farne parte. In particolare, sono orgogliosa di aver avuto l’occasione di salutare donne del calibro di Priscilla Incisa della Rocchetta e Albiera Antinori, giornaliste come Divina Vitali che hanno sempre comunicato con una passione particolare il territorio di Bolgheri. Questi momenti mi hanno resa profondamente consapevole del ruolo sempre più incisivo che le donne stanno imprimendo nel settore del vino. Come membro dell’Associazione delle Donne del Vino, ho sentito un senso di appartenenza e fierezza, vedendo quante figure femminili stiano contribuendo in modo significativo a modellare il futuro di questo straordinario settore.   Camminare tra i lunghi tavoli apparecchiati lungo il viale, circondato dai cipressi e dalle colline toscane, è stato come vivere un sogno. I brindisi, le conversazioni, la condivisione del vino Bolgherese e l’incontro con appassionati provenienti da tutto il mondo hanno reso questo evento un momento irripetibile, un simbolo della grandezza del territorio e della qualità dei suoi prodotti. Un ringraziamento speciale va a tutti coloro che hanno reso possibile questo evento – il Consorzio, i produttori, gli sponsor e le istituzioni – e a tutte le persone coinvolte, che hanno lavorato con dedizione e passione per rendere questa serata memorabile. La mia gratitudine è immensa, e il cuore è colmo di orgoglio per essere stato parte di un evento così importante per la storia di Bolgheri e per la valorizzazione del vino italiano a livello mondiale. Non vedo l’ora di vivere nuove avventure con Ais Toscana, continuando a promuovere e sostenere i grandi vini di questo straordinario territorio, e di contribuire alla crescita della presenza femminile nel mondo del vino, oggi più che mai protagonista di questa magnifica storia.
Da Bolgheri è tutto! alla prossima avventura enologica! Benedetta Costanzo
benedetta.costanzo@winetalesmagazine.com
Mi trovi su Instagram come @benedetta.costanzo
Leggi
Arrow Right Top Bg

3 Settembre, 2024

Antonino Cannavacciuolo firma CONTRATTINO

L’aperitivo è un rito. Mi sono convinto di questa semplice affermazione quando sono andato a lavorare a Torino. Al sud l’aperitivo non era che qualche ciotola con olive o arachidi salate e se andava bene un bitterino. A Torino invece, nei meravigliosi caffè di Via Roma o di Piazza San Carlo, mi sono imbattuto in cocktail fantastici e cibo a profusione. Una abitudine, quella dell’aperitivo, che ora ha preso piede in tutta Italia: non c’è bar che non offra taglieri e cocktail. A volte di dubbia qualità, altre molto interessanti. Se si va indietro nel tempo si capisce però perché al nord e a Torino in particolare, l’aperitivo già dai primi del ‘900 è un rito di condivisione e di convivialità. È proprio a Torino che nasce, nel 1796 il vermouth. Antonio Benedetto Carpano, rifacendosi ai vini speziati greci, addizionò il Moscato di Canelli con una serie di spezie lasciate a macerare. Con l’assenzio che non poteva mai mancare. Sulla medesima scia alchemica nasce anche il bitter e da li in poi è un susseguirsi di cocktail e preparati. L’Americano nasce come abbinamento di vermouth e bitter così come i Negroni lo imita aggiungendo il Gin. Il nome Canelli è un nome che riecheggia sempre nei bicchieri per via di quel Moscato. Proprio a Canelli, la cantina Contratto crea negli anni 30 il Contratto Bitter e il Contratto Aperitif, veri apripista per una serie di aperitivi “ready to drink”: semplici da usare al bar come a casa. Un po’ di sano orgoglio italiano che oggi vede la nascita di Contrattino Aperitivo Bitter che, in una elegante bottiglia in stile Art Déco da 20 cl riesce a regalare una gradevole sensazione rinfrescante e floreale. Con una gradazione alcolica di appena 5,5%, Creato da Paolo Dalla Mora imprenditore già fondatore di Gin Engine, Vermouth & Bitter Strucchi e Sgrappa, Giorgio Rivetti, proprietario di Contratto e Luca Gargano, presidente di Velier. Una compagine di imprenditori di successo a cui da oggi si aggiunge lo chef Antonino Cannavacciuolo, che ha deciso di sposare un progetto che lo vede al suo debutto nel mondo del beverage. Contrattino regala una percezione dolce ed equilibrata e una parte amaricante variegata, che si differenzia dalla classica genziana o artemisia di molti aperitivi. La sua parte floreale è piacevole e decisa, così da amplificare molto il bouquet aromatico. Il colore rosa è assolutamente naturale e gli è donato dal succo concentrato di carota nera. Tutto questo mix porta ad una beva coinvolgente, dove un sorso chiama l’altro. Grazie all’ottima gestione del bilanciamento fra dolce, amaro e aromatico, il palato rimane sempre pulito e mai appesantito dalla parte zuccherina. Contrattino è preparato con zucchero di canna biologico, aromi naturali di piante officinali e agrumi. La gradazione del 5,5% deriva da alcol biologico. Si può anche mixare ma liscio e freddo senza ghiaccio è il modo migliore per apprezzarlo a pieno. Poi ci si può sbizzarrire in tanti modi!   Ivan Vellucci ivan.vellucci@winetalesmagazine.com Mi trovi su Instagram come @ivan_1969  
Leggi
Arrow Right Top Bg

6 Agosto, 2024

Enotirino è a Bussi sul Tirino (PE) il 31 agosto

Se a fine agosto siete stanchi del mare e del caldo, non potete che fare tappa in Abruzzo, una regione che non ha nulla a che invidiare alle montagne più blasonate del nord. In Abruzzo le persone sono schiette e vere. Al pari dei prodotti enogastronomici realizzati con amore e tradizione. Il vino in particolare è da tempo fiore all’occhiello della regione. Grandi varietà di Rossi e Bianchi di assoluto prestigio in grado di fondere perfettamente mare e montagna nell’abbinamento con i piatti tipici della tradizione. Il 31 agosto a Bussi sul Tirino (o Busce come la chiamano da queste parti) in provincia di Pescara, avrà luogo Enotirino, una interessantissima manifestazione che ha proprio l’obiettivo di fondere mare e montagna attraverso il cibo del territorio e il vino di oltre 65 cantine provenienti da tutto l’Abruzzo. Una giornata all’insegna del divertimento e della cultura enogastronomica che vedrà vari momenti due momenti ben distinti. Il primo, all’interno del Castello di Tirino, dalle 11 alle 19 con accesso a pagamento, per degustare i vini e il cibo del territorio nonché partecipare alle masterclass tutte dedicate al vino abruzzese. Il secondo, nel Parco della Quercia Rossa, con accesso libero, per la festa a base di buon cibo, vino e tanta musica. Il programma completo è sul sito enotrino.it Per i lettori di WineTalesMagazine è previsto uno sconto del 30% sui biglietti acquistati online con il codice SOMMELIER24 Insomma, vedrete che dopo qualche bicchiere anche voi direte frechete! Ivan Vellucci ivan.vellucci@winetalesmagazine.com Mi trovi su Instagram come @ivan_1969
Leggi
Arrow Right Top Bg

3 Agosto, 2024

Calici di Stelle a Roma: che fascino

Di manifestazioni con il vino protagonista ne ho fatte tante. Alcune più, altre meno interessanti da un punto di vista enologico. Poche, pochissime quelle meritevoli anche da un punto di vista della location. Combinare le due cose, è impresa praticamente impossibile. Quando però ci si trova a Roma, al tramonto, guardando il lento scorrere del Tevere dalle arcate di un affascinante come ponte il ponte Armando Trovajoli alias Ponte della Musica, con una piacevolissima musica di sottofondo e tra le mani un calice di interessantissimo vino, beh, come non rimanerne affascinati? Dimenticavo, un elemento importante: le persone. Già, perché cosa sarebbe un così incantevole combinazione senza la presenza di fantastiche persone? Produttori con i quali dialogare di vino; turisti stranieri con i quali scambiarsi opinioni in inglese sui vitigni autoctoni; amici che si incontrano casualmente. Ecco, questo il mix perfetto. Questo è stato Calici di Stelle a Roma. Oltre 1500 visitatori, 50 cantine presenti, una associazione, Rosae Maris che raccoglie da sola 23 produttori maremmani e oltre 30 vini rosati. Una chicca! Anche sul ponte si è poi scoperto come si possano tenere delle masterclass. Grazie dunque ad Angelo Petracci, referente Guida Vitae AIS del Lazio e all’enologo Pierpaolo Pirone, per aver sottolineato (anche con degustazione alla cieca) i vitigni autoctoni d’Italia. Insomma, peccato dover attendere un anno per ripetere una simile esperienza. Grazie a Decanter Wine Academy! A proposito, grazie anche al maestro Federico Brucato per le note della sua musica: soave, interessante, coinvolgente, mai invasiva. Volete sapere di più dei vini? Nelle storie del mio blog Instagram @ivan_1969     Ivan Vellucci ivan.vellucci@winetalesmagazine.com Mi trovi su Instagram come @ivan_1969
Leggi