20 Ago 2021
Buongiorno in Vigna

Rotolando verso sud, Cantina Casa Setaro.

Rotolando verso sud (Negrita) è la colonna sonora perfetta di questo racconto.

Un lunghissimo viaggio in autostrada in uno dei weekend da bollino nero di agosto, io e la mia sorellina Olga, ci incamminiamo per un viaggio infinito, fatto di code e rallentamenti, l’afa, il traffico, la stanchezza stanno prendendo il sopravvento e un viaggio di poco più di tre ore si trasforma in un viaggio spazio temporale di otto ore circa, che con il senno di poi saremmo arrivate a Parigi, avremmo stappato un cremoso champagne, sotto la Chiesa di Saint-Étienne-du-Mont, una delle chiese più belle di Parigi che si trova sulla montagna Sainte-Geneviève, vicino al Panthéon, perché oltre che essere la mia preferita di Parigi, dire sotto Notre Dame sarebbe stato troppo mainstream. Ma questa è un’altra storia. Invece no, da Foligno stiamo viaggiando verso il Vesuvio alla scoperta di vitigni a noi sconosciuti e soprattutto autoctoni, grazie al press tour organizzato dal collettivo di #autoctonocampano, di cui ho già scritto un articolo che trovate qui.

La mia terza esperienza in terra campana, questa volta penso di conoscere già un po’ il territorio, ma ovviamente sbaglio, prima l’Irpinia e poi il Cilento alla scoperta dell’Aglianicone e adesso sulle pendici del Vesuvio, un’unica regione da sfaccettature totalmente diverse, profondamente ricca di storia, arte e cultura, ma anche di natura e paesaggi mozzafiato. Siamo su terreno vulcanico, nero fumante, viti centenarie a piede franco a pergola, piantate così a caso tra loro in ordine sparso, uve autoctone che caratterizzano la zona del Vesuvio, Falanghina Pompeiana, Piedirosso, Caprettone dalla denominazione Lacryma Christi, a destra scorgo l’imponente Vesuvio a sinistra un mare blu cobalto, l’aria è torrida, il sole a picco, mi riparo sotto la pergola e inizio a fantasticare.

Terra di detti e leggende popolari, ricca di esoterismo, magia e scaramanzia. Proprio per citarne una, il nome Lacryma Christi deriva da una leggenda popolare, che narra la storia di Lucifero, l’angelo cacciato per le sue nefandezze dal Paradiso, che ruba un pezzo del Paradiso, sprofondando nelle viscere dell’Inferno, lasciando dietro di sé una voragine da cui sorse il Vesuvio. Si racconta che Gesù, riconoscendo nel Golfo di Napoli il Paradiso rubato, pianse lacrime copiose e dalle sue lacrime nacquero i vigneti di questo vino.

Veniamo accolte da Massimo della cantina Casa Setaro, ereditata dai nonni, dove una volta prese lui le redini, converte la cantina da vendita di vino sfuso a bottiglie sapientemente vinificate, visitiamo la parte vecchia dove un tempo si svolgevano tutte le attività adesso dismessa, anche se ci confida che un giorno gli piacerebbe sistemare quella parte antica dove ogni muro trasuda storia e ricordi. Adesso la cantina è letteralmente la sua abitazione, in mezzo alle vigne, vista mare sapientemente divisa in abitazione e zona di vinificazione.

Massimo ci ospita a cena a bordo piscina, dove i ragazzi di Autoctonocampano hanno organizzato una fantastica ed originale degustazione, bendandoci, così giocando e mettendoci tutti in discussione, cerchiamo di dare un nome a quei calici bui che portiamo prima al naso, poi in bocca. Il vino che più mi cattura il cuore è quello dedicato a suo padre: Don Vincenzo, Piedirosso e Aglianico denominato come Lacryma Christi rosso Doc, un vino magnetico e profondo che ha sicuramente una dolce storia da raccontare. Di grande effetto anche il Fuocoallegro, Piedirosso in purezza vendemmiato con le uve allevate alla massima altitudine, vengono raccolte a mano e separate dai raspi prima di effettuare un processo di criomacerazione per circa 48 ore per poi fermentare e fare affinamento prima in anfora poi in botti di rovere francese per 12 mesi. Sapido, minerale e persistente, esprime in pieno il terreno vulcanico su cui è raccolto, vince il premio “Best in show” ai Decanter World Wine Awards e Massimo orgogliosamente e con un po’ di timidezza, stenta quasi a confessarlo. La sorpresa invece è una bolla che non ti aspetti sulle pendici del Vesuvio, metodo classico millesimato brut, Caprettone in purezza, Pietrafumante, dove ritrovi la cremosità e i sentori di pane e allo stesso tempo un tripudio di agrumi e erbe selvatiche, sorseggiarlo in giardino, al tramonto, con la vista del Vesuvio, con i miei compagni di viaggio ed il produttore stesso che ti racconta la sua storia è stato uno dei momenti più belli di tutto il press tour, perché alla fine la bollicina accompagna i brindisi e i sorrisi di chi si appresta a trascorrere una serata divina in tutti i sensi.

A cura di Clara Maria Iachini