25 Feb 2022
Diario di un sommelier

Castello Vicchiomaggio è #vinosostenibile

Nel mio percorso di scoperta nel mondo del vino Castello Vicchiomaggio è una realtà che per molti aspetti ha lasciato il segno. Adagiato in cima ad una collina dominante la Valle di Greve in Chianti, Vicchiomaggio rappresenta una straordinaria tappa per chi ama il vino, l’enoturismo, la storia e la bellezza.

Il nome della cantina deriva proprio dall’antico Castello, una location unica, con una meravigliosa piscina a strapiombo sui vigneti e un fantastico ristorante. Il Castello è il cuore della tenuta che si estende per 140 ettari di cui 34 coltivati a vigneto, 10 ad olivo ed il restante è parco.

Tra le varietà coltivate spicca su tutti il Sangiovese, uva tradizionale e fondamentale per la produzione del Chianti Classico. Sono presenti, però, altri vitigni di varietà internazionale quali il Merlot e Cabernet Sauvignon utilizzate in particolare per la produzione di vini rossi IGT. Un terroir caratterizzato da un clima mediterraneo e dal tipico terreno ricco di argilla e pietre grandi, il cosiddetto Galestro, il tutto in un in una cornice naturale incantevole. Particolare attenzione è rivolta all’esposizione dei vigneti, sono infatti tutti rivolti verso Sud per garantire la massima esposizione solare durante tutta la giornata.

La storia di questa azienda nel settore del vino inizia da lontano. Nel 1921 Federico Secondo Matta, dopo aver lavorato nella ristorazione, crea una grande società di importazione di vini nel Regno Unito. Imprenditore affermato, Federico acquista Castello Vicchiomaggio e, nel 1970, suo figlio John Matta inizia il percorso nella produzione di vini, avendo a cuore l’agricoltura tradizionale sostenibile, il rispetto del territorio e la qualità derivante delle basse rese. L’utilizzo del legno di affinamento, che John introduce in azienda, regala eleganza e longevità ai vini prodotti.

Assistito da Paola, sua moglie, e dalle figlie, l’azienda è oggi a completa conduzione familiare e produce vini intriganti, con diversi stili, sempre con l’attenta e indelebile firma enologica di John.

Ed è proprio una delle figlie di John, Victoria, oggi pienamente dedicata alla gestione della cantina, che mi racconta come tra le tante attenzioni e la cura dei dettagli per i vini e l’accoglienza, non può essere trascurato il fattore che ospita tutti noi su questa terra: l’ambiente.

Per questo motivo Castello Vicchiomaggio ha aderito al progetto VIVA, conseguendo la certificazione di sostenibilità nel marzo 2021: una cantina storica, pluripremiata e celebrata dai maggiori critici del vino, non può trascurare il rispetto per l’ambiente e la sostenibilità nelle proprie azioni.

Il progetto VIVA va a misurare la performance di sostenibilità della filiera vite-vino, a partire dal calcolo delle impronte dell’acqua e del carbonio (Water and Carbon footprint), ed è promosso dal Ministero della Transizione Ecologica.

Victoria mi racconta come la decisione di iniziare il percorso VIVA ed ottenere la certificazione è stata presa proprio perché questa, nello specifico, abbraccia l’azienda nella sua totalità e non si occupa soltanto delle attività svolte in vigna. L’impegno aziendale è quindi completo.

Molti i progetti già realizzati e quelli in cantiere: per la raccolta dell’acqua piovana, ad esempio, sono state installate 13 vasche da 100hl la cui acqua è utilizzata per l’irrigazione del giardino del castello, le acque provenienti da altre 8 vasche da 50hl vengono invece utilizzate per pulire i macchinari della vigna. Per quanto riguarda l’agriturismo è in previsione per la nuova stagione l’installazione di una colonnina per la ricarica delle auto elettriche al fine di favorire la mobilità sostenibile.

I tetti del Castello non possono accogliere pannelli solari per motivazioni derivanti dalla regolamentazione paesaggistica, essendo dimora storica, tuttavia sono forti le volontà di conseguire la migliore ottimizzazione dei consumi nell’ottica dell’efficienza.

L’impegno per la biodiversità è accresciuto ogni in anno piantando a Vicchiomaggio piante mellifere, in vigna inoltre viene praticato il sovescio per aumentare la sostanza organica naturale del terreno e la gestione delle malerbe viene effettuata con il solo utilizzo di macchinari, senza ricorrere quindi a prodotti chimici. La conduzione dell’oliveto è biologica: oltre al vino infatti viene effettuata una piccola produzione di olio extra vergine di oliva e IGP dalle 600 piante di olivo presenti in azienda.

Il territorio per noi è sempre stato fondamentale”,

mi racconta Victoria,

ed è per questo che lavoriamo in termini di salvaguardia e di sostenibilità per far sì che anche le generazioni future godano di certi luoghi.  La promozione della sostenibilità è quindi importante strumento di protezione del territorio e leva per la sua valorizzazione. Ciò è fattibile, credo, solo con una unione tra le aziende ed è per questo motivo che insieme ad altri viticoltori della zona abbiamo fondato l’associazione dei Viticoltori di Greve in Chianti che ha tra i suoi obiettivi quello della sostenibilità (che viene rappresentata anche nel logo).

Impossibile non ritrovarsi nelle parole di Victoria, che conclude:

Non si può pensare di fare vino senza sostenere e valorizzare l’ambiente che quel vino ci ha donato. Il nostro impegno verso l’ambiente è legato anche, tutti i giorni, con l’impegno nel preservare il castello, ha oltre 1000 anni di storia è quindi nostro compito custodirlo.”

La salvaguardia della storia e della tradizione si intrecciano con qualità, ricerca dell’eccellenza, innovazione e amore per l’ambiente, tutto contornato dalla la possibilità di vivere in azienda un’esperienza enoturistica unica…. eccovi la dimostrazione del perché Vicchiomaggio ha lasciato il segno nel mio percorso di scoperta nel mondo del vino.

Vicchiomaggio è #vinosostenibile

A cura di Giuseppe Petronio