Parvus Ager carrettp
10 Ott 2022
Il Vino in una stanza

PARVUS AGER: il “piccolo campo” dall’antica tradizione al cambiamento 

Mi piace pensare che nelle mie vene scorre vino. Sono cresciuta all’interno delle Cantine di mio nonno, giocavo a nascondino in mezzo ai filari, andavo in bicicletta in mezzo ai silos. Il vino fa parte di me”.

Ci piace aprire il nostro racconto con le intense parole di Silvana Lulli, nipote del Fondatore, Silvano Lulli, il Nonno, l’artefice, il Maestro che nel periodo della seconda guerra mondiale portava, come da tradizione nei Castelli Romani, il vino con il carretto fino a Roma.

Questa è la storia di un’antica famiglia di viticoltori, giunta alla quarta generazione, e pronta a sterzare, facendo tesoro degli insegnamenti passati, per lasciare un’impronta profonda, nel luogo di appartenenza e nel mondo del vino.

Parvus Ager cantina e vingeti
la cantina con i suoi vigneti

L’Azienda venne acquistata 40 anni fa e chiamata “PARVUS AGER  dal latino “piccolo campo”, che poi tanto piccolo non lo è, a testimonianza della soddisfazione di aver comprato una grande realtà ovvero 54 ettari a Roma, tutti concentrati nella stessa zona, nel cuore dell’Appia antica tra Santa Maria delle Mole e Ciampino. 

LA COSTRUZIONE DI UN FUTURO 

Sette anni fa, con l’obiettivo di puntare non alla quantità ma alla qualità, sono stati impiantati nuovi vitigni autoctoni ed internazionali e questo ha permesso all’azienda di passare da soli conferitori di uve, quali erano, a veri e propri produttori seguendo tutte le fasi della produzione fino all’imbottigliamento.

La cantina è stata costruita totalmente nel 2020, rivisitando interamente la parte tecnologica, dalla pressa soffice, alla macchina di filtrazione di ultima generazione che non stressa il vino e non lo riscalda.

Su questi 54 ettari sono piantate 11 varietà, in prevalenza Montepulciano e Malvasia puntinata, ma anche le varietà Trebbiano verde e Bombino per realizzare soprattutto la Roma Doc. Mentre per i vitigni internazionali ci sono Syrah, Petit Verdot e Viognier che hanno trovano il loro habitat ideale grazie al terreno molto particolare e ricco di minerali, epicentro del cratere del vulcano laziale. 

Un terreno che presenta, nei suoi strati tufo, basalto, minerali come potassio, magnesio, zolfo che unito ad un’attenta selezione in pianta e in cantina e con basse rese per ettaro, dona nel calice profumi persistenti e ricchezza al palato.

 

Vigneto Parvus Ager

Ogni rigo di questa planimetria rappresenta un filare reale, diviso per varietà e colori.

Silvana ci racconta con entusiasmo che l’ azienda di Famiglia ha un profondo rispetto per l’ambiente e un legame indissolubile con il territorio; quest’anno, in effetti, non c’è stato bisogno di interventi particolari, grazie anche alla pulizia in vigna e alle potature più corte.

Gli interventi effettuati sono stati il meno possibili invasivi e solo all’occorrenza.

IL CAMBIAMENTO DI VITA

Entrata in Azienda a novembre dell’anno scorso, da prima dedita ad altro, convinta dal padre, Silvana entra nel cuore della Parvus Ager e rivoluziona tutte le fasi del processo di produzione portando profondi mutamenti.

“Questo mondo mi ha rapita fin da subito” . 

Ad oggi, il padre è il supervisore, il fratello Giacomo opera in cantina, la sorella Alessia alla parte artistica, mentre lei si occupa dei rapporti commerciali con l’Italia e l’Estero,  della produzione insieme all’enologo e di tutti gli eventi in rappresentanza dell’Azienda.

” Io qua sto bene, la passione è il volano, il motivo trainante”.

mappa a colori vigneti
piantina distribuzione vigneti per colore

LA RIVOLUZIONE IN CAMPO 

Uno dei cambiamenti fondamentali, per la cantina, è stato il cambio dell’enologo. 

Dall’entrata di Paolo Peira in Azienda, lo scorso anno, sono iniziati una serie di esperimenti per cercare di capire come un vitigno possa evolvere con due lavorazioni diverse, come per esempio sta accadendo tuttora per il Sauvignon, raccolto quest’anno in due modi diversi, precoce ad agosto e maturo a settembre.

Stesso discorso vale per la varietà Viognier, piantata da poco, e sperimentata per cercare di cogliere le migliori sfumature e il suo comportamento su questa parte di suolo vulcanico. 

Parlando sempre di esperimenti, Il fratello di Silvana, Giacomo, ha messo per gioco un anno fa, delle bottiglie di Malvasia puntinata e di Montepulciano ad affinare per sei mesi sotto terra nel punto in cui non cresce la vigna.

Si è notato che i vini hanno subito una trasformazione sia a livello visivo che olfattivo-gustativo, probabilmente grazie ad un terreno sulfureo, dove a quattro metri di profondità ci sono gaser con acqua a 70 gradi.

Su queste bottiglie sono in atto studi di ricerca per capire da cosa sia dipeso questo cambiamento, nonostante fossero sigillate con sughero e capsula.

UN GRANDE LAVORO IN CANTINA

Dall’intervista a Silvana: 

” Stiamo crescendo, è un percorso difficilissimo e complicato. C’è una guerra dei prezzi pazzesca, ma noi abbiamo deciso di fare qualità e a determinati prezzi non possiamo scendere facendo due linee uguali per segmenti diversi. Preferiamo, per questo motivo, continuare a vendere una parte delle uve piuttosto che fare una  separazione di qualità in cantina”.  

Il vino sosta sulle fecce nobili fino alla fine e viene filtrato nel momento in cui viene imbottigliato; imbottigliamento che avviene solo su richiesta, altrimenti rimane ancora un po’ nelle vasche a riposare sulle sue essenze.   

C’è tanta soddisfazione, per l’azienda, anche nella vendita delle cisterne sia sul territorio nazionale sia fuori dai Castelli romani.

Per quanto riguarda l’estero, stanno chiudendo contratti con gli Stati Uniti, Messico e Nord Europa.

botti di rovere dove riposato i vini rossi e bianchi

LA LINEA “ETERNA”

Le etichette della linea Eterna dedicate alla Roma Doc raffigurano i baccanali che, nella mitologia dell’antica Roma, rappresentavano le  festività a sfondo propiziatorio e a rituali dedicati a Bacco in occasione della semina e della raccolta delle messi. E da brutti “mostri”, bevendo il vino, diventavano belle donne e begli uomini.

In occasione della presentazione della Guida “Vini Buoni d’Italia”, il Roma Doc bianco ha vinto il premio 4 Corone. 

Potrete trovare questa linea in degustazione a Novembre, all’evento enogastronomico Excellence Food Innovation alla Nuvola di Fuksas nel  cuore di Roma.

 VISITA IN CANTINA E ASSAGGI DI VASCA 

Con grande entusiasmo, iniziamo la visita in Cantina e da subito incontriamo tre grandi vinificatori nei quali, Silvana ci racconta, fermentano il Trebbiano Verde, il Cabernet Franc e il Petit Verdot da una settimana. 

I rossi passano prima nei vinificatori dai 10 ai 15 giorni con continui rimontaggi di 10 minuti ogni ora.  

Dopo la svinatura, viene estratto il fiore ovvero il liquido, risultante solamente dalla pigiatura e diraspatura, senza subire pressatura; mentre le vinacce vanno in pressa per essere torchiate (torchiatura leggera) da pressatura soffice. 

Viene imbottigliato solo il liquido fiore, anche se la resa è inferiore ma la qualità è superiore. Questo procedimento è per tutti i rossi. 

Ultima varietà ad essere raccolta è il Montepulciano perché è il più tardivo. 

Il Rosso Roma Doc Riserva esce quest’anno dopo 12 mesi di legno grande da 25 hl di primo passaggio, due anni dall’imbottigliamento quindi per un totale di tre anni.

Come anche il Syrah che affina nelle botti di rovere da 25 hl e il Cabernet Franc in barrique di secondo passaggio. 

Per noi, tutto questo, è il fascino dell’attesa per quei vini che stanno nei vari legni ad affinare, e l’emozione di degustare i giovani dalle vasche. Quindi il presente e il futuro di ogni vino.

vini Parvus Ager
tutte le bottiglie

Per il nostro primo assaggio da vasca, proviamo il Sauvignon Blanc, sul quale è stata fatta la stabulazione ( mosto e fecce a contatto per alcuni giorni prima della fermentazione alcolica) a otto gradi di temperatura per otto giorni, bloccando la fermentazione, per esaltare olfattivamente tutti i suoi profumi. In questo caso le uve sono state raccolte il 17 agosto, quindi precocemente, con un grado Babo basso.

Ci ritroviamo nel calice un’esplosione di aromi, un grado alcolico presente , zuccheri finiti, ma nonostante questo più chiuso all’esame organolettico, perché mantenuto ad una temperatura di nove gradi. 

A differenza, il nostro secondo assaggio del Sauvignon, raccolto regolarmente il 29 agosto, svolge un processo di vinificazione normale.

Troviamo sì meno aromaticità al naso ma una impercettibile differenza con il primo calice.

A tal proposito, Silvana ci spiega, come tutto ciò non sia attendibile poiché ogni giorno evolve, preoccupa, rilassa, cambia, migliora. L’attesa sembra essere una spina nel fianco.

Al palato la differenza è notevole anche perché la temperatura è tarata a diciotto gradi con un’acidità più marcata e un più alto grado alcolico.

Tutto questo sapendo che, nel calice abbiamo la stessa uva, proveniente dalla stessa campagna e dallo stesso ettaro, ma con una lavorazione diversa.

Primo compleanno per il Viognier sul quale viene effettuata criomacerazione con il ghiaccio secco dentro la pressa fermo sulle bucce per delle ore. 

Inconfondibile il nostro terzo assaggio, dolce al naso in contrasto all’amaro del palato, che non ti immagini da un naso così esplosivo di frutta esotica e matura.

Presenta ancora un po’ di zucchero, sapido e un po’ astringente nella parte centrale della lingua. 

Per il nostro quarto assaggio, Silvana ci presenta, il suo Vermentino che, “udite udite”, quest’anno affinerà per la prima volta in barrique di secondo passaggio. Lo troviamo ancora poco attendibile poiché all’inizio della fermentazione con un grado zuccherino alto ma già con sentori iniziali citrico come il cedro.

assaggi
Assaggi da vasca

Passiamo al nostro quinto assaggio e da buone amanti dei Rossi ci immergiamo, totalmente affascinate, tra le vasche del Syrah.

Ci troviamo al calice un bellissimo color rubino intenso, già con una grande astringenza nonostante  l’assenza di legno e le poche speziature. Un vino molto pulito benché ancora in fermentazione.    

Finale con il botto: sesto assaggio con il Petit Verdot.

Ancora nel vinificatore in fermentazione da sette giorni, contempliamo il suo colore stupendo da succo d’uva rosso violaceo (quasi sicuramente affinerà in legno), strabiliante al naso e al palato, morbido nonostante sia ancora un vino “sporco” in fermentazione.

Silvana ci dice che vorrebbe metterlo così in bottiglia per quanto è buono. 

Noi  concordiamo. A tavola lo berremmo così! 

sfumature di colore

Grandi prospettive, grandi obiettivi per questa cantina che ha investito sulla tecnologia all’avanguardia, su vini di qualità pur mantenendo la tradizione ma puntando al futuro. 

Molte novità all’orizzonte!

Silvana Lolli
Silvana Lolli

Ringraziamo Silvana Lulli e la sua Famiglia per averci ospitato e aperto le porte della loro “casa” raccontandoci il futuro della Parvus Ager che noi, nel nostro piccolo, vi abbiamo voluto esporre. Andateli a trovare!

A ragion veduta, vi  lasciamo come sempre, con un finale sul quale riflettere : 

“Innovare è inventare il domani con quello che abbiamo oggi”

Ilaria Castagna e Cristina Santini 

Partners in Wine