La Farra: storia di scommesse vinte e valorizzazione del territorio
Un invito nato da una scommessa: un abbinamento coraggioso. Ovvero la cucina bolognese accompagnata a tutto pasto da Prosecco di Conegliano Valdobbiadene DOCG. A essere sincera, qualche pregiudizio lo avevo ma sono una persona curiosa, sempre pronta a fare esperienze e aperta a nuove sfide.
Ed è anche così che si scoprono le aziende, a tavola! Nella storica cornice del Ristorante La Cesarina, situato in quella che ritengo la più bella Piazza di Bologna (Piazza Santo Stefano), il Veneto più tradizionale ha incontrato la bolognesità più tipica. Una piacevole pausa dagli impegni quotidiani, in compagnia dei produttori. E’ una bella storia quella dei tre fratelli Nardi, oggi alla guida dell’Azienda La Farra e tutti dedicati alla valorizzazione del territorio. Siamo nel cuore del Conegliano, in una tenuta che si estende per circa 25 ettari. Qui, le uve Glera vengono coltivate e lavorate a mano per poi essere trasformate, e valorizzate, in vini iconici.
Scopro che La Farra offre un’esperienza enoturistica che è un vero viaggio sensoriale, dalla vigna al calice. Il percorso è lungo circa 3 km ed è percorribile in 50 minuti a piedi. Snodandosi dalla cantina attraverso i vigneti sulle colline, arriva fino al Belvedere La Farra. Questo è un casolare pittoresco e luminoso, immerso nei vigneti eroici e di proprietà della famiglia Nardi.
LA FARRA, VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO
“Il progetto di recupero del Casolare muove da una vera e propria esigenza di condivisione che tutti noi fratelli sentivamo profondamente – racconta Adamaria Nardi. Si tratta infatti di un angolo di mondo che abbiamo sempre vissuto con grande intensità e che desideravamo aprire agli altri. Più che un semplice luogo, è l’incarnazione di un legame profondo con la terra che lo circonda. Il vino che qui prende vita è infatti da noi interpretato come un frammento di un cosmo più vasto, intrinsecamente intrecciato con l’essenza stessa di questo territorio di cui il casolare è al tempo stesso simbolo e ambasciatore.”
“La decisione di valorizzare il Casolare”, racconta Innocente Nardi, “si radica nella volontà di contribuire, a nostra volta, all’eredità lasciataci dalle generazioni che ci hanno preceduto. Basti pensare che questa struttura è ubicata nella suggestiva località Rive dei Nardi, collina che si inscrive armoniosamente in questo contesto. Qui, tra le colline punteggiate dai vigneti storicamente appartenuti alla famiglia Nardi, il casolare si è affermato come simbolo dell’arte viticola di questo luogo, teatro dell’impegno e della dedizione tramandatici. Valori, questi, che abbiamo scelto di onorare e perpetuare nel tempo.
Con questo spirito, abbiamo deciso di investire nel recupero dell’edificio, intenzionati ad aprire le sue porte a chi si riconosce nella nostra filosofia e desidera scoprire l’anima nascosta dietro ogni calice di vino firmato La Farra. Il nostro desiderio è infatti quello di condividere non solo il vino, ma anche le sfide e le peculiarità di questo territorio unico al mondo: la ripidità delle sue colline, i suoni distintivi, il microclima unico; tutti elementi che si fondono in un mosaico irripetibile.”
UNA SCOMMESSA VINTA
Come non essere curiosi dopo questa descrizione? L’enoturismo è indubbiamente un grande volano per l’economia – ma torniamo alla tavola e ai nostri assaggi.
- Stuzzichino di salumi del territorio con crescentine con Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Brut Millesimato 2023
- Tortellini alla panna Cesarina inventati da Cesarina Masi nel 1940 con Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Rive di Farra di Soligo Extra Dry 2023
- Lasagne verdi alla bolognese con Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Sui lieviti Brut Nature 2022
- Petto di tacchinella con punte di asparagi e contorni di stagione con Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Rive di Farra di Soligo Extra Brut 2022
- Torta di riso tradizionale
Si dice che gli opposti si attraggono, e anche se i sapori della tradizione emiliana sono decisi e definiti, i profumi e le bollicine eleganti delle referenze assaggiate sono riusciti a tenergli testa. Abbinamento non facile, addirittura un po’ azzardato, che tuttavia è risultato piacevole nella sua inconsuetudine. Dimostrazione, questa, che non c’è una sola regola, così come non ce ne devono essere di assolute. La bellezza sta infatti nella ricerca e nel dinamismo della sperimentazione. La scommessa è stata vinta, e non solo a tavola in quel momento e in quella occasione, di certo frutto di un grande lavoro di qualificazione e valorizzazione di un territorio che merita di essere conosciuto più accuratamente.
Sono Claudia Riva di Sanseverino. Assaggio, degusto, scopro, curioso, provo e condivido. Seguimi su Instagram @crivads