07 Ago 2024
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La Grande Bellezza 2024

Si è appena concluso il Tour de La Grande Bellezza 2024. Sai di cosa si tratta?

IL FORMAT DE LA GRANDE BELLEZZA 2024

E’ un evento dedicato alla degustazione e alla scoperta dei vini eccellenti del territorio italiano, frutto della accurata e attenta selezione condotta dai critici Raffaele Vecchioni e Federica Ferone, il primo convinto che “oggi più che mai, sia fondamentale creare connessioni fatte di storie, momenti, vita ed emozioni per aumentare la percezione di un brand e conoscerlo a fondo”. Bologna è la città che chiude il tour che ha toccato Amsterdam, New York,  Napoli, Milano in location di grande fascino.

La degustazione di vino è costituita da un Grand Tasting principale, dove sono presenti circa venti aziende italiane e distributori, che hanno la possibilità di raccontare i loro prodotti a professionisti del settore. Nel corso del pomeriggio si sono svolte due masterclass, decisamente interessanti, di aziende che non conoscevo. Entrambe sono state un’esperienza arricchente sia dal punto vista umano che culturale. Mattatore unico Raffaele che con quel pizzico di informalità che mette tutti a proprio agio, ha magistralmente condotto le degustazioni dandoci la possibilità di confronti e approfondimenti di cui il mondo del vino ha così bisogno.

1° MASTERCLASS

ORIZZONTALE DI BAROLO 2020, Poderi Gianni Gagliardo

Sfumature preziose di Comunali e Cru, simbolo di unicità del territorio.

Incredibile, quanto siano emerse le differenze di territorio. Il produttore, che era presente, ci ha assicurato che il metodo di vinificazione è lo stesso per tutti i prodotti e che la cantina lavora per far emergere uno stile preciso che sia leggibile e riconoscibile, come un’impronta. Ovviamente, ho individuato i miei preferiti, ma in tutti gli assaggi è stata lampante la ricerca dell’eleganza e della bevibilità con una longevità sicuramente importante.

Nei bicchieri, la storia di un sogno, quello di Paolo Colla. Nato a Santo Stefano Belbo nella terra del moscato, vinifica Dolcetto con grande passione ma sogna il Barolo. Nel 1961 riesce ad acquistare una cascina a La Morra, dove può finalmente coltivare e vinificare Barolo. Quando l’unica figlia di Paolo sposa Gianni Gagliardo, il suocero Paolo gli trasmette l’amore per la terra e per il vino. Da qui la produzione cambia passo e nome, e nel 1986 iniziano ad arrivare anche riconoscimenti e premi importanti.

I vigneti sono in regime biologico certificato, alla cui conduzione vengono applicati i principi della biodinamica seguendo un approccio olistico che tiene conto dell’equilibrio generale dell’ambiente-vigneto. La filosofia produttiva è chiara: se un vino non viene ritenuto soddisfacente, non si produce.

Una curiosità è che la bottiglia (con un’elegantissima etichetta) reca nel vetro una mascherina cadente, a simboleggiare la profondità del vino e la sua capacità di creare legami fortissimi fra le persone. Come dicevano gli antichi ‘’In vino veritas’’.

2° MASTERCLASS

SAPAIO IN VERTICALE

Quattro annate per ripercorrere un identikit di un successo.

  • Podere Sapaio 2020  Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Petit Verdot (scheda tecnica
  • Podere Sapaio 2019 Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Petit Verdot (scheda tecnica)
  • Podere Sapaio 2012 Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Petit Verdot (scheda tecnica
  • Podere Sapaio 2008, unico ad avere il 20% di Merlot nel blend (scheda tecnica

Podere Sapaio si estende in 40 ettari di terra. Di questi, 27 sono vitati di cui 18 locati a Bolgheri e i restanti 9 a Bibbona. Decisione coraggiosa, quella di rimanere IGT pur potendo “vendere” il prestigioso nome Bolgheri che tutto il mondo conosce. La produzione si focalizza esclusivamente su Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot e Petit Verdot in regime biologico e, come si legge nel loro sito, anche oltre… La fermentazione avviene in acciaio e l’affinamento in barriques e tonneaux.

In degustazione al Grand Tasting ho assaggiato l’altra referenza aziendale (ne sono prodotte due), il  VOLPOLO 2020, blend di Cabernet Sauvignon, Merlot e Petit Verdot. Sempre con fermentazione in acciaio e affinamento in barriques e tonneaux, sosta in vasche di cemento fino all’imbottigliamento.

L’intuizione del Marchese Mario Incisa della Rocchetta sulle potenzialità di Bolgheri rimane sempre attuale e viene puntualmente rinnovata nel tempo, pur nella diversità degli stili e delle visioni che ciascun produttore possiede. Un universo da scoprire, fatto di persone che interpretano il territorio e lo trasformano in eccellenze liquide. Ogni volta, non posso che sorprendermi e incuriosirmi ancora di più!

Sono Claudia Riva di Sanseverino. Assaggio, degusto, scopro, curioso, provo e condivido. Seguimi su Instagram @crivads