Riccio Viticcio

Fantasia, entusiasmo e tenacia. Sono le caratteristiche di un viticcio che con impegno e determinazione si arrampica per sostenere la vite e i frutti che arriveranno.
Così, con lo stesso entusiasmo, Valery ci racconta le sue avventure enologiche.

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26 Marzo, 2024

Il lusso della Malvasia

Vi voglio raccontare il mio viaggio nel gusto del bere bene veneziano, attraverso la storia di come la Malvasia, arrivata in antichità a Venezia, nei secoli è stata apprezzata così tanto da essere commercializzata in tutto il mondo. Il racconto parte dalla Scuola Grande della Misericordia, location di Wine in Venice, seconda edizione della kermesse dedicata al vino, grazie alla quale è stato organizzato un tour in esclusiva, alla scoperta dell’antico giardino del monastero di San Francesco della Vigna. LA MALVASIA GIUNGE A VENEZIA I primi anni del Medioevo si contraddistinsero per un particolare stato climatico, “Optimum Climaticum” caratterizzato da alte temperature atte a far sì che la vite si potesse coltivare anche sulle Alpi. Le città assistettero alla formazione di nuove classi sociali più abbienti, desiderose di esprimerne l’appartenenza, mostrando la loro posizione in varie occasioni come a tavola: bere “bene”, Bere vino buono diventò la dimostrazione di appartenenza alla classe sociale abbiente. Molti di questi vini provenivano proprio dalle terre vicino a Venezia. La Serenissima Repubblica a quell’ epoca era un importante centro commerciale di scambio, per cui la Malvasia poteva essere trasportata facilmente e divenne importante merce di scambio. Tra il 1200 e il 1300 il clima, purtroppo o per fortuna, cambia. Si abbassano le temperature e la vite diventa incoltivabile in montagna come nelle lagunari. Nel ‘200 Venezia viene a trovarsi in un periodo di grande albore grazie alla conquista dei territori dell’Impero Romano d’Oriente. Si annette alla Serenissima parte della costa greca, Istria e Creta detta “Candia”, dalla quale importa le barbatelle di Malvasia impiantandole sulle terre emerse della laguna e arrivando ad autoprodurre quello che diventerà il vino di “lusso” dei Veneziani esportato in tutta Europa. Altra invenzione tutta veneziana è quella di bere vino in calici trasparenti. Ciò comporta che il vino va impreziosito: dovrà essere non solo buono ma anche bello! L’importanza economica della Malvasia fu così alta che la Repubblica di Venezia creò uno scalo navale chiamato ancora oggi Fondaco della Malvasia. Diverse le tipologie e i cloni di Malvasia: la Garba più acida, forse di tipo istriano, quella bevuta di più, la più apprezzata; la Tonda, con grappoli rotondi più morbida; la Aromatica, vinificata con macerazione. LA MALVASIA NELLA VITA QUOTIDIANA DEI VENEZIANI Per alcuni era la colazione dove inzuppare i biscotti, per altri il vino per festeggiare un’occasione speciale. Il nome del vino veniva usato per identificare i locali dove lo si poteva degustare e ancora oggi esistono vie, calli e ponti ad esso dedicati. Nei locali detti appunto “Malvasia”, si poteva trovare il vino, bene di lusso, quindi consumato prevalentemente da persone altolocate. Notevole la differenza con i “Bacari” di oggi: allora si poteva solo bere e per mangiare bisognava recarsi nelle altre botteghe. Era vietato esporre un’insegna ed i locali per la mescita del vino, si identificavano con un porticato posto di fronte, per fare ombra e da qui derivano i termini “Ombra de Vin”, “Andiamoci a fare un Ombra”! Il vino Malvasia diventa anche protagonista di un rito di passaggio. A diciotto anni, i giovani nobili , partecipavano ad un sorteggio: il ragazzo che riusciva a trovare, tra tutti i contenitori esposti, il boccettino contenente oro, entrava di diritto e in anticipo nel Maggior Consiglio. A questa assemblea potevano partecipare i maschi nobili che avessero compiuto ventuno anni e con questo rito uno di loro veniva premiato con l’ingresso in anticipo all’ assemblea. Per festeggiare l’evento, i nobili si recavano nelle “Malvasie” ed il giovane veniva iniziato non solo all’ingresso in assemblea ma anche al “bere bene”, con un calice (o forse più) di Malvasia. Assistiamo ad un declino del successo commerciale dei vini Malvasia, con il declino della potenza economica di Venezia e la perdita del controllo del commercio del vino nel Mediterraneo. La “rivoluzione delle bevande” tra il 1600 ed il 1700, sposta il gusto del consumatore verso bevande differenti e verso i vini di altre zone d’Europa: Sauternes, Porto, vini spagnoli. Nasce il Vermouth e le bevande di fine pasto prendono il sopravvento. SAN FRANCESCO DELLA VIGNA Possiamo dunque affermare come il vino a Venezia abbia storia lunga. Solo da  pochi anni si stanno recuperando gli antichi vigneti ai quali se ne aggiunge uno segreto nel Monastero di San Francesco della Vigna ovvero del giardino del convento dei Francescani. Artefice del progetto di recupero è l’azienda Santa Margherita. Nel 2019, dopo una ricerca volta ad individuare i vitigni già presenti in tempi antichi impianta, in poco meno di un ettaro di terreno, Glera e Malvasia. La prima vendemmia arriva nel 2022. Poche piante ed un metodo di allevamento molto particolare, studiato appositamente per omaggiare la storia del luogo. Il metodo ad alberello, chiamato “Vincastro o Pastorale”, viene sviluppato in altezza per assumere una forma simile al bastone del Vescovo… Non voglio svelare di più perché, a partire da Marzo 2024, sarà possibile visitare questa meravigliosa e unica vigna urbana, prenotandosi tramite il sito www.santamargherita.com. Non credo che sarà possibile assaggiare i vini…pochi ma sicuramente buoni! LE MALVASIA A WINE IN VENICE Tra le proposte delle aziende partecipanti alla seconda edizione di Wine in Venice, due sono le Malvasia che mi hanno colpito, sia per tipologia sia per unicità. L’azienda “Loschi” ,in Val D’Arda,  nella regione Emilia Romagna,  a Bacedasco Alto, produce il “Vin Santo”, un vino da uve Malvasia di Candia Aromatica che si ottiene tramite appassimento su graticci che dura dalla vendemmia fino alla pigiatura che avviene nella prima settimana di dicembre. L’ affinamento di 60 mesi avviene poi in 5 caratelli di acacia: uno per anno, al fine di effettuare l’operazione di travaso nel giorno di San Giovanni, il 24 Giugno. Un vino sicuramente prezioso che all’epoca della “Moda” della Malvasia a Venezia sarebbe andato a ruba. Il Vin Santo “Doppio Passo” ha un colore dorato tendente all’ambrato, brillante. Il naso complesso di frutta secca e spezie dolci come cannella e noce moscata, si traduce al palato con grande avvolgenza e persistenza e un’ acidità media che ne fanno un vino ideale da abbinare a formaggio per un “bicerin” a fine pasto. La bottiglia utilizzata è la renana da 0,375, come da disciplinare. Purtroppo, finisce subito! Cantina   Violati   Nella regione Umbria, a San Gemini, la cantina “Violati”, presenta “Kheira”, un interessante vino spumante Metodo Classico dosaggio zero, 33 mesi sui lieviti, 40% grechetto, 40% Sangiovese vinificato in bianco e 20 % Malvasia di Candia. Sorprende per aromaticità, acidità a struttura, esprimendo al meglio le note caratteristiche della Malvasia. “Kheira” può essere abbinato a tutto pasto!       E la tipologia che ho preferito in assoluto? Siamo ancora alla cantina “Violati“, con la Malvasia “Narni ” I.G.T. ORANGE!! Vinificata  con 20 giorni di  macerazione sulle bucce, in vasche di cemento in assenza di ossigeno e saturazione d’azoto, successivo affinamento in vasche d’acciaio  fino a commercializzazione. Il naso è intenso e fine, dalle sfumature di spezie dolci e zenzero, albicocca e pesca disidratate e con un accenno di erbaceo, con un finale che ricorda l’idrocarburo. Spiccata acidità e palato lievemente astringente. L’abbinamento è poliedrico. Me lo immagino con un pecorino di fossa umbro o con un pollo alla cacciatora. Mi piace immaginare che questa fosse la tipologia di vino prodotta in quegli anni in cui la Malvasia veniva così tanto apprezzata dai veneziani!   La Malvasia, dunque, viene prodotta ancora oggi non solo a Venezia, ma in tutte le regioni del mondo, se ne sta rivalutando il “buon gusto” e la sua capacità di stupire essendo versatile ed adatta a diversi tipi di vinificazione, per cui non mi stupirei se nei prossimi anni si tornasse a sentir parlare di nuovi locali, vie o città col nome a lei dedicato e a sentir discorrendo di questo vino come…..Malvasia, vino di lusso! A cura di Valeria Valdata Seguimi su Instagram su @valery_and_the_wine e sulla pagina Facebook @VallyWine  
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