Cantine di cui anche Bacco andrebbe fiero

Ebbene, cosa tratteremo in questa rubrica dal titolo più lungo al mondo? Di articoli magri, ovviamente.

Magri, smilzi ma densi come i sugoli di mosto d’uva.
Eppure, mi sovviene la discrasia tra Dioniso e Bacco quando all’epoca si trastullavano in cantina, grotte più che cantina, organizzando le prime visite enoturistiche a go-go intenti a sbevazzare da una coppa d’oro e l’altra, e un’altra ancora e ancora…

Si sa, in cantina spira un velino d’aria, un refrigerino e un umidiccio che t’imbalsama se soffri di cervicali. Come chi scrive. E benché i nostri aitanti Dei, non erano poi così cinti di pesanti veli, si mostravano tutti ignudi e impettiti, scostumati, baldanzosi e vigorosi alle muse.
Miracoli del siropo de cantina!?

Perché mai, allora, Dioniso e Bacco non dovrebbero sempre e comunque andarne fieri di quella Madre del Vino (cit., mi cimenterò) che per millenni, nel bene e nel male, gli ha conservati amorevolmente, serbati dagli odori nauseabondi, custoditi dalle ipertermie, protetti dai venti e movimenti insalubri, nutriti costantemente di buon fradiciume, coccolati dalla mistica penombra e infine resi così celebri da diventare l’agente sociale (oibò, l’influencer) più ambito della società contemporanea?

Boh, resta un enigma questa rubrica! Che scioglieremo e scopriremo… se ne avrò voglia!

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30 Giugno, 2024

L'enoturismo degli Dèi. Un'accoglienza epica.

Benvenuti mortali!… (da leggere molto lentamente, con ghigno mefistofelico, a cui far seguire una lunga pausa silenziosa) Preparatevi ad un viaggio che non dimenticherete mai più, tra vigneti, broli cinti da pietra antica, sidri e vini che nemmeno le stelle hanno mai assaggiato! Siete pronti a scoprire i segreti dell’enoturismo della cantina divina di Zeus? Oggi vi racconteremo il significato del piacere del vino, come solo gli Dèi possono offrirvi. Preparatevi a vivere un’esperienza che nessuna cantina terrestre potrebbe mai eguagliare! Questa è la storia dell’evento più epico al mondo mai raccontato prima d’ora nell’ambito dell’accoglienza dei turisti del vino: “L’Enoturismo degli Dèi”. Sul maestoso Monte Olimpo, dove cielo e terra si incontrano, Zeus, re degli Dèi, ha deciso di rivelare al mondo i segreti della divina cantina, recentemente rinnovata con maestria titanica da Dioniso e Bacco. In una competizione leggendaria contrapposta alle manifestazioni mortali, questa festa del vino promette di essere un’esperienza senza pari, un incontro tra il sacro e il profano, dove ogni calice di vino racconta una storia, dove ogni sorso é un viaggio nel tempo e nello spazio, una macchina del tempo appunto, un assaggio di eternità, e ogni vigneto canta una leggenda. Un’esperienza sensoriale che unisce il passato mitologico con il presente. Aspettatevi un viaggio memorabile nel cuore della divinità vinicola, dove il nettare degli Dèi scorrerà in abbondanza e la magia del Monte Olimpo vi lascerà senza fiato. Benvenuti mortali! Oggi avete l’onore di varcare la soglia del regno del vino divino, un luogo dove gli Dèi brindano con il nettare dell’immortalità; una meraviglia che le vostre cantine terrestri possono solo fantasticare…. e che il vino degli Dèi vi accompagni!”
Con queste parole, il potente Sovrano degli Dèi accoglie i mortali aprendo le porte della città divina, dando il via all’evento. E questa quassù è anche l’insegna, che campeggia sotto la chiave di volta del maestoso portale ad arco a tutto sesto dell’entrata alla città sul Monte Olimpo. Cominciamo bene, non c’è che dire! Prima però, dobbiamo fare un passettino indietro per capire l’ostilità di Zeus verso le iniziative dei mortali…. L’enoturismo dei mortali L’enoturismo è una forma di turismo legata alla cultura del vino che offre agli appassionati l’opportunità di visitare vigneti, partecipare a degustazioni, conoscere le tecniche di produzione del vino e immergersi nella tradizione enologica locale. Gli enoturisti possono esplorare le cantine, scoprire la storia e le storie dei viticoltori, e assaporare vini unici direttamente dai produttori. La manifestazione “Cantine Aperte” è uno degli eventi più importanti in questo campo, dove le cantine aprono le loro porte al pubblico per far vivere esperienze uniche e coinvolgenti. Il turismo del vino è una componente essenziale per molte cantine vinicole, storiche e recenti, e la sua progettazione richiede un’attenzione particolare ai dettagli per garantire un’esperienza memorabile ai visitatori, perché può contribuire significativamente all’economia locale e alla promozione culturale. Le premesse della grande manifestazione enoturistica degli Dèi Nel cuore delle maestose altezze del Monte Olimpo, dimora degli Dèi, tra nuvole dorate, panorami celestiali e templi imponenti, nasce un’iniziativa senza precedenti: “L’Enoturismo degli Dèi”. Questo evento straordinario è il frutto della volontà di Zeus di celebrare e condividere con i mortali l’antica e sacra tradizione vinicola degli olimpici.
Non è solo una celebrazione del vino, ma un vero e proprio incontro tra il divino e il terreno, che affonda le sue radici in antiche tradizioni mitologiche e culturali. La competizione con l’evento mortale “Cantine Aperte” ha stimolato gli Dèi a creare qualcosa di unico e senza precedenti. Ma quali sono le premesse che hanno portato alla creazione di questa manifestazione e perché Zeus ha designato Dioniso e Bacco come organizzatori principali? Scopriamolo insieme. L’ispirazione di Zeus L’idea di Zeus di organizzare una manifestazione enoturistica nasce dal desiderio di condividere con i mortali e i semidei le meraviglie vinicole del Monte Olimpo. Il sovrano degli Dèi ha osservato con interesse crescente il successo di “Cantine Aperte”, un evento che, pur essendo di origine mortale, ha conquistato molti cuori grazie alla sua capacità di avvicinare le persone alla cultura del vino. Zeus, consapevole del potere simbolico e culturale del vino nella tradizione, decise che era giunto il momento di mostrare al mondo la superiorità del nettare divino. Ma per far tutto ciò, egli sapeva che doveva primariamente compiere un piccolo sforzo in più e cioè ristrutturare l’esistente cantina antica, da troppi secoli rimasta in attesa. La ristrutturazione della cantina divina Facciamo un passo indietro.
L’antica cantina era condotta da un anziano e scorbutico vignaiolo delle valli ed era oramai vetusta e bisognosa di importanti interventi di riqualificazione edilizia.
Insomma, una cantina un tantino da incubo. Zeus, dunque, mosso da uno spirito di rivalutazione qualitativa delle aziende vinicole dell’Olimpo, decise di ristrutturare la cantina e assegnare l’annoso incarico ai due nostri mitici dèi, Dioniso e Bacco. Sempre loro, e chi sennò. La ristrutturazione edilizia della cantina sul Monte Olimpo, cui avremo modo nei prossimi contributi di approfondire le varie fasi, è risultata un’impresa titanica, complessa per varie ragioni. Sotto la loro guida, la cantina è stata trasformata in un luogo di meraviglie architettoniche e tecnologiche, unendo antiche tradizioni enologiche con le innovazioni più avanzate.
Per questo infatti, la si può ritenere la Cantina delle cantine, l’esempio perfetto di una Cantina vinicola costruita a regola d’arte. Diciamo, “fatta ad Arte”. Dioniso e Bacco si assicurarono che ogni dettaglio riflettesse la maestosità e la sacralità del vino, dalla scelta delle viti fino ai processi di fermentazione e invecchiamento. L’uso di materiali preziosi e l’arte divina hanno contribuito a creare un’atmosfera che evoca la sacralità e la potenza del Monte Olimpo. La cantina, oggi, non è solo un luogo di produzione vinicola ma un tempio dedicato al culto del vino e gestita secondo le regole dell’imprenditoria avanguardista, ma con uno sguardo alla tradizione. Zeus prese atto che, da questa nuova partenza, doveva anche originarsi una nuova e grande manifestazione che ne desse risalto e luce.
Nasce così l’evento “l’Enoturismo degli Dèi” che intende porsi come avanguardia di superiorità sui mortali. Gli Dèi in azione e l’itinerario enoturistico Per garantire il successo della grande manifestazione “L’Enoturismo degli Dèi”, Zeus ha chiamato a raccolta l’intero pantheon olimpico, assegnando a ciascheduno la responsabilità di un settore specifico della cantina, di farsene carico e curarne l’aspetto estetico e funzionale. La progettazione del percorso enoturistico Nel frattempo, Dioniso e Bacco si ritrovano a discutere i dettagli della pianificazione di un nuovo itinerario per l’imminente manifestazione enoturistica. Entrambi sanno che il successo dell’evento dipenderà dalla qualità dell’esperienza offerta ai visitatori. Inevitabilmente, emergono divergenze tra Dioniso e Bacco.
Dioniso insiste sull’importanza dell’educazione e della riflessione, mentre Bacco punta sul divertimento e sulla convivialità. Tuttavia, queste differenze si rivelano complementari: la combinazione di saggezza e allegria crea un’esperienza equilibrata e coinvolgente, soddisfacendo le diverse aspettative dei visitatori. Ecco a voi il master plan enoturistico a tappe a cui i nostri due titani sono giunti: Accoglienza e introduzione Dioniso: Bacco, sveglia! Dobbiamo assicurarci che ogni dettaglio sia perfetto per “l’Enoturismo degli Dèi”. Hai in mente come organizzare il percorso delle visite guidate ai reparti della cantina? Dobbiamo garantire che i nostri ospiti apprendano la storia e la tecnica della nostra produzione vinicola. Bacco: All’arrivo i visitatori saranno accolti in un’area dedicata, dove Atena, la dea della saggezza, fornirà una breve introduzione storica sulla cantina e sul Monte Olimpo. Con la sua eloquenza, Atena preparerà i turisti ad un viaggio che unisce storia, mito e modernità. Offrirà ai visitatori una visione approfondita delle tecniche enologiche e dell’importanza storica del vino nella cultura nostrana. Racconterà degli antenati vitivinicoltori. La sua conoscenza e il suo intelletto assicureranno che ogni dettaglio sarà accurato e affascinante. Percorsi di accompagnamento e visita ai reparti della cantina Dioniso: Inizieremo con un’introduzione storica raccontando le origini divine del vino. Seguirà una descrizione dettagliata del processo di vinificazione, dai vigneti alla bottiglia. Bacco: Inoltre, voglio installare schermi interattivi e arredi accoglienti per un’esperienza immersiva.” Dioniso: Il circuito deve essere fluido e funzionale, senza tratti difficili o pericolosi. Dobbiamo assicurarci che i percorsi siano accessibili a tutti, inclusi i visitatori con disabilità. Bacco: Perfetto. Eviteremo spazi angusti e soffocanti. Il percorso sarà ben illuminato e ventilato, con una disposizione che eviti ingorghi e garantisca una visita piacevole. Dioniso: Dobbiamo simulare l’itinerario con prove reali. Coinvolgeremo gli altri Dèi per testare il circuito e identificare eventuali criticità. Bacco: Sì, faremo delle esercitazioni coinvolgendo anche visitatori esterni per avere feedback autentici e migliorare ogni dettaglio. Dioniso: Iniziamo dal grande portale d’ingresso, dando ai mortali il benvenuto che si meritano…. passando per i giardini mitologici, le vigne e infine la sala di fermentazione e le cantine sotterranee. Bacco: Aggiungiamo una sosta alla sala degustazione panoramica e concludiamo con il wine shop e la SPA del vino….  poi la sorpresa Dioniso: Segnaliamo chiaramente le aree di lavoro e creiamo percorsi alternativi sicuri, ciò è essenziale. Non possiamo permettere che i visitatori si imbattano in zone pericolose. Come succede nelle stantie cantine dei mortali italici…. ah … ah…ah! Dobbiamo pianificare punti di sosta strategici, dove i visitatori possano rilassarsi e godere del paesaggio. Bacco: Concordo. Mettiamo sedie comode e monitor informativi in questi punti, dove possiamo anche offrire assaggi e raccontare storie. Percorsi accessibili, percorsi di visita e fruibilità ai reparti della cantina Dioniso: Non dimentichiamo l’importanza dell’accessibilità Bacco: Per questo delicato incarico ho scelto Hermes, il messaggero degli dèi è responsabile della logistica dell’evento. La sua velocità e abilità organizzativa garantiscono che ogni aspetto della manifestazione si svolga senza intoppi, dall’accoglienza degli ospiti alla gestione delle degustazioni.
Ha il compito di assicurare che i percorsi siano accessibili anche alle persone con disabilità, così che possano partecipare alle visite. Grazie a rampe, ascensori, servoscale e segnaletica tattile, la cantina è completamente fruibile. Dioniso: Bravo Bacco, stai imparando. Concordo! È essenziale essere inclusivi. Sala degustazione e tasting room Dioniso: Bacco, Zeus mi ha espressamente chiesto di metterti a capo della sala degustazione…. ma senza troppi balletti e giochi, attenzione perché non devi farti distrarre dalle belle donzelle mortali e bere come un dannato Bacco: Ah, Dioniso, sei sempre così grave! Io credo che dobbiamo puntare anche sul divertimento. Ho preparato una sala degustazione con musica dal vivo e un’atmosfera festosa. La gente viene qui non solo per imparare, ma anche per godersi il vino e divertirsi.
Afrodite, la dea dell’amore, mi coadiuverà offrendo consigli su abbinamenti cibo-vino, rendendo l’esperienza ancora più piacevole e piccante. Apollo delizierà gli ospiti con la sua lyra e stacchetti musicali Dioniso: Zeus mi ha anticipato che ci saranno due sorprese all’inaugurazione della sala degustazione, due guest star extraterrestri,: Sommelier Louis de Funès che presenterà i nostri vini rossi olimpici e Sommelier Antonio Albanese con i nostri vini bianchi olimpici Bacco: Mi sento svenire Punto vendita e banco somministrazione Dioniso: Bene. E per quanto riguarda il punto vendita? Dobbiamo assicurarci che sia ben fornito e che i nostri vini siano presentati al meglio. Bacco: Il punto vendita sarà curato da Apollo, con il suo occhio artistico, ha pianificato uno spazio esteticamente piacevole e funzionale, uno spazio elegante; sarà un luogo luminoso e accogliente dove i visitatori possono acquistare i vini e altri prodotti locali. Attività esperienziali Dioniso: E che ne pensi delle attività esperienziali? Dobbiamo assicurare che queste attività siano ben coordinate. Bacco: Efesto, dio del fuoco e della metallurgia, organizzerà workshop sulla produzione di attrezzature vinicole tradizionali. Dioniso: Ma Demetra, dea dell’agricoltura, non la impegni in nessun modo? Bacco: Ella spiegherà l’importanza della terra e delle viti, mostrando come il rispetto per la natura sia alla base della produzione vinicola divina. E se avanzerà del tempo, terrà corsi di cucina con ingredienti locali e stagionali delle nostre rive. Servizi igienici accessibili Dioniso: Va bene, e soprattutto non dimentichiamo i servizi igienici accessibili e fruibili a tutti! Bacco: Per questo delicato incarico ho pensato a Poseidone, con la sua maestria sull’acqua, ha concepito servizi igienici a risparmio idrico, toilette ecologiche che convertono l’urina in acqua pulita, fornendo una risposta ai problemi ambientali del risparmio idrico, wc spaziosi, accessibili e funzionali garantendo che tutti i visitatori possano usufruirne comodamente. Dioniso: Ottima scelta Bacco! Camere e Hospitality Dioniso: Molto bene! Inoltre, Zeus ha voluto che le camere per gli ospiti fossero all’altezza e ben integrate con l’ambiente e la vista sui vigneti. Così gli ospiti potranno rilassarsi completamente. Bacco: Zeus è passato a supervisionare la realizzazione delle camere per gli ospiti, garantendo che ogni dettaglio rifletta l’ospitalità divina. Le stanze, con vista sui vigneti, offrono comfort e tranquillità. Centro benessere e SPA del vino Dioniso: Non ti scordare il centro benessere e SPA del vino: voglio che sia gestito direttamente da Igea, la dea della salute. Dopo una giornata di tour e degustazioni, un po’ di vinoterapia sarà perfetto per i nostri clienti mortali… ah.. ah…ah… ah! Bacco: Si Dioniso, sarà fatto! Igea gestirà il centro benessere e Wine Spa. Qui, i visitatori possono godere di trattamenti a base di wine therapy, rilassandosi e rigenerandosi profondamente la pelle immersi in una deliziosa cortina di effluvi vinosi Loges e capanne vinicole in mezzo ai filari Dioniso: Bacco, delle Loges e delle capanne vinicole chi se ne occuperà? Bacco: Artemide, dea della natura, dopo un corso nella Champagne e poi nella antica Henetia, ha ideato innovative loges e capanne vinicole tra i filari dei vigneti, offrendo ai visitatori la possibilità di pernottare immersi nella natura.
Non solo, Artemide organizzerà tempo permettendo corsi di tiro con l’arco tra i vigneti. Stazionamento bici e tour tra vigneti Dioniso: Hey Bacco, ricordati di organizzare anche gli arrivi dei mortali ciclisti Bacco: Perfetto! Hermes, dio del commercio e messaggero degli dei, gestirà lo stazio delle bici per i tour tra i vigneti e il trasporto dei turisti col trenino elettrico. È un’ottima idea per un turismo sostenibile. E Era, dea dei legami e delle unioni, predisporrà i parcheggi, inclusi quelli per le persone con disabilità Parcheggi e colonnine di ricarica Dioniso: Zeus installerà personalmente colonnine di ricarica per i veicoli elettrici sotto tettoie fotovoltaiche, e ogni tanto scaglierà qualche saetta per ricaricarle. Siamo pronti, così, a promuovere anche la sostenibilità ambientale. Bacco: Invece Era, predisporrà parcheggi auto, camper e bus, inclusi spazi riservati alle persone con disabilità come solo lei sa fare. Vendemmia Interattiva Dioniso: Abbiamo pensato a tutto. Però, mi piace l’idea di aggiungere una vendemmia interattiva. I turisti potranno partecipare alla raccolta dell’uva e imparare le tecniche tradizionali della vendemmia, culminando con un banchetto con i prodotti freschi della cantina. Questa esperienza immersiva offrirà non solo la possibilità di comprendere meglio il processo produttivo, ma anche di creare un legame più profondo con la cultura del vino. Sarà un successo! Bacco: Un’ottima idea, Dioniso. Demetra, la dea dell’agricoltura, potrebbe spiegare l’importanza dei terroir e delle viti da cui nascono i pregiati vini olimpici. La sua presenza sottolinea il legame tra la natura e la divinità, mostrando come il rispetto per la terra sia fondamentale per la produzione di vini di eccellenza.  Questo renderà l’esperienza ancora più coinvolgente Dioniso: Ma non dimentichiamo di mantenere l’ordine e la sicurezza e facciamo attenzione ai turisti irrequieti… Ares, dio della guerra e dello spargimento di sangue, si occuperà della sicurezza durante l’evento. Bacco: Con Ares a garantire la sicurezza, siamo tranquilli. La nostra collaborazione sta funzionando alla grande. Banchetti enogastronomici: il brolo antico della cantina divina Intanto, tra le maestose vigne della cantina, fervono i preparativi della fase più popolare e più attesa della manifestazione enoturistica: la sagra nel brolo. Il brolo antico della cantina è situato in un luogo incantevole sul Monte Olimpo, circondato da vigneti rigogliosi e da mura di pietra, dove crescono piante di ogni tipo, viti e alberi da frutto, immerso in un’atmosfera di serenità e bellezza, sotto la benevola protezione degli Dèi. Questo luogo, che unisce natura e sacralità, sotto antichi alberi e pergolati fioriti, disposi in cerchio intorno al brolo antico, verranno allestiti banchetti con degustazioni di piatti tipici della tradizione mitologica, accompagnati dai migliori vini Olimpici, ed è stato scelto come centro delle attività enogastronomiche durante la manifestazione. Ogni angolo del brolo sarà un tripudio di sapori autentici, profumi invitanti e vini straordinari, che permetterà ai visitatori di assaporare ogni delizia con calma e contemplazione Le tavole sono imbandite con tovaglie bianche e decorate con fiori di campo, creando un’atmosfera rustica e accogliente.
In ogni angolo, sommelier esperti sono pronti a spiegare gli abbinamenti tra i piatti e i vini olimpici, mentre i cuochi locali preparano i loro capolavori culinari. Il menù olimpico: un trionfo di sapori Dopo estenuanti discussioni sulla pianificazione dei banchetti, finalmente Dioniso e Bacco hanno deciso il menù olimpico e la disposizione dei chioschetti e dei tavoli: il brolo sarà diviso in diverse aree tematiche, ciascheduna dedicata ad un gruppo di piatti e ai relativi abbinamenti vinicoli. Vediamoli insieme: Area risotti
Il risotto ai bruscandoli sarà il protagonista, accompagnato da un vino bianco Olimpico, fresco e aromatico: Dioniso: Bacco, dobbiamo assicurare che ogni piatto rappresenti la tradizione e la qualità della nostra terra. Pensavo di iniziare con il risotto ai bruscandoli, delicato e perfetto per esaltare i sapori del nostro vino bianco. Bacco: Risotto ai bruscandoli? Sicuramente delizioso, ma dobbiamo anche pensare a qualcosa di più sostanzioso per i nostri ospiti. Cosa ne dici dei nervetti alla venexiana? Sono un classico intramontabile! Area cicchetti e nervetti
Qui, i visitatori potranno gustare cicchetti col musetto e nervetti alla venexiana, abbinati a un rosso leggero e fruttato: Dioniso: I nervetti sono un’ottima scelta. E non possiamo dimenticare i cicchetti col musetto, ideali per accompagnare un bicchiere del nostro vino rosso. Bacco: Ho già l’acquolina in bocca! Area polpette e folpeti
Con un rosso corposo, perfetto per esaltare il gusto delle polpette e dei folpeti. Bacco: Concordo. E le polpette? Le polpette sono sempre apprezzate, sia dai grandi che dai piccoli! Dioniso: Assolutamente. E cosa dire dei folpeti? Sono un autentico sapore del mare che può essere apprezzato con il nostro vino bianco più fresco. Area trippa e bovoleti
Piatti più robusti, accompagnati da un vino rosso invecchiato, con note di spezie e cuoio. Bacco: Perfetto! Aggiungiamo anche i bovoleti aglio, olio e prezzemolo. Sono irresistibili e si sposano benissimo con i nostri vini. Dioniso: E non possiamo dimenticare la trippa in umido. È un piatto sostanzioso che richiama le tradizioni contadine. Area sarde e baccalà
Dove le Sarde in Saor saranno servite con un vino bianco secco, mentre il baccalà alla vicentina e mantecato avranno il loro abbinamento con un bianco più strutturato. Bacco: Sì, ma per un tocco di dolcezza e acidità insieme, le sarde in saor sono indispensabili. Dioniso: E poi il baccalà alla vicentina o mantecato. Sono piatti che rappresentano la nostra cultura culinaria in modo sublime. Area fegato alla Venexiana
Questo piatto verrà servito con un rosso importante, capace di sostenere i sapori intensi del fegato: Dioniso: E per chiudere in bellezza, il fegato alla venexiana, un piatto ricco che si abbina meravigliosamente con un rosso corposo.”Bacco: “Il fegato alla venexiana con cipolla caramellata è un altro piatto che non può           mancare.” Dioniso: Ottima idea, Bacco. Area sidro Dioniso: Ricorda Bacco, uno dei punti salienti del brolo antico deve essere dedicato al banchetto del nostro sidro, prodotto secondo le antiche ricette tramandate nel tempo Bacco: “Non ti preoccupare Dioniso, gli ospiti potranno assaporare il sidro abbinato a formaggi e altri prodotti tipici, che completeranno la serata.” Una lezione per l’enoturismo italico “L’Enoturismo degli Dèi” insegna che la chiave del successo nel settore enoturistico risiede nella collaborazione e nella sinergia tra tutti i partecipanti. Le cantine italiane devono, perché possono, creare un sistema integrato e collaborativo che non solo migliora la qualità delle esperienze offerte, ma promuove anche il territorio come una destinazione enoturistica di eccellenza a livello mondiale. In un mondo sempre più competitivo, l’unione delle forze è la vera strada (del vino?) per il successo e la crescita sostenibile. Spesso, le cantine operano in un regime di competizione piuttosto che di collaborazione, limitando le potenzialità di crescita e di attrattiva turistica del territorio. Una collaborazione più stretta tra le cantine, e non solo, potrebbe portare a numerosi vantaggi: Miglior esperienza per i visitatori: unendo le forze, le cantine possono offrire percorsi enoturistici più completi e variegati, combinando degustazioni, visite guidate, eventi culturali e spettacoli artistici. Innovazione e condivisione delle risorse: collaborare significa condividere conoscenze, tecnologie e risorse, migliorando le esperienze offerte. Promozione integrata del territorio: un sistema enoturistico integrato può promuovere l’intera regione come destinazione enoturistica di eccellenza, attirando più visitatori e aumentando il turismo locale. Dioniso e Bacco qualche idea da proporre all’enoturismo italico ce l’avrebbero pure, e più volte l’hanno avanzata, ma le risposte e le non risposte hanno condotto alla riflessione finale che a certe associazioni del settore e ai grandi espertoni beneficia mantenere il carrozzone. Infine, l’accoglienza evidenzia l’importanza di una progettazione che deve essere più popolare e meno d’elite, ma accurata e pianificata nei minimi dettagli, anche simulando le varie situazioni di accoglienza. Arch. Edoardo Venturini Cantine di cui anche Bacco andrebbe fiero   Per approfondimenti, mi trovi qui:
– Cantine fatte ad Arte (link Sito Web)
– Cantine fatte ad Arte (link Linkedin)
– Cantine fatte ad Arte (link Instagram)
– Cantine fatte ad Arte (link Facebook)   PS: La rubrica raccoglie spunti, consigli, suggerimenti e altro ancora attinente al tema e soprattutto segnalazioni di titoli di testi antichi sulle costruzioni enotecniche e cantine vinicole. Grazie!  
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29 Maggio, 2024

La Sicurezza in cantina secondo Dioniso e Bacco

Introduzione La produzione vinicola, un’arte millenaria, è un processo che richiede una cura meticolosa a ogni dettaglio.
La sicurezza nei luoghi di lavoro, in particolare nelle cantine vinicole, è di fondamentale importanza per garantire la salute dei lavoratori e la qualità del prodotto finale.
La progettazione della sicurezza nei lavori in cantina non solo previene incidenti e infortuni, ma crea anche un ambiente di lavoro più efficiente e sostenibile. Nella mitologia, Dioniso e Bacco sono divinità che presiedono il mondo del vino, figure mitologiche rappresentative del vino e della convivialità; se fossero spettatori delle moderne pratiche enologiche potrebbero esprimere pareri contrastanti sulla sicurezza in cantina. Ma cosa succederebbe se questi due mitici Dèi fossero chiamati a gestire la sicurezza in una delle tante cantine vinicole che custodiscono? Dioniso, noto per la sua saggezza e il suo amore per l’ordine, apprezzerebbe le misure di sicurezza come necessarie per preservare la vita e la salute dei lavoratori, elementi essenziali per la creazione di un vino di qualità. Bacco, d’altro canto, con la sua natura selvaggia e libera, celebre per il suo approccio più spensierato e festoso, potrebbe criticare l’eccesso di regolamentazioni, vedendole come un ostacolo alla spontaneità e alla creatività. Immaginate ora una cantina vinicola sull’Olimpo, sul Monte Olimpo, gestita da Dioniso e Bacco. Ah, non lo sapevate? Ebbene si, fonti infiltrate e ben informate ci riferiscono che i due titani della viticoltura, le due divinità del vino della mitologia greca e romana, gestiscono silenziosamente e da tempo immemore la Cantina delle cantine vinicole. Un po’ da incubo a dire il vero. Infatti Zeus, Re degli Dèi e sovrano del Monte Olimpo, dopo i recenti aggiornamenti al testo unico sulla sicurezza, che lo obbliga a seguire corsi di formazione sulla sicurezza come Datore di Lavoro, ha ordinato ai nostri due titani di metter mano il più presto possibile alle faccende che non funzionano in cantina e di organizzare dei corsi secondo il decreto legislativo nr. 81 del 2008. Oggi, dunque, queste due figure mitologiche si trovano a dover affrontare una sfida moderna: la progettazione della sicurezza nei lavori di ristrutturazione di una cantina vinicola antica e la tutela della salute dei lavoratori. In questa allegorica avventura, esploreremo le criticità, scopriremo le divergenze e convergenze tra Dioniso e Bacco, con un tocco di ironia nel rispetto del tema della sicurezza, ma soprattutto indagheremo costruttivamente alcuni rischi a cui occorre prestare attenzione e prevenire i pericoli anche in una cantina situata sul Monte Olimpo. Assisteremo ad un dibattito epico tra titani del vino e ad un confronto di cotanta illuminazione, tra fulmini e saette scagliate da Zeus, accerchiato dagli ispettori dell’INAIL, in cui sarà offerta una prospettiva più unica che rara. Dioniso: il pianificatore e progettista meticoloso della sicurezza. Dioniso, con il suo aspetto solenne e la sua aurea di saggezza, è il primo a prendere in mano la situazione e a prendere la parola con il suo consueto tono grave e riflessivo: Amici miei, la sicurezza nei lavori in cantina vinicola non è solo un obbligo legislativo, ma un atto di rispetto verso coloro che dedicano la loro vita a trasformare l’uva in nettare divino. Ogni dettaglio, dalla progettazione degli spazi di lavoro all’adozione delle misure di protezione individuale, deve essere curato con attenzione. Dioniso, noto per la sua sapienza e profondità, si approccia alla gestione della cantina con serietà e meticolosità. La sua prima preoccupazione è garantire la sicurezza dei lavoratori. Egli, infatti, enfatizza l’importanza di coinvolgere esperti di sicurezza fin dalle prime fasi del progetto. La progettazione delle cantine deve prevedere spazi adeguati per evitare incidenti. Amici miei, la sicurezza è la base su cui poggia la qualità del nostro nettare divino. Ogni fase della produzione, dalla raccolta dell’uva alla fermentazione, richiede un’attenzione scrupolosa alla sicurezza. E scrupolosi devon esser anche i tecnici E quindi decide di chiamare subito a raccolta architetti e ingegneri della sicurezza (mmh! Bacco storce il naso sentendo nominare Questi ultimi), discutendo con loro sui seguenti punti e fasi fondamentali: dell’analisi dei rischi, dichiara: occorre identificare i potenziali pericoli presenti in ogni fase della produzione del vino, dalla ricezione delle uve alla vinificazione, dallo stoccaggio al confezionamento; della progettazione degli spazi, sentenzia: ogni area della cantina deve essere progettata per prevenire incidenti. Spazi ampi e ben ventilati, pavimenti antisdrucciolo e corridoi sgombri sono essenziali; bisogna creare layout che minimizzino i rischi di incidenti, come scivolamenti, cadute e collisioni. Le aree di accesso devono essere progettate per garantire un flusso continuo e sicuro di persone e mezzi. Distinti per funzione di mezzi meccanici e personale; dell’equipaggiamento, predica: tutti i macchinari devono essere conformi agli standard di sicurezza, con adeguati sistemi di protezione per evitare incidenti; assicurarsi che tutte le attrezzature e i macchinari utilizzati siano manutenuti per prevenire guasti; della formazione, pontifica: i lavoratori devono essere informati e formati sull’uso corretto delle attrezzature e sulle procedure di emergenza. Educare i lavoratori sulle pratiche di sicurezza e sull’uso corretto delle attrezzature. La formazione continua è essenziale per mantenere alti standard di sicurezza; del tema scottante, e mai così attuale, degli ambienti confinati, afferma: occorre gestire con particolare attenzione gli spazi confinati, come vasche di fermentazione e cisterne, perché rappresentano rischi significativi di asfissia e contaminazione. Mentre cammina per la cantina, con al seguito gli architetti e gli ingeneri intenti a prendere appunti, osserva e fa considerare attentamente ogni dettaglio: Una cantina ben progettata deve prevedere ogni possibile rischio, dichiara Dioniso, mentre esamina i piani di ristrutturazione edilizia: Dobbiamo considerare la ventilazione, le diverse illuminazioni e l’ergonomia per prevenire incidenti e malattie professionali. Dioniso insiste su una formazione rigorosa per i lavoratori, l’uso corretto dei dispositivi di protezione individuale (DPI) e la manutenzione regolare delle attrezzature. Ogni dettaglio è studiato per garantire un ambiente sicuro e sano. .Nel frattempo Bacco, l’entusiasta spensierato e il festaiolo improvvisatore, con il suo approccio meno formale e più festoso, vede le cose in modo diverso. Per lui, l’atmosfera della cantina deve essere vivace e gioiosa.  E con un sorriso malizioso e una coppa di vino in mano non può fare a meno di intervenire: Dioniso, vecchio mio, non ti pare di esagerare? Il vino è gioia, è celebrazione! Non possiamo far diventare la nostra cantina una caserma. La spontaneità è l’essenza del vino! Non credi che tutta questa attenzione ai dettagli possa spegnere l’anima della vinificazione? chiede Bacco, mentre sorseggia la coppa di vino! Rincara la dose: Le normative sono come i tralci secchi, soffocano la vite della creatività! Immagina di dover fermare la fermentazione spontanea perché un regolamento lo impone” Oppure, Immagina, zio, dover fermare una festa bacchica per riempire moduli di sicurezza! La magia del vino svanirebbe! L’affondo finale: Dove sarebbe la poesia della vinificazione se dovessimo preoccuparci di ogni minimo dettaglio burocratico? Non voglio vedere i miei followers trasformarsi in burocrati! Il giovane Bacco tende a minimizzare i rischi, preferendo un ambiente di lavoro più rilassato e creativo. Bacco propone a Dioniso un approccio più disteso alla nuova cantina da ristrutturare, per punti: un ambiente festoso: crede che un ambiente di lavoro sereno e festoso possa migliorare la produttività e il morale dei lavoratori; la minimizzazione dei rischi: secondo Bacco, l’esperienza e l’istinto possono spesso prevenire gli incidenti senza bisogno di regole troppo rigide. Tuttavia Dioniso, non convinto della bontà delle idee di Bacco, decide di organizzare un tour nella cantina sul Monte Olimpo per mostrargli direttamente sul campo i punti critici. Il Tour della Cantina L’area di ricezione e conferimento delle uve Dioniso e Bacco iniziano il loro tour nell’area di ricezione e conferimento delle uve. Dioniso sottolinea l’importanza di avere procedure di sicurezza ben definite e di mantenere le attrezzature in buone condizioni per evitare incidenti. Immagina, Bacco, cosa potrebbe accadere se una delle macchine per il trasporto dell’uva si rompesse,” spiega Dioniso, gli addetti potrebbero scivolare e cadere, causando infortuni gravi. Prova invece a pensare le nostre amate uve raccolte con cura, lavorate in ambienti sicuri dove ogni fase del processo è monitorata per prevenire incidenti. Solo così possiamo garantire che il nostro vino sia non solo delizioso, ma prodotto in modo sostenibile e rispettoso della vita umana. Bacco, pur riluttante, ammette che un po’ di attenzione in più non farebbe male: Forse hai ragione, Dioniso. Un lavoratore ferito non può certo godersi una buona festa. L’area di vinificazione Proseguendo verso l’area di vinificazione, Dioniso illustra i rischi legati alle alte temperature e alla pressione delle attrezzature. Qui, le temperature possono essere molto alte e le attrezzature funzionano sotto pressione dice Dioniso. Dobbiamo garantire che i lavoratori siano protetti da ustioni e scottature, e che ci siano adeguati sistemi di sicurezza per evitare esplosioni. Bacco annuisce, visibilmente impressionato. D’accordo, zio, la sicurezza prima di tutto. Ma non possiamo dimenticare l’importanza di un ambiente di lavoro che ispiri e motivi. L’area di conservazione e invecchiamento Nel proseguire il tour, i due arrivano all’area di conservazione e invecchiamento. Qui, Dioniso evidenzia i rischi di inalazione di gas nocivi e la necessità di monitorare costantemente la qualità dell’aria. Le esalazioni di gas durante la fermentazione possono essere pericolose avverte Dioniso. È essenziale avere un sistema di ventilazione efficiente e sensori per rilevare la presenza di gas nocivi. Bacco, sempre pronto a trovare un lato positivo, propone un’idea. E se facessimo anche delle pause regolari per degustazioni? Così, mentre controlliamo la qualità dell’aria, possiamo anche assicurarci che il vino stia maturando a dovere. Le convergenze inaspettate Nonostante le loro divergenze, Dioniso e Bacco trovano un punto d’incontro per la loro cantina. Decidono di mettere giù delle regole progettuali insieme per la Cantina del futuro, combinando sicurezza e atmosfera festosa. Le aree di riposo: Dioniso e Bacco concordano sull’importanza di aree di riposo dove i lavoratori possano rilassarsi e recuperare energie, senza compromettere la sicurezza; eventi formativi festosi: Bacco suggerisce di organizzare eventi formativi sulla sicurezza in cantina che siano anche momenti di festa, per coinvolgere i lavoratori in modo più dinamico; design creativo: la cantina sarà progettata con elementi estetici e decorativi che riflettano l’anima del vino, ma con materiali e soluzioni sicure, dove l’aria indoor sia costantemente controllata, il radon regolarmente rilevato e attenzionato secondo il decreto legislativo 101 del 2020. L’Happy hour nelle Capanne vinicole Terminato il tour della cantina, Bacco è impaziente di spostarsi nelle capanne vinicole in mezzo ai vigneti del Monte Olimpo per l’happy hour serale. Manco a dirlo! Dioniso, è ora di rilassarsi e godersi un po’ di vino!” esclama con entusiasmo. Dioniso, però, non perde occasione per ricordare l’importanza della sicurezza anche in questi momenti: Va bene, Bacco, ma ricordiamoci di fare attenzione. Anche durante l’happy hour, è fondamentale che le capanne vinicole siano sicure, con pavimenti antiscivolo e una buona illuminazione per evitare incidenti. Servizi igienici attrezzati anche per diversamente abili.  Gli enoturisti che verranno a visitare i vigneti e la cantina sull’Olimpo sono sacri per le tasche dell’azienda vinicola e devono essere accompagnati e accolti in sicurezza, occorre fornire loro servizi all’altezza del nostro nome Bacco sospira, ma sorride,: hai ragione, zio. La sicurezza è importante, ma non dimentichiamo di goderci il vino….! Bevendo con responsabilità si affretta a correggere Dioniso. Mentre il tour volge al termine, in un’atmosfera paradisiaca, sul Monte Olimpo inaspettatamente la nebbia si dirada e si apre un rosso tramonto mai visto prima d’ora, tra nuvole di zucchero e arcobaleni, Dioniso e Bacco brindano insieme soddisfatti del loro lavoro. La sicurezza in una cantina vinicola è una questione seria, ma ciò non significa che debba essere affrontata con rigidità o senza un tocco di gioia. La collaborazione tra la saggezza di Dioniso e l’entusiasmo di Bacco ci insegna che è possibile creare un ambiente di lavoro sicuro e stimolante, dove la salute dei lavoratori è tutelata e la magia del vino può prosperare. In questo affascinante incontro tra mitologia e modernità, Dioniso e Bacco ci mostrano che sicurezza e creatività non sono opposti, ma possono convivere armoniosamente, rendendo ogni cantina vinicola un luogo di protezione, passione e festa. Arch. Edoardo Venturini Cantine di cui anche Bacco andrebbe fiero   Per approfondimenti, mi trovi qui:
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30 Aprile, 2024

Gli ingredienti relazionali per progettare una cantina vinicola: Dioniso, Bacco, Mina, enologo e architetto

L’aneddoto da cui partiamo oggi racconta del mio primo, ed UNICO, incidente “diplomatico” che ebbi con il più importante collaboratore dell’azienda vinicola e cioè l’enologo. Corre l’anno 2004 e una piccola azienda vinicola di un piccolo paese di campagna dell’Italia centrale, che tuttora produce olio e vino di alta qualità, mi contatta tramite una conoscenza in comune perché vuole assegnarmi l’incarico per la progettazione della loro piccola cantina vinicola. Messomi immediatamente al lavoro: cerco più volte l’enologo, lo contatto, fisso l’incontro, parto senza indugio, solco e supero quattro confini di regione, percorro circa 650 km senza mai fermarmi “evitando le buche più dure”, arrivo nella località, la sede dell’incontro cambia tre volte, riprendo per tre volte l’auto e assecondo le volontà dell’astro nascente. Giunti a definitiva destinazione, finalmente illustro le intenzioni del progetto e porto a supporto i miei riferimenti culturali enotecnici. <<MINA chiiiiiiiiii?????>> Questiona sommessamente il giovane enologo con fare “decoroso”. Percepisco che l’avventura sarà una passeggiata tutta in discesa.  Ma nel frattempo, stranamente nulla trapela del progetto appena illustrato da parte di colui che dovrebbe essere il mio più stretto collaboratore. Ohibò!  A conferma dell’entusiasmante avventura cui mi sono infilato, vengo messo a conoscenza da quest’ultimo che sono gradito ospite dello studio dell’ingegnere XY, a sua volta suo stretto collaboratore. Come dire: non posso rifiutare.  Evidentemente, devono aver scoperto che io amo le sorprese.  Inevitabili, dunque, le mille domande che mi pongo sull’incontro inatteso e le altrettante mille risposte che cerco di elaborare onestamente, tra cui: “vuoi vedere che vogliono farmi i complimenti!?” Oppure, “stai a vedere che vogliono supportarmi in questo interessante progetto!?”  Arrivati in studio, tralasciando i convenevoli, i due campioni sollecitano affinché  avvii il pc per esporre il progetto: che re-illustro e ri-spiego mentre li osservo in più occasioni confabulare a bassa voce. Medito che sia per non disturbarmi e non interrompermi. In realtà, tutto era teso a “sollevarmi” dal mio compito e dal mio lavoro prospettandomi la consegna dei disegni e arrogandosi l’esigenza di procedere motu proprio giustificata dal fatto che: <<sa architetto, l’ing. X Y oramai mi conosce e sa cosa voglio e come voglio gestire gli spazi nelle mie cantine …(.)..>> “. The end del triste aneddoto! Cosa significa progettare una cantina vinicola
La progettazione di una cantina vinicola richiede molto più di una semplice pianificazione strutturale o di una combinazione di spazi funzionali ed estetici.
Una cantina vinicola è un’impresa complessa che richiede la sinergia tra diverse competenze e prospettive.
È un’opera d’arte che richiede la collaborazione armoniosa di figure chiave interne ed esterne l’azienda vinicola.
Tra le figure chiave coinvolte in questo processo, l’enologo e l’architetto emergono come pilastri fondamentali il cui rapporto collaborativo può determinare il successo o il fallimento del progetto.
E, in questo esercizio di creazione di una cantina vinicola, il rapporto tra l’enologo e l’architetto va, o dovrebbe andare, ben oltre una semplice collaborazione professionale.
È un’interazione che riflette la convergenza tra due mondi: quello della cultura greca rappresentata da Dioniso, il dio greco del vino, della gioia e dell’estasi e quello del vino incarnato da Bacco, il dio romano della vendemmia e del vino.
Questi due simboli mitologici incarnano l’anima della cantina vinicola, quasi aleggiano volteggiando a protezione di essa, e la sua progettazione richiede una sinergia perfetta tra l’enologo e l’architetto, raffigurando il partenariato tra Dioniso e Bacco. La convergenza di competenze: l’enologo e l’architetto
L’enologo e l’architetto fanno convergere competenze e prospettive uniche al tavolo di progettazione di una cantina vinicola.
L’enologo, il custode del vino, possiede una profonda conoscenza dei processi di vinificazione, delle varietà di uva e delle tecniche di produzione.
È responsabile della qualità del vino e comprende le complessità sensoriali e chimiche coinvolte nel processo di produzione.
Dall’altra parte, l’architetto di cantine (non quello generalista), con la sua creatività e competenza nel design degli spazi enotecnici, trasforma i bisogni e le necessità dell’enologo in realtà tangibili.
È responsabile della creazione di una cantina vinicola funzionale, esteticamente accattivante e culturalmente significativa. Comunicazione e comprensione: la chiave del successo
La chiave del successo, come in tutti i settori, è la comunicazione e la comprensione.
La comunicazione aperta e la comprensione reciproca sono fondamentali per una collaborazione efficace tra Bacco e Dioniso, ovvero tra l’enologo e l’architetto.
Devono essere in grado di ascoltarsi e comprendere le esigenze e le visioni dell’altro, integrando le rispettive competenze per ottenere il miglior risultato possibile.
Questo significa che l’enologo deve spiegare all’architetto le esigenze specifiche della produzione vinicola, come per esempio il controllo della temperatura e dell’umidità, mentre l’architetto deve tradurre queste esigenze in soluzioni creative e funzionali di design. Rispetto per la tradizione e l’innovazione: un bilanciamento armonioso
Bacco e Dioniso rappresentano la tradizione e l’innovazione nel mondo del vino.
Nella progettazione della cantina vinicola, l’enologo e l’architetto devono trovare un equilibrio armonioso tra il rispetto per le pratiche tradizionali e la voglia di innovare e sperimentare.
Questo può significare, per esempio, l’uso di materiali tradizionali come la pietra e il legno, combinati con tecnologie moderne per garantire una produzione vinicola efficiente e sostenibile.
Inoltre, possono essere integrate soluzioni innovative di design che celebrano la cultura e la storia del vino in modo nuovo e originale. Celebrare l’anima della cantina vinicola: un obiettivo condiviso
Riconoscere l’anima di ogni cantina vinicola, celebrarla e contemplarla, attraverso l’ideazione compositiva e progettuale prima e la meccanica funzionale dopo, deve essere un obiettivo condiviso dei nostri due collaboratori tecnici.
Bacco e Dioniso condividono loro stessi un obiettivo comune: celebrare l’anima della cantina vinicola e la sua connessione con la terra, la cultura e la tradizione.
L’enologo e l’architetto devono lavorare insieme per creare uno spazio divino, per progettare “un’architettura divina per il vino“, che non solo produca grandi vini, ma che ispiri e coinvolga emotivamente tutti coloro che vivono e esercitano questo spazio e anche coloro che lo visitano.
Attraverso l’armoniosa fusione delle loro competenze e prospettive, danno vita a un tempio vinicolo che riflette l’eccellenza e la bellezza della loro collaborazione.
Si potrebbe quasi affermare, per concludere, che il rapporto collaborativo tra l’enologo e l’architetto nella fase di ideazione, progettazione e realizzazione di una cantina vinicola è una danza sinfonica tra Bacco e Dioniso.
Se la comunicazione è aperta, la comprensione è reciproca, il rispetto per la tradizione e l’innovazione è l’obiettivo condiviso al fine di celebrare l’anima del vino, i due possono creare insieme una cantina vinicola di successo che incarna la bellezza e l’essenza del vino. Ehi, psss, psss…. Ma avete notato il silenzio assordante dei due narcisi Dioniso e Bacco? Sono in visibilio per quello che ho scritto su di loro… E comunque, da quel primo incidente, la provocazione agli enologi è diventata una regola e non l’ho mai più abbonata… Parola di architetto! Arch. Edoardo Venturini Cantine di cui anche Bacco andrebbe fiero   Della rubrica ti può interessare anche l’articolo:
– Costruzioni enotecniche o cantine vinicole?   Per approfondimenti, mi trovi qui:
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31 Marzo, 2024

Costruzioni enotecniche o Cantine vinicole?

La bona cantina fa el bon vin
(la buona cantina fa il vino buono) Gli aneddoti di vita vissuta cui sono stato investito da quando professo nel mondo del vino, cioè dal 1988, sono numerosi e fra questi ce ne sono alcuni troppo divertenti e altri d’inverosimile tristezza. Avremo modo di passarli tutti in rassegna quelli attinenti al tema, con lo spirito goliardico che mi caratterizza, per servirci di essi e raccontare cosa sono e come dovrebbero essere costruiti quei ” …(.).. locali necessari all’arte di ben fare e conservare il vino” e cosa sono diventati. Ad accompagnarci e a coadiuvarci ho dovuto accogliere, mio malgrado, due special guest star che hanno insistito così tanto e preteso di intervenire durante i racconti, perché asseriscono che senza la loro memoria storica la rubrica non si avvarrebbe di alcuna scientificità. E del resto, considerato tutto quel che quei due narcisi di Dioniso e Bacco hanno vissuto, e soprattutto bevuto, come potevo dare loro torto. Dionysos seduto che tende un kantharos. Interno da un piatto attico a figure nere, ca. 520-500 a.C. Da Vulci. All’apparenza sovrapponibili, entrambi Dei del vino con le medesime funzioni, ma con importanti discrasie caratteriali e di sostanza, celate dietro le loro orge e baccanali. I classici e la letteratura antica ci ricordano che, mentre Dioniso risulta essere personaggio nobile, gioviale e rispettoso delle regole, Bacco invece ha un caratterino che non ti dico, vendicativo, scostumato e amante degl’happy hour. Non oso prefigurare cosa ci aspetta. Questa è la squadra, quindi avanti con il primo racconto. Il primo aneddoto su cui oggi voglio, ehm scusate…, vogliamo concentrarci fa tappa nel lontano 2003. Appena dopo la Laurea, tutto eccitato presi il coraggio di scrivere una sorta di recensione della mia tesi di ricerca, “La Cantina: storia, ambiente e progetto. Quindici cantine della Marca trevigiana“, nello spazio dedicato ai lettori di un quotidiano on-line dedito al mondo del vino sul web, nella speranza di incontrare qualcuno interessato per mettere a frutto uno studio durato ben 48 mesi di vita. Oggi, purtroppo, tale quotidiano non è più attivo. La brevissima recensione illustrava succintamente lo studio e gli argomenti della Tesi, mettendo in luce gli aspetti interessanti poco noti anche agli operatori del settore, soprattutto tecnici, come la storia e l’evoluzione tipologica e costruttiva delle Costruzioni Enotecniche. Costruzioni enotecniche, esordisce Dioniso ? Si, avete letto bene! Cioè delle cantine, sbotta Bacco,? Si, quelle vinicole! Ah! Fatto sta che l’utilizzo del titolo “costruzioni enotecniche” a surroga di cantine vinicole, saltò subito all’occhio anche al direttore del quotidiano on line che decise di contattarmi personalmente per farmi prima i complimenti di circostanza, ma soprattutto, immediatamente dopo, ammonirmi piccatamente perché non avrei dovuto usare il termine succitato in quanto non consono né d’uso corretto. Insomma, secondo il direttore avrei commesso un errore colossale! Ci confrontammo piacevolmente con grande apertura mentale e ognuno portò la propria esperienza. A distanza di più di vent’anni la questione si ripresenta ed è un bene perché in questo modo provvediamo a fare chiarezza. Per i non addetti ai lavori, ma soprattutto per gli addetti ai lavori. Ebbene, il tema che affrontiamo oggi è la dicotomia tra Costruzioni enotecniche e cantine vinicole e cosa ammettono, o escludono, le prime rispetto le seconde. Ci hanno insegnato che le cose vanno chiamate con il loro nome, per darne un senso; e dunque anche la giusta definizione e l’inquadramento dei vari locali oggetto di studio hanno bisogno di essere individuati nel corretto modo. Ma c’è chi, invece, preferisce o si sente obbligato a conformarsi alla contemporaneità, seguire le semplificazioni semantiche dell’era moderna e considerare le abbreviazioni, il far presto, valori da inseguire. Intanto, Dioniso scalpita e ondeggia la testa su e giù in segno di approvazione; Bacco, sornione, accenna un ghigno di disprezzo e scuote la testa a destra e sinistra in segno di contrarietà. Si stanno consumando strappi. Senatore Conte Vincenzo Dandolo, 1812 La letteratura moderna e contemporanea di settore non menziona e non illustra il perimetro funzionale delle costruzioni enotecniche/cantine vinicole, perché ad un certo punto del cammino enologico ci si è concentrati più sulle apparecchiature che sugli involucri edilizi enotecnici, mentre invece lo fa compiutamente, e bene, la letteratura storica ed antica. Non l’avessi mai detto, mi tocca cedere la parola a Dioniso che si sente investito dall’alto uffizio d’intervenire e m’impone di fermarmi perché, dice, deve ricordare ciò che nell’anno 1812 scriveva un suo lontano amico sui luoghi da fare i vini: ..(.)..In ogni arte si è dovuto prima trovare e fissare il modo con cui preparare la materia prima, costruire e apprestare gli strumenti o utensili propri a modificarla, e i locali atti all’esercizio dell’arte stessa e alla migliore conservazione del prodotto ottenuto…. (.)..   Continua Dioniso. Il Senatore Dandolo, non a caso cita un elenco degli strumenti e locali all’uopo adibiti: Primo. Degli utensili.
Secondo. Della mondezza degli utensili.
Terzo. Della Capanna.
Quarto. Della Tinaja.
Quinto. Della Cantina É con la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento che si viene a delineare precisamente la definizione di Costruzioni enotecniche, grazie a tre importanti studiosi come il prof. Cerletti G. B., prof. Giuseppe Mina e prof. Salvatore Mondini, che rispettivamente nel 1885, 1892 e 1910, pubblicano tre fondamentali libri sull’enotecnica dal titolo “Le costruzioni enotecniche”. Manco a dirlo, Dioniso s’immedesima colle parole del prof. Mondini e le recita: Sotto la denominazione generica di costruzioni enotecniche vanno considerati tutti quei fabbricati destinati alla lavorazione delle uve, per la fabbricazione e conservazione del vino, e per l’esercizio delle industrie derivate… (.)… Occorre, quindi, stabilire anzitutto una netta distinzione fra i locali da adibirsi alla trasformazione dell’uva in vino, che prendono il nome di tinaie, da quelli destinati alla conservazione ed all’invecchiamento del vino, che costituiscono le vere cantine. Queste (ultime) reclamano particolari esigenze, secondo che debbano servire ad un limitato, ovvero ad un prolungato soggiorno del prodotto. Donde l’opportunità di distinguerle in cantine di elaborazione ed in cantine di conservazione…(.)..>> Potremmo, pertanto, desumere che chi utilizza il titolo “Cantine vinicole“, riferendosi all’insieme dei luoghi atti al'” l’arte di fare, conservare e far viaggiare i vini...”, lo fa in modo inappropriato. Spesso inconsapevolmente, di rado, molto di rado, consapevolmente. Come guardo Bacco, che fin qui se ne è stato beatamente in ascolto, alza il ditino di sfida coll’intenzione di profferire solo poche parole, dice,: Signore e Signori, il termine “cantine vinicole” è spesso utilizzato in modo generico per indicare non solo le strutture di stoccaggio e invecchiamento del vino, ma anche tutte le altre costruzioni enologiche coinvolte nel processo di produzione del vino. Ci sono diverse ragioni per cui questo titolo viene comunemente impiegato per riferirsi all’intero complesso delle strutture enotecniche. Vado ad elencarle. Tradizione e storia: il termine “cantina” ha una lunga storia nel contesto vinicolo e ha radici profonde nella tradizione enologica. Nel corso dei secoli, le cantine sono state le prime strutture utilizzate per la produzione e lo stoccaggio del vino, e questo termine è diventato ampiamente accettato per descrivere tutto il complesso delle strutture enotecniche. E poi, sembrerebbe che l’etimologia del titolo “costruzioni enotecniche” risalisse a meno di centocinquant’anni fa. Consuetudine del settore: nel linguaggio comune del settore vinicolo, il termine “cantina” è diventato un modo conveniente per riferirsi all’insieme delle strutture enotecniche. Questo è particolarmente vero in alcune regioni vinicole tradizionali, dove il termine è radicato nella cultura e nella pratica quotidiana dei viticoltori e degli enologi. Versatilità: il termine “cantine vinicole” è versatile e può adattarsi a una vasta gamma di strutture, indipendentemente dalle loro specifiche funzioni. Questo lo rende utile quando si fa riferimento a diverse fasi del processo di produzione del vino, comprese la vinificazione, l’imbottigliamento e lo stoccaggio. Semplificazione e comunicazione: utilizzare un termine generico come “cantine vinicole” semplifica la comunicazione e facilita la comprensione, specialmente per il pubblico non specializzato. Piuttosto che dover spiegare ogni singola struttura enotecnica (come la tinaia, la sala di fermentazione, la sala di elaborazione, la sala di imbottigliamento, ecc.), il termine “cantine vinicole” copre tutte queste strutture in modo conciso.>> Lapalissiano, no?! Dopo questa ultima parte di lezione pragmatica, ci permettiamo sommessamente (sommessamente per non ricominciare la diatriba tra Dioniso e Bacco) un ultimo inciso cui vale la pena ricordare. Da quando il fenomeno dell’enoturismo ha aperto le porte delle cantine vinicole agli amanti del turismo del vino, e non solo, le varie strutture per l’accoglienza si sono sempre più organizzate e specializzate per dare servizi all’altezza. A mio avviso, nuove strutture come: sale degustazione, tasting room, punto vendita, wine shop, enoteche, microsuite per l’enoturismo, alloggi nelle botti, SPA del vino, etc., rientrano di buon grado nel gruppo delle costruzioni enotecniche. E voi, miei diletti lettori, che ne dite? Vi sentite di sostenere di più le tesi del millennials Bacco o del boomer Dioniso? A voi l’ardua sentenza.   Arch. Edoardo Venturini Cantine di cui anche Bacco andrebbe fiero   Fonti bibliografiche:   Dandolo (C.te) Vincenzo, 1812, “Enologia ovvero l’arte di fare, conservare e far viaggiare i vini del Regno”, Parte I, Ed. Silvestri, Milano, pp. 104-283;
– Mina Giuseppe, 1892, “Le costruzioni enotecniche ossia guida pratica per l’impianto di enopolii e cantine sociali, per la costruzione delle cantine, dei vasi vinari e dei fabbricati d’appendice degli stabilimenti enologici”, Ulrico Hoepli Editore- Librajo della Real Casa, Milano; Mondini Salvatore, 1910, “Costruzioni enotecniche”, Ulrico Hoepli Editore-Librajo della Real Casa, Milano. Fonti immagini: {{BritishMuseum |Psiax |Dioniso seduto che tende un kantharos. Interno da un piatto attico a figure nere, ca. 520-500 a.C. Da Vulci; Senatore Conte Dandolo Vincenzo, (copertina libro): Commendatore dell’ordine della Corona di Ferro, Cavaliere della Legion d’Onore, Membro dell’Istituto reale, uno de’ quaranta della Società Italiana delle Scienze, e socio di molte Accademie nazionali e straniere. Per approfondimenti, mi trovi qui:
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– Cantine fatte ad Arte (link Facebook)     PS: La rubrica raccoglie spunti, consigli, suggerimenti e altro ancora attinente al tema e soprattutto segnalazioni di titoli di testi antichi sulle costruzioni enotecniche e cantine vinicole. Grazie!
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