Marco Sargentini ci porta dentro un mondo fatto di storie di incontri e di vino. Momenti di convivio nei luoghi dove il tempo “si ferma” e l’orologio non ticchetta più: le Enoteche.
11 Settembre, 2024
L'uomo che ride
Come una fune ho teso, ho teso l’anima sul precipizio e vi ho fatto l’equilibrista, giocoliere di parole. V. Majakovskj
La sveglia suona. Penso siano le 6.15. o le 6.17. Non ricordo a che ora ho puntato ieri sera l’orologio. Certamente ad un’ora dispari. Sono le 6.17. Ieri l’avevo programmata alle 6.15 e non è stata un granché di giornata. Allora ho puntato la sveglia ad un’altra ora. Come a volermi assicurare una giornata nuova davvero.
Che giorno è? Credo sia mercoledì. Mi capita spesso, ultimamente, di non saper dire subito e velocemente che giorno sia.
Appoggio una mano sul petto per accertarmi delle condizioni di salute del mio cuore. Batte a rilento, a colpi alterni. È malmesso. O forse è solo la tachicardia del mattino, quella che mi annuncia che sono sveglio e che è ora di rimettersi in piedi. Mi accorgo che il mio umore, appena sveglio, è neutrale. Assume le sfumature del caso solo quando ricordo come mi sono addormentato.
Faccio attenzione ad appoggiare il piede sinistro per primo. Ne va dell’andamento della giornata. Guai se dovessi appoggiare quello destro. Se oggi dovesse accedere qualcosa di negativo non riuscirei ad accettare il fatto che possa essere avvenuto il giorno in cui ho appoggiato il piede destro per primo. Piuttosto me lo amputerei. Ma questa opzione comporterebbe altri tipi di disagio.
Mi siedo e penso. Trovo che la mia attività cognitiva sia l’evento più interessante a cui io mi ritrovo a partecipare. Trovo che la riunione condominiale tra la parte più razionale del mio mondo cerebrale e il mio cuore sia eccitante. Mi dispiace solo che vinca sempre o quasi, la ratio (forse perché il cuore è tachicardico, chi può dirlo).
Vivere è avere storie da raccontare. Spesso queste storie non sono altro che la nostra quotidianità, molte volte volutamente distonica: come andare al bar per bere un caffè in un “quartiere sconosciuto”, fare la spesa in un mercato rionale diverso dal nostro o sorseggiare un calice di vino in un’enoteca dall’altra parte della città. Uscire per vivere, ricercare per essere. La nostra identità non è definita da ciò che possediamo, è piuttosto una miscela dei luoghi che abbiamo visitato, delle persone con cui abbiamo condiviso. Gli ambienti dove emergono le esperienze costituiscono particolari luoghi attraverso cui osservare la realtà, affrontare ostacoli, misurarsi con gli altri e con le regole, esprimersi, intervenire in modo attivo, mettersi alla prova: conoscere la vita.
A 34 km da dove abito, c’è il quartiere Garbatella, uno dei rioni più affascinanti di Roma, in cui l’anima popolare si sposa con i profumi e i colori di un’urbanistica unica nel suo genere www.romaapiedi.com/itinerari-turistici-roma/garbatella/.
Difronte al Palladium, mecca e luogo mistico per chi come me ha vissuto gli anni ’90, c’è l’Enoteca La Mescita.
Angelo, oste e punto cardinale dell’enoteca è il nostro Uomo che Ride. Con la sua passione denota l’amore per il suo locale, dove la proposta è interamente dedicata ai vini naturali, e stasera ci aiuterà a consacrarlo con un Pét Nat Les Sobrieres 2023 Domaine Obriere Blend di uve Muscat e Merlot prodotto in Linguadoca (Francia). Una bolla piacevole e sottile con note agrumate ben distinte, dall’acidità persistente con un finale di mousse di pompelmo. È un prodotto profondo, appagante e godurioso.
Questo luogo, dove alle pareti spiccano appese alcune stampe dell’artista torinese Cannizzo e questo vino, forniscono la possibilità di abitare lo spazio esistenziale. L’abitare, come indica Heideggher, implica la capacità di stare presso i luoghi e le situazioni, di esplorarli, di soffermarsi su di essi con la presenza del corpo, dei pensieri e dei sentimenti. Il tratto fondamentale dell’abitare è l’avere cura, il prendersi cura di ogni cosa nella sua essenza, Solo se abbiamo la capacità di abitare possiamo costruire (M.Heideggher), affermare “ci sono, esisto” e far parte autenticamente di un luogo, sentendolo parte di noi. Nel processo di interiorizzazione di un luogo e di conoscenza del mondo l’uomo qui usa il vino: inizialmente conquista lo spazio e gli fornisce un significato, poi con l’ausilio del calice ricorre a strategie di rinforzo del significato con una serie di attività ripetute con ritualità, come il roteare il bicchiere l’annusarne il profumo, goderne del gusto.
L’uomo che Ride, non tornerà mai più, l’ho visto andare via……il suo sorriso è promemoria della complessità, delle emozioni umane e delle scelte che facciamo nel perseguimento del nostro senso di valore.
Ti trovi nel cuore dello spazio. Lo senti intorno a te. Presta attenzione al tuo corpo. Ascoltalo. Ti guiderà alla scoperta. L’esperienza fisica è una forma di conoscenza. Ogni cosa suggerisce sensazioni e comportamenti diversi. Scegli quello che ti fa sentire a tuo agio. Ricorda, la vita è delicata, trattala con cura. Alcuni ambiti ti accoglieranno, altri potranno metterti alla prova. Ogni attimo ci parla in modo diverso, ogni persona è diversa, ogni esperienza è unica. Alcune ci distruggono, altre ci trasformano.
Questo è un invito a partecipare.
LA PROPOSTA DELL’ENOTECA: Rotazione di circa 8 prodotti in mescita: Francesi (Bollicine). Italiani Vini Fermi Bianchi, Rossi e Rosati.
Tutti i prodotti proposti sono rigorosamente Naturali.
Marco Sargentini
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13 Agosto, 2024
Vola piano
Sedersi in solitudine nell’attesa dello scorrere del tempo. Lasciarsi trascinare dal battere dei secondi e ascoltarne il ticchettio, trasportati dal rumore inesorabile delle lancette che contano incessantemente gli attimi.
Il tempo fluisce e ci lascia meravigliati, ogni secondo che passa non tornerà mai più e questo genera domande del tipo: dove finisce il tempo trascorso? Dove si vanno ad accumulare tutti i secondi che passano? Un’infinità di particelle che restano in fila, in attesa di avere il loro attimo di notorietà che non potrà superare il Tic o il Tac. Il tempo continua imperterrito a scorrere, anzi a fuggire, “Tempus Fugit” si può leggere sui quadranti delle vecchie pendole da salotto; il tempo inquadra la vita e le detta il ritmo.
Quante volte permettiamo al tempo di impadronirsi delle nostre vite, al punto da sentirci spossessati e totalmente dipendenti da una forza impersonale estranea a noi.Gli antichi greci indicavano il tempo con due termini diversi: Chronos e Kairòs.
Chronos è il tempo nelle sue dimensioni di passato, presente e futuro, il tempo oggettivo, misurato, che scorre in modo uguale ed inesorabile per tutti.
Kairòs invece è il tempo opportuno, la buona occasione, il momento propizio, il tempo debito. Il tempo debito è l’occasione che dobbiamo essere capaci di cogliere, esercitando la nostra attenzione e la nostra sensibilità alle circostanze. Se ci lasciamo sfuggire il momento propizio, difficilmente si ripresenterà esattamente lo stesso scenario. Bisogna saper cogliere e vivere l’occasione, e in queste settimane è come se mi fosse stata concessa questa possibilità, e con lei un bel po’ di Kairos. Vola Piano e nel tuolento planare porta con te un luogo. Questo punto è l’Enoteca Cocktail Bar Star Bakery caffe, bistrot nel cuore del quartiere Aurelia (Roma). Un meta gourmet, dove il suo puzzle di culture e storie si riflette nei diversi sapori che Vincenzo, uno degli angeli dentro al bar di Eta Beta, offre, accompagnando gli ospiti in un viaggio tra i sensi enologici più diversi. Qui il momento propizio è da vivere nella Regione viticola del Bordeaux https://www.bordeaux-turismo.it/vigneti-e-vini-di-bordeaux/6-regioni-viticole; con una delle 6000 bottiglie di improbabilità e unicitàenologica realizzata nel terroir di Saint-Émilion: il Blanc de Nuit @blanc.de.nuit. Prodotto importato in esclusiva per l’Italia da @mjselections, il Blanc de Nuit è un Vino Bianco ottenuto dal vitigno Merlot (100% Merlot). Colore platino, caratterizzato da un’incredibile chiarezza e brillantezza. Bellissimo l’equilibrio con note agrumate sul finale, supportate da una nota tostata e minerale. Un vino che permette di viaggiare e scoprire il lato oscuro della luna. Vivere nel presente con consapevolezza è, dunque, non lasciarsi travolgere dal ritmo inesorabile del tempo misurato, ma riuscire ad opporsi al suo incedere incalzante per crearsi una dimensione temporale a propria misura: un tempo nel quale innanzitutto ci prendiamo cura di noi stessi. Ci siamo mai chiesti se tutto quello che facciamo sia realmente necessario?
Vivere esclusivamente il tempo oggettivo vuol dire rinunciare a vivere la propria vita, rinunciare alle proprie scelte, delegare la propria esistenza, facendo magari tantissime cose, ma senza chiedersi il senso di quello che si fa. Saper governare il nostro tempo in modo opportuno allarga il nostro spazio di esistenza, inserendoci positivamente nel contesto delle relazioni.
E forse è proprio in ciò, che il tempo debito si manifesta, come il più autentico tempo umano. Questo governare il nostro tempo non è inteso come saperlo “controllare”, ma saperlo “creare”, e riuscire a creare il tempo, il kairòs, si collega intimamente con la chiarezza, con la nostra consapevolezza, con la nostra decisione. Spesso si cerca di capire cosa succederà dopo, quale sia il fine di ogni azione. Questi sono solo alcuni dei modi che mi sento di “consigliarvi” per dare “senso” a questo tempo. Vola Piano, ti potresti far male sai. Solo così potrai assaporare pienamente la situazione, darle una direzione, volgere lo sguardo in avanti e concederti il modo di ascoltarti, di prenderti cura di te stesso e di fare nel tuo “nuovo” spazio quello che più ti piace. Si dovrebbe più spesso prendere la vita così come viene, catturando l’attimo, senza troppe domande, gioendo delle piccole cose. “tu non cercare qual fine a me, quale a te hanno posto gli dèi […]” (Orazio, Odi, I 11) LA PROPOSTA DELL’ENOTECA: Rotazione di circa 10 prodotti in mescita: Italiani (del territorio) Francesi (Bollicine). Vini Fermi Bianchi e Rossi dove la provenienza dalla Regione Lazio fa da padrona. Locale Mixology oriented. Marco Sargentini Mi trovi su Instagram e Facebook Riflessioni Enologiche di un viaggiatore diVino
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Chronos è il tempo nelle sue dimensioni di passato, presente e futuro, il tempo oggettivo, misurato, che scorre in modo uguale ed inesorabile per tutti.
Kairòs invece è il tempo opportuno, la buona occasione, il momento propizio, il tempo debito. Il tempo debito è l’occasione che dobbiamo essere capaci di cogliere, esercitando la nostra attenzione e la nostra sensibilità alle circostanze. Se ci lasciamo sfuggire il momento propizio, difficilmente si ripresenterà esattamente lo stesso scenario. Bisogna saper cogliere e vivere l’occasione, e in queste settimane è come se mi fosse stata concessa questa possibilità, e con lei un bel po’ di Kairos. Vola Piano e nel tuolento planare porta con te un luogo. Questo punto è l’Enoteca Cocktail Bar Star Bakery caffe, bistrot nel cuore del quartiere Aurelia (Roma). Un meta gourmet, dove il suo puzzle di culture e storie si riflette nei diversi sapori che Vincenzo, uno degli angeli dentro al bar di Eta Beta, offre, accompagnando gli ospiti in un viaggio tra i sensi enologici più diversi. Qui il momento propizio è da vivere nella Regione viticola del Bordeaux https://www.bordeaux-turismo.it/vigneti-e-vini-di-bordeaux/6-regioni-viticole; con una delle 6000 bottiglie di improbabilità e unicitàenologica realizzata nel terroir di Saint-Émilion: il Blanc de Nuit @blanc.de.nuit. Prodotto importato in esclusiva per l’Italia da @mjselections, il Blanc de Nuit è un Vino Bianco ottenuto dal vitigno Merlot (100% Merlot). Colore platino, caratterizzato da un’incredibile chiarezza e brillantezza. Bellissimo l’equilibrio con note agrumate sul finale, supportate da una nota tostata e minerale. Un vino che permette di viaggiare e scoprire il lato oscuro della luna. Vivere nel presente con consapevolezza è, dunque, non lasciarsi travolgere dal ritmo inesorabile del tempo misurato, ma riuscire ad opporsi al suo incedere incalzante per crearsi una dimensione temporale a propria misura: un tempo nel quale innanzitutto ci prendiamo cura di noi stessi. Ci siamo mai chiesti se tutto quello che facciamo sia realmente necessario?
Vivere esclusivamente il tempo oggettivo vuol dire rinunciare a vivere la propria vita, rinunciare alle proprie scelte, delegare la propria esistenza, facendo magari tantissime cose, ma senza chiedersi il senso di quello che si fa. Saper governare il nostro tempo in modo opportuno allarga il nostro spazio di esistenza, inserendoci positivamente nel contesto delle relazioni.
E forse è proprio in ciò, che il tempo debito si manifesta, come il più autentico tempo umano. Questo governare il nostro tempo non è inteso come saperlo “controllare”, ma saperlo “creare”, e riuscire a creare il tempo, il kairòs, si collega intimamente con la chiarezza, con la nostra consapevolezza, con la nostra decisione. Spesso si cerca di capire cosa succederà dopo, quale sia il fine di ogni azione. Questi sono solo alcuni dei modi che mi sento di “consigliarvi” per dare “senso” a questo tempo. Vola Piano, ti potresti far male sai. Solo così potrai assaporare pienamente la situazione, darle una direzione, volgere lo sguardo in avanti e concederti il modo di ascoltarti, di prenderti cura di te stesso e di fare nel tuo “nuovo” spazio quello che più ti piace. Si dovrebbe più spesso prendere la vita così come viene, catturando l’attimo, senza troppe domande, gioendo delle piccole cose. “tu non cercare qual fine a me, quale a te hanno posto gli dèi […]” (Orazio, Odi, I 11) LA PROPOSTA DELL’ENOTECA: Rotazione di circa 10 prodotti in mescita: Italiani (del territorio) Francesi (Bollicine). Vini Fermi Bianchi e Rossi dove la provenienza dalla Regione Lazio fa da padrona. Locale Mixology oriented. Marco Sargentini Mi trovi su Instagram e Facebook Riflessioni Enologiche di un viaggiatore diVino
23 Luglio, 2024
Vincent Gallo Blues
Capita a volte di incontrare persone totalmente sconosciute, di cui cominciamo a interessarci al primo sguardo, all’improvviso, prima ancora di dire una parola (Dostoevskij)
Il tempo è passato tanto in fretta, mi sono girato e mi sono ritrovato più vecchio, ma più conscio di quello che è successo, purtroppo, per fortuna, non saprei dire. Spesso la noia viene a tirarmi i piedi, di notte, e nel marasma delle novità, la penna langue, ma scrivo, perché non dovrei? Non ho però più tutto il tempo di una volta.
Ho sempre mal sopportato la retro-mania, fintanto che non mi sono reso conto che, ogni tanto, è necessaria. Il tempo è la cosa più preziosa che abbiamo, ed è quella che più facilmente buttiamo via, senza rendercene neanche tanto bene conto. Ci sono delle prove che ci fanno prendere coscienza di come la vita stessa sia una cosa così unica, importante. È un periodo che nei media, in generale, ci sono raramente delle esortazioni ad essere migliori, ma ce ne piuttosto altre ad essere esplicitamente peggiori. Una cosa che mi fa sentire questo periodo molto volgare.
Il fatto di scegliere ed usare un linguaggio, invece che un altro, è legato al desiderio di valorizzare e proteggere le cose che si ritengono importanti. Credo che le cose migliori si salvino così: studiando. Non è una questione di snobismo, piuttosto di preservare qualcosa di sé e della storia comune che si reputa importante, sano. Secondo me è importante occuparsi delle cose grandi, non solo delle cose basse. Oggi c’è un fortissimo stimolo ad essere bassi.
Lo sceneggiatore migliore del mondo è la nostra fantasia, dare delle immagini già fatte mi sembra talvolta riduttivo, rispetto a questo. In quello che scrivo io cerco di mettere moltissime immagini, visioni. È sempre molto difficile fare qualcosa con musica ed immagini. Questa è la civiltà che ha sancito completamente il primato della vista sugli altri sensi, ma trovo infinitamente più discreto l’udito
Arrivare in centro a Roma, alle spalle di Campo de Fiori, è un’immersione di immagini e suoni apparentemente disturbanti per un’anima irrequieta. Un’anima alla quale non è necessario chiedere la propria percezione, perché quell’anima si sente come un Vecchio Blues, come Vincent Gallo Blues. Siamo in Via del Pellegrino, siamo da Vino e Vinili. Qui lo spazio non è vissuto come un mero contenitore ma come un “interlocutore”, Marco e Giovanni “i re della cantina/vampiro della vigna” sono pronti ad accogliere e predisporre per loro stessa natura all’incontro e l’esperienza con il tempo. Nasce un confronto in un ritmo espositivo atemporale, nel quale passato e presente convivono in armonia; una dialettica materica che ne sottende un’altra teorica, fra struttura e sensibilità intellettuale, dove la riflessione sullo spazio fa da contraltare a quella sul tempo. Il loro confronto lascia comprendere che non sono in antitesi né di avere confini tra loro ma che da questo rapporto sono generate potenti suggestioni. Una forma circolare dei componenti che rimanda ad un simbolismo complesso di polivalenze semantiche e semiotiche.
Le note di un giradischi “uso e consumo fai da te” suonano un Vecchio Blues, mentre sorseggiamo un Merlot Colli Orientali Friuli DOC 2020 Vie d’Alt, uve 100% Merlot . Vino dal bel color rubino brillante, dai profumi eleganti e nitidi di frutta e di bosco, dal corpo ben strutturato, caratterizzato da un ottimo equilibrio e da un finale esuberante.
Il vino e la musica stimolano aree diverse del nostro cervello, per cui la loro associazione moltiplica le connessioni e regola una diversa e più ricca percezione dell’essere. Ne esce una degustazione complessa e profonda, che permette di riequilibrare il concetto spazio-tempo, realizzando una dimensione unica e parallela dove gli eventi avrebbero la possibilità di scorrere ordinatamente. Una dimensione temporale dove il tempo non si vede, ma si percepisce.
Tutti viviamo nutrendoci di storie. Vi ricordate la gioia da bambini, quando ci venivano decifrate quelle impronte stampate sulla carta che anni dopo avremmo riconosciuto come lettere e parole? Quello di narrare è un rito che ci portiamo dentro da sempre. Da quando ci siamo riuniti all’interno ad una grotta attorno ad un fuoco per tenere lontano il buio. Ed è quello che cerco di fare io, con i miei racconti. Poco importa che sia per raccontarvi del mito di Crono e della sua reinterpretazione o anche solo di un luogo e del suo di vino che si fa strada in una “foresta”. Il mio desiderio è un altro. È una domanda. Avete voglia, per il tempo di una storia, di sedervi con me attorno al fuoco, e tenere il buio lontano ascoltando le note di un Vecchio Blues? Le note di Vincent Gallo Blues?
LA PROPOSTA DELL’ENOTECA: Rotazione di circa 10 prodotti in mescita: Bollicine (italiane Metodo Martinotti), Vini Fermi Bianchi e Rossi e alcune proposte di rifermentati naturali.
Marco Sargentini
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10 Luglio, 2024
Il Mercante di sogni
Che cosa proviamo quando osserviamo un tramonto che colora con fiamme rosse il cielo di una città? Quando intravediamo la prima fessura di luce uscire dall’acqua del mare all’alba di un nuovo giorno? Quando osserviamo, durante un viaggio in macchina, la Natura intorno a noi che ci avvolge con la sua sconosciuta immensità, che sentiamo così familiare?
E la luna? Perché stare con il naso all’in su, in una notte di stelle cadenti, ci porta a dare in custodia i nostri desideri più profondi al sorriso accennato della luna piena che, come un faro, sembra volerci sussurrare che esistono strade luminose per uscire dall’infinita vastità delle nostre tenebre?
Quello che sentiamo in quei momenti è il riflesso di chi siamo, dell’esperienze che abbiamo vissuto nella nostra vita, delle persone che abbiamo amato e di quelle che ci hanno fatto del male; delle risate e delle lacrime che ci hanno accompagnato; dell’incanto di quei rari momenti eterni, che rimangono impressi nella nostra memoria.
Planare su colline verdi a pochi passi dal mare, quando questo ne è immensità, è quella sensazione di pace che ti fa sentire connesso con le componenti circostanti. A Cupra Marittima (AP), piccolo e favolosamente “lento” borgo a pochi km da Grottammare c’è un luogo dove l’attinenza, l’accoglienza, la mescita e la ristorazione sono famiglia e rispetto. Il Koko Enoteca Beach & Restaurant. Umberto padrone di casa ospitale, sorridente e coinvolgente come un romanzo, è il Mercante di Sogni della costa Marchigiana. La sua carta vini riproduce fedelmente la grande conoscenza dei vini e l’amore per la sua terra. Qui le connessioni tra le persone sono intensità e sincerità della vita, e la Famiglia Cossignani, Letizia e Edoardo, ne sono parte integrante. I loro vini, prodotti, a pochi km dal mare, in quello che al primo sguardo è il Giardino del Re, sono la rappresentazione del Tempo nella sua forma più aurea e simbolista. Tra questi il Blanc de Blancs Cossignani L.E. Tempo. Metodo Champenoise 24 mesi sui lieviti uve 100% Pecorino Extra Brut.
Questo vino è un Acceleratore, è un circuito di feedback positivi. Non come quei circuiti che si accumulano troppo rapidamente ed esplodono senza provocare alcuna trasformazione reale. In questo caso l’Accelerazione è un circuito in cui la misura quantitativa della velocità si fonde con la dimensione qualitativa dell’intensità. Un gradiente ibrido in cui i cambiamenti di quantità non possono essere separati dai cambiamenti di qualità, e in cui l’oggetto dell’accelerazione è preservato ma solo nella misura in cui il suo principio fondamentale è quello della trasformazione costante. C’è sempre il rischio che questa tipologia di circuito finisca con il collasso della realtà nella virtualità. Ma noi amiamo i rischi. Qualsiasi cosa è meglio dell’eterna tirannia della realtà.
Cercate di capirmi, quel che occorre non è un profeta ma un terminale schizo. Un ricevitore dotato di altissima sensibilità capace di captare e interpretare le vibrazioni psichiche disseminate nell’oceano mente. Questo è il nostro tempo. Non serve a nulla la previsione di tendenze del mondo oggettivo, perché il mondo oggettivo non esiste. Quel che serve (forse) è una macchina di trascrizione degli impulsi che provengono da sensori disseminati nella psicosfera che ci sta intorno illimitatamente. Se l’accelerazione obbliga a un’esperienza di vita intensa, allora il suo avatar è lo schizo. Questo perché lo schizo non ha confini, Lui/Lei, meglio dire “It” è invaso da tutti i lati. Si connette a tutto senza mai cercare di ricondurre queste connessioni alla logica ricreativa dell’essere umano.
Sognando e sperando nuove realtà, Il Mercante dei Sogni si è palesato. Stiamo in silenzio, immobili, osservando, dando una tregua al nostro sforzo di voler trovare una spiegazione a tutto e al nostro desiderio di controllo sulla quotidianità – infantili illusioni – sentendo che siamo parte di qualcosa di più grande e più saggio di noi, che dovremmo imparare a rispettare e del quale dovremmo fidarci più di qualsiasi altra cosa, sentendoci in armonia con una sublime meraviglia che, non sempre, ha senso che venga capita. È sufficiente sentirla.
LA PROPOSTA DELL’ENOTECA: Rotazione di circa 15 prodotti in mescita, con possibilità di sostituzione alla carta circa la disponibilità: Bollicine (italiane e Francesi), Fermi con focus su Vini Bianchi, accompagnati Rossi e Rosati (del territorio). Ad accompagnare la mescita una selezione di piatti di grande qualità, materie prima legate al mare con uno sguardo alla cucina internazionale (Fusion, Japan)
Marco Sargentini
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3 Giugno, 2024
Verso Oriente
Ah, la bellezza! Conveniente proporzione delle parti e dei colori. Indica la qualità di ciò che è bello o che ha una perfezione estetica, con un’armonia di forme che suscita ammirazione o diletto. Certo, dipinti classici e città d’arte dimostrano che la bellezza esiste. Ma la bellezza è sicuramente soggettiva: Belle ha trovato la bellezza nella Bestia, gli astrologi la vedono nelle stelle, i registi nei loro apolli mentre i poeti nelle loro muse. È sicuramente questo il motivo per cui vale l’affermazione che “la bellezza sta negli occhi di chi guarda“. E nelle esperienze personali.
Non è, né la scoperta né l’affermazione del secolo, ma troppo spesso ci dimentichiamo che ognuno di noi è unico e irripetibile ed è questa unicità che ci rende speciali, ognuno a suo modo. Che lo sguardo con cui guardiamo l’altro e che riflette le nostre esperienze ed emozioni, si rispecchia nell’altro che riconosciamo come simile a noi; pertanto, siamo tutti unici ma non soli. La bellezza è in ogni dove! Allenarsi con costanza a vedere la bellezza in noi e in tutto ciò che ci circonda è un gesto che ripaga e arricchisce gli occhi, l’anima e lo spirito. È volgendo lo sguardo Verso Oriente che la Bellezza stavolta si crea e vive.
È vivendo il loro Oriente che Luca Fabrizio e Patrizia hanno realizzato la loro Bellezza. Hostaria La Vite Rossa . Luogo di ritrovo Mestrino, un vero e proprio bacaro: tipica osteria veneziana a carattere popolare, dove si trova una vasta scelta di vini al calice (ombre) e tipici spuntini (cicchetti) che dal 1997 è fulcro e immagine del tessuto urbano della piccola provincia degli “Emirati Veneti”.
Luca, la “versione” serale della Vite Rossa è un uomo senza tempo. Un personaggio che riesce a racchiudere l’antico e il contemporaneo nel tessuto delle parole. Un ginnasta del vino. Parole e immagini scompongono la scrittura per poi ricomporla diversamente; ed è qui che la tradizione evita che queste possano contendersi lo spazio sulla pagina: Prosecco Doc Millesimato Casa Farive Vedova. Uve 100% Glera Metodo Charmat (ovviamente). Colore giallo paglierino con riflessi brillanti. Al naso note fruttate e floreali. Sentori di frutta fresca che permettono un grande equilibrio tra acidità e freschezza. Un prodotto che è il simbolo enologico del Veneto, una forma di democrazia liquida che unisce generazioni diverse.
“Il tempo non è gentile”, disse una volta Vincenzo Mollica. Però, in questi tempi ben poco gentili, e nonostante la crudeltà del tempo che molti sogni ha già portato nella voce delle sirene, alla Vite Rossa si elargisce una lezione di gentilezza. Luca e tutti i ragazzi dello staff, chi dietro al bancone, chi in sala, mi hanno fatto vedere in due ore di conversazione con immagini, quel che non sono abituato a guardare. A occhi chiusi, rievocando una vita, convocando sul palco i colori che gridano, le parole che pesano, la musica (esercizio della memoria), mi hanno ricordato una volta ancora che la gratitudine è tanto più generosa della nostalgia.
Sognare è un vero inganno. Percepiamo il mondo come qualcosa di tridimensionale, la vita invece ha due dimensioni. Questa è una situazione di conflitto che, se portata alle sue estreme conseguenze, genera illusioni e situazioni paradossali. Una successione idonea a rivelare i contrasti per poi destinarli a una forma di integrazione. Attitudine a reinventare o reinterpretare incessantemente questi segni per collaudare, a ogni loro metamorfosi, nuove convivenze o nuovi rapporti con lo spazio e la superficie, sempre ricchi di implicazioni e di risonanze. Volgi lo sguardo Verso Oriente, potresti trovare lì le risposte. Per questo vorrei due corpi. Uno da usare per distruggermi quando sono in solitudine, l’altro conservato in una camera iperbarica, perfetto, da mostrare in pubblico. Indosserei il primo per dimenticarmi, il secondo per farmi ricordare. LA PROPOSTA DELL’ENOTECA: Alla Mescita circa 15 Vini, tra bollicine italiane (Metodo Charmat e Metodo Classico) e Vini fermi (Bianchi e Rossi), accompagnati dagli immancabili cicchetti veneziani. Proposta culinaria per la cena di grande qualità, freschezza e tradizione. Marco Sargentini Mi trovi su Instagram e Facebook Riflessioni Enologiche di un viaggiatore diVino
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Sognare è un vero inganno. Percepiamo il mondo come qualcosa di tridimensionale, la vita invece ha due dimensioni. Questa è una situazione di conflitto che, se portata alle sue estreme conseguenze, genera illusioni e situazioni paradossali. Una successione idonea a rivelare i contrasti per poi destinarli a una forma di integrazione. Attitudine a reinventare o reinterpretare incessantemente questi segni per collaudare, a ogni loro metamorfosi, nuove convivenze o nuovi rapporti con lo spazio e la superficie, sempre ricchi di implicazioni e di risonanze. Volgi lo sguardo Verso Oriente, potresti trovare lì le risposte. Per questo vorrei due corpi. Uno da usare per distruggermi quando sono in solitudine, l’altro conservato in una camera iperbarica, perfetto, da mostrare in pubblico. Indosserei il primo per dimenticarmi, il secondo per farmi ricordare. LA PROPOSTA DELL’ENOTECA: Alla Mescita circa 15 Vini, tra bollicine italiane (Metodo Charmat e Metodo Classico) e Vini fermi (Bianchi e Rossi), accompagnati dagli immancabili cicchetti veneziani. Proposta culinaria per la cena di grande qualità, freschezza e tradizione. Marco Sargentini Mi trovi su Instagram e Facebook Riflessioni Enologiche di un viaggiatore diVino
7 Maggio, 2024
Sangue impazzito
Penso succeda un po’ a tutti. Ogni tanto, al cellulare, siamo presi da un raptus che ci costringe a violentare i tasti alla ricerca di qualcosa o qualcuno, di un perché o di un dove, spesso per immaginare o vivere momenti di assoluta bellezza. Quello che, per noi, è la persona o il luogo giusto.
Quanto racconta di te una persona e quanto un luogo? I luoghi sono contenitori di memorie e di emozioni, evocativi e distintivi. Sono come le persone. Intratteniamo con essi delle relazioni complesse, ci forniscono il contesto in cui si muove il nostro spazio. Il luogo è un’entità socio-culturale. Una città (Roma), un quartiere (Parioli), un angolo conosciuto durante un aperitivo La Salsamenteria Roma, bottega-champagneria di Roberto Mangione @lasalsamenteriamontiparioli. È qui che quella sensazione di stagnazione e compiacimento nell’ambiente circostante trova il suo Sangue Impazzito. Un luogo per tanti ma non per tutti. Un negozio di alimentari che, se pur esattamente uguale a quello che avevamo negli anni ‘80 sotto casa, è diverso. Un pizzicarolo proiettato nel futuro, che fa di una proposta di qualità la firma della sua idea di enogastronomia. Oltre 200 etichette tra Maison, Chateau, Domaine e Aziende Vitivinicole: Montagne de Reims, Cote de Blanc, Toscana, Borgogna, Langhe, luoghi e persone che occupano gli scaffali della Salsamentaria e che seguono un immaginario quanto logico fil rouge.
Roberto raggiunge un livello di conoscenza della materia trascendente, vestendo i panni di un moderno mecenate del vino che predice un prossimo futuro, in cui la gente placa la propria sete con un ottimo calice di champagne o vino. Ascoltarlo significa pendere dalle sue labbra di profondo conoscitore della materia, godere, stando seduti, della possibilità di rimembrare, di parlare di confrontarsi con gli altri ospiti presenti. Le visioni di Roberto arrivano dirette e senza filtri, come una pallottola. Il suo modo di raccontare e raccontarsi è unico, trasparente, ma non per questo poco emozionante. In Salsamenteria c’è qualcosa di strano che lega le persone. Quel filo sottile e diverso dagli altri rapporti che è quasi impercettibile ma che fa la differenza, quasi fosse Sangue Impazzito che ti spinge fino a Lei.
Come se dovesse esplorare l’incontro con qualcuno, indicando una ricerca di conforto o guida spirituale, Roberto ci propone di degustare un must per chi ha la fortuna di vivere la Salsamenteria.
Marsannay 2021 Domaine Bart.
Uve 100% Pinot Noir della zona di Marsannay; l’avamposto più settentrionale della Côte de Nuits, fino a qualche tempo fa considerata la denominazione più sottovalutata e trascurata della Borgogna www.borgognamonamour.it/it/78-marsannay. Vino dagli aromi di frutti rossi, accompagnati da sentori speziati, profondo, vellutato ed elegante in bocca. Una grande scoperta per gli amanti di questa regione della Francia.
A volte spesso le cose, come le persone, per combaciare, devono rompersi in mille pezzi. È lì in quel momento che il dolore dell’assenza diventa un qualcosa di fisico. È come sentire male a una parte invisibile del corpo, la stessa che vorresti amputare quando nuovamente capita che sogni chi ti fece a lungo sentire a casa. Alcune persone riescono a invaderti l’anima in un modo così bello e delicato che capisci che hanno qualcosa di diverso dal resto del mondo. Io non so che cosa abbia legato noi, non so che cosa mi abbia fatto sentire così vicino a te. Però so che tra me e te c’è qualcosa di diverso, di raro. Quella sensazione di Eppure. Eppure il sole era caldo. Eppure le cose si superano. Eppure la vita aveva un modo di sommare giorno a giorno.
La disperazione era un eccesso facente parte di lui, ma che non gli apparteneva, si chinò su quanto rimasto e riniziò a prendersene cura, con la tenacia di un giardiniere al lavoro il mattino dopo il temporale.
LA PROPOSTA DELL’ENOTECA: “La proposta non esiste” Cit. Roberto Mangione
Marco Sargentini
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Riflessioni Enologiche di un viaggiatore diVino
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23 Aprile, 2024
La cura giusta
Le immagini del mondo investono e attraversano il soggetto da parte a parte. Ne oltrepassano lo sguardo, lo trascinano emotivamente. Lo coinvolgono, virtualmente in modo sempre più realistico. Se è così, come è possibile allontanarsi dal mondo quando il mondo ci trafigge? Come è possibile criticarlo, esserne indifferente? Queste domande guidano un viaggio attraverso le pieghe alla ricerca di quell’altrove, di quella fortezza in cui si rifugia l’indifferenza che volge le spalle al mondo. Ma da quello stesso altrove, prodotto dell’arte della distanza, la critica può osservare il mondo degli uomini, per giudicarlo, conoscerlo, svelarne l’essenza. L’indifferenza è un male contro cui abbiamo lottato e che si ripresenta – nemico sottile e acuto – ogni giorno e ogni volta in cui ci giriamo dall’altra parte e chiudiamo occhi, orecchie e bocca per non vedere e non sentire.
Un’indifferenza protettiva che, forse, non è nemmeno più indifferenza, in quanto lo porta comunque a fare una scelta: l’uomo sceglie sé stesso piuttosto che gli altri e l’indifferenza diventa la negazione di ogni empatia. Quasi fosse la Cura Giusta, a tutto.
L’antitesi di questo è la felicità. È un abbraccio, è un sorriso, è mangiare insieme mentre facciamo gli stupidi, è tenersi la mano sotto il tavolo quando si è con altra gente.
Felicità è attraversare quel confine immaginario che porta in Toscana, dove esperienze di viaggio e esperienze di vita di incrociano. L’idea che viaggiare non significhi solo andare da un posto all’altro, fuori e nel mondo, ma anche, e soprattutto, lasciare che l’andare ci cambi, dentro e nell’animo.
Viaggiare è scoprire luoghi. È poter osservare una meravigliosa piazza di un piccolo borgo toscano, Cetona (SI), dove 2 persone anziane ballano a ritmo di musica jazz. Pensa come sarebbe stato. Alle volte che lo abbiamo raccontato. Vecchi a ballare in una festa di un piccolo paese, dove tutti ti avrebbero guardato. Questo, insieme ad altri sentimenti che solo chi scrive può riconoscere d’aver provato, hanno creato un magma sonoro e poetico di straordinaria intensità, dove la sperimentazione assume un significato coerente, come un infinito andirivieni ciclico di creazione, plasmazione e distruzione di pathos pulsante ed elettrico.
Su questa piazza si affaccia l’Enoteca del Merlo. Qui l’eco si fonda con il pulsare della vita moderna, ogni parola diventa una porta verso l’infinito, un abbraccio che unisce passato e presente in un’estasi di sapori.
Daniele, è il filosofo che si introduce nella caverna per spezzare le catene, è oste e cantastorie dell’enoteca, luogo visceralmente legato all’omonima Osteria www.osteriadelmerlo.it. Poter scegliere all’interno della loro selezione di vini, equivale a compiere un viaggio sublime che parte tra i filari folti dei vigneti toscani, percorre una lunga strada direzione nord, salta verso sud per andare a cogliere il gusto forte delle uve isolane e dei vini mediterranei, per volare infine in Francia e, più in là, in California. Il Cecco ci propone Giacomo Baraldo Il Pozzone 2019 (Uve 100% Sangiovese). Un Sangiovese con corpo e carattere, dal sapore avvolgente, con tannini eleganti dalla spiccata sapidità che ne fanno un vino complesso e strutturato. Giacomo Baraldo www.giacomobaraldo.it è un viticoltore di San Casciano dei Bagno (SI) che fa della Tradizione, Innovazione ed Esclusività il suo decalogo produttivo. Un’idea e un vino che sono la Cura Giusta, a tutto.
Dal rumore del silenzio assordante non si può sfuggire. Già, perché il silenzio fa rumore e anche quando siamo completamente da soli e contempliamo l’assenza di suoni abbiamo la sensazione di sentire qualcosa: il rumore del silenzio.
LA PROPOSTA DELL’ENOTECA: Rotazione settimanale di circa 15 Vini in mescita: 5 Bollicine (italiane e Francesi), 5 Vini Bianchi, 5 Vini Rossi. Menù di 5 portate, freddi e caldi, con rotazione ogni 3 settimane.
Marco Sargentini
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2 Aprile, 2024
Senza far rumore
La consapevolezza si manifesta quasi sempre all’improvviso, in uno di quei giorni di Marzo in cui il sole splende e il vento soffia freddo: quando è estate nella luce e inverno nell’ombra. Può arrivare la notte, Senza far Rumore, alle 1.05 a.m. e fa male. Barcolli, vacilli, ti si apre una voragine sotto i piedi. Ti costringe ad una prospettiva diversa. Ti arriva addosso ed è una mazzata.
Lo senti mentre sei ancora li. Il freddo. Una sensazione pungente sulla pelle scoperta, forte e decisa come se non ci fosse niente altro, come se niente altro ci fosse mai stato. Lo percepisci con tutte e cinque i sensi, lo vedi nel vapore che ti esce dalla bocca, lo avverti dal rantolo affannato dalla mano che stringe la gola, lo inali come una frustata dalle narici. Lo tocchi sul tuo corpo, inerme, Ruvido.
Ti alzi di scatto, ti guardi attorno, disorientato. Man mano che arretri una voce lontana cerca di venire a galla. È l’avanguardismo della mente.
Consapevolezza e avanguardia. I capisaldi con i quali, Alessandro, Yari e Luca hanno aperto, nel 2023, in una traversa di Via Gallia, importante direttrice nella zona dell’Appio Latino (Roma), l’Enoteca Ruvido. Qui l’assenza di orpelli e suppellettili rappresenta decisione e immediatezza. La Carta dei vini, concettuale e ricercata, è composta da più di trecento etichette esposte in una parete realizzata conblocchi di cemento. Essenza del design e dell’architettura dell’enoteca, i blocchi permettono un’occupazione dello spazio minimale e concettuale degna di un Emilio Prini prime edizioni; dove il retaggio della pop art e degli anni ‘80 è dinamico ed evidente.
Lo sviluppo logico espresso da Ruvido è riconoscibile in ogni vino dell’enoteca e trova la sua summa in quello che Alessandro ha scelto di degustare insieme: Okùs(Gusto in Sloveno) Bianco Venezia Giulia 2022.
Vino friulano Uve 100% Tocai, macerate in tino per 8 giorni con fermentazione spontanea da lieviti indigeni, affinate in acciaio inox. 1850 bottiglie per la vendemmia 2022, di vino succoso e vibrante, con una nota acida ammaliante che rappresenta perfettamente l’intraprendenza di un giovane produttore come Luca Dellisanti www.okus.it
Da Ruvido si raccontano persone e pensieri. Al centro del tavolo conviviale, una scacchiera in legno. Metafora del mondo e della vita. La partita ed il suo evolversi come lo scorrere del tempo della singola esistenza, dettata da eventi (mosse) conseguenti. Quando la partita inizia è come nascere è come un libro ancora da scrivere. La partita ha inizio, le pagine della vita cominciano ad essere riempite, ad ogni mossa di uno c’è la mossa dell’altro, come ad ogni evento ne consegue un altro, e se a quel punto la mossa è diversa (l’evento è diverso), cambia la mossa successiva (e quindi l’evento che ne deriva).
Dall’esterno non arriva nulla. È così quando fa freddo.
Dimenticati di respirare. Senza far Rumore, dentro di me si fece largo l’idea dell’apnea come un luogo, un corridoio vero e proprio, un passaggio per accedere a un altrove.
Il respiro, se sarà, lo racconterò dopo……su una terrazza aperta e un bicchiere di vino.
LA PROPOSTA DELL’ENOTECA: Rotazione di circa 15 Vini in mescita: Bollicine (italiane e Francesi), Vini Fermi (Bianchi, Orange, Rossi e Rosati). Ad accompagnare i vini una serie di piatti di qualità, le materie prima sono frutto di grande cura, e ricercatezza come: Tramezzino semintegrale (PANIFICIO MARÈ), Pancia di Nero Casertano, Rosolaccio, Uovo sott’aceto (UOVO DI SILVIA O) e Maionese.
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11 Marzo, 2024
È così facile
Le storie delle persone che ho incontrato hanno cambiato la mia vita, mi hanno aiutato a comprendere qualcosa in più di me, del mondo, degli altri. Non esiste la Verità, ma le storie che incontriamo, leggiamo, che ascoltiamo attraverso i linguaggi dell’arte, della poesia e della creatività ci aiutano a dis-velarla, a scoprire sempre qualcosa di inatteso, inaspettato, che va oltre la nostra esperienza. Spesso crediamo sia, facile, così facile, vivere alcune emozioni, determinati eventi che hanno l’impatto di far sembrare il niente reale. Di rendere l’attesa inutile ancor prima di iniziare ad essere. È così facile! È Cencio che dice a Straccio che Ora non è Ora, che non è più e che forse, se, sarà! Già forse!
Il viaggio è un soccorso, un assetto mentale, l’arte che si apprende direttamente sulla strada, a contatto con le persone e le più distinte culture. Saper viaggiare significa prima di tutto fermarsi e osservare.
Quale luogo migliore a Roma per un viaggio, se non il Rione Monti. Elegante ed austero ha custodito per secoli i segreti di una Roma silenziosa che con il tempo, ha condiviso la Suburra con il Vintage, la Fontana dei Catecumeni con Totti.
È nel Rione più esteso della città che troviamo dal 2007, con l’Enoteca Fàfiuchè, il Piemonte a Roma. Locale dai “Grandi Vini e dalla Piccola Cucina” con una proposta enologica unica e di altissimo livello. Qui Gianmarco, insieme alla sua famiglia, descrive esperienze e sensazioni, generando un sentimento di curiosità attraverso il racconto delle emozioni provate da chi ha frequentando un luogo, da chi ha visto e sentito. In concerto la scelta è: Bricco Appiani 2009 dell’Azienda Vinicola Flavio Roddolo. Uve 100% Cabernet Sauvignon, annata dalla quale sono state ricavate solo 2700 bottiglie. Un vino che è cultura, storia, civiltà, lavoro, sacralità, convivialità, progresso e tradizione, territorio e conoscenza. In una parola, è identità.
Ognuno basa il pensiero sul proprio vissuto, sull’esperienza di una vita o di poche ore. Funziona così: si genera la consapevolezza di un “luogo”, ognuno di noi è pronto a descriverlo e raccontarlo avendolo sperimentato anche solo per pochissimo tempo. Possiamo intervenire per facilitare il racconto di queste esperienze, non inventando ciò che non siamo ma valorizzando ciò che abbiamo: storia, spazi, pensieri, vino e cibo, attraverso la creazione di qualcosa che sia possibilità di incontro, di condivisione, di accoglienza delle persone.
LA PROPOSTA DELL’ENOTECA: Rotazione di 20 Vini in mescita, divisi in bollicine (italiane e Francesi), Vini fermi (Bianchi e Rossi) e Dopo Cena, accompagnati da piatti della tradizione Piemontese e non solo (riso patate e cozze).
Marco Sargentini
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