5 Marzo, 2024
Villa Trasqua: eccellenza italiana e precisione svizzera
Un’esperienza che rimarrà nel cuore, questa Blind Blogger Tasting a Villa Trasqua che ha ospitato il format dei due geniali Fabio Gobbi e Francesco Bonomi giunto ormai con successo alla sua 16° edizione. Se vuoi sapere come si svolge leggi qui la mia esperienza precedente. Sotto la guida attenta di Andrea Contarino, Direttore Tecnico, abbiamo trascorso 24 ore immersi nella realtà di questa azienda.
VILLA TRASQUA – IL TERRITORIO
Villa Trasqua si trova a Castellina in Chianti su di un antico altopiano da cui prende il nome, che pare derivi dal latino “intra aquas”, data la particolare posizione tra le acque dei torrenti Gena e Staggia. Le prime tracce di questo territorio provengono dall’epoca longobarda, intorno all’anno 1000. Da quel momento in poi il toponimo Trasqua appare in tutti i lasciti e atti notarili come “terra vignata”. Siamo infatti nel cuore del Chianti Classico DOCG “Gallo Nero”, la più antica DOCG d’Italia, tra dolci colline, uliveti e vigneti dove le terre rosse di Siena cominciano a colorare il paesaggio. La vista a trecentosessanta gradi è spettacolare e si perde tra vigneti e colline, arrivando alle vicine Siena e Monteriggioni.
La proprietà si estende per oltre 120 ettari tra vigne, uliveti e aree boschive. Questa ricchezza paesaggistica, che viene meticolosamente curata e preservata secondo la regola della sostenibilità, fa si che il territorio sia ideale per coltivazioni in linea con la sostenibilità ambientale. Abbiamo potuto apprezzare durante il nostro giro in vigna la costante ventilazione mentre ci veniva spiegato che sono presenti nel sottosuolo falde acquifere e sorgenti d’acqua che garantiscono che il terreno non vada mai in sofferenza a causa della siccità.
Le vigne, per un totale di circa 55 ettari, sono situate lungo dolci declivi che favoriscono il naturale defluire dell’acqua piovana, evitando fenomeni erosivi. I terreni sono fertili, ricchi di humus e di sostanze minerali e conservano una buona permeabilità, creando il giusto ambiente per la crescita delle uve di Villa Trasqua. Il suolo è eterogeneo, essendo composto da argille rosse e gialle, sabbia, limo e pietre di alberese e galestro.
IL SUOLO
La peculiarità del suolo è che a volte è diverso anche all’interno dello stesso vigneto. E’ questa la bellezza della UGA Castellina che si divide in 13 suoli diversi. La scelta di avere la cantina vicino alle vigne fa ulteriormente capire quanta cura si impiega nell’evitare che la materia prima sia sottoposta a stress. La lavorazione parte direttamente in vigna, dove la raccolta è quasi tutta manuale e si svolge in più fasi, raccogliendo a mano solo le uve già mature per una vinificazione dedicata per ciascun vigneto; per gli ‘entry level’ è stata invece introdotta la raccolta meccanizzata. La vinificazione avviene secondo i metodi tradizionali. Tuttavia, ci si avvale delle più moderne attrezzature, nel pieno rispetto delle uve ed esaltandone le caratteristiche proprie.
Disposta su più livelli, per sfruttare la gravità e stressare il meno possibile le uve, la cantina ha iniziato la conversione nel 2012 e dal 2016 è a conduzione biologica in seguito a una precisa scelta di sostenibilità integrale. Durante la visita in vigna con Andrea ci siamo soffermati sul Vigneto Fonterosi, dove è stata fatta la selezione clonale del Sangiovese aziendale. Da questo vigneto, nel 2021 è nato un nuovo progetto che per ora è top secret…Speriamo di saperne presto di più!
Il simbolo dell’azienda è un antichissimo leccio, pare il più vecchio di Castellina, sotto il quale si trova una panchina da dove si può godere un panorama bellissimo.
PROPRIETA’ SVIZZERA, ECCELLENZA ITALIANA
Quando ho saputo che Villa Trasqua è di proprietà di imprenditori svizzeri, da Italiana mi sono dispiaciuta. Tuttavia, nel corso della giornata ho avuto modo di cambiare idea, avendo visto come la famosa precisione svizzera viene applicata in ogni azione finalizzata al rispetto della terra, del suo prodotto e della tradizione, con l’intento di tutelare e valorizzare l’eccellenza italiana.
Gli investimenti importanti si toccano con mano, a cominciare dalla scelta di farsi seguire da uno dei più importanti enologi italiani, Franco Bernabei. Fondatore di Enoproject, il suo mantra è “prima il vitigno, poi il vino”. Insieme al suo team, Bernabei studia con precisione capillare i vigneti e gli impianti, per poi passare a monitorare le uve e i mostri, analizzando l’andamento di crescita dell’uva per determinare il miglior momento per la raccolta. Niente viene lasciato al caso!
Anche la cantina e le case coloniche sono state ristrutturate e dotate di ogni comfort con estrema attenzione al dettaglio, completando il processo di valorizzazione nel suo insieme. Durante la nostra visita abbiamo avuto modo di conoscere Sven, il figlio di Hans Hulsbergen, che trovò qui il modo di realizzare il suo sogno nel cassetto, ovvero di produrre vino. Da sempre innamorato della Toscana, acquistò Villa Trasqua nel 2001. Da allora, insieme ai figli, non ha mai smesso di puntare all’eccellenza. Innamorato della storia e della tecnologia e grande appassionato di auto d’epoca, Hans ha gareggiato in diverse edizioni della Mille Miglia. Oltre a partecipare alla kermesse con una scuderia di oltre 40 auto, dal 2017 Villa Trasqua è l’Official Wine Sponsor della manifestazione, stabilendo anche il record storico della vittoria delle ultime 4 edizioni.
BLIND BLOGGER TASTING: UN PICCOLO SPACCATO
Divisi in due squadre, abbiamo quattro batterie da analizzare. Non si deve perdere troppo tempo…Che la “competizione” abbia inizio! Avviciniamo impazienti i nasi ai calici, iniziando così una degustazione in questo caso ancora più attenta del solito, dovendo individuare la tipologia del vino. Inspiriamo per qualche secondo e restiamo in attesa che la nostra mente unisca alla memoria le molecole rilevate dal nostro olfatto. È lì, in quel territorio indeterminato, che la percezione si espande come una nuvola, invisibile e calda, sempre sospesa tra lo studio e il piacere. Cerchiamo similitudini con esperienze pregresse, prima di passare all’assaggio.
Come si può riconoscere quel determinato vino? La discussione anima il gruppo, mentre dobbiamo passare alla batteria successiva. Confrontiamo impressioni, esperienze e ricordi per tornare a ciò che non è espresso da un punto di vista soggettivo, ma emerge dalla sua genesi organolettica. Ipotizziamo il vitigno, il territorio, il clima e la coltivazione, e avanti con la prossima batteria.
I PROTAGONISTI
Per dovere di cronaca riporto i vini protagonisti della Blind Blogger Tasting con accanto il nome del blogger che lo ha presentato:
Vini Vannelli, Brugnoli bio, Lazio igt Trebbiano giallo 2019, 100% Trebbiano giallo, alc 13% – @sommelierzeta
Tasca d’Almerita, Sicilia doc “Nozze d’Oro” 2016, 73% Inzolia 27% Sauvignon Tasca, alc 13% – @federica_foodandwinelover
Bossanova, Cerasuolo d’Abruzzo 2022, 100% Montepulciano, alc 13,5% – @ciarita_
Antonella Pacchiarotti, Lazio igt rosato “Ramatico” 2016, 100% Aleatico, alc 13% – @winestreamer
Azienda Agricola La Torre, Valtenesi doc “Huna” 2022, 100% Groppello di Mocasina, alc 13,5% – @merati_wine
Le piane, Boca doc 2017, 85% Nebbiolo 15% Vespolina, alc 14% – @_theartofwine_
Convento S. Lorenzo, Valtellina sup. Sassella riserva “Clos Convento S. Lorenzo” 2018, 100% Chiavennasca, alc 15% – @alby91mame
Fattoria Zerbina, Romagna Sangiovese doc riserva “Monografia” 2017,100% Sangiovese, alc 14,5% – @chiaracoma
Sesta di sopra, Brunello di Montalcino “Magistra” 2018, 100% Sangiovese (clone bbs11), alc 14,5% – @pilloledivino
Villa Trasqua, Chianti classico 2016, Sangiovese 80%, Merlot 10%, Cabernet Sauvignon 10%, alc 14% – @villatrasqua
Alvaro Palacios, Priorat doq “Les Terrases” 2018, 55%, Garnacha 45%, Carinyena, alc 14,5% – @mi.esquina.gastro
Marco Antonelli, Olevano romano doc Cesanese riserva “Kosmos” 2016, 100% Cesanese di Affile, alc 14% – @robdelvino
Cantine Paolo Leo, Primitivo di Manduria doc riserva “Giunonico” 2017, 100% Primitivo di Manduria, alc 15% – @corcy4wine
Frecciarossa, Pinot Nero Oltrepò pavese doc “Giorgio Odero” 2012, 100% Pinot Nero, alc 14% – @notjustasommelier
Casetta dei Frati, Romagna, Sangiovese Modigliana doc “Framonte” 2008, 100% Sangiovese, alc 13% – @crivads
Pagnoncelli Folcieri, Moscato di Scanzo docg Pagnoncelli 2018, 100% Moscato di Scanzo, alc 15,5% – @tannina.it
Fongaro, Lessini Durello vsq “Nera riserva” brut 2014, deg. 06/22, 100% Durella, alc 12,5% – @marcoandwine
TUTTI UN PO’ VINCITORI
Abbiamo quindi tutti avuto modo di assaggiare delle “chicche” enoiche in cui non è facile imbattersi. Ognuno di noi ha colto il guanto di sfida cercando di raccontare, attraverso il vino, il suo territorio. Un gruppo disomogeneo e vario in provenienza, età e formazione, che si è compattato per magia. Perchè come giustamente ha scritto Fabrizio, alias @winestreamer, “Il vino unisce oltre la terra e al di là del tempo”. Anche se alla fine degli assaggi si decreta un vino vincitore (e credo di parlare a nome di tutti), nessuno si sente perdente. Questo proprio perché ognuno di noi ha vinto una possibilità di creare nuove amicizie, rinforzare le vecchie e scoprire territori attraverso gli assaggi.
SATURDAY NIGHT FEVER
Per questa Blind Blogger Tasting a Villa Trasqua è stato richiesto espressamente un dress code elegante. Scendendo in cantina, siamo stati accolti e intrattenuti dai bravissimi ballerini di Tuttifrutti di Siena che hanno danzato per noi, emozionandoci con sensuali passi di musica latinoamericana. Ed è stato così che, circondati da musica, energia e dall’arte di Sara Cafarelli, e travolti dall’entusiasmo collettivo, è iniziata una serata che difficilmente dimenticheremo. La cena è stata servita in una diversa parte della cantina dove, in mezzo alle botti, troneggiava una meravigliosa tavola elegantemente preparata. Altra sorpresa è stata la presenza di Luca Grippo, che durante la cena ci ha allietato con alcuni racconti relativi alle referenze della cantina assaggiate in abbinamento.
BLIND BLOGGER TASTING – LA VERTICALE DI NERENTO
La ciliegina sulla torta del 16° Blind Blogger Tasting a Villa Trasqua è stata la Verticale di Nerento guidata da Luca Grippo. Con una lunga esperienza in fatto di vini, giornalista esperto di vino e olio evo, dopo un passato nella redazione di Bibenda Editore è ora tra i giudici del Concorso Mondiale di Bruxelles. Un grande conoscitore del patrimonio enologico nazionale e non solo. Accanto a lui, Franco Bernabei, enologo dal 2014 della Cantina senza bisogno di tante presentazioni. E’ da oltre trent’anni uno dei professionisti più esperti del settore vitivinicolo ed è noto con il nickname di “Mister Sangiovese” per la sua familiarità e grande passione per questo vitigno.
UN PO’ DI STORYTELLING
Luca Grippo ci ha fatto immergere nella bellezza del Chianti, un’area del nostro paese che può vantare grande ricchezza di paesaggi, complessità di territorio, cultura e storia. Partendo proprio dalla storia, ripercorriamo le guerre tra i Guelfi fiorentini, alleati del Papa, e i Ghibellini senesi, alleatisi con l’imperatore. Tante sono le leggende che si raccontano a proposito del simbolo del Gallo Nero. Quella che mi piace di più risale all’epoca medioevale quando Firenze e Siena, ormai stremate dalle continue e sanguinose lotte per il controllo del territorio chiantigiano, decisero di risolvere la questione con una sfida.
Le due città avrebbero scelto come rappresentanti due cavalieri. Non appena questi avessero udito il canto del gallo, si sarebbero lanciati al galoppo l’uno verso l’altro e il nuovo confine tra i comuni sarebbe stato fissato nel punto del loro incontro. L’idea era quella di dividersi il territorio più o meno al 50%. Teoricamente, partendo circa alla stessa ora, i due fantini si sarebbero incontrati a metà strada. I senesi scelsero un gallo bianco, che nella giornata precedente fu ben nutrito al fine di farlo svegliare allegro, in forze e di buon mattino. I fiorentini invece scelsero un gallo nero che tennero a digiuno e che, a causa dei morsi della fame, cominciò a cantare molto prima dell’alba. Partendo molto prima, il cavaliere fiorentino arrivò quasi sotto le mura della città di Siena, motivo per il quale (secondo la leggenda) il confine è così “spostato” da quella parte.
IL GALLO NERO E IL CONSORZIO DEL CHIANTI
Nel 1384 Il gallo nero venne scelto come simbolo della Lega del Chianti, importante istituzione politico-militare della Repubblica Fiorentina. Inizialmente, esso simboleggiava soltanto la specifica zona del Chianti, ma ben presto divenne rappresentativo del territorio di produzione del vino omonimo. Nel 2005, il simbolo fu adottato anche dal Consorzio Chianti Classico, nato nel 1924 a Radda in Chianti in seguito a un decreto che voleva ‘punire’ il territorio negando il nesso tra denominazione e origine geografica.
Il Consorzio si riunì con lo scopo di tutelare il prodotto e promuovere lo sviluppo del Chianti secondo i confini definiti già dal 1716, anno del cosiddetto “Bando Mediceo” di Cosimo III de’ Medici. Tale bando stabiliva infatti una severa normativa per la produzione ed il commercio dei vini realizzati nei suoi possedimenti e i fissava confini delle quattro aree geografiche di appartenenza: il Chianti, il Pomino, il Carmignano e il Valdarno superiore. Queste quattro aree ricevettero così per la prima volta al mondo una sorta di denominazione di origine controllata. Da quel momento in poi questo territorio sarà il pioniere della storia del vino italiano.
Nel 1932, un decreto ministeriale riconosce al vino prodotto nella zona originaria del Chianti, quella stabilita dal decreto dei Medici, la possibilità di utilizzare l’attributo “Classico”, differenziandosi così dal Chianti delle zone limitrofe. Nel 1967 nasce la DOC (Sangiovese tra il 50% e l’80%), mentre il 1984 vede apparire la DOCG (Sangiovese tra il 75% e il 90%). Da 1996 è stata autorizzato l’uso della sola uva Sangiovese al 100%, fino ad arrivare alla creazione delle UGA nel 2023.
VILLA TRASQUA – LA VIGNA
La vigna da cui nasce il Nerento Villa Trasqua è un fazzoletto di terra situato tra un bosco e un oliveto ed è sempre stato considerato fin dall’antichità un territorio di produzione eccellente. Pare che il nome venga dalla tipologia del terreno a “sassi neri”. Il suolo è infatti composto da alberese e galestro, con la presenza di ciottoli e sabbia. Dal 1854, questo territorio acquisisce ancora più prestigio, in seguito al suo inserimento nelle mappe catastali con l’indicazione di una delle zone più produttive e vocate di quest’area. Questo avviene anche in virtù di importanti fattori come l’esposizione, che garantisce costante ventilazione, la luminosità, la già citata composizione dei terreni e la presenza di sorgenti acquifere, che mantengono i terreni ben idratati. La produzione di questa vigna è dedicata al Chianti Classico DOCG Gran Selezione Nerento, 100% Sangiovese, affinamento di 30 mesi in tonneaux di rovere francese da 500 litri e almeno 12 mesi in bottiglia.
LE ANNATE E GLI APPUNTI
2013 – raccolta tardiva, tannini eleganti, sorso composto, intenso.
2014 – quest’annata, che è stata molto difficile, non è stata prodotta per la volontà di mantenere alta la qualità.
2015 – sorprendente ritrovare ancora una grande freschezza.
2016 – la mia preferita, di equilibrio ed eleganza assoluta.
2017 – produzione ridotta a causa di un’estate torrida e siccitosa.
2018 – in anteprima, promette benissimo!
2019 – in anteprima, scalpitante e giovane.
Il fil rouge è rappresentato da una sapidità e un’eleganza che accompagnano ogni sorso. Felici e arricchiti di nuovi assaggi e scoperte ci confrontiamo tra di noi mentre l’orario di partenza si avvicina. Franco Bernabei, nel salutarci,ci dice: “Voi che comunicate il vino, fate capire che il vino italiano è buono!”. Una frase che condivido. Facciamo conoscere e apprezzare la bellezza e la bontà che ci circonda, perchè evidentemente all’estero tutto questo è già chiaro!
RINGRAZIAMENTI
Un ringraziamento speciale ad Andrea, che con passione e pazienza ci ha preso per mano e ci ha mostrato il territorio e la cantina, assecondando anche le strane richieste mie e di Anna (i risultati qui e qui). Andrea, siciliano d’origine, conquista con un calore che ha nel DNA e trasmette in modo inequivocabile l’amore per questa terra che lo ha accolto e saputo valorizzare. Tanto da portarlo a tatuarsi il simbolo del Chianti Classico sul braccio.
Di questa blind tasting e della mia esperienza a Villa Trasqua ho molto apprezzato lo studio del dettaglio, la delicatezza del ghiaccio “fiorito” che abbelliva le glacettes, le camere curate dotate di tutto il necessario, i fiori di campo presenti ovunque e che hanno colorato le nostre ore. Un plauso doveroso ai ragazzi che per due giorni hanno lavorato duramente, sempre con il sorriso sulle labbra, affinché tutte le nostre attività si svolgessero al meglio: Francesco Salvestrini, Tommaso Mariotti, Niccolò Cinatti, Giulio Rabagli e Gabriele Agnelli (entrambi tirocinanti dell’Istituto Tecnico Agrario di Siena) e Adina Calin.
Ancora una volta ho avuto prova che il luogo comune per cui i giovani non hanno voglia di fare è in bocca a chi non ha la curiosità e l’attenzione necessarie per vedere cosa fanno!
Sono Claudia Riva di Sanseverino. Assaggio, degusto, scopro, curioso, provo e condivido. Seguimi su Instagram @crivads
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