InternazionalMente

Internazionalmente è una rubrica a cura di Riccardo Rabuffi presidente di Beacon Italia e membro del consiglio direttivo della Camera di Commercio Italiana per il Sud Est Asiatico.

Con la sua esperienza Riccardo ci racconterà:  fatti, numeri e strategia per una corretta valorizzazione del Made in Italy nei mercati esteri.

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16 Ottobre, 2022

A Londra si degustano le eccellenze Italiane

La promozione della filiera vitivinicola e agroalimentare italiana Possiamo finalmente affermare che le attività di promozione per la filiera vitivinicola e agroalimentare sono ufficialmente riprese in grande stile. Dalle principali fiere di settore alle manifestazioni non fieristiche diffuse nelle grandi città italiane fino ai piccoli tasting organizzati direttamente da importatori e distributori nazionali ed esteri.  Proprio in quest’ultima categoria cade l’evento di cui parliamo oggi nella nostra rubrica dedicata all’internazionalizzazione delle imprese Italiane. An Italian Wine Journey arriva alla sua terza edizione, un evento 100% londinese organizzato da GS Wines e Beacon. Lo scopo è quello di presentare ai clienti B2B e B2C del Wine Merchant inglese, una serie di cantine di potenziale nuovo inserimento oltre che alle nuove annate e alle novità dei clienti già presenti in lista. Un focus molto importante sulle piccole produzioni e su quelle che gli inglesi amano definire le Hidden Gems of Italy. Vitigni autoctoni, produzioni limitate, blend particolari e soprattutto tanto Storytelling sia aziendale che di territorio.   The Hidden Gems of Italy Questa edizione vede il coinvolgimento di oltre 15 nuove cantine le quali potranno far degustare i propri prodotti direttamente al pacchetto clienti dell’importatore e a un selezionato gruppo di invitati. Il format consente quindi di velocizzare molto il processo di approccio al mercato coinvolgendo l’intera filiera corta internazionale dalle porte della cantina al cliente finale d’oltremanica, il tutto mediato dal ruolo fondamentale dell’importatore. La maggior parte dei vini delle aziende partecipanti, sono state selezionate da Beacon in virtù della Partnership stabilita con GS Wines diversi anni orsono. Un modus operandi molto affine alle cantine micro e piccole che possono così approcciarsi a una piazza difficile e satura come quella londinese ma allo stesso tempo molto posizionate e con importanti nicchie di mercato da conquistare. L’investimento estremamente contenuto, l’assistenza in materia doganale e il coinvolgimento diretto dell’importatore, fanno dell’Italian Wine Journey uno strumento utile per avvicinarsi al Regno Unito con cautela e senza esporsi eccessivamente.  Dal 25 al 26 ottobre un ristretto gruppo di operatori e privati clienti londinesi avranno la fortuna di assaggiare prodotti sorprendenti, di qualità e lontani dal cosiddetto mainstream. Entriamo ora nel vivo di quesa terza edizione. Esordiamo dicendo che ci saranno oltre 50 etichette in degustazione, 15 aziende vinicole da 9 regioni Italiane, 3 masterclass condotte da 2 esperti presenter / sommelier londinesi.  Portfolio di GS Wines Territorio e diversità di stili, rappresentano due cardini nel portfolio di GS Wines che con questo evento intende ampliare notevolmente l’offerta per i propri clienti, ecco l’elenco delle cantine partecipanti (da Nord a Sud) Sajni Fasanotti (Trentino) – Serralunga Casamia Luigi Vico (Piedmont); Caminella – Caven – Maggi Francesco – Pagnoncelli Folcieri – Scolari – Gralò (6 from Lombardy); Fiorotto (Veneto) – Celli (Emilia Romagna); Le Sorgenti – Orlandini (2 from Tuscany); Cantina Dessena (Sardinia) – Zagarella (Calabria) – Fischetti (Sicily) Marzemino, Barolo Prapò, Buttafuoco Storico, Moscato di Scanzo, Albana, Nebbiolo e Arvisionadu sono solo alcune delle eccellenze nostrane che saranno presente durante l’evento.  Se è vero che i vini sono importanti in iniziative del genere, le persone hanno un ruolo ancora più centrale. Passiamo quindi velocemente in rassegna il panel di ospiti e collaboratori che concorreranno al successo di  questa terza edizione. Intervistato dal sottoscritto, Mr. Gordon Stuteley, CEO di GS Wines Ltd, si presenta e ci introduce alcuni attori chiave dell’evento:  GS Wines inizia la propria attività nel 2014 con lo scopo di presentare ai propri clienti una selezione di vini particolari e lontani dal cosiddetto “Mainstream”.    Selezioniamo, importiamo e vendiamo vini da ogni parte d’Italia. Al momento abbiamo uno stock di circa 90 vini da circa 26 cantine in 12 regioni. I vini spaziano da prodotti leggeri, fruttati di facile beva, a bollicine di vario genere (Martinotti e Metodo Classico), a vini opulenti da “meditazione” fino a sontuosi vini da dessert. Molti di questi fatti da uve autoctone virtualmente sconosciute nel Regno Unito. Nel 2019 ampliamo alla licenza governativa AWRS per la vendita diretta al segmento trade. Le Mastercalss Abbiamo coinvolto due figure importanti sulla piazza di Londra per garantire lo svolgimento delle tre Masterclass in programma. La prima è Luciana Girotto sommelier da oltre 30 anni in diversi ristoranti stellati in Italia e in Regno Unito. Importatrice e tra i titolari di Dvine Cellars Enoteca di livello in Clapham Londra. In Italia ha preso parte a diverse commissioni DOC e DOCG oltre che a molte giurie di consorsi internazionali. Ha attivamente supportato lo sviluppo di AIS in Inghilterra. Il suo sogno recente è quello di conferire una nuova percezione al Lambrusco! Missione difficile ma non impossibile… La seconda Masterclass sarà condotta da Giusy Andreacchio Sommelier AIS e 1-3 livello WSET. Grande esperienza nel brocheraggio internazionale di vini e nel portfolio management.  Ha lavorato come account manager per uno dei più grossi distributori del Paese. Originaria della Calabria, ha una predilezione per i vini di quella regione. Wine educator a tutto tondo, affianca diversi brand italiani nel loro sviluppo in UK.  L’inserimento della Lombardia Da quando abbiamo stretto la nostra partnership con Beacon, abbiamo iniziato ad interessarci molto di più ai vini della Lombardia. Al momento ne abbiamo diversi in portfolio e ne avremo ancora di più a breve. La Lombardia si sta dimostrando una tra le principali regioni italiane non più solo per volume di produzione ma anche come fucina di vini particolari e di altissimo profilo. L’interesse è crescente e i nostri clienti sono assetati di storie e curiosità su quella Regione ancora poco conosciuta qui da noi. Siamo orgogliosi di avere in lista i vini dell’azienda Agricola Maggi Francesco e rinnoviamo i nostri complimenti a Marco Maggi per essersi aggiudicato il premio Angelo Betti 2022 come miglior vignaiolo di Lombardia.  Come dicevo, c’è molta Lombardia e siamo davvero onorati di poter avere come ospite al nostro evento Federico Bovarini che anche quest’anno si è aggiudicato il titolo di terzo migliore sommelier AIS della Regione. Non conosco ancora Federico di persona, il suo CV però parla molto chiaro: sommelier, degustatore e relatore AIS. Diploma di Master Sommelier ad Alma nel 2018, esperienze nel mondo della ristorazione stellata e Ambasciatore del Moscato di Scanzo. Sono certo che porterà un grande valore aggiunto all’evento e saprà spiegare, molto meglio di me, i pregi dei vini lombardi ai molti contatti che sono stati invitati alla terza dedizione de “An Italian Wine Journey” An Italian Wine Journey C’è quindi molto da fare e da raccontare. An Italian Wine Journey rappresenta per molte delle cantine partecipanti un primo step di un percorso verso una presenza stabile nel Regno Unito.  Continueremo, insieme ai colleghi della rivista inglese specializzata “The Buyer” a riportare notizie e curiosità su questo evento che rappresenta di fatto, un primo step operativo di un percorso in internazionalizzazione.  A cura di: Riccardo Rabuffi
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3 Agosto, 2022

Wine Destinations: Serbia e Montenegro Intervista a Roberto Zoppi, Presidente di ITALJUG Camera di Commercio Italiana per la Serbia e il Montenegro

Stiamo attraversando un periodo molto particolare. Da un lato viviamo un moto di ripresa e di riapertura, gli effetti post Covid ci spingono a riprendere le tanto compiante attività estere in presenza, dall’altro, come magistralmente raccontando nel nuovo editoriale di Francesca Pagnoncelli Folcieri, molte ombre incombono sulla scena interna e internazionale. Le attività di promozione per le cosiddette Wine Destinations stanno finalmente ricominciando a farsi strada nelle nostre caselle mail e sulle bacheche dei principali social media. Parlando di Wine Destinations, non potevamo ignorare quanto accaduto il 26 luglio scorso a Vibo Valentia, dove gli organizzatori della manifestazione Vicoli diVini hanno voluto mettere in scena, in collaborazione con le principali istituzioni locali, un interessante forum dal titolo: “ Il vino come traino dello sviluppo calabrese: un’analisi sulla promozione nazionale e internazionale” Tra i relatori Roberto Zoppi, Presidente di ITALJUG – Camera di Commercio Italiana per la Serbia e il Montenegro. Due Paesi che sicuramente non ricorrono spesso come prime mete di sbocco per i processi di internazionalizzazione. Ho quindi deciso di fare qualche domanda al Dott. Zoppi con lo scopo di saperne di più su questi Paesi e sull’istituzione di cui è a capo. Quali sono le ragioni che hanno portato alla creazione di una Camera di Commercio Italiana per Serbia e Montenegro?  L’Italia è praticamente da sempre uno dei principali partner commerciali della Serbia, da sempre nella top 3 superata solo dalla Germania. Un player commerciale fondamentale per ciò che concerne import-export. Da sempre tra le prime nazioni investitrici in Serbia. In modo particolare l’Italia vanta degli investimenti molto importanti come per esempio lo stabilimento produttivo di FIAT e gli investimenti di San Paolo, tra i principali attori a livello internazionale nel settore bancario. Tutto questo, unitamente al crescente interesse per il Montenegro, ha costituito le premesse per creare, nel 1992, ITALJUG. Un soggetto che si propone di supportare le aziende italiane interessate ad operare nel mercato di Serbia e Montenegro per esportare i propri prodotti e quindi realizzare una presenza commerciale stabile in questi mercati. A chi si rivolge ITALJUG e cosa propone? ITALJUG è una Camera di Commercio iscritta alla Sezione di Unioncamere come Camere di Commercio Italo Estere ed Estere in Italia. Si propone di supportare le aziende italiane interessate ad operare nel mercato di Serbia e Montenegro per esportare i propri prodotti e quindi realizzare una presenza commerciale stabile in questi mercati. Ci rivolgiamo anche ad aziende che sono interessate a realizzare investimenti produttivi nelle due aree oppure ancora aziende che sono invece interessate a reperire nei mercati di Serbia e Montenegro materie prime oppure prodotti semilavorati o ancora ad allacciare rapporti di collaborazione industriale con fornitori locali. La nostra Camera di Commercio lavora con le aziende italiane fornendo una gamma il più possibile ampia di servizi quali per esempio la realizzazione di attività promozionali come presenza in manifestazioni fieristiche oppure missioni imprenditoriali ancora invece servizi più operativi come consulenza tributaria, societaria e fiscale rivolta a chi intende effettuare investimenti in loco. La nostra attività è in particolar modo concentrata sulle piccole medie imprese che sono quelle aziende che hanno poi maggiore necessità di servizi esterni per poter compensare una carenza di risorse operative sia finanziarie che umane. Possiamo quindi considerare Serbia e Montenegro come mercati di sbocco per il vino italiano? Partiamo da una premessa: la Serbia e il Montenegro sono due paesi di piccola dimensione. La Serbia ha una popolazione di circa 8 milioni di abitanti con una capacità di spesa abbastanza limitata stante il fatto che il reddito medio di un cittadino serbo è di circa 500-600 €. Questo significa che la Serbia, per ciò che concerne i prodotti vinicoli, deve essere considerata come un mercato di nicchia. Attualmente il mercato serbo è valutabile e su circa 1 miliardo di euro questi sono dati che sono stati stimati per quanto riguarda il 2020 con un consumo medio pro capite che viene valutato circa intorno ai 10-15 litri per anno. Il consumatore serbo consuma vino abitualmente durante i pasti e in occasioni equiparabili al nostro aperitivo o al consumo dopo cena. Attualmente nel mercato serbo sono presenti numerosi vini italiani e il nostro paese è tra i primi tre esportatori in Serbia per prodotti vinicoli. Si stima che circa un quarto del mercato serbo sia rappresentato da prodotti importati. I vini italiani che sono presenti in Serbia sono soprattutto vini piemontesi toscani e veneti. C’è una scarsa presenza di vini di altre regioni in particolare di vini del sud Italia. I canali di consumo dei vini italiani sono sia il settore Ho.Re.Ca che la distribuzione. Il consumatore serbo ha una buona conoscenza del prodotto e quindi è in grado di distinguere tra prodotti di alta qualità e di bassa qualità. Attualmente sul mercato serbo vengono venduti sia prodotti con livello di prezzo medio basso che prodotti con livello di prezzo medio alto. La quantità però che viene acquistata è inferiore rispetto a quella che può essere la media di acquisto di un cittadino italiano o di altre mete vinicole europee. Il Forum di Vicoli diVini ha voluto portare alle cantine Calabresi un pool di esperti in campo internazionale che potessero condividere degli aspetti pratici e oprativi per approcciare i rispettivi mercati. Quali consigli per avvicinarsi efficacemente a Serbia e Montenegro? Per poter operare efficacemente in Serbia è sicuramente necessario seguire alcune strade fondamentali. La prima è quella di realizzare una efficace collaborazione con un partner locale quindi un importatore o distributore, senza il quale è sostanzialmente molto difficoltoso poter essere presente nel Paese. La seconda strada che deve essere perseguita è quella dell’attività promozionale. Cercare di promuovere il proprio prodotto focalizzandosi sia sul brand che sulla qualità del prodotto stesso. Importante anche fare rete con altre aziende, così come risulta molto importante partecipare a manifestazioni fieristiche e realizzare attività promozionali come degustazioni e incontri di networking. Terzo elemento che è fondamentale è quello di considerare come canale di sbocco non soltanto il settore della distribuzione ma anche il settore Ho.Re.Ca che oggi rappresenta un buon punto di partenza per quanto riguarda l’introduzione del vino italiano nel mercato nel mercato serbo. Un elemento da considerare è la particolare legislazione della Serbia che prevede che ci sia un dazio pari al 30% sui prodotti importati. Esiste una quota pari a 25.000 ettolitri di vino che può essere importata senza dazi, sorpassata questa quota ogni successivo litro di vino importato deve essere gravato dal dazio. Per quanto riguarda il Montenegro il mercato interno è chiaramente molto piccolo perché sono 600.000 abitanti e quindi una realtà molto limitata quasi una regione, paragonabile per estensione geografica, all’Abruzzo e al Molise sebbene con capacità di spesa certamente superiore a quelli della Serbia. Tuttavia, rappresenta uno sbocco molto importante per il settore Ho.Re.Ca per tutta la parte costiera, ricca di attività turistiche, che conta un numero molto importante di visitatori e turisti che provengono da tutta Europa. Questo consente di avere un consumatore con una elevata capacità di spesa e permette di poter proporre vini di segmento più alto. Anche in questo caso, l’importatore si rivela una figura importantissima, unitamente ad attività promozionali sempre più mirate e cucite sul brand da proporre. Progetti futuri per ITALJUG? Negli ultimi anni ITALJUG ha sviluppato e realizzato molteplici progetti legati al settore dell’agro alimentare italiano promuovendo in Serbia e Montenegro vari prodotti tipici della gastronomia italiana come per esempio la norcineria Toscana piuttosto che, sempre per la Toscana, la carne fresca di Chianina e di Cinta Senese. Abbiamo sviluppato anche molti progetti legati alla promozione del vino italiano nel mercato di Serbia e Montenegro; in tal senso nei prossimi nei prossimi mesi andremo a sviluppare un progetto legato alla promozione dei vini siciliani attraverso la realizzazione di sei attività promozionali che consisteranno in quattro masterclass e due cene di gala, in cui saranno coinvolti i principali operatori commerciali – importatori distributori – serbi e montenegrini e i principali rappresentanti istituzionali con un ruolo fondamentale nella realtà economica serba e nell’interscambio tra i due Paesi e l’Italia. Ringraziamo Roberto Zoppi, Presidente di ITALJUG – Camera di Commercio Italiana per la Serbia e il Montenegro per averci fornito un quadro dettagliato su due Paesi di sicuro interesse sia per le aziende vinicole Italiane che per i lettori di InternazionalMente. Per informazioni e approfondimenti: info@italjug.com   A cura di: Riccardo Rabuffi
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29 Aprile, 2022

Vietnam: motore di crescita nell’ ASEAN post pandemia  

Giungiamo con piacere al terzo articolo di InternazionalMente. Dopo una doverosa introduzione della rubrica e un focus sul mercato UK parliamo ora di Vietnam: un mercato da sempre in forte crescita che ricopre un ruolo fondamentale nel moto di crescita e recovery post pandemico per l’intera area ASEAN.  Il Sud Est Asia si conferma una zona strategica per le esportazioni Italiane ma anche per il flusso contrario in regime di import. Pochi giorni fa sono stati veicolati, tramite il network della Camera di Commercio Italiana per il Sud Est Asia, interessanti dati relativi agli sviluppi e ai trend del Paese in regime post pandemico.  Una forza lavoro in crescita, una classe media emergente, un fenomeno di rapida urbanizzazione accompagnato da massicci investimenti infrastrutturali,  l’entrata in vigore di due importanti accordi internazionali il libero scambio tra Unione Europea e Vietnam (EVFTA) e l’accordo di Partenariato Economico Globale Regionale (RCEP) rendono il Paese locomotiva di sviluppo e crescita nonché porta strategica per l’ingresso al vasto mercato del Sud Est Asiatico. L’Italia è ad oggi il quarto partner commerciale del Vietnam nel contesto europeo, con un volume commerciale inferiore solamente a quelli di Paesi Bassi, Germania e Francia. Il Vietnam è già il principale partner commerciale dell’Italia tra i Paesi dell’ASEAN, e negli ultimi anni il valore dell’interscambio commerciale ha mostrato una crescita costante. Secondo i dati forniti dal Dipartimento Generale delle dogane vietnamita, negli ultimi anni le esportazioni del Vietnam verso l’Italia sono aumentate progressivamente sino a raggiungere i 3,44 miliardi di dollari nel 2019; l’export italiano verso quel Paese asiatico è ammontato nello stesso periodo a 1,52 miliardi di dollari. Nel 2020, la pandemia da Covid-19 ha causato una flessione del valore del commercio bilaterale a 4,62 miliardi di dollari, ma i dati relativi al 2021 hanno evidenziato un balzo in avanti notevole. La dinamica della domanda globale vietnamita conferma il profilo di un’economia in rapida crescita, strutturata attorno agli investimenti, all’industria manifatturiera e alla fabbricazione e trasformazione di prodotti a valore aggiunto per l’esportazione. La rapida crescita di una classe media emergente che ad oggi rappresenta circa il 13 per cento della popolazione complessiva e i suoi consumi pro capite, stanno convergendo rapidamente verso la media dell’ASEAN. Il tenore di vita è aumentato di pari passo con il reddito medio pro capite, che dovrebbe continuare a crescere ad un tasso medio del 7 per cento annuo sino al 2024. L’andamento tendenziale di PIL e il reddito faranno da forte traino alla domanda di beni di consumo e si prevede che i consumi pro capite si allineeranno alla media ASEAN entro il 2035. Per quanto riguarda il settore Food & Beverage, la crescita della classe media, unita al processo di urbanizzazione e ad una popolazione relativamente giovane, dovrebbero alimentare nei prossimi anni le importazioni di alimenti e bevande di qualità. L’industria alimentare e delle bevande italiana ha già acquisito un significativo capitale d’immagine nel contesto dell’ASEAN, e il Vietnam si prefigura come uno dei mercati più promettenti in tale ambito regionale. Uno studio di KPMG, stima un consumo di alimenti e bevande italiane pari a due miliardi di dollari entro i prossimi dieci anni. Opportunità si profilano per le eccellenze nostrane come pasta, olio extravergine di oliva, conserve e vino.  Il quadro post pandemico è incoraggiante. A conferma di ciò, la totale ripartenza delle fiere in presenza nei principali poli dell’area: FOOD PACK ASIA  2022 AUTOMOTIVE ENGINEERING ASIA  THAIFEX – WORLD OF FOOD ASIA  FOOD & HOTEL ASIA 2022  PROWINE SINGAPORE 2022 ASEAN SUSTAINABLE ENERGY WEEK  FOOD & HOTEL THAILAND Diverse le forme di sostegno disponibili per le aziende che intendono avvicinarsi ai Paesi ASEAN. A cura di Riccardo Rabuffi
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9 Marzo, 2022

Mercato UK #Nonostantetutto 

Con questo articolo intendo fornire qualche spunto sul mercato del Regno Unito UK nel tentativo di decifrarne i recenti segnali e di interpretarne alcune nuove dinamiche operative. Diversi miei colleghi nella redazione di WineTales Magazine hanno utilizzato delle appropriate citazioni cinematografiche per introdurre o sostenere i propri pezzi. Trovo questo metodo calzante e funzionale. Ho quindi deciso di utilizzare anche io una citazione cinematografica per fornire una suggestione ai poliedrici fruitori del nostro Magazine.  Il film che ho scelto è: “Lemony Snicket – Una serie di sfortunati eventi” lascio a voi lettori di InternazionalMENTE il divertente esercizio di associare i personaggi e le vicende del film ai vari soggetti e alle diverse situazioni della recente scena Inglese, soprattutto nell’ambito del commercio e delle relazioni internazionali. Il titolo del film ci è infatti sufficiente a introdurre un primo concetto molto importante.  A partire dal giugno 2016, momento in cui il “Sì” ha decretato l’esito referendario su Brexit, si sono susseguiti una serie di eventi che hanno contribuito a mettere in crisi il cosiddetto “Sistema Paese Britannico”. Cito solamente i più significativi: l’inaspettato esito del referendum su Brexit, la complicata gestione degli 11 mesi del “Periodo di Transizione”, le difficoltà nel preparare gli attori economici inglesi ai cambi operativi per la gestione del proprio “everyday business”, lo scoppio della pandemia globale di Covid-19 nelle sue diverse ondate e in ultimo le recentissime e dirompenti  evoluzioni geo-politiche. Solo la metà di questi fattori potrebbero garantire materiale importante a un qualsiasi sceneggiatore di disaster movies. A questi fattori si aggiunge poi una difficoltà oggettiva ad avere dei dati attendibili che possano fedelmente rispecchiare gli andamenti reali dei flussi commerciali tra EU e UK fornendo agli operatori economici degli strumenti validi su cui basare le proprie decisioni.  Diversi osservatori comparano i primi mesi del 2022 allo stesso periodo del 2018 considerandolo l’ultimo “anno normale” e consegnando di fatto il 2019 / 2020 all’oblio statistico. Altri registrano, giustamente, degli scostamenti dovuti a un riassetto delle dinamiche operative legate ai flussi logistici che restituiscono degli scenari, relativi alla performance del vino italiano in UK, meno brillanti di quanto non siano in realtà.  A seguito di questa “Serie di sfortunati eventi”, le certezze sono poche, ma ci sono. Tra le principali, la costanza della domanda relativa al vino e ai prodotti alimentari italiani. Altro elemento fondamentale è l’evoluzione della figura dell’importatore. Non solo come soggetto necessario per far arrivare il prodotto nel Paese, ma come “garante”, insieme ad un serio operatore logistico, della corretta applicazione della procedura di importazione. Sulla spinta di questi eventi traumatici, l’importatore evolve diventando sempre più un player non solo necessario ma funzionale a un sano e proficuo processo di internazionalizzazione nel Paese. Oltre a espletare le necessarie burocrazie, egli diventa fornitore di un servizio puntuale per garantire, anche a quei clienti che prima di Brexit riuscivano a importare in autonomia, consegne efficienti, disponibilità di stock e piani di rifornimento tarati sulle nuove tempistiche procedurali.  I piccoli Wine Merchants che lavoravano principalmente con groupage da varie cantine Italiane, hanno subito un aumento di costi e una complicazione burocratica non indifferente. Ecco quindi che in soccorso arrivano triangolazioni commerciali o nuovi corridoi logistici. A questo aggiungiamo il ritorno in auge dei magazzini in sospensione accisa, una logistica distributiva capillare, meglio se “Lean” e magari la possibilità di lavorare con un importatore che serva parallelamente il B2C e il B2B.  Il mercato del Regno Unito UK si conferma uno dei mercati principali per il nostro vino. Un mercato che resiste e si modifica #Nonostantetutto. Sono indubbiamente cambiate le regole del gioco. L’invito alle cantine italiane, soprattutto le medio piccole, è quello di studiare queste nuove regole, farle proprie e imparare a integrarle nel proprio modello di business, ma soprattutto di non smettere di giocare… A cura di Riccardo Rabuffi
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9 Febbraio, 2022

Il mondo italiano del vino. Il vino italiano nel mondo 

Una rubrica sull’internazionalizzazione nel mondo del vino. Questa la sfida lanciatami da WineTales che ho subito accettato con entusiasmo.  Non nego d’aver vissuto quel momento come il raggiungimento di un piccolo grande traguardo professionale. Dal 2011 mi occupo di mercati esteri: ho trascorso due anni in West Africa importando vino per il mercato locale, sono alla guida di una società il cui scopo è quello di accompagnare le aziende italiane all’estero, abbiamo gestito il nostro ufficio locale a Londra e, recentemente, ho avuto l’onore di entrare nel Consiglio Direttivo della Camera di Commercio Italiana per il Sud Est Asiatico.  Delineare il perimetro di questo spazio non è stato facile. L’internazionalizzazione nel mondo del vino è ormai diventato un argomento più che consolidato e molte aziende hanno iniziato, a vari livelli, a relazionarsi quotidianamente con gli aspetti di questo processo fondamentale per il proprio sviluppo. Inoltre, trattare questi temi con un taglio istituzionale e formale non sarebbe stato per nulla in sintonia con lo spirito informativo e coinvolgente, tipico di WineTales Magazine.  Nasce così “InternazionalMente” una rubrica dedicata all’internazionalizzazione del vino, ai mercati esteri, ai casi di successo, a quelli di insuccesso e a tutti gli specifici trending topics del momento.  Partiamo dal nome: InternazionalMente riassume l’essenza di quanto mi piacerebbe trasmettere in questo spazio. Non solo nozioni, dati e casi studio ma degli spunti, dei momenti di riflessione, degli input e delle curiosità che possano aiutare a formare nel lettore un pensiero e una visione critica e futuribile delle principali dinamiche internazionali.  Uno strumento insomma che possa contribuire a rendere ancora più internazionale il pensiero e la forma mentis di tutti gli operatori del vino.  Proseguiamo con il “claim” Il mondo italiano del vino – il vino italiano nel mondo.  Questo elemento intende delineare ulteriormente il campo d’azione della rubrica. Da un lato il focus sarà principalmente applicato sulle cantine italiane, sui vitigni, sui territori e sui prodotti. Dall’altro verranno poi esaminati specifici mercati, analizzate le principali strategie di avvicinamento, raccontati i maggiori macro contesti capaci di accogliere le eccellenze del nostro Paese.  Infine, lo scopo. Gli articoli che si avvicenderanno in questa rubrica non avranno la presunzione di insegnare nulla a nessuno. Serviranno per generare interesse, far scaturire riflessioni e discussioni. In questo modo, chi si affezionerà a “InternazionalMente” avrà un luogo dove tornare quando vorrà prendere spunto per una specifica attività estera o avere un’opinione informata su temi tanto attuali quanto fluidi. Temi che, nella maggioranza dei casi, non hanno un giusto o uno sbagliato ma possono assumere risvolti diversi a seconda di come vengono contestualizzati e raccontati.  Ecco quindi che la famiglia WineTales si allarga. Dopo Passione, Storia, Cultura, Design, Turismo e Legge, anche il “Pensiero Internazionale” entra a far parte di questo sistema per raccontare un comparto trainante per la nostra economia e per il nostro export nel mondo.  A cura di Riccardo Rabuffi
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