Regno Unito UK
09 Mar 2022
InternazionalMente

Mercato UK #Nonostantetutto 

Con questo articolo intendo fornire qualche spunto sul mercato del Regno Unito UK nel tentativo di decifrarne i recenti segnali e di interpretarne alcune nuove dinamiche operative.

Diversi miei colleghi nella redazione di WineTales Magazine hanno utilizzato delle appropriate citazioni cinematografiche per introdurre o sostenere i propri pezzi. Trovo questo metodo calzante e funzionale. Ho quindi deciso di utilizzare anche io una citazione cinematografica per fornire una suggestione ai poliedrici fruitori del nostro Magazine. 

Il film che ho scelto è: “Lemony Snicket – Una serie di sfortunati eventi” lascio a voi lettori di InternazionalMENTE il divertente esercizio di associare i personaggi e le vicende del film ai vari soggetti e alle diverse situazioni della recente scena Inglese, soprattutto nell’ambito del commercio e delle relazioni internazionali. Il titolo del film ci è infatti sufficiente a introdurre un primo concetto molto importante. 

A partire dal giugno 2016, momento in cui il “Sì” ha decretato l’esito referendario su Brexit, si sono susseguiti una serie di eventi che hanno contribuito a mettere in crisi il cosiddetto “Sistema Paese Britannico”. Cito solamente i più significativi: l’inaspettato esito del referendum su Brexit, la complicata gestione degli 11 mesi del “Periodo di Transizione”, le difficoltà nel preparare gli attori economici inglesi ai cambi operativi per la gestione del proprio “everyday business”, lo scoppio della pandemia globale di Covid-19 nelle sue diverse ondate e in ultimo le recentissime e dirompenti  evoluzioni geo-politiche. Solo la metà di questi fattori potrebbero garantire materiale importante a un qualsiasi sceneggiatore di disaster movies. A questi fattori si aggiunge poi una difficoltà oggettiva ad avere dei dati attendibili che possano fedelmente rispecchiare gli andamenti reali dei flussi commerciali tra EU e UK fornendo agli operatori economici degli strumenti validi su cui basare le proprie decisioni. 

Diversi osservatori comparano i primi mesi del 2022 allo stesso periodo del 2018 considerandolo l’ultimo “anno normale” e consegnando di fatto il 2019 / 2020 all’oblio statistico. Altri registrano, giustamente, degli scostamenti dovuti a un riassetto delle dinamiche operative legate ai flussi logistici che restituiscono degli scenari, relativi alla performance del vino italiano in UK, meno brillanti di quanto non siano in realtà. 

A seguito di questa “Serie di sfortunati eventi”, le certezze sono poche, ma ci sono. Tra le principali, la costanza della domanda relativa al vino e ai prodotti alimentari italiani. Altro elemento fondamentale è l’evoluzione della figura dell’importatore. Non solo come soggetto necessario per far arrivare il prodotto nel Paese, ma come “garante”, insieme ad un serio operatore logistico, della corretta applicazione della procedura di importazione. Sulla spinta di questi eventi traumatici, l’importatore evolve diventando sempre più un player non solo necessario ma funzionale a un sano e proficuo processo di internazionalizzazione nel Paese. Oltre a espletare le necessarie burocrazie, egli diventa fornitore di un servizio puntuale per garantire, anche a quei clienti che prima di Brexit riuscivano a importare in autonomia, consegne efficienti, disponibilità di stock e piani di rifornimento tarati sulle nuove tempistiche procedurali. 

I piccoli Wine Merchants che lavoravano principalmente con groupage da varie cantine Italiane, hanno subito un aumento di costi e una complicazione burocratica non indifferente. Ecco quindi che in soccorso arrivano triangolazioni commerciali o nuovi corridoi logistici. A questo aggiungiamo il ritorno in auge dei magazzini in sospensione accisa, una logistica distributiva capillare, meglio se “Lean” e magari la possibilità di lavorare con un importatore che serva parallelamente il B2C e il B2B. 

Il mercato del Regno Unito UK si conferma uno dei mercati principali per il nostro vino. Un mercato che resiste e si modifica #Nonostantetutto. Sono indubbiamente cambiate le regole del gioco. L’invito alle cantine italiane, soprattutto le medio piccole, è quello di studiare queste nuove regole, farle proprie e imparare a integrarle nel proprio modello di business, ma soprattutto di non smettere di giocare…

A cura di Riccardo Rabuffi