Le storie di Wine in Venice

Le storie di Wine in Venice, una rubrica a cura della Redazione

un continuo focus sulle attività di Wine in Venice, il nostro evento che va in scena ogni anno a Gennaio a Venezia.

Ma che cosa è Wine in Venice?
Sostenibilità, innovazione ed etica…La città di Venezia il grande evento del  dedicato al vino ed alle sue meravigliose storie.
Il vino sbarca a Venezia e lo fa in grande stile, come impone la magia di questa città, Venezia a Gennaio diventa il centro enoico del nostro paese, ospitando il  Red Carpet del vino per un evento semplicemente iconico.

Un evento rivolto a operatori ma anche al pubblico di appassionati, con un nucleo principale di tre giorni, ricco di momenti di confronto, degustazioni, presentazioni e spunti di riflessione per delineare i prossimi passi decisivi del settore.

Lasciati appassionare dalle storie di Wine in Venice!

Link al sito: wineinvenice.com

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13 Luglio, 2023

Paesaggio e Cura: il calice di vino a sublimazione dell’opera

“Coltivare il paesaggio con la cura e l’attenzione che si hanno per le cose più care. La vite al centro del nostro agire sul terroir e il calice di vino a sublimazione dell’opera.” Questo è Grosjean Vins. L’intenzione della Famiglia Grosjean è quella di avvicinare sempre di più l’enoturista al mondo della vigna, per trasmetterne la vera identità: i nostri vigneti sono spettacolari tutto l’anno, in autunno come in primavera, perché si tratta di un ecosistema sano, pulito e biologico, in pieno equilibrio con l’ambiente, in cui passeggiare, svolgere delle cene a cielo aperto e trascorrere del tempo liberamente a contatto con la più viva e vera natura di montagna.   TraMonti diVini di Grosjean Vins tornano le iconiche degustazioni tra i vigneti della Valle d’Aosta le ormai celebri “Soirées Valdotâines” tra le vigne Tzeriat della Famiglia Grosjean sono “The Place to be” per l’estate 2023. Un solo spirito anima quest’inedita esperienza sensoriale: l’ambizione di condividere con gli amici una verticale di vini, della buona musica e un tramonto alpino immersi in un ecosistema che coniuga il legame tra gli elementi della natura e la memoria del territorio. Sono sei le edizioni di queste passeggiate tra le vigne, nate nel 2018 per festeggiare i 50 anni di attività della cantina e per offrire un nuovo tipo di degustazione enogastronomica. Questa nuova edizione vede tre novità protagoniste delle serate, i TraMonti diVini “Gourmand”, i TraMonti diVini “Dîner” e la possibilità di iscriversi all’esclusivo “Grosjean Wine Club”. Nel palcoscenico unico della vigna Tzeriat e nello splendore del tramonto si assaggiano etichette che sono espressione dell’identità del territorio e testimoni della qualità della vitivinicoltura valdostana. Gli appuntamenti previsti per l’estate 2023 sono quattro: Venerdì 28 luglio e venerdì 4 agosto si celebrano i TraMonti diVini “Gourmand”, due serate che prevedono l’Ukulele di Silvana Bruno in abbinamento alle specialità selezionate da Stefano Lunardi della boutique Antica Latteria Erbavoglio di Aosta. Mercoledì 26 luglio e mercoledì 2 agosto si scoprono gli inediti TraMonti diVini “Dîner”, la novità del 2023 dove la musica della valdostana Katia Perret accompagna lo show cooking del Catering Le Vélo. Le serate saranno accompagnate da Rudy Sandi, storico della viticoltura e sapiente ampellografo, e con la possibilità di iscriversi all’esclusivo “Grosjean Wine Club”. La Famiglia Grosjean ha iniziato il 2023 con la premiazione alla Manifestazione Wine Venice come migliore cantina rappresentante della regione Valle D’Aosta per Etica, Sostenibilità e Innovazione e continua a sorprenderci con le sue innovative attività, valorizzando il Terroir per proteggerlo ed essere dei veri custodi di un motivo di vita. A cura di Elisa Pesco  
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28 Marzo, 2023

Vi portiamo in miniera alla scoperta di Nove Lune

Vi portiamo in miniera alla scoperta di Nove Lune! Inizia con questo articolo un viaggio tra le venti cantine che hanno sfilato sul red carpet del vino italiano a Venezia, andato in scena lo scorso gennaio nella meravigliosa cornice della Grande Scuola della Misericordia per la prima edizione di Wine in Venice. Un viaggio che inizia dalla miniera e la piena consapevolezza di un patrimonio inestimabile che è la biodiversità. Un percorso attraverso la Miniera Costa Jels, un vero e proprio Ecomuseo grazie all’unione di tre concetti fondamentali il patrimonio, il territorio e la popolazione. Siamo a Gorno in provincia di Bergamo, nella Miniera Costa Jels, lunga 230 Km che inizia la sua storia circa duemila anni fa, un vero e proprio viaggio dello zinco tra alpeggi e miniere. Camminando lungo i corridoi si riscopre la dura vita dei minatori che durante il giorno lavoravano alla ricerca di Zinco, Galena e Piombo e la sera rientrando nelle loro case si occupavano della vita pastorale. Alessandro Sala, proprietario ed enologo della cantina Nove Lune ci accompagna in questo percorso per mostrarci la sua filosofia: “Volevo arrivare a produrre vini di qualità senza inquinare me stesso, l’ambiente e il consumatore finale” Le sue bottiglie sono in uno dei corridoi della miniera dove passano la loro stagione di affinamento. La miniera è un ottimo habitat sostenibile per l’affinamento del vino in bottiglia, temperature basse e pressocchè costanti senza alcuna necessità di refrigerare ulteriormente durante i periodi estivi, avendo quindi un’impatto di CO2 pari a zero, umidità del 95% circa che non impatta sulle bottiglie sigillate. Rispettoso dell’ambiente circostante e di se stesso, Alessandro ha deciso di produrre tramite coltivazione biologica, una varietà di viti scelte che resistono naturalmente alle malattie (Piwi) producendo vini di qualità, eliminando quasi completamente l’uso di anticrittogamici e altre sostanze chimiche. Inoltre per mantenere una migliore qualità delle uve tutte le pratiche colturali vengono effettuate manualmente tenendo volontariamente le rese molto basse, praticando la tecnica dell’inerbimento per favorire la biodiversità e portando quindi l’intervento umano al minimo indispensabile come nel caso della potatura. Anche la cantina è stata progettata per avere un impatto quanto più basso possibile grazie ai materiali utilizzati. Come dicevo in apertura, il 2023 è iniziato per la cantina Nove Lune con la premiazione alla Manifestazione Wine Venice come migliore cantina rappresentante della regione Lombardia per Etica, Sostenibilità e Innovazione portando in degustazione il Rukh un orange wine biologico. Tantissimi i progetti che Alessandro ed al suo collaboratore Gabriele Valota hanno programmato, accenno solo ad uno di questi legato al metodo classico Costa Jels che affina per 60 mesi in miniera, ottenuto da vitigni resistenti e prodotto in edizione limitata, solo 1200 bottiglie che saranno pronte nel 2025. Concludiamo il giro in miniera con la degustazione dei vini Nove Lune insieme ad Alessandro, Gabriele e la cucina di prodotti tipici locali presso la Trattoria Il Frassino le cui recensioni sono veramente di alto livello incontrando cordialità e accoglienza oltre che, buon cibo! Durante la degustazione siamo passati dal vino bianco “310” con affinamento in barrique, al metodo ancestrale “HEH”, continuando con il “Rukh”  l’orange wine biologico cui accennavo prima, per finire con il “Theia”, un passito che accompagna  bene la fine pasto. E ancora, dopo il caffè, “l’Amaro Misma” che viene prodotto con infusione di 17 erbe aromatiche estratte e miscelate con il vino rosso della stessa cantina. La descrizione di questi vini è puramente superficiale in quest’articolo perchè ciascuno di essi meriterebbe un approfondimento dettagliato per trasmetterne in pieno il potenziale, mi limito a farvi incuriosire per farveli scoprire con i vostri stessi sensi direttamente in cantina. A cura di Elisa Pesco  
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18 Luglio, 2022

Il Metaverso non deve fare paura...

Il Metaverso non deve fare paura, è il futuro ed è a portata di mano, cerchiamo adesso di addentrarci in questo mondo ancora tutto da scoprire. Ho avuto il piacere di partecipare, diverse settimane fa, ad un’interessantissima serata dove il protagonista è stato il vino e il metaverso, come questa nuova tecnologia può essere d’aiuto alle cantine, ai produttori e all’enoturismo? Ce lo spiega Augusto Faglia COO Vanilla Innovations, Inc. Metaverso è un termine coniato da Neal Stephenson nel racconto cyberpunk Snow Crash, dove viene descritto come una sorta di realtà virtuale condivisa tramite internet, dove si è rappresentati in tre dimensioni attraverso il proprio avatar. Stephenson caratterizza il Metaverso come un’immensa sfera all’interno delle quale ogni persona può realizzare in 3D ciò che desidera, negozi, uffici, nightclub e altro, il tutto potenzialmente visitabile dagli utenti. La realtà virtuale è l’ambiente media nativo del Metaverso. La scelta della virtualità deriva dalla convergenza di due grandi modelli della computer science: l’ubiquitous computing, dove l’informatica è fatta per apparire sempre e ovunque con lo sviluppo di dispositivi mobili, sempre più leggeri e potenti, indossabili e il cloud computing che permette l’accesso ai dati e la loro conservazione praticamente infinita. La forza del Metaverso è la sua adattabilità; esistono infatti innumerevoli applicazioni che possono trovare terreno fertile nel Metaverso: L’entertainment in primis. Non solo il gaming e l’e-sport, ma molto di più. Abbiamo già avuto modo di vedere e partecipare ad eventi unici, originali e capaci di sfruttare le risorse interne al mondo in cui si svolgono. Spettacoli virtuali nativi, come il concerto di Travis Scott a Fortnite, in gradi di raccogliere un pubblico enorme. Il Fashion. Abbiamo già assistito ai primi tentativi di aperture di flagship store nei Metaversi più famosi da parte di griffe internazionali. Diesel, Dolce e Gabbana, Gucci, Balenciaga. L’elenco è già molto lungo, ma è destinato ad allungarsi ancora. Parlando di fashion, non si può poi non citare La ‘’Metaverse Fashion Week’’, che ha avuto luogo lo scorso marzo a Decentraland, e che ha rappresentato la prima e più grande fashion week interamente digitale del mondo con quattro giorni di sfilate e oltre 60 brand, designer e artisti dai nomi noti. E poi formazione e istruzione, arte, teatro e design oltre a scienza sociali, marketing e comunicazioni per finire con uffici virtuali e intere città virtuali sovrapponibili alle mappe reali ed estensibili affinché contengano e mostrino nuovi progetti, idee e provocazioni architettoniche.   ED IL VINO? Anche nel caso del vino si sono già verificati i primi timidi tentativi di entrare nel Metaverso. È già nato un intero Metaverso creato attorno al vino, ma il modello Expo è a nostro avviso un modello superato difficilmente in grado di attirare gli utenti non appartenenti al mondo del vino. Una tecnologia nuova basata su un approccio antico.  L’idea di Vanilla Innovation è creare Metaspazi all’interno di uno o più Metaversi avvicinandosi così agli utenti comuni, quelli che magari non bevono vino tutti i giorni, ma sono comunque interessati o incuriositi, ai giovani, agli appassionati di turismo esperienziale. Alcuni teatri polifunzionali e polimorfi che si concentrino non tanto sugli aspetti tecnici, ma contenutistici: nasce così l’Enonautilus Wine Theatre. ENONAUTILUS WINE THEATRE EWT è un concept destinato a vivere all’interno di molti metaversi, spazi creati da Vanilla Innovations, per fornire alle Cantine uno spazio dove poter promuovere i propri vini ed i propri territori ad un pubblico nuovo, connesso, aperto alle novità tecnologiche. L’ultra citata Generazione Z che si avvicina con occhi non velati da dubbi a questi ambienti e grazie a questo approccio ne comprendono appieno il valore. EWT non è però solo Metaverso, bensì un ponte che unisce virtuale e reale ed attraverso il quale i cui sapori, i colori ed i profumi dei territori e delle Cantine Vinicole coesistono nelle due realtà completandosi vicendevolmente. LA FORMA EWT può presentarsi come un museo di NFT così come uno spazio aperto dove tenere conferenze e presentazioni o come l’interno di un wine bar dove scambiare quattro chiacchiere con gli amici di tutto il mondo. Queste forme hanno come unica utilità il farci rimanere nella nostra ‘’confort zone’’, di rammentarci che siamo in un mondo ideato per l’uomo, con le regole dettate dall’uomo. Se tuttavia riuscissimo a liberarci dalle regole ‘’fisiche’’ ecco che allora EWT potrebbe trasformarsi in una terrazza fluttuante per incontri con i clienti, un ampio spazio espositivo senza pareti di fronte ad un oceano di bit. In sostanza: una struttura polimorfica delimitata esclusivamente dalla funzione che deve ricoprire. I VANTAGGI PER LE CANTINE Il Metaverso cambierà i paradigmi di narrazione e interazione con la realtà: un’estensione tridimensionale di Internet, controllata solo dagli utenti. Siamo alla vigilia di una nuova rivoluzione tecnologica, ad un nuovo World Wide Web. Esserci significa garantirsi uno spazio espositivo aperto a tutto il mondo e fruibile in tutte le lingue; significa innovare; modificando la percezione che le aziende hanno di noi; significa vendere un prodotto nuovo: non necessariamente un vino, o un’esperienza, ma, forse, un tutt’uno di entrambe e di altre mille cose. Significa poter organizzare eventi, degustazioni e presentazioni di nuove etichette completamente nel Metaverso incuriosendo giornalisti e ospiti, che possono degustare il vino comodamente da casa loro, in Italia così come in Brasile o nelle Far Oer; significa cancellare i confini della comunicazione ed essere presenti ovunque, perché presenti qui ed ora. Arthur Sychov, uno dei massimi esperti in Metaverso e realtà virtuale, scrive di come nei prossimi dieci anni la maggior parte della popolazione mondiale userà tecnologie immersive per larga parte della giornata, sia per scopi lavorativi sia per scopi ricreativi, e di come il Metaverso sarà un luogo controllato solo dagli utenti, senza autorità centrale che imponga limiti. Conclude Augusto Faglia COO Vanilla Innovations, Inc.  Siamo orgogliosi di essere i primi in Italia (e non solo) ad aver creato un servizio unico per le aziende del vino, dove strategie di comunicazione e attività enoturistiche si fondono con le iOT e le tecnologie del Metaverso. Assieme permetteranno di unire indissolubilmente il mondo fisico al mondo virtuale, modificando le narrazioni in esperienze, potenziando sempre di più la realtà fisica del mondo vitivinicolo. A cura di Clara Maria Iachini      https://www.youtube.com/watch?v=RakajXgmc-E
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14 Luglio, 2022

Nuova iniziativa per "I Vini del Cuore"

Nuova iniziativa per “I Vini del Cuore”, era esattamente il 2 luglio 2021 quando Olga Sofia Schiaffino lanciava dal suo profilo instagram l’idea di una guida che parlasse di vino in modo emozionale, senza dare punteggi o giudizi tecnici. La prima edizione ha visto 20 bloggers descrivere 5 vini, tre della propria regione e due di un altro territorio italiano ed è stata affidata alla piattaforma Amazon. La guida è stata ufficialmente presentata a Dicembre 2021  a Montefalco in Umbria, dove i nostri bloggers sono stati ospiti delle cantine Antonelli San Marco e Scacciadiavoli. Nel mese di Aprile 2022 abbiamo organizzato un evento per presentare alcune delle aziende recensite in guida insieme alle cantine che avevano partecipato al format su ClubHouse Buongiorno in Vigna, ideato da Clara Maria Iachini @clarettablu,  presso l’ex convento dell’Annunziata a Sestri Levante: un momento di festa, condivisione e veramente ottimi vini in degustazione! Per la nuova edizione si è deciso di cambiare leggermente le modalità di partecipazione e sono stati selezionati 30 bloggers che hanno scritto di 3 vini ciascuno, senza alcun vincolo regionale, sempre restando in Italia. Ecco la grande novità! Per far conoscere i vini del cuore e raccontarli con passione, ma anche con la qualità che meritano, abbiamo manifestato il desiderio di stampare la guida affidandola a una professionista tipografo. Per realizzare il progetto e raggiungere la somma necessaria alla messa in stampa abbiamo lanciato sulla piattaforma Ideaginger.it una campagna di crowdfunding, che ognuno potrà sostenere da questo link.  Un progetto che è stato accolto con molto entusiasmo e che rispecchia la filosofia della guida, della community che vuole creare, del senso di appartenenza e di inclusività necessari per rendere questa opera editoriale davvero speciale e unica. Nella seconda edizione sono stati recensiti un centinaio di vini di altrettante aziende, bottiglie che possono essere acquistate perché reperibili sul mercato, in modo da promuovere l’esperienza della degustazione nel lettore, tecnico o solo appassionato che sia. E’ importante per questo progetto avere il sostegno di tutti, perché è una campagna del tipo “ tutto o niente”: qualora non si raggiungesse la cifra entro il 6 agosto 2022, i soldi versati tornerebbero al donatore. Per ringraziare la generosità e il sostegno a “ I vini del Cuore: emozioni da stampare” abbiamo pensato a bellissime ricompense, che variano dalla menzione in guida, alle masterclass con kit di 4 campioni di “ vini del cuore”, soggiorni in Liguria o in Umbria e una ricompensa speciale per le aziende, dedicata alla promozione del brand e alla comunicazione social. Siamo molto fiduciosi di realizzare il nostro sogno! A cura di Clara Maria Iachini 
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20 Giugno, 2022

Wine Sicily emozioni dall'isola

Wine Sicily emozioni dall’isola Avete dei posti del cuore? Quei luoghi dove ogni tanto sentite il bisogno di dover tornare? Quei paesaggi che vi sono rimasti impressi nello sguardo, dove se chiudete gli occhi quasi si percepiscono i profumi della terra, del mare, sentite le risate delle persone, bramate i tramonti sul mare, quando il sole scompare nella profonda acqua e lascia il posto al riflesso della luna, che lascia l’argento sulle onde: io sì. Quando Ugo Cosentino, @grandcrew mi ha invitata a Palermo per il festival Wine Sicily, non ho esitato un attimo ad accettare il suo invito. Amo tantissimo la Sicilia e non perdo mai occasione per tornarci, sono sempre stata affascinata da questa meravigliosa terra, dai suoi colori, profumi, ma soprattutto dal calore delle persone. Una terra davvero magica, è come se il tempo si dilatasse, non so se complice il caldo o gli stessi siciliani, ma appena metto piede in Sicilia diventa tutto più slow, rallento i ritmi, abbandono i pensieri e mi immergo nel calore di tutto. Terra di cultura e di storia, non solo artistica ma anche culinaria e vitivinicola, i sapori e i profumi, sono più intensi, i colori più caldi e i sapori più decisi e marcati. Ho molti amici in questa regione, molti sono dei produttori, che mi ammaliano con i loro nettari unici, tanti sono i vitigni autoctoni di questa terra, anche se la produzione di quelli internazionali ha comunque una vasta densità. Sono molti noti i vitigni a bacca bianca come lo Zibibbo (Moscato D’Alessandria), Carricante, Catarratto, Grecanico, Grillo, l’Inzolia (Insolia o Ansonica), la Malvasia di Lipari e il Moscato Bianco. Frappato, il Nerello Cappuccio e Mascalese, il Perricone o Pignatello sono invece le uve autoctone a bacca nera, impossibile conoscere tutte le cantine, ogni occasione di approfondimento per me è un’occasione da non perdere, imparo sempre qualcosa di nuovo e torno a casa con la valigia piena di sapere. Neanche una settimana fa stavo degustando a Palermo 50 vini alla cieca, prevalentemente siciliani, ma non solo, messi in degustazione per essere votati con altri 11 miei colleghi, provenienti da tutta Italia, ci è stato chiesto di fare da giuria e votare per assegnare il Premio Wine Sicily e il Premio Wine Sicily Vino dell’Estate, rispettivamente vinti dall’azienda Agricola Hibiscus con il suo igt Terre Siciliane Passito Zhabib 2021 e dall’azienda Salvatore Tamburello con il vino dell’estate 797N Catarratto non filtrato 2020 Doc Sicilia. Oggi dalla mia scrivania a Milano, mentre scrivo, guardo fuori la finestra, ma non vedo il mare, ricordo con lo stesso caldo addosso quell’esperienza meravigliosa di condivisione e studio, quei profumi inconfondibili, l’aria calda e rarefatta, in un tempo sospeso nella mia mente. “Sono stati tre giorni da record per la terza edizione di Wine Sicily, il festival dedicato al mondo del vino che si è svolto a Palazzo Riso dal 4 al 6 Giugno. Grande partecipazione è stata registrata nelle tre giornate che ha visto partecipare oltre 2500 persone che hanno potuto degustare circa 450 etichette proposte dalle 50 cantine presenti alla manifestazione. Sono state molto partecipate le quattro masterclass organizzate da Vinhood – in partnership con Biga Genio e Farina e Spumante 365 – che hanno allestito all’interno del Museo Riso lo spazio dell’ecosistema del gusto Vinhood, tra degustazione di vini e birre di 25 produttori partner. Wine Sicily è diventato ormai un punto di riferimento per le aziende siciliane stiamo lavorando ad un progetto che mira ad espandersi per il futuro con l’obiettivo di poter fare sempre meglio. Palermo ha bisogno di questi momenti, di questi eventi che puntano a fare rete tra le realtà commerciali presenti nel nostro territorio, dicono gli organizzatori.” A cura di Clara Maria Iachini 
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7 Febbraio, 2022

Nasce la prima guida social “I vini del Cuore”

“I vini del Cuore”, una guida per parlare di vino raccontando le emozioni suscitate da un assaggio che è diventato “speciale” per venti instagrammers. Ideata da Olga Sofia Schiaffino, sommelier e titolare del blog Wineloversitaly, la guida vuole dare voce alle esperienze autentiche di chi comunica il vino sui canali social, mettendo in risalto l’esperienza personale attraverso una descrizione principalmente orientata alla parte emozionale che ha suscitato la degustazione. La guida social “I vini del Cuore” si presenta come una raccolta di assaggi che hanno conquistato il cuore e il palato dei venti instagrammers.
Il 2 luglio 2021 dal profilo @wineloversitaly è stata promossa l’iniziativa di partecipare a una “non guida” – I vini del cuore- che raccogliesse gli assaggi che hanno generato emozioni e ricordi indelebili. I 45 “candidati” si sono cimentati postando una storia su instagram, descrivendo con una parola il loro rapporto con il vino e segnalando la regione di appartenenza.
Sono state scelte 20 persone attraverso un’estrazione in diretta, per rendere più che mai eterogeneo il gruppo, affidandosi ai principi della casualità e sincronicità.
Non si è voluto proporlo esclusivamente a sommeliers diplomati o degustatori, perché il senso del lavoro è stato quello di incentrare la descrizione sulla motivazione della scelta di quella particolare bottiglia, per quello che essa rappresenta per la persona, aggiungendo al racconto una descrizione organolettica facoltativa e alcune note sulla cantina.
Il progetto è stato accolto con grande entusiasmo da parte dei partecipanti, cui è stato dato il compito di scegliere 5 vini di annate in commercio e recenti, tre di provenienza della propria regione e gli altri due da differenti zone geografiche, sempre italiane.
La guida, redatta grazie alla preziosa collaborazione di Annamaria Corrù @tannina.it inizia con la prefazione di Simone Roveda @winerylovers  mentre la postfazione è curata da Luca Grippo @lugrippo: una scelta volta a unire i mondi e la complessità del modo di comunicare il vino.
La guida I vini del Cuore è stata presentata in data 11 Dicembre 2021 presso la Cantina ANTONELLI e  l’azienda SCACCIADIAVOLI della famiglia Pambuffetti sempre a Montefalco durante un evento social organizzato da me @clarettablu, al quale hanno partecipato gli instagrammers insieme agli ideatori e curatori, per condividere esperienze e impressioni sul lavoro svolto e per raccontare uno dei 5 vini scelto da ciascun winelover. La presentazione è stata un momento toccante di vera condivisione e passione, dove oltre gli scambi di sorsi, si sono scambiate le emozioni dei partecipanti e dei propri racconti. Il progetto prosegue, fondendosi con il BiV (Buongiorno in Vigna) format radiofonico che si svolge sulla piattaforma di Clubhouse, cui intervisto e racconto le storie dei vignaioli e che vedrà il 24 e 25 aprile a Sestri Levante la prima festa, esposizione “I vini del cuore + BIV” in assaggio presso i banchi di degustazione, con la partecipazione dei produttori, operatori del settore e appassionati del mondo del vino. La guida la trovate su Amazon. A cura di Clara Maria Iachini 
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7 Luglio, 2021

AglianicOne

🎧 Smells like teen spirit |Nirvana| 🍇AglianicOne Doveva essere un Press tour, si è trasformato in una grandissima festa. Undici #winelovers provenienti stavolta davvero da tutto il mondo, sommelier, blogger, giornalisti per conoscere un figlio di un dio minore, almeno fino ad ora. Roma, Amsterdam, Istanbul, Bologna, Foligno, Reggio Emilia, Cosenza, le principali città da cui siamo partiti per la Campania. Tantissimi km mi separavano dall’ambita meta, tanti quanta la voglia di dare un volto ai tanti colleghi conosciuti sui social e scoprire questo vitigno che ammetto, non avevo mai sentito pronunciare prima. Padre dell’Aglianico, portato dai Greci in Italia, viene dimenticato per tanto tempo, fino a quando un gruppo di vignaioli, riuniti e  coordinati nell’associazione Terre dell’Aglianicone, lo riporta in auge, promuovendolo, in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli e con l’Università della Basilicata, in un progetto di ricerca centrato sullo studio del vitigno e dell’ambiente. Presenti sul territorio tre biotipo: Castel San Lorenzo (DOC), Postiglione e Monforte Cilento, fortemente imparentati con l’Aglianico, sicuramente ci sono stati degli incroci spontanei in un singolo vigneto o comunque fanno presupporre in un preciso e delimitato areale delimitato nel Cilento. Un vero e proprio #autoctonocampano difficile da allevare, con grappoli diradati e pochissima resa, che cresce su terreni poveri d’acqua, calcarei e sassosi. Per me l’aglianicone è rock, forte, aggressivo, deciso, maledettamente ammaliante, come un vero e proprio cantante maledetto e tormentato, di cui tutte una volta nella vita ci siamo innamorate, io a dire il vero più di una, ma questa è un’altra storia. Sono giornate caldissime e afose, sicuramente tutto bramo  tranne che una degustazione di rossi, e soprattutto che rossi, ma a sorpresa vengo ammaliata da profumi molto intensi, sorsi a tratti difficili da capire, sicuramente da approfondire, ricchi e decisi, con tannini prepotenti e decisi, ogni calice diverso dall’altro, nessuno fa legno, tranne uno, solo acciaio e un piccolo capolavoro che fa anfora che si posiziona al primo posto, almeno per me. Colori pazzeschi, rossi intensi, così densi che mi ricordano tramonti infuocati, dove il sole scende giù tra i Monti Alburni chiamati anche le Dolomiti del Sud, donando al cielo un rosso fuoco che ti riempie gli occhi, ma soprattutto il cuore. Benvenuti al Sud non è solo il titolo di un film, ma un vero e proprio mood che hanno le persone, dove si fa vera accoglienza, quella con la A maiuscola, non è semplice né scontato entrare in sintonia, quando degli sconosciuti si trovano tutti insieme, eppure qui è accaduto qualcosa di magico, dove non esistono follower, titoli o manie di protagonismo, tutti a disposizione di tutti per studiare e conoscere questo nuovo vitigno per noi. La luce negli occhi dei produttori che raccontano le loro storie non è descrivibile, l’emozione di trovarsi davanti a noi, assetati di sapere e curiosi come pochi, di cantine ne abbiamo viste tante e tante, ma ogni volta è una volta nuova e una vera emozione. Veniamo accolti dai ragazzi di #autoctonocampano che promuovono con passione e vivacità, la propria terra e le meraviglie vitivinicole, che ci accompagnano nel weekend e nella scoperta delle loro terre. Paesaggi da togliere il fiato, partendo dal panorama blu del golfo di Salerno, da stradine a pietre grandi intrise di storia ed arte, dalla millenaria Pestum, alle montagne è davvero un attimo, la magia del Cilento, ai profumi della terra, le immense distese di ulivi e le verdi vigne, al cibo genuino e tradizionale che ha accompagnato le nostre degustazioni durante il tour, credo che non lo dimenticherò mai. I profumi, i colori e il calore delle persone di questa terra mi sono entrate in punta di piedi nel cuore e chi mi conosce bene sa quanto sia difficile che vadano via. Ringrazio le cantine per averci donato emozioni impagabili: Tenuta Mainardi Tenuta Macellaro Azienda agricola la Cardosa Viticoltori de Conciliis Tenute del Fasanella Cantina Rizzo Silva Plantarium Chiara Morra La Cantina dei Nonni Ringrazio Nello Gatti, organizzatore dell’evento insieme ai ragazzi di Autoctono Campano e tutti i miei amici di avventure che non si sono persi mai d’animo, neanche quando ci siamo persi nel bosco  di notte affamati ma soprattutto assetati! A cura di Clara Maria Iachini 
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26 Giugno, 2021

Le bolle delle grotte di Toirano

🎧 Smokers Outside the Hospital Doors #editors 🥂Bàsura Obscura, Durin 🍇Pigato Metodo Classico Brut pas Dosè Avete mai bevuto un metodo classico che tranquillo e sereno ha maturato nelle grotte di Toirano? Siamo in Liguria ad Ortovero, dopo una timida richiesta da parte della cantina alla Soprintendenza dei beni culturali della Liguria e al Comune di Toirano, dove la fredda telefonata, lasciava tutto tranne che presagire ad una risposta positiva, dopo pochissimi giorni la cantina viene ricontattata dal responsabile del comune che dà il via libera alla possibilità di utilizzare queste cantine per far affinare la loro prima produzione di Metodo Classico di Pigato. Sì avete capito bene, una bolla di Pigato. Chi conosce il territorio ligure, sa quanto sia importante lo spazio, per qualsiasi cosa e soprattutto il duro lavoro che si impiega per produrre il vino, dall’allevamento alla raccolta e vendemmia, tanto da essere definita viticultura eroica, è talmente tanta la pendenza che sfido chiunque a non aver difficoltà, già solo a guardare verso il basso e avere le vertigini. Le grotte dove affinano le bolle, si trovano a poca distanza dai resti dell’orso delle caverne, che viene riprodotto in etichetta e dalle testimonianze dell’uomo vissuto solo 12.000 anni fa, in piena preistoria. Quale luogo più magico, silenzioso e mistico per far riposare sui propri lieviti queste bottiglie? Questa bottiglia crea confusione nella mia mente, contemporaneamente si aprono più cassetti dei ricordi, il colore giallo dell’estate, delle balle di paglia adagiate sui campi verdi e rigogliosi, il profumo della mandorla e della frutta candita, come se affondassimo la faccia in un panettone, dove sniffiamo contemporaneamente note di lieviti e brioches appena sfornate. In bocca la sapidità del mare e il solleticare delle onde delle bollicine delicate ma persistenti come il moto ondoso, suadenti ma ripetute, creano uno scompiglio emozionale. Sono in giardino, dopo una lunghissima e caldissima giornata di ritorno da Milano, Spotify passa uno dei miei pezzi preferiti della playlist “Quarantine”, non c’è niente che ricordi quei mesi, anzi solo e soltanto estate e libertà e quindi amici miei, chiudete gli occhi e cercate di sognare con me. #maipiucalicigiu A cura di Clara.
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11 Giugno, 2021

Vieni via con me

🎧 Creep #radiohead
🍷Vieni via con me #vinotoscani
🍇 Cabernet Franc “What the hell am I doin’ here?
I don’t belong here
I don’t care if it hurts
I wanna have control
I want a perfect body
I want a perfect soul
I want you to notice
When I’m not around
So fuckin’ special
I wish I was special”
.
Vieni via con me dovrebbe essere un Manifesto all’amore e al vino che definisce gli obiettivi di un movimento e di coloro che decidono di farne parte.
Cabernet Franc in purezza, ipnotico, elegante, sensuale come pochi che ho incontrato nella mia strada sensoriale, un colore che vibra, ti stordisce prima ancora di riuscire a portarlo al naso, lo vorresti toccare con mano per capire davvero il suo colore e la sua densità.
All’esperienza sensoriale del vino manca il tatto, allora mi piace immaginarlo, come qualcosa che prende forma, come se dovessi toccare con mano qualcosa di sensuale e il mio cassetto dei ricordi mi porta immediatamente a Bernini, al Ratto di Proserpina (Galleria Borghese, Roma), alla bellezza del marmo che sembra burro nell’irruenza di un violento “abbraccio” quando la carne si fonde con carne, mi piace immaginare il tatto con questo vino così: irruento e sensuale. Gli antichi narrano che Proserpina, figlia della Dea Cecere era intenta nei prati in fiore a giocare con altre ninfee, quando Plutone, Dio degli inferi e dei morti, che regnava sotto terra al freddo e al buio, senza nessuna donna che volesse diventare sua moglie, squarcia la terra e con un carro d’oro trainato da quattro cavalli neri sale sulla terra e s’innamora perdutamente di lei. Con violenza ed irruenza la afferra tra le sue urla strazianti e la porta via con se. La Dea Cecere non riuscendo in tempo a salvare la figlia e negato l’aiuto di Giove scaglia una fortissima siccità sulla terra, mettendo in ginocchio e portando alla fame tutti gli umani. Giove decide dunque di intercedere e riportare Proserpina sulla terra e restituirla alla madre, Plutone prima di lasciarla andare le offre dei chicchi di melograno, Proserpina non sa che mangiandoli si legherà per sempre a lui e agli inferi.
Il mito di Proserpina vuole quindi che l’arrivo della primavera sia sancito dall’arrivo di Proserpina sulla Terra, a cui è concesso di restare solo alcuni mesi, e che il suo ritorno nell’Ade, otto mesi dopo, coincida con l’arrivo dell’autunno le mie stagioni preferite in vigna, dove tutto ha inizio e poi fine.
Alla fine Plutone voleva davvero che Proserpina venisse via con lei. Vieni via con me al naso è inconfondibile, allevato in una delle zone più vocate per questo vitigno che è la più antica tra le varietà bordolesi, mix perfetto tra i profumi mediterranei e le nobili tradizioni di Bordeaux, elegante ma dispettoso, nonostante in bocca abbia un equilibrio perfetto dal sorso strutturato e avvolgente, lascia una carezza delicata come la seta, eterea come un dipinto di Chagall.
Mi piace pensare che questo vino mi porti via in posti lontani, sconosciuti ed insicuri, questo è un vino che ti rapisce, ti afferra con violenza, ti fa sentire viva e scossa, ti ammalia e ti stordisce con piacevolezza, l’importante poi è ritrovare la strada di casa, sempre. Clara.
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