27 Set 2022
Itinerari diVini

Cantine Scarfò: Vino Ansonaco dell’Isola del Giglio

Cantine Scarfò: Vino Ansonaco dell’Isola del Giglio

Una Storia di Passione

Carissimi, bentrovati!

L’estate è volta al suo termine e siamo entrati nel periodo di vendemmia.

Desidero iniziare questo periodo raccontandovi di un’altra vendemmia eroica ed isolana, quella delle vigne Sarfò.

Siamo sull’isola del Giglio, una realtà tristemente nota alle cronache per il naufragio della Costa Concordia, ma che oggi è totalmente restituita al suo splendore.

La tradizione di fare il vino in quest’isola precede I romani.

Evidenze architettoniche testimoniano che in quest’Isola si produceva vino in epoca greco-etrusca, romana e bizantina. I terrazzamenti in pietra, le vasche scavate nel granito, le anfore vinarie ed altri manufatti utilizzati nella produzione del vino, testimoniano che l’Isola è stata vissuta e coltivata dagli albori della civiltà.

Valorosi Mastri vignaioli, spaccando i massi di granito con la mazza ed i punciotti per ricavarne pietre, hanno realizzato nei secoli, quasi in ogni angolo dell’Isola, un incredibile architettura di muri a secco, per sostenere la terra. Anticamente la vinificazione non avveniva nelle cantine, ma nei palmenti, vasche scavate nel granito all’interno delle vigne, dove l’uva diventava mosto, per poi divenire vino all’interno di capienti anfore in terracotta.

Altre costruzioni visibili in tutta l’Isola sono I “capannelli”, piccole strutture voltate realizzate con granito e malta di calce, sabbia e cocciopesto. Queste costruzioni erano utilizzate dai vignaioli come un luogo di riposo e ristoro durante le lunghe e faticose giornate di lavoro nelle vigne, oltre che come piccola casa e magazzino. Durante l’estate, nelle ore meridiane, entrare in un “capannello” dà una sensazione di frescura e di tregua dal sole cocente che fuori arroventa le pietre ed offre la possibilità di una pennichella.

Oggi la tradizione isolana di fare il vino continua grazie a vignaioli che con passione custodiscono le antiche terrazze e con cura e costanza continuano a coltivarle amorevolmente a mano, per produrre una piccola ma preziosa quantità di vino.

Tra i vignaioli desidero raccontarvi di Cantine Scarfo’, una piccola impresa portata avanti da Cesare Scarfo’ e sua moglie Amy Bond. Cesare ha vissuto l’Isola del Giglio da prima di nascere, venendo qui tutte le estati, esplorando i posti, le vigne ed il mare. Da piccino cominciò a conoscere e fare amicizia con i vignaioli del Giglio e da questi amici vignaioli Cesare, come allievo di bottega, ha imparato il mestiere qui assai difficile e faticoso di fare la vigna ed ha conosciuto la tradizione del vino.

Il principale tipo di vino prodotto al Giglio è l’Ansonaco: colore ambra, profumo sottile, piacevole, di fiori e miele di macchia. In bocca, robusto, gustoso, con noti di mela, frangipani, corbezzolo, albicocca.

Seguendo l’antica tradizione dei vignaioli isolani, il vino Ansonaco è vinificato prevalentemente con uva Ansonica alla quale viene aggiunta una piccola quantità di altre uve bianche tra le quali il procanico, la malvasia, l’empolo ed il biancone. Nelle vecchie vigne sono sempre presenti anche alcuni calzi di uva nera, tra le quali ricordiamo il granace, l’uva corbolana e l’aleatico che, aggiunte alle altre, conferiscono al vino aromi e profumi particolari.

Il proposito di questa piccola azienda a conduzione familiare è quello di produrre vini con semplicità e sincerità, lasciando che siano l’uva ed il luogo a definire vino così da proporre un’esperienza unica ed originale.

Per consentire all’uva di esprimere se stessa ed il territorio, in cantina il vino è realizzato col massimo rispetto ed il minimo intervento.

La vendemmia avviene solitamente nella seconda metà di settembre, quando i chicchi sono ben maturi e ricchi di aromi. L’uva viene raccolta solitamente in due giorni, con l’aiuto degli amici vignaioli. I grappoli sono pigiati entro poche ore dalla raccolta e le bucce vengono lasciate assieme al mosto durante i primi quattro giorni di fermentazione, come dalla tradizione gigliese.

Visitare il giglio e gustare il suo nettare è un’esperienza unica e per farlo vi suggerisco di contattare Cesare Scarfò sul form https://cesarescarfo.com/contatto.html

Vi Aspetto!

Cristina

Itinerari DiVini è una rubrica a cura di Cristina Mascanzoni Kaiser