13 Apr 2024
Le scoperte enoiche di Benny

Vino e Donne: Avventure Alsaziane!

Alla conquista dell’Alsazia con le donne del vino.

L’Alsazia, terra di vini rinomati e paesaggi mozzafiato, è stata la cornice del mio primo viaggio con l’Associazione Nazionale Donne del Vino. Quest’esperienza ha unito passione, conoscenza e quella sensibilità distintiva che spesso caratterizza le donne nel mondo del vino.
L’anno scorso sono entrata a far parte di questa associazione in cui credo molto. Le Donne del Vino Italiane sono un gruppo dinamico e influente che riunisce le menti più brillanti e talentuose del settore enologico, dalla produzione alla vendita, alla comunicazione del vino. Questa associazione gode di un’ottima reputazione sia in Italia che all’estero e non solo celebra il vino, ma anche il ruolo fondamentale che le donne possono esprimere in questo settore.

Le Donne del Vino: Passione e Condivisione

È molto più di un’associazione: è un movimento che mira a diffondere la cultura e la conoscenza del vino attraverso la formazione e la valorizzazione del ruolo della donna imprenditrice nel settore vitivinicolo ed enoturistico. Gli obiettivi sono ambiziosi e strettamente legati all’aspetto professionale, in particolare mirano alla promozione di un consumo responsabile, alla crescita della cultura del vino e la valorizzazione del ruolo delle donne nella società e nel lavoro. Inoltre collegare le Donne del Vino tra loro favorendo iniziative condivise, la formazione e i viaggi di istruzione, portare la voce delle Donne del Vino alle istituzioni e alle organizzazioni del vino italiane ed estere.

 

Un’avventura con le protagoniste del vino

Questa associazione, la più grande e attiva nel settore enologico femminile a livello mondiale, ha gettato le basi per molte altre organizzazioni di donne impegnate in diversi ambiti economici, dimostrando che l’inclusione di tutta la filiera, dalla produzione alla vendita, è la chiave per il successo e l’innovazione.
E così quando si è presentata l’opportunità di visitare, non solo da un punto di vista enologico, un paese come l’Alsazia mi sono lanciata.

La Strada dei Vini

Ho così scoperto La Strada dei Vini, un percorso incantevole che si snoda attraverso panorami mozzafiato, caratterizzati da vigneti a perdita d’occhio e punteggiati da castelli maestosi e pittoreschi villaggi dalle case a graticcio. Conosciuta un tempo come “Strada del vino”, con i suoi 170 km che si snodano da nord a sud, ci regala paesaggi che sembrano usciti da una fiaba. Inaugurata il 30 maggio 1953, La Strada del Vino dell’Alsazia è la più antica in Francia e si snoda ai piedi del massiccio dei Vosgi. Lungo tutto il tragitto, seguendo i sentieri viticoli segnalati, i viaggiatori possono esplorare numerose cantine e realtà vinicole, che rappresentano indubbiamente una delle principali ricchezze della regione.

Esperienze straordinarie tra i vigneti dell’Alsazia

Il viaggio tra i vigneti dell’Alsazia è stata un’esperienza indimenticabile, che mi ha permesso di comprendere territorio, stile e Anima di questi vini molto diversi dai nostri che possono essere considerati la vera essenza di questa terra straordinaria. Con piacere vi invito a seguirmi in un viaggio attraverso l’Alsazia, mentre condivido con voi le ragioni che rendono questo territorio così affascinante e degno di essere scoperto e apprezzato in tutte le sue sfaccettature.
Oltre alle meraviglie enogastronomiche legate al mondo del vino, ci sono alcuni elementi che hanno toccato profondamente la mia sensibilità e che voglio condividere con voi: le affascinanti case dai tetti spioventi, le eleganti cicogne e la suggestiva replica della Statua della Libertà. Questi sono solo alcuni degli elementi che rendono questo territorio così unico!

Affascinanti case dai tetti spioventi

Le pittoresche case a graticcio che punteggiano i villaggi dell’Alsazia sono tesori architettonici che raccontano storie antiche e incantano con la loro bellezza rustica. Sebbene siano un elemento comune in buona parte dell’Europa centrale, la loro presenza qui aggiunge un tocco di antica bellezza e romanticismo ai borghi e alle città alsaziani. La ragione della loro diffusione è in parte da attribuire alla semplicità dei materiali utilizzati nella loro costruzione: legno, paglia, gesso e malta, tutti facilmente reperibili e poco costosi. Inoltre, la costruzione di queste case richiedeva tempi relativamente brevi, grazie alla disponibilità dei materiali e alla semplicità della tecnica di montaggio. Tuttavia i ricchi preferivano altre tecniche e materiali più prestigiosi, come la pietra, che era un vero status-symbol dell’epoca. Infatti le dimore patrizie spesso erano caratterizzate da torri e altri elementi distintivi che esprimevano ricchezza e prestigio.


Le cicogne, simbolo dell’Alsazia

Con i loro modi eleganti e la presenza dei nidi sui campanili delle chiese, sulle case e sulle torri dei villaggi e delle città, aggiungono un tocco di magia e mistero al paesaggio alsaziano.
Ho ammirato con meraviglia gli eleganti voli delle cicogne che solcavano i cieli d’Alsazia, creando una scena incantevole mentre si libravano sopra i prati e tra le vigne. conferendo un fascino unico al paesaggio. È stato un privilegio poter osservare da vicino un animale così raro nel nostro paese, ma così comune e simbolico in questa regione. La cicogna diventava così non solo un elemento caratteristico dell’Alsazia, ma anche un emblema della sua bellezza e della sua ricca biodiversità.

 

Statua della Libertà: connessione fra due mondi

Infine, voglio raccontarvi dell’emozione crescente che provavo quando per raggiungere vigneti e cantine giungevamo all’ingresso settentrionale della città di Colmar e ci si trovava di fronte a una replica imponente della Statua della Libertà. Alta dodici metri e realizzata in resina, questa fedele riproduzione dell’iconica statua di New York è stata eretta nel 2004 per commemorare il centenario della morte di Auguste Bartholdi, l’artista che l’ha creata. Ho interpretato questa presenza come un legame tangibile tra Colmar e New York, due città distanti ma unite da un filo ideale. La statua mi appariva non solo come un simbolo della libertà e dell’illuminazione, ma anche di una connessione speciale tra due luoghi diversi del mondo. Ammirarla era un’esperienza che rapiva l’animo, aggiungendo un tocco di magia alla visita dei vigneti e delle cantine, mentre mi perdevo nei significati profondi che evocava.

Ma torniamo al vino!

Per comprendere appieno l’importanza dell’enologia in Alsazia è fondamentale esaminare alcuni aspetti chiave della regione, tra cui il suo terroir, la sua storia e le sue denominazioni vinicole. Quindi in questo primo articolo vi spiegherò territorio, clima, vitigni, denominazioni e stili per poi proseguire nei prossimi articoli con il racconto delle aziende visitate e degli assaggi che mi hanno colpito di più.

Alsazia e Terroir

Dal punto di vista pedologico, l’Alsazia è uno dei territori che vengono considerati di montagna per la produzione di alcuni grandissimi vini. È vero che siamo a una latitudine che non permette un facile allevamento della vite.  Ma è anche vero che le altitudini dei Vigneti vanno dai circa 200 metri di altitudine fino a un massimo di 400 m slm. Quindi non possiamo parlare fino in fondo di viticultura di montagna. Anche perché le caratteristiche climatiche sono molto particolari: inverni estremamente rigidi e freddi; però l’estate e la fine della Primavera tendono ad essere molto calde, a volte addirittura torride.  Quindi abbiamo un clima che per alcuni versi potrebbe anche ricordare il nostro Alto Adige e quindi con dei vini di luce, dei vini generosi, che in alcuni casi maturano una componente alcolica anche abbastanza elevata.

Più di 10 varietà di suoli differenti

È un territorio ricco e diversificato, caratterizzato da molti suoli differenti e tanti microclimi. lo scostamento delle faglie geologiche ha fatto emergere suoli di tipologia molto differente (sabbiosa, ghiaiosa, marnosa, calcarea, argillosa, granitica o vulcanica, di ardesia e di loess), tanto da essere definita la sorella maggiore della Borgogna. Andiamo dal suolo leggermente più sabbioso,  proprio a ridosso del fiume Reno,  a quelli più calcarei e argillosi nelle aree collinari, fino a una  componente addirittura vulcanica data dai Monti Vosgi, importantissimi perché proteggono dai venti freddi da ovest e da nord, creando un microclima ideale per la coltivazione delle uve. II fiume Reno, invece, fornisce un prezioso apporto di umidità che favorisce lo sviluppo della botrytis cinerea, elemento chiave per la produzione di vini dolci di alta qualità.

 

Un po’ di storia…

Storicamente, l’Alsazia è stata al centro di molte vicende politiche e culturali, passando spesso tra le mani di Francia e Germania nel corso dei secoli. Questo ha influenzato non solo la cultura e le tradizioni della regione, ma anche la produzione vinicola, che riflette una fusione unica di influenze francesi e tedesche. Il territorio dell’Alsazia, con la sua doppia anima francese e tedesca, rappresenta un crocevia di culture e tradizioni che si riflettono anche nella produzione vinicola.
Divisa in due parti, Haut-Rhin e Bas-Rhin, il paese vanta un totale di 15,2 mila ettari dedicati principalmente alla coltivazione delle uve a bacca bianca, con solo l’8% della produzione destinata ai vini rossi, percentuale tuttavia in crescita.

Vitigni e denominazioni

L’Alsazia è conosciuta per la sua produzione di vini monovarietali, fatti da una singola varietà d’uva, come Riesling, Gewürztraminer, Pinot Gris e Muscat. Questi vini riflettono le caratteristiche distintive del terroir alsaziano e rappresentano alcune delle espressioni più pure e autentiche del territorio. Le tre appellazioni di origine controllata (AOC) dell’Alsazia che rappresentano l’apice della qualità e dell’espressione del terroir alsaziano sono:

Alsace, denominazione riservata ai vini di regola da monovitigno;

Alsace Grand Cru, che portano il nome del vitigno in etichetta;

Crémant d’Alsace, spumante elaborato con il metodo della rifermentazione in bottiglia, prevalentemente da uve Pinot blanc.

I Grands Crus alsaziani sono stati definiti negli anni ‘70, a seguito di lunghissime trattative. Oggi sono 51, rappresentano l’espressione dei vari profili di suolo e possono essere elaborati solo da quelli che in Alsazia sono definiti vitigni nobili: Gewürztraminer, Riesling Renano, Muscat d’Alsace e Pinot Gris. La resa dei vini alsaziani grand cru è inoltre inferiore a quello degli altri: 55 ettolitri contro gli 80 dell’appellazione base.

Vini dell’Alsazia: una gioia per il palato e il cuore

Imbottigliati nella  conosciutissima bottiglia alsaziana con etichette spesso gialle, è impossibile non riconoscere questi vini!
La regione è molto conosciuta per i vini meno secchi. Non di rado, infatti, i produttori vinificano le proprie uve lasciando in bottiglia dei residui di zucchero piuttosto percettibili, rendendo così il vino più morbido e alcolico: sono i cosiddetti vini “moelleux”.
Sul fronte dei vini dolci, invece, l’AOC Alsace e l’AOC Alsace Grand Cru possono includere le tipologie Vendage Tardive, elaborati da uve nobili in sovramaturazione o colpite dalla muffa nobile, e Sélection de Grains Nobles, ottenuti mediante selezione di acini colpiti da botrytis cinerea: sono tipologie dotate di grande complessità e persistenza dovute alla maggiore concentrazione delle sostanze o alla presenza della muffa nobile.
Le Vendange Tardive e le Sélection de Grains Nobles sono gioielli enologici, e rappresentano la quintessenza della dolcezza e della complessità, testimoniando l’eccezionale maestria dei vignaioli alsaziani.

Alsazia in tavola

Oltre ai vini straordinari, l’Alsazia delizia anche il palato con la sua ricca tradizione gastronomica, influenzata dalla vicina Foresta Nera in Germania.
Ci sono infatti molti piatti e specialità in comune ai due paesi, soprattutto per quanto riguarda le pietanze a base di carne o le famose bretzel, i pani salati a forma di cuore intrecciato.  Piatti come la Choucroute (crauti aromatizzati alle bacche di ginepro che fanno da contorno a salsiccia, pancetta, stinco di maiale o prosciutto), il Bäckeoffe (stufato di carne e verdure)  e il Coq au Riesling (gallo cotto nel vino bianco alsaziano) si sposano armoniosamente con i vini locali, creando esperienze culinarie indimenticabili.

 

 

Per oggi mi fermo qui e mi riservo di continuare il mio viaggio con le Donne del Vino la prox settimana raccontandovi delle persone appassionate che ho incontrato e con le quali ho condiviso quest’esperienza di crescita personale, delle aziende e degli assaggi più emozionanti.
Sempre sulla mia rubrica “Le scoperte enoiche di Benny”, sempre su Winetales Magazine. Cin!

Benedetta Costanzo
benedetta.costanzo@winetalesmagazine.com
Mi trovi su Instagram come @benedetta.costanzo