01 Dic 2021
Salotto diVino

Riccardo Rabuffi ed il suo impegno per la valorizzazione del MADE IN ITALY

Conosco Riccardo Rabuffi da poco, da qualche mese, da quando un po’ all’improvviso si è presentato alla mia porta in compagnia di Federico Gordini per parlarmi della grande kermesse che è stata la Milano Wine Week.

Se l’abito non fa il monaco spesso sono i silenzi a parlare e chi sa ascoltare, mi ha insegnato l’esperienza, è in grado poi di agire in modo più efficace e lineare, sia nei rapporti umani che negli obiettivi che si prefigge.

Riccardo ha parlato poco, ma realizza molto. Il suo percorso di studio e lavorativo è davvero molto ricco di tappe importanti, e lo dimostra il suo recente ingresso nel consiglio direttivo della Camera di commercio Italiana per il Sud est asiatico.

Ma partiamo da più lontano, dal percorso di studio iniziato presso una scuola inglese, seguito dalla laurea in politiche e relazioni internazionali e concluso con un corso post laurea in cooperazione internazionale allo sviluppo.

Proseguiamo poi con le esperienze di lavoro, che portano Riccardo a lavorare in Ghana come country Manager per un’azienda italiana che si occupa di import export, esperienza umanamente forte, che gli lascia il segno e gli lascia un rapporto importante con il suo attuale socio, Lorenzo, conosciuto in Africa (lavorava in Croce Rossa in Congo) e ritrovato in Italia.

 Tutto vero, Lorenzo lo conoscevo già da prima dell’Africa. Il fatto che fosse anche lui in africa in quel periodo è stata una bella coincidenza.

Proprio dal legame Italia-Africa che Riccardo e Lorenzo hanno vissuto sulla propria pelle parte l’avventura di Beacon, che vuole essere una società ponte fra due mondi diversi. Non si parla di semplice import-export ma di vera e propria internazionalizzazione delle realtà italiane che Beacon rappresenta e porta in West Africa. Dall’Africa al Sud Est asiatico il passo non è breve ma vien da sé dopo due anni di attività con centro a Londra, dove Riccardo e Lorenzo aprono una sede, e dopo il coinvolgimento nella grande kermesse di Expo 2015. Verso l’infinito e oltre (cit.) pare il motto che spinge Beacon, che passano dai mondi della meccanica e della produzione della carta al meraviglioso mondo del food & Beverage intuendo che in Italia, a questo settore, l’internazionalizzazione manca, quasi non si sa esattamente cosa significhi. Cosa significa internazionalizzare un’azienda italiana del settore food & beverage- chiedo ironicamente a Riccardo.

Internazionalizzare significa seminare in paesi esteri per raccogliere i risultati dell’operazione nel tempo. Non significa semplicemente vendere, significa raccontare, portare il proprio prodotto e la propria cultura oltre il proprio confine nazionale; significa creare legami, fidelizzare, far comprendere; significa realizzare eventi, attività operative, missioni imprenditoriali. Significa spendersi in prima persona per creare legami umani oltre che imprenditoriali.  

Legami umani, ci vado a nozze: mi hanno sempre detto di non mescolare personale e professionale… mi sono sempre chiesta come si fa e non l’ho ancora imparato.

Comunque da Expo al Fuorisalone, alla Milano Wine Week le esperienze e le collaborazioni di Beacon continuano a maturare, ma ovviamente subiscono una battuta di arresto a causa della pandemia.”Che effetto ha avuto sulla Vostra realtà?”- chiedo a Riccardo nella nostra chiacchierata. Cosa ha confermato e cosa ha cambiato dal vostro punto di vista?”

L’estero è sempre in fissa con il Made in Italy, a quanto pare, e ciò ci rincuora. Forse la lontananza fa crescere il desiderio e appena sarà possibile i turisti stranieri torneranno in massa…in ogni caso la richiesta di prodotti italiani del mondo food e bevarage non cala assolutamente e non è calata nei due anni passati.

La pandemia ha contribuito a rendere il consumatore finale più indipendenti nelle sue scelte, soprattutto se si parla di vino. Il tempo libero forzato e l’isolamento necessario hanno spinto a informarsi direttamente e molti hanno avuto il tempo per raffinare i propri gusti e le proprie esigenze. Il virtual tasting è diventato abitudine, fornirsi direttamente dal produttore più semplice e diffusa come abitudine. Questo ha determinato poi un cambiamento anche nel settore Horeca, che deve adeguarsi se non vuole perdere clienti più esigenti, che hanno voglia di essere stupiti. Quindi vediamo una spinta, che arriva direttamente dalla base, verso il consumo e la ricerca delle produzioni particolari, di nicchia, oltre ad un forte interesse per tecniche di produzione naturali, rispettose, per vitigni autoctoni. E’ necessario ripensare al mondo del vino, al modo di comunicarlo, raccontarlo, sceglierlo, a partire dalle aziende produttrici, passando attraverso realtà come la nostra che ha il compito di trovare il giusto palcoscenico per produzioni eccellenti e che vadano incontro alle richieste attuali del mercato. Noi siamo gli interpreti, l’anello di congiunzione tra produttore e distributore, cerchiamo di trasformarci nel megafono di una serie di valori che il vino, e il vino italiano in particolare, rappresenta sui mercati stranieri. E’ un lavoro affascinante, mai uguale a sé stesso, estremamente creativo e al contempo che richiede un altissima professionalità, un continuo aggiornamento, una grande capacità di adattamento e comprensione delle culture altre, dei paesi dove vogliamo condurre i nostri clienti.

E’ una sfida culturale prima che economica e oggi sappiamo che un’azione di internazionalizzazione di un’azienda in realtà porta con sé e può aiutare l’economia di un intero territorio, più o meno direttamente. I confini si sono allargati, nonostante si sia rimasti tutti fermi e chiusi per due anni.

E’ un’occasione incredibile, un cambio di prospettive che è avvenuto in silenzio e repentinamente, una sfida stimolante. Bisogna iniziare a ragionare seguendo modelli di promozione integrata, tra produttori, anche di settori diversi, e territori. Le reti saranno la chiave di volta del cambiamento.

Ci crediamo talmente che noi stessi abbiamo creato una rete di imprese di nome PAG MILANO per fare sistema e rafforzare il nostro operato.

 

Torniamo indietro ora, e chiudiamo il cerchio, con il recente ingresso di Riccardo nel consiglio direttivo della Camera di commercio Italiana per il Sud est asiatico. La Camera è riconosciuta dal ministero degli esteri ed è composta da una selezione di professionisti che ricoprono sia ha un ruolo istituzionale che operativo accompagnando le aziende italiane nei percorsi di internazionalizzazione verso l’area interfacciandosi con le principali istituzioni locali e con i principali operatori economici.

Grazie a questa nomina rafforziamo enormemente la rete di relazioni nei paesi del sud-est Asia entriamo in contatto diretto con i principali Player dei paesi coinvolti garantendo quindi un ulteriore grado di affidabilità, sicurezza e finanziabilità dei percorsi di internazionalizzazione per i nostri clienti.

 Quindi lasciamo prendere per mano da Beacon e lasciamoci condurre verso nuove fantastiche avventure e conquiste.

A cura di Francesca Pagnoncelli Folceri