20 Gen 2023
Suggestioni di Vino

Agricola Le Querce e la determinazione della nuova generazione

Agricola Le Querce e la determinazione della nuova generazione.

Partirono in due ed erano abbastanza. Un pianoforte, una chitarra e molta fantasia.

Più o meno così è stato per Federico e Valentina. Solo che al posto del pianoforte e della chitarra c’erano 40 ettari di terra. La fantasia si, tanta ma più ancora poté la determinazione.

Federico 30 anni, Valentina 29. Parte integrante dello studio paterno lui, consulente lei. Ma cosa diavolo ci fanno in Toscana, a Campiglia Marittima tra Venturina e Piombino?

La cosa che più mi colpisce di Federico è la sincerità. Non è uno sprovveduto né uno che non sa il fatto suo. Ma è “quadrato” nonostante la sua età. E Valentina che gli sta al fianco, non è da meno.

Quando si presenta, così come fa sul sito internet dice che la loro è una “piccola” azienda. 40 ettari di cui 20 vitati che diventeranno 25 in poco tempo. Lo dice con sincerità senza, spavalderia. Anzi, noto decisione e determinazione. Quella che ha preso il posto della fantasia.

Federico e Valentina sanno che quella che hanno per le mani è una vera azienda. Non una semplice cantina. E se vuoi far fruttare una azienda, hai bisogno di volume. È quello che ti insegnano e che professi quando fai il consulente. Così come quando ti devi occupare dei lati fiscali, contrattuali e tributari delle aziende. Insomma, il lavoro di Valentina e Federico. Tanta, tanta responsabilità. Che si sentono addosso ma con quella leggerezza tipica dei giovani.

Belli tosti questi ragazzi. Magari ad avercene. Idee chiare. Progetti concreti. Piani da applicare.

Per fare tutto questo non ci si può improvvisare. E loro non si improvvisano. Ovvero non si improvvisano vignaioli. Certo, hanno le loro idee. Hanno i loro gusti. Ma lasciano fare a chi sa avendo, sempre, sotto controllo i processi, le procedure, i metodi. Mantenendo comunque un imprinting. Il loro.

Biologico? Certamente.

Meccanizzato? No! Selezione a mano con cassette da 20kg.

Macerazioni? Ovvio.

Controllo della temperatura? Nemmeno a chiederlo.

Barrique? Certo ma a di quelle a tiratura limitata.

Anfore? Perché no.

Bianco in barrique? Senza pensarci su.

Il wine bar in vigna? Obbligatorio.

Se guardi questi due ragazzi, se parli con loro, se li ascolti, capisci la loro forza, la loro passione, la loro capacità. Che non è spocchia. Non è arroganza. È solo capacità. Determinazione. Non è voglia di arrivare. È voglia di esserci. Di affermarsi in un mondo così difficile come quello del vino. Non guardano ai mostri sacri che hanno intorno o più lontani. Guardano alla loro azienda. Guardano alle persone che lavorano. Giovani.

Siamo un’azienda di giovani.

Tanti giovani che affiancano a persone più esperenziate creando quel mix che serve. Tanto coinvolgimento. Continui brainstorming. Tutto deve girare per il meglio. Processi, tempi, metodi.

Ci impegniamo perché ogni piccola cosa non passi inosservata.

Federico si ritrova con questa azienda da circa sette anni quando il padre decide di acquistarla. Lui se ne innamora.

Quando ho visto l’azienda per la prima volta, è stato amore a prima vista.

Anche perché da buon pugliese, con tanto di nonno che lo scorrazzava per le vigne di famiglia, sa il valore della terra. Se ne innamora ma sa anche non può lasciare così, da un momento all’altro, lo studio di famiglia. Quindi fa il pendolare tra Milano e Campiglia Marittima. 382 km. Mica pochi per un pendolare. Vallo a spiegare a chi non vuole spostarsi dalla propria città. Si certo, l’azienda è sua. Ma potrebbe fare come molti facendola gestire da altri e usandola solo per il fine settimana. No, lui no. Lui deve esserci. Deve e vuole essere presente. Per organizzare, per gestire ma, soprattutto, per fare squadra con tutte le persone che lavorano nell’azienda. Anche questo ti insegnano quando lavori in una grande azienda o per le aziende. Il team. L’importanza del team.

Valentina non è da meno. Uniti non solo per i sentimenti ma anche dagli obiettivi e dalla determinazione. Si, sempre quella che ha preso il posto della fantasia. Quando fai la consulente devi mettere mano ai processi e magari cambiarli. Poche volte tocchi con mano le cose. Spesso un consulente “fa le slide” e indica cosa fare. Qui invece Valentina pensa ma subito agisce. In simbiosi ma anche in indipendenza con Federico. Due parti di un medesimo ingranaggio. Sincroni quando serve. Altrimenti asincroni.

Sono così Federico e Valentina. Una coppia che sa il fatto proprio. Fanno avanti e indietro da Milano insieme. Si alternano, si completano. Federico in vigna, Valentina in cantina.

Bello vedere come le origini tornino. Come la frenesia della città lasci il passo alla campagna. Come due ragazzi si gettino in qualcosa che sanno poter essere loro. Valentina ci tiene sempre a dire che l’azienda è di Federico. Ma lei è parte integrante.

Ogni mattina mi sveglio presto e faccio un giro nelle vigne. Come se fosse un giardino. Mi piace guardarla dall’inizio fino alla vendemmia.

Questa è la meraviglia che Federico si trova dinanzi. Che fa sua e non vuole delegare.

Abbiamo iniziato a studiare qualcosa di nuovo come studi all’università.

Valentina da buon (ex) consulente non si ferma mai di studiare.

L’organizzazione è qualcosa che ti porti dietro. Organizzare con un calendario settimanale tutte le lavorazioni, gli assaggi, la cantina.

Così come per Federico l’esperienza nello studio del padre ha pagato.

Sentendoli parlare ci si rende conto di come abbiano i processi in mano. Eppure sono posati. Fanno le cose con ponderazione. Prendendo in esame le proprie potenzialità, cercando di superarsi. Ma senza strafare.

Assaggiamo due vini, entrambi espressione della loro azienda.

Il primo è Dodicilune, un Vigogner in purezza che matura in barrique per 6 mesi e sei mesi in anfora (bella scelta questa, non affatto banale e studiato per esaltare i sapori). Un vino semplice, non immediato, non banale. Già dai sentori ti conquista per la sua iodicità (siamo e meno di tre km dal mare) che si unisce alla frutta e ai fiori. Trovi il miele nel bicchiere. Al sorso non può che conquistarti per la grande coerenza tra olfatto e gusto. Persistenza lunga che richiede un abbinamento studiato. Finale lievemente mandorlato.

Il secondo, Vinalia 2020 è un blend di Cabernet Sauvignon e Merlot con 18 mesi di barrique. Bello e intenso il colore rubino che trovi nel bicchiere. Alla prima olfazione regala tante spezie dolci e sentori caramellosi di aceto balsamico. Poi arrivano frutti e fiori rossi. Sarei curioso di averlo nel bicchiere tra dieci anni perché secondo me l’evoluzione porterà sentori eterei a completare il bouquet. Al sorso c’è tutto e c’è tutta la sua giovinezza. Dall’olfazione ti aspetteresti una rotondità che non ritrovi a pieno nel bicchiere. Ma è giovane e deve riposare ancora un po’. I tannini sono comunque poco aggressivi. Insomma un grande vino.

Questi due vini dimostrano a pieno come siano già riusciti a far girare le cose per il meglio. Come ci sia la mano giusta in vigna, come l’enologo e i processi di cantina siano ben gestiti. Come, soprattutto, abbiano saputo dare una vera identità, loro, al prodotto finale. Bravi ragazzi.

Programmi per il futuro tanti. Altri vitigni, altri procedimenti. Altre sperimentazioni. Senza la voglia di rappresentare a pieno il territorio toscano che li ospita. Certo, rispetto totale ma utilizzo sapiente delle terre per coniugare al meglio i vitigni. Idee davvero chiare.

Stupiscono ancora. Stupiscono per non omologarsi a ciò che sta loro intorno. Scegliendo forse la strada più complicata. Ma anche quella con maggiore potenzialità.

Hanno tanto entusiasmo Federico e Valentina. Non posso che augurare loro tante e tante vendemmie piene di successo. Magari con ancora più fantasia. Perché in fondo, bomba o non bomba noi arriveremo a Roma, malgrado voi!

 

Ivan Vellucci

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