17 Feb 2023
Suggestioni di Vino

I Fenicotteri e l’aerale del futuro

I Fenicotteri e l’aerale del futuro

Nel 2009 l’allora ministro dell’economia Tommaso Padoa-Schioppa, definì “bamboccioni” una generazione di giovani pigri che non volevano fare nulla. Figuriamoci lavorare e staccarsi dalla propria famiglia. Oggi invece si parla di reddito di cittadinanza e di chi, pur potendolo, non vuole lavorare puntando al sussidio. Il concetto non cambia.

31 anni possono essere tanti o pochi. Ma è l’età giusta per essere definiti “bamboccione”. Ecco, ora prendete tutto quello che ha rappresentato il preambolo dell’articolo e pensate all’esatto opposto.

Anthony Poli è l’esatto opposto di un bamboccione. Non so quale sia il termine giusto per definirlo, ma Anthony potrebbe esserne il prototipo. Di questo opposto. La sua, in fondo, è la storia semplice di un ragazzo con una passione: la terra.

È anche vero che per coltivarla la terra devi avercela. Altrimenti sei un semplice contadino. Ma Anthony è anche un contadino. Uno di quelli che non si stanca nel fare le cose.

Lavoro tanto ma quello che faccio mi piace. Se devo scegliere tra andare in giro o andare a potare, scelgo di andare a potare

Anthony viene da una famiglia che lo ha fatto crescere a pane e piante. Con il papà giardiniere, agricoltore insomma: le mani bene immerse nella terra. Una passione già presente da piccolo

Quando sarò grande avrò almeno 100 ettari di terra

Così diceva Anthony in tenera età

Proprio grazie al papà che Anthony conosce Claudio, la di lui moglie Giovanna, i figli Andrea e Flavia da poco in quel di Monte Castello di Vibio. Viene accolto in casa come se fosse un figlio. Il terzo figlio. Fa parte della famiglia e come tale viene trattato.

Guarda, visto che hai questa passione e per me sei come un terzo figlio, vai in giro, cerca terra e facciamo una azienda agricola

Forse, questa è stata la vera unica fortuna di Anthony. Tutto il resto, è solo determinazione, passione, romanticismo. Senza dimenticare però il sostegno. Quello del papà, di Claudio, di Giovanna. Persone capaci di sostenere e alimentare il sogno di Anthony. Alimentarlo senza mai interrompere il flusso di positività.

Romanticismo dicevamo. Perché quando un ragazzo intraprende gli studi, capisce di aver sbagliato strada sentendo forte il richiamo della terra e ha la forza di cambiare facoltà e ricominciare, allora siamo in presenza di qualcosa di più di un amore. Questo è romanticismo. Anthony è così. Torna indietro, studia agraria e inizia a lavorare. Con le sue mani. Con la sua forza. Senza fermarsi un attimo.

Faccio tutto io. Papà mi dà una grossissima mano

La manodopera solo per la raccolta. Dell’uva e delle olive.

Fa pure da consulente ad altre aziende come agronomo e ha una ditta di giardinaggio.

 

Metodo. Forza. Fatica. Dentro e fuori la cantina. Dentro e fuori i terreni.

Serve metodo e organizzazione. Il lunedi cantina. La vendemmia? Esiste solo quello. Una agenda ben definita. Senza sgarrare.

In tanti dicono che non c’è lavoro. Ma ce ne è in avanzo. Occorre avere solo la forza e la voglia.

Bamboccione? Proprio no.

Claudio gli lascia corda libera su tutto. Partecipa come persona molto modesta. “facciamo insieme” dice.

È un investitore spettatore. Non chiede numeri. Non vuole il risultato. Gli piace il progetto e si fida di Anthony. Già il progetto. Anthony è ambizioso ma di quella ambizione sana. Senza spocchia. Fatta solo di duro lavoro. Di rinunce. Di fatica. Animata dalla passione per ciò che si fa. Voglia di vivere a contatto con la terra sentendone il ritmo, accarezzando i cicli vitali, osservando la bellezza del crescere qualcosa che hai impiantato. Il romanticismo.

Nel 2014 Claudio fonda l’azienda I Fenicotteri dove lavora un po’ tutta la famiglia: Andrea si occupa delle consegne e della parte amministrativa, Flavia della comunicazione, Giovanna delle etichette e della accoglienza.

160 ettari con 10 ettari di vigna e oltre 2500 olivi non sono pochi da gestire. Specialmente per un ragazzo come Anthony. Ma ci si butta anima e soprattutto corpo. Lavoro, lavoro, lavoro.

Nel 2017 mi sono sentito abbastanza grande per produrre vino

Bamboccione? No, consapevolezza.

Così, grazie anche al supporto tecnico di Roberto, enologo, con pochi attrezzi e tanta passione sono nati i primi vini. Consapevolezza. Consapevolezza di essere in una zona con ottimo potenziale in grado di produrre prodotti di alto livello.

In effetti siamo in Umbria, a Monte Castello di Vibio, poco lontani dalla più rinomata Monfefalco. Una zona dove vitigni autoctoni ma anche alloctoni stanno contribuendo a rendere grande una regione così piccola.

Qui, già nel 2002 Claudio aveva impiantato Merlot e Sagrantino, Trebbiano spoletino nel 2011. Altre vigne acquisite da poco. Proprio parlando di queste ultime Anthony mi stupisce.

La gente vede un masso da tirare. Io vedo tanto potenziale. È vero che è vecchia e produce poco ma può fare la differenza.

Bamboccione? No, visione.

C’è nelle parole di Anthony la schiettezza di un ragazzo, la maturità di un uomo, la visione di saggio. Quando parla delle piante, dei trattamenti, dei cicli vitali, della raccolta, non parla di “cose”. Parla di esseri viventi che hanno bisogno di attenzione, cura. Una attività maniacale che lui fa da solo aiutato solo dal papà. Senza usare la chimica.

“Essere tecnicamente più avanzati e non far fare alla chimica. Perché se ti affidi alla chimica, questa fa da sola”

Poi, come se la giornata fosse fatta da più di ventiquattro ore, si occupa anche degli ulivi. Che tratta al pari della vigna. Non se la prende con le persone che gli danno del matto. Ha rispetto degli altri. Ma nel tempo ha visto che il suo lavoro ha dato frutti e che chi lo denigrava, adesso, viene ad interessarsi dei suoi metodi. Una bella rivincita.

Ama il suo lavoro. Ama la sua terra. Ma ancor di più ama Monte Castello di Vibio. La sua casa. Nei suoi sogni è far diventare Montecastello di Vivio un areale famoso come Montalcino. Ci crede. Ci crede davvero.

Bamboccione? No, romantico.

Per quello che ho in testa non abbiamo ancora fatto nulla

E con i piedi ben piantati per terra.

Non vuole superare le 20000 bottiglie

Assaggiamo un paio di vini con la convinzione di Anthony che

Il vino buono lo fanno in tanti. La storia è solo la mia

Bamboccione? No, saggezza.

Il primo è il Vibio (onore al paesino) da Trebbiano Spoletino coltivato in circa due ettari e mezzo per sole 2000 bottiglie (il resto dell’uva venduto a privati e alle cantine sociali). È un 2020. Ancora giovane. Semplice e ben centrato. Tanti fiori al naso insieme a bella frutta non matura. Poi fieno, Sentori semplici e puliti che tornano al sorso che si presenta secco, fresco, caldo, leggermente sapido. Buona la persistenza. Lo immagino perfetto per un aperitivo o un bel pesce al sale. Convincente per la sua linearità. Verticale ma con tendenza ad allargarsi sul finale che comunque è pulito senza virare sull’amarognolo.

Poi il Sagramerlo 2019, blend di Sagrantino e Merlot (recensito su @ivan_1969, qui il link) Bel colore rubino di grande limpidezza. 12 mesi di botte al sesto passaggio (parte in barrique parte in tonneau). Subito evidenti i fiori, la frutta, il sottobosco. Tutti sentori non propriamente dolci anzi, ancora acerbi. In fondo c’è l’anima del Sagrantino che, essendo del 2019, è ancora un lattante. Infatti il tannino risulta ancora aggressivo ma con una rotondità sottesa che c’è tutta. Tra un anno e mezzo sarà spettacolare ma funziona benissimo anche così. Un vino da bere subito la prima bottiglia; conservare la seconda per almeno due anni.

I vini mi hanno convinto. Porto con me il Merlot e il Crasi, un Pinot Bianco che è maturato in botte per dieci mesi. Così come porto con me la certezza che questo ragazzo, e l’azienda intera, farà strada. L’augurio è che riesca, insieme a tutta la sua famiglia (allargata) a realizzare il sogno per Monte Castello di Vibio e il suo areale.

Ora, dopo tutto questo, uno si chiederà: ma che diavolo c’entrano i fenicotteri?

Giovanna, la moglie di Claudio amava i fenicotteri che vedeva sempre nel giardino di una villa vicino Milano. Cosi, quando hanno comprato l’azienda agricola non potendo metterci i fenicotteri, Claudio ha deciso di chiamarla così. Se non è amore questo!

 

Ivan Vellucci

Mi trovi su instagram : @ivan_1969