15 Dic 2023
Suggestioni di Vino

Vin Viandante, il sogno e l’amicizia

La vita è un viaggio….non importa quale sia la destinazione.

Come non ricordare Saetta McQueen e Cricchetto. Cars. Era il 2006 (solo a fare i conti di quanti anni fa erano, mi sento male).
Senza lasciarsi vincere dalla malinconia e ancor di più dalla senilità incombente, quella frase mi è ”rimbombata” in testa parlando con Gino e Cesare. Rim bom ba ta. Avete mai fatto caso a quanto sia onomatopeica questa parola? Rim bom ba ta. Spettacolo.
Divago sempre.
Parlare di viaggio in ambito enoico non è poi così campato in aria. Si va anche in vacanza per visitare zone meravigliose vocate al vino con la speranza di conoscere aziende, cantine e soprattutto vini. C’è un mondo dietro il turismo del vino. Allora Gino e Cesare sono due organizzatori di viaggi?
Non proprio.

Gino (Miotti) vive a Ladispoli (cittadina di mare a pochi km da Roma) ma di origini friulane. Sommelier e impiegato nella ristorazione. Durante una sua fase lavorativa in Spagna incontra l’amore e si traferisce proprio a Ladispoli. Colei che diventerà sua moglie è la sorella di Cesare (Pennacchia) che vive a Lanuvio, sempre vicino Roma e di mestiere fa l’enologo collaborando con diverse cantine della zona.

Strana e meravigliosa la vita se riesce a far incontrare due persone che oltre ad essere accomunati da legami familiari, lo sono anche per la passione del vino. Una passione coinvolgente che li porta spesso a “escludere” le persone (rispettive mogli) dalle discussioni enoiche.

Io me li immagino Gino e Cesare che tra un bicchiere di vino e una pasta all’amatriciana, una frittura di pesce e un bicchiere di vino, una porchetta e un ulteriore bicchiere di vino, proprio grazie al crescente tasso alcolico iniziano a parlare di futuro.

Ne parlavamo già da un pò con il sogno di nel cassetto di fare qualcosa di nostro. Andavamo in giro per cantine. Vedevamo come lavoravano nelle proprietà.

Avere qualcosa di nostro in mano era necessario. Una necessità personale.

Più uno sfogo, dare fuoco alle ambizioni: ci siamo anche noi.

Vedi che avevo ragione circa il tasso alcolico? Ma come diavolo può venire in mente a due ragazzi di voler cominciare da zero una attività così complessa e di lungo periodo come quella del vignaiolo?

Eh…ma sta qui il colpo di genio di Gino e Cesare. Altro che tasso alcolico alto (anche perché i due lo reggono bene l’alcol). Loro sanno di non avere ne i fondi ne il tempo per gettarsi in una attività del genere. Almeno così come la possiamo immaginare: il terreno, la vigna, la cantina, la produzione, l’affinamento, l’imbottigliamento, la distribuzione.
In taluni casi ho visto acquistare le uve per poi produrre il vino. In altri gestire solo la vigna conferendo le uve. In altri ancora, terziarizzare tutto.
La novità introdotta da Gino e Cesare sta tutta nel nome scelto per la loro azienda: Vin Viandante.

Il viandante è colui che viaggia. Anche a piedi. Il viandante si sposta. Senza una meta ben precisa. La vita è un viaggio e la meta non è importante. Ciò che realmente conta, è proprio il viaggio. Se si tratta di vino è un vin viandante!

Perché allora accontentarsi di una vigna, una cantina, un territorio?

Abbiamo studiato le varie possibilità e opzioni per vedere quale potesse essere il modo di fare una cosa tutta nostra.

Fare un investimento adesso prendendo dei vigneti era qualcosa che non ci sentivamo di fare. La cantina itinerante è nata per una idea di avere l’opportunità di lavorare in zone diverse del Lazio su varietà interessanti. A Doganella con Gianmarco Iachetti è nato qualcosa perché abbiamo rispetto per lui, del posto, di come i vini della zona ci piacevano.

C’era l’opportunità di partire a Cerveteri ma abbiamo scelto Doganella per il Cesanese. Assaggiando i vini di quella zona ce ne siamo innamorati dei vini.

Insomma, l’idea alla base è semplice ma non proprio immediata.
Gino e Cesare individuano una zona che gli piace per tipologia di vitigno presente e potenzialità di realizzazione del prodotto finale che hanno in mente. Trovano un produttore che ha voglia di affittare una piccola parte della sua vigna e della sua cantina. E via. Si parte.

Detta così sembra facile. Pure troppo. Ma non così come si può facilmente immaginare.
Trovare un vignaiolo che abbia voglia di fare tutto ciò, non è semplice. Trovarne uno con il quale si è pure in sintonia, diventa impresa impossibile.

Il rapporto umano che si deve instaurare è importantissimo. Hai solo una possibilità per fare il vino buono e non puoi sbagliare. Solo con i rapporti umani questo si può fare.

Però, a pensarci bene è una cosa stupenda. Mettersi in gioco facendo nascere rapporti umani importanti. Il vignaiolo magari perde un pò di bottiglie ma si acquisiscono nuove esperienze. Gino e Cesare le bottiglie, invece, le guadagnano e riescono a sperimentare donando nuovi orizzonti. Uno scambio davvero interessante.

La cantina itinerante ci da la possibilità di vinificare delle uve diverse magari anche scomparse e che non vuole nessuno. Un prodotto nuovo e di qualità.

L’idea è andare in varie zone, selezionare degli appezzamenti di vigneto (noi non compriamo uva ma ci occupiamo della vigna). Conoscere i territori con rapporti personali con i viticultori. Micro vinificazioni ospitati nelle cantine dove prendiamo l’uva.

Gino a Cesare gestiscono in toto il terreno anche se i trattamenti fitosanitari, anche per comodità ed efficienza, sono ad appannaggio dell’azienda ospite. Sempre sotto la loro la nostra direzione. Della vinificazione se ne occupano loro ovviamente.

Non stressiamo l’uva nel tragitto ma troviamo collaborazioni con la cantina.

La parte di scelta del momento di raccolta la facciamo noi. Con dei criteri tecnici. La cantina la facciamo noi in coabitazione con loro. Qualche lavorazione tranquilla tipo il travaso si fa fare. Le operazioni più impattanti come inizio fermentazioni, sfecciature, chiarifiche, filtrazioni, imbottigliamento, le facciamo tutte noi.

Oggi hanno in gestione circa 1.8 ettari nella splendida Doganella di Ninfa e Cori. Due territori fantastici ancorché poco conosciuti (se non siete mai stati al giardino di Ninfa, occorre colmare la lacuna il prima possibile!). Tre i vini realizzati Ostine, un bianco da Malvasia (recensito su mio blog Instagram), Primo Passo da Cesanese, Confine il rifermentato da Cesanese. Tre vini con la personalità che serve per essere diversi dal solito. Precisi, identitari, versatili.

Siam partiti con il Cesanese vinificato in leggerezza. Non in stile classico. Il nostro è dinamico. È nato Primo Passo, un Cesanese vinificato quasi come fosse un rosato. Più fresco e che può essere messo in frigo. Usato anche in estate.

C’è l’aspettò varietale. Ci interessavano le varietà autoctone del territorio. Poi la scelta di produttori non di grandi dimensioni che è ancora più difficili le cose: chi ha grandi dimensioni può permettersi di avere uva in meno. Abbiamo però necessita di un rapporto vero.

Vogliamo continuare con i vini laziali per poi andare a cercare di sconfinare nelle regioni vicini o più lontane.

Gino e Cesare hanno una idea precisa e utile per cavalcare le dinamiche del mercato. C’è molto dietro la scelta di vini diversi, semplici, beverini, diretti ma mai banali. Bravi. Anche se non credo sia nata a tavolino. Forse gli ha detto solo bene, non so. Di certo c’è molta passione e soprattutto molto lavoro dietro. Tante attività da portare avanti, tante scelte da fare, tanto tempo da dedicare. Niente è semplice e nessuno ti regala qualcosa. Benché meno a due ragazzi che vogliono iniziare dal nulla.
Cesare deve continuare necessariamente il suo lavoro di enologo. Per altre cantine. Per vino non suo. Ma fare vino per se stesso gli ha donato quella marcia in più che non sempre si ha. Sperimentare per se per portare anche agli altri e viceversa.

Io ho sempre avuto la fortuna di lavorare in contesti grandi e rinomati. Molto speso mi sono ritrovato in cantine con centinaia di migliaia di bottiglie e mi rendo conto che sono due campionati diversi. Mi sono portato le idee di prodotti da utilizzare e tecniche ma il nostro approccio è diverso. È più il lavoro che ho portato come dipendente. Il progetto di Vin Viandante è la mia fuga come quella di Gino dalle dinamiche lavorative, certo belle e entusiasmanti, ma poco personali. Quando lavoro in cantina sento anche mio i vini che faccio come dipendente. Con Vin Viandante dico a me stesso che il mio vino è altro.

Dal Cesanese ci si aspetterebbe altro: struttura, forza, vigoria. Così che quando bevi un Primo Passo ad esempio, si trova qualcosa che non ti aspetti. Così la sorprese è assicurata.

Sono della idea che il vino come il cibo, sia un gusto. Idee ed esperienze. Nella ristorazione ogni cliente è unico. Se hai tempo per poterlo spiegare e raccontare è il cliente che decide autonomamente. Il nostro vino lo lavoro nel locale dove sto lavorando.

Bravi questi ragazzi. Idee ben precise ed entusiasmo da vendere. Li vedi sulla loro pagina Facebook che scorrazzano tra una fiera e l’altra. Tra un ristorante e l’altro. Presentare i loro prodotti nei quali credono con forza. E tanta sana convinzione. Magari con l’idea di spostarsi, un giorno, su altre regioni.

Fare un piano potrebbe diventare pericoloso perchè c’è sempre L’incognita della cantina che ti può ospitare. C’è un grosso lavoro da fare che ci costringe ad andare step by step.

La vendemmia 2023 è stata difficile e i progetti nuovi sono naufragati. Questo ci ha dato modo di sederci al tavolo e concentrarsi sulle referenze attuali. Primo Passo, Ostine, Confine.

Nella nostra testa una mappatura delle zone dove vogliamo andare ce l’abbiamo. La fase degustativa diventa fondamentale. Tante volte ci troviamo ad assaggiare delle zone dove vorremmo andare per capire da chi.

Dalla loro, Gino e Cesare, hanno il proprio lavoro principale che li porta a stare sempre e comunque nel mondo del vino. Con i produttori, gli enologi e, soprattutto, le persone. La scelta di vini immediati alla fine è stata proprio frutto di questo.

L’idea è di avere una gamma. I vini importanti arriveranno ma era giusto partire con vini immediati. Molto freschi. Oggi si sta abbassando l’età del vino ed era giusto questo.

Già, partire. Per non fermarsi. Proprio come fa un viandante che inizia il suo viaggio per poi fermarsi chissà dove. O non fermarsi proprio.

La nostra immagine di viandante era anche di vela. Un vino che si modifica con il trasporto sulle navi, sui velieri. Avere in gamma un vino che si modifica con grandi affinamenti, ci piace. Ci è capitato di parlare con persone alle quali abbiamo descritto la nostra modalità e quando lo hanno assaggiato ci hanno detto che rispecchia esattamente la nostra idea.

Costine fa dei passaggi in legno. È un primo passo. È un viaggio il nostro.

Un viaggio che è iniziato e che di vendemmie ne vedrà ancora parecchie. In fondo Gino ha 40 anni, Cesare 29. Giovani e di tante belle speranze. Gambe forti per il loro cammino. Testa sulle spalle e tanta tanta ma tanta forza di volontà.
Tanti sogni nel cassetto che prima o poi apriranno per farne uscire qualcuno.
Gino e il suo Friuli dove magari un giorno tornerà come viandante per trovare li le sue origini.
Cesare e il Lazio o perché no il Piemonte dove si è formato e dove ha amato Barbera e Moscato.
Insomma, la vita ci riserva sempre tante sorprese e i sogni vanno sempre tenuti a mente. Prima o poi, in qualche modo, si realizzano. Magari in modo diverso ma si realizzano. Proprio come Saetta McQueen che voleva vincere la Piston Cup ma, per permettere a “The King” di completare la sua ultima gara lascia vincere Chick per poi spingere l’amico (semi distrutto poiché spinto fuori pista proprio dall’ignobile Chick) oltre il traguardo.
L’amicizia vale molto di più di qualunque altra cosa. Gino e Cesare lo sanno.

 

Ivan Vellucci

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