26 Gen 2023
WineKult

Botte vecchia fa buon design

A San Patrignano, botte vecchia fa buon design. Barrique, la nuova vita del legno, è un progetto di recupero a 360 gradi: di persone, materiali, saperi.

Tutto inizia dieci anni fa dalla collaborazione tra Riva1920, azienda brianzola del mobile con il binomio legno&design nel dna, e la più grande comunità di recupero dalle dipendenze in Europa. Dal legno delle botti esauste della cantina di San Patrignano, e dal suo laboratorio di falegnameria, nasce una collezione di oggetti d’arredo, firmati da noti nomi del design, dell’architettura, dell’arte e della moda. Oggi il progetto prosegue con nuovo slancio, sempre sposando creatività e sostenibilità.

Ma andiamo con ordine. La comunità di San Patrignano ha sviluppato negli anni un’importante attività vitivinicola. I suoi ospiti si prendono cura (e viceversa) dei 105 ettari vitati sulle colline di Rimini. Qui, a un’altitudine di 200 metri, sono coltivati sangiovese, cabernet sauvignon, merlot, cabernet franc, pinot noir, chardonnay e sauvignon blanc.

Il microclima favorevole determinato dalle brezze marine dell’Adriatico e dalla presenza del monte Titano e la recente direzione tecnica dell’enologo Luca D’Attoma (succeduto a Riccardo Cotarella) parlano di qualità.

Alcuni rossi della cantina affinano in barrique e tonneau in legno di rovere francese stagionato all’aria aperta almeno per tre anni. Dopo tre vendemmie questi contenitori esauriscono la loro vita utile, ma il loro legno acquisisce una bellezza intrinseca, ricca di sfumature color vinaccia. Materiale da esaltare in nuove funzioni. Ogni singola doga da scarto si trasforma così in risorsa creativa per i designer chiamati da Riva1920.

Come nell’ultimo modello entrato in collezione, il Wine Table di Carlo Colombo: più che da un designer sembra creato da un maestro d’ascia, vista la struttura che evoca uno scafo navale.

La doga, nell’omonimo tavolo disegnato da Michele de Lucchi, ripetuta e accostata diventa un piano dal suggestivo pattern grafico.

Bottea di Mario Botta non è un gioco di parole ma una panca che l’architetto ticinese rende in grado di trasformarsi in libreria grazie a ingegnosi incastri; poco importa che i piani siano concavi.

La sedia Goffo di Alessandro Mendini è un oggetto tra il rustico e lo spiritoso che bene interpreta la personalità colta e irriverente del designer.La chaise longue DOC creata da Marc Sadler è sinuosa come una colonna vertebrale.

Nel paravento Plié dell’archi-designer Matteo Thun le doghe si liberano dalle cerchiature metalliche e si distendono in inedite geometrie lineari.

La concreta leggerezza tipica del design di Alberto Meda si esplica nel progetto Cinquedoghe: un’altalena per regalare un senso di euforia e di ebbrezza, come fa il vino.

Il pop-designer Karim Rashid nello sgabello Inverso rovescia letteralmente la botte, portando all’esterno la parte interna, color del vino.

Non possono che esprimere eleganza due progetti legati a nomi della moda. Virgola di Anna Zegna è una variante chic della classica poltrona sdraio, la poltroncina Draghessa di Chiara Ferragamo e Davide Rocchi punta sull’alternanza quasi optical tra gli elementi in tinta vinaccia e rovere.

Questi sono solo alcuni esempi della versatilità d’arredo della collezione Barrique, ma soprattutto dell’insospettabile capacità di metamorfosi di una botte. A dimostrazione che, a San Patrignano, una botte non fa solo buon vino, ma anche buon design.

Mi è sempre piaciuta l’espressione “botte esausta”. Dà l’idea di qualcuno che ha svolto fino in fondo il proprio compito, senza risparmiarsi. Ha senso dunque che da scarto si trasformi in materiale nobile di progetto, capace di generare, dopo gioia per il palato, bellezza per gli occhi. Tra sostenibilità ambientale e sensibilità sociale.

Postilla Leggi&Bevi

Vino consigliato per accompagnare la lettura di questo articolo:

Colli di Rimini Rosso Noi. È l’etichetta di SanPatrignano che già nel nome celebra la coralità, il carattere collettivo della missione della Comunità e del progetto di cui ho scritto sopra. Per questo non può che essere un blend. Di sangiovese, cabernet sauvignon e merlot, assemblati prima di andare in bottiglia (6 mesi di riposo), dopo un affinamento di 12 mesi in barrique di secondo passaggio. Note di marasca, mora matura e ribes e un a bella trama tannica per un vino per tutte le occasioni. Noi è un’etichetta storica di SanPatrignano e l’annata 2020 è la prima firmata Luca D’Attoma.

 

A cura di Katrin Cosseta