14 Apr 2022
WineKult

Degustazioni d’Arte

Il migliore abbinamento con l’Arte è un buon vino, afferma convinto Giorgio Fipaldini, autore di Degustazioni d’Arte, un libro “che si pone come intento quello di distillare piacere”. E se il lettore è un wine lover, e per giunta amante dell’arte – classica o contemporanea, non importa – l’alchimia è assicurata.

Racconta Fipaldini:

“Fin dai tempi in cui ero studente dell’Accademia di Brera avevo un desiderio: sedermi comodamente di fronte al Guernica di Pablo Picasso con un calice di vino. Immaginavo di provare quella sinestesia, invocata da molti artisti, nel degustare un’opera d’Arte; come si fa con il vino: osservando, sentendo e assaporando”.

Il volume, edito da Tapook, realizza su carta questo desiderio: a dieci opere d’arte – trasversali per epoca, genere e corrente – vengono abbinati dalla sommelier Marta Curtarello altrettanti vini, cercando le affinità tra opera e vino, o tra artista e viticoltore. Il tutto raccontando l’opera in modo originale e non accademico (anche grazie alle illustrazioni di Andy Pen) e presentando il vino con linguaggio ben lontano dai tecnicismi delle schede di degustazione. Perché quello che emergono, e uniscono, sono le Storie.

Guernica di Picasso (1937), il quadro simbolo degli orrori della guerra, scaturito da tre giorni di disegno furioso e ininterrotto, viene abbinato a una vicenda di viticultura eroica in senso lato, nel contemporaneo scenario di conflitti in Medio-Oriente. Il Bargylus Rouge, del Domaine Bargylus, è un Grand Vin de Syrie, blend di syrah, cabernet sauvignon e merlot; le uve provengono da vigneti spesso bombardati, che nei momenti più drammatici del conflitto dalla Siria dovevano essere portate (anche in taxi!) in Libano per la vinificazione, dopo rischiosissime vendemmie gestite via telefono da Beirut.

Di tutt’altro tenore le suggestioni che portano ad abbinare l’Autoritratto nella Bugatti verde di Tamara de Lempicka (1929) a una bottiglia di Bollinger R.D.: due icone di eleganza, bellezza e audacia, al femminile.

“Lo Champagne lo bevo quando sono contenta e quando sono triste. Talvolta lo bevo quando sono sola. Quando ho compagnia lo considero obbligatorio. Lo sorseggio quando non ho fame e lo bevo quando ne ho. Altrimenti non lo tocco, a meno che non abbia sete”.

Così parlava Madame Lily Bollinger, donna indipendente e moderna quanto la pittrice di origini polacche, anche lei portatrice di una sana passione per lo champagne.

Altro esempio della eno-divagazione di Fipaldini nella storia dell’Arte, è un abbinamento nel segno della provocazione. Nel 1917 Marcel Duchamp elevava un prosaico orinatoio a opera d’arte: la Fontaine era un oggetto ready-made, ovvero una “scultura già fatta” che sovvertiva come gesto concettuale l’idea stessa di genesi artistica. Con un gioco di parole post dadaista, Benoit Delorme produce in Borgogna un pinot nero biologico etichettato come Orga(ni)sme Cult(ur)e(l) concepito secondo un ideale di naturalezza senza compromessi, come un organismo vivo, sociale e culturale.

Evitando di spoilerare i successivi abbinamenti, lascio al lettore la curiosità di scoprire quali suggestioni enoiche scaturiscano da artisti, loro sì inabbinabili tra loro, come Banksy, Artemisia Gentileschi, Van Gogh, Amedeo Modigliani o Marina Abramović.

Degustazioni d’Arte è una lettura godibilissima, intrigante, inconsciamente sfidante perché stimola il lettore-wine lover a immaginare il proprio abbinamento ideale. Non è questione di cultura o di talento, ma di risonanze, di libere associazioni emotive, memorie uniche e personali. Motivo per cui ognuno può, in base al proprio sentire individuale, generare infiniti abbinamenti, per contrasto o concordanza, sempre plausibili: Guernica può chiamare l’irruenza di un sagrantino esattamente come la carezza consolatoria di un picolit. Questo libro ha il pregio di svelare l’esistenza di una nuova categoria di analisi sensoriale, vero terreno comune tra vino e arte: la persistenza emotiva. E visto che un calice tira l’altro, e un quadro, in un museo, spinge alla vista del successivo, anche questo libro reclama un seguito: è di prossima uscita il secondo volume.

A cura di Katrin Cosseta