12 Giu 2021
WineKult

TOSCANA WINE ARCHITECTURE

IN PRINCIPIO FU ANTINORI

Correva l’anno 2000 quando, colta al volo una ghiotta occasione, come giovane architetto mi hanno offerto di lavorare per le riviste Area e Materia, all’epoca realizzate presso lo studio Archea a Firenze.
Ricordo che ho avuto solo 4 giorni per decidere se trasferirmi e cambiare vita, e, accettato sull’onda dell’entusiasmo per un sogno che stava per realizzarsi, ricordo che il primo giorno di lavoro fu il 1 di novembre.

Già allora, se la mente non mi tradisce, nello studio Archea si sentiva parlare del progetto per la cantina Antinori.

L’opera fu realizzata, dopo diversi anni di studi, nel 2012 e fece ovviamente scalpore. In Italia all’epoca le cantine di design non erano molte: mi vengono alla mente la Cantina Mezzocorona dello Studio Cecchetto, del 1995; la cantina di vinificazione di Badia a Coltibuono, nel Chianti, firmata dallo studio Sartogo, realizzata tra il 1995 e il 1999; la cantina Petra a Suvereto di Mario Botta, progettata dal 1999 e realizzata tra il 2001 e il 2003…

Il fenomeno della cantina firmata e caratterizzata da forme moderne si stava comunque affermando a gran voce, e negli anni seguenti se ne sono realizzate molte in tutta Italia.

Realizzare una nuova cantina facendone un manifesto architettonico è una scelta che ha diverse finalità: attrattive ovviamente, perché la scelta colpisce e invita alla visita anche chi non è particolarmente vicino al mondo del vino; di prestigio per la committente che vuole così affermarsi come illuminata da spirito mecenatismo; funzionale spesso, perché realizzando da zero un complesso produttivo se ne possono programmare e progettare le varie fasi operative.

Le cantine Antinori, legate ad una famiglia potente e dalla storia infinita nel mondo della produzione vitivinicola, con radici profonde e profondamente storiche nel territorio toscano, fece scuola anche e sopratutto per la sua capacità di inserirsi in un contesto paesaggistico di alto pregio con delicatezza e rispetto, senza rinunciare alle forme più moderne.

Oggi questa cantina fa parte di un circuito di realtà chiamato Toscana Wine Architecture: nato grazie a Regione Toscana, è una rete d’imprese costituita nel 2017 che riunisce 14 cantine di design. Nel link di seguito le trovate tutte: https://www.winearchitecture.it/it/page/cantine.

Nella rubrica WineKult avremo modo di parlare di queste e altre realtà, italiane e non, ma quello che mi preme sottolineare in questo primo articolo è  il valore della scelta di unirsi con l’intento di creare un “gruppo di grandi imprese che si unisce perché crede in un’impresa ancora più grande: promuovere una visione della Toscana contemporanea che sia all’altezza di quanto gli antenati hanno saputo lasciarci in dono”.

Ogni cantina ha grande forza e personalità, sia dei vini che produce che dei principi costruttivi scelti per realizzare le nuove cantine. Non era necessario fare rete, fare gruppo. Ma questa scelta di unirsi sotto un unico lei motivo dell’architettura e ha consentito di portare avanti progetti che, facendo eco da una cantina all’altra, hanno assunto più forza comunicativa e di immagine. Una cantina tira l’altra, potremmo dire, e chi ne scopre una scopre un tesoro ricco di esperienze, filosofie progettuali, vini preziosi.
“Alcune Cantine sono firmate da grandi maestri dell’architettura del XX secolo (tra cui Mario Botta e Renzo Piano), altri sono espressione di scelte progettuali che favoriscono la bioarchitettura, sperimentano modalità di integrazione innovative tra le nuove tecnologie nel campo dell’energia, riducendo l’impatto ambientale”.

Insieme si realizzano progetti spesso più ambiziosi e di ampio respiro. Alcuni esempi.“Architetto in cantina” è stata una giornata realizzata nel novembre 2018, dove a condurre le visite guidate delle cantine vi erano proprio gli architetti progettisti ( e se pensate che alcune firme sono importanti come Renzo Piano, Tobia Scarpa e Mario Botta…che per ogni giovane o attempato architetto l’attrazione per un evento di questo tipo non può che essere fatale). Altra iniziativa meravigliosa del 2019 è stata “IN WINE THE TRUTH”: CINEMA D’AUTORE, RACCONTI DI ARCHITETTURA E VINO, una rassegna di pellicole dedicate all’architettura proiettati nelle varie cantine del gruppo, durata da luglio a ottobre.
A dimostrazione dell’importanza culturale di questa rete e della sua attrattivi per il mondo dell’enoturismo, a febbraio 2020, quindi in tempi davvero recenti, si è tenuto a Firenze il convegno “L’architettura del vino nell’era dell’enoturismo”, sotto l’importante regia della storica rivista di architettura Casabella.
Tutti attenti quindi a cogliere al volo le opportunità che il futuro offrirà a noi architetti amanti del buon vino per unire utile e dilettevole.

Francesca