10 Ott 2024
Vinodentro

BUONO…NON LO CONOSCEVO 2024

Il COSA E IL DOVE

Lo scorso 26 Settembre, gli ormai consueti spazi dell’Hotel SAVOY di Roma hanno ospitato un’altra puntata di BUONO…NON LO CONOSCEVO, appuntamento dedicato dall’instancabile GO WINE a quelle Aziende su cui, troppo spesso, non si accendono i riflettori e alla promozione dei vitigni autoctoni.

Una cinquantina le Aziende presenti, alcune di persona e molte nella tradizionale “enoteca”, in rappresentanza della lunga Italia del vino.

 

 

GLI ASSAGGI

Una cinquantina le Aziende presenti, alcune di persona e molte nella tradizionale “enoteca”, in rappresentanza del lungo stivale italico.

Una panoramica che ha attirato un gran numero di addetti del settore e semplici winelovers.

Come sempre c’era troppo da assaggiare e, tralasciate le vecchie conoscenza, ho “capato dal mazzo” seguendo istinto e fortuna.

Di seguito troverete il mio personale report e un “podio” sul quale ho messo un vino che, per punteggio non ci sarebbe dovuto salire ma…

Vabbè, Voi dategli una letta, correte ad assaggiare, confermate, confutate, condividete ma, soprattutto…emozionateVi.

QUELLI CHE

VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI DOC CLASSICO SUPERIORE “FROCCO” 2018, VIGNEDILEO (MARCHE): se l’annata 2022 già diceva la sua qui si racconta un’altra storia.

Avvicinatelo al naso e immaginatelo mentre strizza l’occhio al cugino di Matelica, dimenticandosi per un istante del mare e concentrandosi sull’aria frizzante dell’Appennino, barattando la salsedine con la pietra focaia atteggiandosi a Riesling.

E poi quel sontuoso corredo di cespugliose erbe aromatiche, timo serpillo, salvia, origano ad adornare ripidi pendii di fienagione.

Sorso materico, di glicericità perfetta, addirittura salato, con una freschezza mai doma ma che stenta a pareggiare i conti.

Gli darei 90 Punti ma sono cattivo, quindi…90-.

Da bere ascoltando OPEN THE KINGDOM di PHILIP GLASS.

BARBERA D’ASTI DOCG “4 SORELLE” 2023, BERSANO (PIEMONTE): l’olfatto è ferroso come un elmo di guerriero dissepolto tra le zolle di terra.

E se è sicuramente apprezzabile lo sforzo dei frutti neri e dei gerani per cercare di arrotondare gli spigoli il rabarbaro rema contro.

Sorso brioso, a mandare avanti una morbidezza che poco può contro quella freschezza che ha nei vispi tannini dei solidi alleati.

Un vino che mi piace un sacco ma…troppo maschio per essere “femmina”.

Peccato (anche non averne un paio di bottiglie).

(84 Punti).

Da bere ascoltando I WAS MADE FOR LOVIN’ YOU dei KISS.

TERRE SICILIANE IGT ROSSO “PINÒ” 2017, GULFI (SICILIA): quel fumo sul vulcano è una cometa di Pinot Nero che illumina i sensi.

Sfrucuglia subito il naso con pepose piccantezze per poi lasciarsi andare e recitare il mantra degli agrumi amari e della loro scorza.

E poi il bosco…quello dei radi piccoli frutti e delle umide cortecce con una nota tabaccosa ad armonizzare.

Sorso privo di cedimenti, mai incline alle morbidezze e sempre sul pezzo con freschezza e trama tannica.

Da buona cometa chiude con una lunga scia, bianca come il sale e fresca come una brezza balsamica.

Un vino Maschio?

Un vino Femmina?

Un vino che guarda la Sicilia dallo spazio.

Da bere ascoltando EYE IN THE SKY degli THE ALAN PARSONS PROJECT.

(91 Punti).

LE ALTRE SCELTE

TENUTE TOZZI (EMILIA ROMAGNA)

ALBANA DI ROMAGNA DOCG “TANTALILLI” 2020: un’Albana vinificata secca che racconta di campi fioriti costellati di alberi di pesche e di ammiccanti amaritudini di mallo di noce, nespole ed erbe aromatiche.

Sorso delicato, mai sopra le righe, grasso quanto deve esserlo un vino della Romagna e sapido quanto serve.

(88 Punti).

 

ALBANA DI ROMAGNA DOCG PASSITO “ALLY” 2020: sa di Appennino prima ancora che di quella frutta stramatura e disidratata pareggiata dall’amaricante respiro delle erbe aromatiche.

E quella colatura di miele ci pensa la sottile balsamicità a pareggiarla.

Sicuramente dolce, l’assaggio mostra una gessosa, minerale sapidità che va ben oltre il pareggio e il fondo del calice lascia un ricordo di fumo e agrume candito.

(88/89 Punti).

Da ricordare anche le atmosfere nebbiose e di fumi bassi evocate da “IKO”, un SANGIOVESE DI ROMAGNA SUPERIORE (2019).

OBIZ (FRIULI VENEZIA GIULIA)

FRIULI DOC MALVASIA 2023: un appena di alcol non ancora perfettamente integrato introduce amaritudini di erbe aromatiche (timo in testa) cui però mettono poi i piedi in testa gli acuti di una frutta forse troppo tropicale.

Seguono sostanze floreali di mimosa e un incedere di spezia che fa volgere lo sguardo a Oriente.

Sorso intrigante e ben più sostanzioso di quanto lascerebbero supporre i “soli” 13° alcolici in etichetta, morbido quanto serve, salato quanto deve e lungo…non a sufficienza per non lasciarci desiderare un altro calice.

(85 Punti perché ho deciso di togliergli il – della valutazione iniziale).

Da segnalare un REFOSCO DAL PEDUNCOLO ROSSO 2022 che mi aspetto sveli di che pasta è fatto non prima dell’anno prossimo e i due PIWI aziendali che, sotto lo stesso nome (L’OPPOSTO) e con livree differenti (Soreli BIANCO 2023 e Cabernet Volos ROSSO 2021) raccontano, non convincendo ancora completamente il sottoscritto, di un futuro alla finestra aspettando una viticoltura che sarà (forse).

TENIMENTI CIVA (FRIULI VENEZIA GIULIA)

FRIULI COLLI ORIENTALI DOC RIBOLLA GIALLA “VIGNETO BELLAZOIA IN ONORE DI DORA BASSI” 2022: una dedica a Dora Bassi, un quadro nel bicchiere.

Anfora, tonneau e barrique si spartiscono le quote della massa per darsi poi appuntamento in acciaio e dipingono una natura morta di mele cotogne, pere mature, dolcezze di camomilla, su uno sfondo di calde fienagioni screziato di piccantezze zenzerose e amaritudini di erbe aromatiche.

Nonostante la muscolatura potente e massiccia, si rivela più brioso dell’atteso in bocca, mostrando freschezza e larghe spalle sapido-minerali ma chiudendo con un eccesso di frutta a polpa gialla che rovina in parte l’equilibrio.

Peccato.

Un vino da parcheggiare in cantina per qualche anno.

(87 Punti).

VIGNEDILEO (MARCHE)

VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI DOC CLASSICO “ISSIMO (7 ANNI DI SILENZIO) 2015/2022” 2015: setteanni di letargo (o forse no), sulle fecce fini prima di riuscire “a riveder le stelle” e regalarci un naso amaricante di pasticceria e liquirizia.

Intrigante di spezie orientali, suggerisce la calma dei fiori di tiglio e non si scorda una frutta che, tuttavia, non recita la parte della protagonista.

Il sorso è materico ma di piacevole scorrevolezza, sottolinea cespugli di erbe aromatiche vista mare, asprezze d’agrume, rimanda ancora alla liquirizia e chiude lungo e piacevolmente ammandorlato.

Gran bel vino ma…gli manca quel quid, quell’emozione che “solo lui”.

(89 Punti).

Merita essere ricordato anche il “FROCCO2022 con la sua potenza e la sua leggiadria che lo rendono “atto a divenire”.

BERSANO (PIEMONTE)

NIZZA DOGC “GENERALA” 2018 RISERVA: racconta il bosco e i piccoli frutti, le rose, ventate balsamiche e dolcezze di spezie e tabacco con un “ma” amaricante a fare venir voglia di sfogliare meglio il libro dell’olfatto.

In bocca è abile stratega, controllando il campo di battaglia con mirabile equilibrio e azzardando sortite di vibrante freschezza protetto da tannini inquadrati ma bellicosi.

Paga lo scotto della gioventù ed attende la saggezza del tempo.

Si becca 88+ Punti e il mio premio SURPRAIS.

GULFI (SICILIA)

SICILIA DOC ROSSO “NEROSANLORÈ” 2018: un Nero d’Avola dal naso carico di grasse suggestioni fruttate rosse e mature eppure di inattesa agilità nel presentarle.

E s’aiuta facendo perno sull’acida succosità della melagrana, sulle freschezze balsamiche per poi chiudere il cerchio lasciando intravedere suggestioni marine tra i graffianti cespugli di macchia mediterranea.

Sorso di polso e ampio respiro, freschissimo (fin troppo), sostanzioso come la cucina della trinacria e barocco come i tannini che lo supportano accompagnandoci fino a un lungo finale in cui il sale sembra volersi far beffa della frutta.

(89 Punti).

ROCCHE DELLA SALA (SICILIA)

SICILIA DOC GRILLO “GRI” 2023: s’atteggia a Sauvignon (anche evoluto) proponendosi al naso con un’esplosione di pesca gialla tale da zittire la pur sostanziosa presenza di frutta esotica ma non quella sottile vena vegetale data dalle erbe aromatiche amaricanti.

In bocca copia e incolla l’olfatto aggiungendo una minerale sapidità che ci accompagna per tutto il sorso sino all’ammiccante finale segnato da sottigliezze carboniche.

Un vino “divertente” fatto con serietà.

(84+ Punti).

E ORA?

Ora è innanzitutto il momento di ringraziare GO WINE per l’ospitalità concessami e tutti i Produttori per la pazienza dimostrata nei miei confronti e poi di rimboccarsi le maniche, perché si preannuncia una stagione talmente carica di appuntamenti che sarà difficile dar conto di tutti.

Je la posso fa (forse)

Roberto Alloi

VINODENTRO