Top tasting Gaja – Vinòforum
Ci sono degustazioni che lasciano un segno indelebile e rappresentano l’esperienza, il ricordo nel tempo: questo è il caso della top tasting Gaja di Vinòforum.
Gaja è di fama mondiale, tre tenute, la prima e storica in Piemonte con 100 ettari di vigneti nel comune di Barbaresco, in gran parte cru e vecchie vigne di età fino ad 80 anni, ed in Toscana con 27 ettari a Montalcino (Pieve S. Restituta) e 120 ettari a Bolgheri (Ca’ Marcanda). L’azienda è oggetto del desiderio di molti, anzi, tutti i winelovers e, per scelta, non è presente sui social e non ha nessun tipo di strategia di comunicazione tramite i mezzi convenzionali, se non in occasioni di winetasting come questa.
Altissimo il valore della famiglia, con tutti i componenti operativi e dedicati completamente all’azienda. A rappresentare l’azienda e condurre la degustazione c’è Rossana Gaja, figlia di Angelo e Lucia.
Il percorso degustativo si è concentrato sulla produzione piemontese, il racconto, intenso, interessante e pieno di competenza, è partito dalla descrizione del territorio e dell’evoluzione dei suoli nel tempo con la descrizione delle diverse caratteristiche del territorio di Barbaresco e Barolo, con i differenti vini che ne derivano sulla base della compattezza e composizione dei terreni.
A colpirmi molto è stato il focus sul cambiamento climatico, con le misure prese in considerazione dall’azienda per combattere gli effetti delle variazioni metereologiche tramite studio, consulenza scientifica ed universitaria, metodi naturali e biologici. Massima la tutela della vigna e della biodiversità con inerbimento, piantumazioni che crescono e vengono piegate lungo i filari per proteggere il terreno dal ruscellamento dell’acqua, coltivazione di favino e leguminose per il sovescio, ma anche orzo e senape, ad esempio, con l’obiettivo di aumentare la componente organica e favorire la depurazione naturale dei terreni.
Apicoltura nel vigneto e produzione di miele per garantire la biodiversità, introduzione della tecnica della confusione sessuale per i parassiti come la tignola e insetti come le coccinelle per combattere in modo naturale parassiti e cocciniglia. Compostaggio e utilizzo di letame proveniente da sole vacche lattifere che non assumono antibiotici che, altrimenti, andrebbero nel terreno, con predigestione del letame ad opera di lombrichi selezionati. Insomma tanta attenzione, ricerca e cura.
In degustazione:
- Gaja Barbaresco 2018;
- Gaja Costa Russi Barbaresco 2014;
- Gaja Sperrs Barolo 2013;
- Gaja Gaia & Rey 2016 Chardonnay Langhe DOP.
Sono vini da aspettare nei calici, da far acclimatare e aprire, ma non deludono affatto, sono poesia e pura espressione del Nebbiolo con le sue affascinanti sfumature.
Il Barbaresco 2018 è elegante, complesso ed equilibrato, si snoda tra fragolina di bosco selvatica, viola, radice di liquirizia verde, spezie e minerali, con freschezza minerale ed un tannino che invoca ancora del tempo per essere levigato, ma che resta comunque finemente legato.
Costa Russi ’14 è elegante, strutturato, frutti di bosco, mora, con terziari ben definiti di tabacco e cuoio, grande volume in bocca con dimensione che parla di un vino godibile oggi ma che potrebbe essere bevuto tra parecchi anni, grazie all’ampia freschezza che porta con sé.
Barolo Sperrs ’13 parla la lingua del grande vino, molto più opulento e grasso al naso rispetto ai Barbaresco, ha grande potenza nei profumi senza avere invadenza balsamica, visciola, goudron, liquirizia, grafite, sorso compatto e trama tannica fitta e già pronta, ma anche qui sembra di avere difronte un vino con potenziale di invecchiamento eccellente.
Infine, con sorpresa che viene assolutamente giustificata dopo l’assaggio, lo Chardonnay, servito dopo la successione dei grandi rossi: tiene assolutamente il confronto essendo vinificato e affinato per 8 mesi in barriques.
Uno Chardonnay che racconta il territorio, con grande naso che porta subito sulla complessità della nocciola, mandorla tostata, tartufo bianco, con sullo sfondo una nota dolce, fiori d’arancio e camomilla. Al sorso è di grande avvolgenza e cremosità, ricco, sapido e di lunghissima persistenza.
Possiamo dire che la novità di questa edizione di Vinòforum, la top tasting, ha già regalato a noi appassionati di vino l’opportunità e l’esperienza memorabile che non potrà essere mai dimenticata.
A cura di Giuseppe Petronio