27 Apr 2024
BlendNews

Benedetta Costanzo. Il mio Vinitaly 2024

Oltre le Polemiche, i fatti delle Donne del Vino

Tra chiacchiere, critiche e polemiche, la 56esima edizione di Vinitaly si conferma come un evento imprescindibile per il settore, ma anche come palcoscenico per discorsi importanti. Quest’anno, in particolare, si è parlato molto del ruolo delle donne nel mondo del vino e delle sfide che ancora devono affrontare. Le affermazioni sulla genetica femminile e il senso di inferiorità atavico e sul bere da sole,  hanno sollevato interrogativi importanti, ma hanno anche offerto l’opportunità di riflettere e discutere su temi cruciali. Quindi mentre Vinitaly chiude i battenti con numeri positivi e un’atmosfera di successo, le polemiche innescate dalle recenti dichiarazioni di Boralevi durante il TG2 Post continuano a far discutere.
Scelgo di guardare oltre le polemiche e di concentrarmi sulle donne che, oltre a bere il vino, sono protagoniste attive nella sua creazione.

Il mio Vinitaly Korale

In un settore tradizionalmente dominato dagli uomini, è importante riconoscere e celebrare il contributo fondamentale delle donne nel mondo del vino. Esse non solo lavorano nei vigneti e nelle cantine, ma sono anche enologi, sommelier, giornaliste e imprenditrici vinicole di successo. La loro presenza e il loro impegno sono essenziali per l’evoluzione e la crescita del settore.
In questo contesto, la storia di Korale prende vita: un progetto che ho conosciuto al Vinitaly e che voglio far conoscere a tutti per farne un esempio da divulgare.
Nella lotta contro la violenza di genere, ogni iniziativa conta. È con questo spirito che l’Associazione Donne del Vino si impegna attivamente in varie iniziative a livello nazionale e regionale. Oggi voglio raccontarvi di un progetto straordinario portato avanti dalla delegazione calabrese dell’associazione DDV: Korale, il primo vino contro la violenza di genere.

Korale: perché tacere non è mai la soluzione
Il nome “Korale”, scelto con cura dall’Associazione, racchiude in sé una storia affascinante da raccontare. Prima di tutto, è un vino “corale”, perché nasce dalla collaborazione di 10 produttrici calabresi, ognuna contribuendo con il proprio migliore rosso, creando così un blend che celebra l’unione e la diversità. Questo connubio di sapori è il risultato della lavorazione di sei vitigni autoctoni: Gaglioppo, Magliocco, Greco Nero, Nerello Cappuccio, Nerello Mascalese e Nocera. L’arte di creare questo mix perfetto è stata curata in cantina dalla produttrice Danila Lento e dalla sommelier Maria Rosaria Romano. Si tratta di un’edizione limitata, solo poche centinaia di bottiglie.

Ma ciò che rende questo vino così speciale è il suo scopo: sostenere il Centro Antiviolenza “Roberta Lanzino” di Cosenza.
Il Centro è una struttura fondamentale in Calabria, nata per offrire sostegno e assistenza alle donne vittime di violenza, un luogo che si impegna a non lasciare mai sole le donne in momenti di bisogno. È dedicato a Roberta, una giovane donna che è stata tragicamente vittima di violenza sessuale e omicidio a soli 19 anni. A distanza di 35 anni da questo tragico evento, non è ancora stata fatta giustizia, un fatto che sottolinea ancora una volta le sfide e gli ostacoli che le donne devono affrontare.

È davvero triste e sconcertante vedere come ancora oggi le vittime di violenza di genere debbano lottare non solo contro l’abuso stesso, ma anche contro i pregiudizi della società. È inaccettabile che ancora esistano mentalità che suggeriscono che la colpa di ciò che accade alle donne sia in qualche modo della vittima stessa, una mentalità che non solo perpetua l’ingiustizia, ma rende anche più difficile per le vittime ottenere sostegno e giustizia.

Obiettivo del progetto

Il progetto Korale si pone l’obiettivo di dimostrare che con la solidarietà e la coesione è possibile trovare una soluzione a questa grave problematica. Intanto le bottiglie sono state regalate a chi ha offerto donazioni al Centro Antiviolenza e la campagna è andata benissimo, oltre le aspettative.
La prima presentazione del vino è avvenuta il 3 marzo presso la sede AIS a Cosenza nell’ambito delle “Giornate delle Donne del Vino” che ha visto la partecipazione del Presidente Nazionale delle Donne del Vino, Daniela Mastroberardino. Il tema scelto per le iniziative nazionali e regionali del 2024 è stato “Donne, Vino, Cultura”, un tema che abbraccia i valori fondamentali promossi dall’Associazione Donne del Vino. Questa tematica riflette l’amore per la terra, la valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici, con un’attenzione particolare al patrimonio vitivinicolo, che rappresenta un tesoro culturale di inestimabile valore.

Le “Giornate delle Donne del Vino”

Le “Giornate delle Donne del Vino” rappresentano un appuntamento imperdibile per tutte le associate, un momento di unione e celebrazione dell’apporto femminile alla società e al mondo del vino. Dal 1 al 14 marzo, in tutta Italia e in dieci Paesi nel mondo, si sono susseguiti eventi diffusi che hanno dato visibilità al ruolo delle donne nel settore vinicolo. Gli eventi hanno compreso degustazioni, incontri, tavole rotonde incentrate sul tema dell’anno e una campagna social che ha coinvolto le socie in scatti fotografici, valorizzando i contesti paesaggistici di grande valore culturale legati al mondo del vino. Queste giornate risultano importanti per la valorizzazione della cultura enologica e la lotta contro la violenza di genere, come dimostra il lancio del progetto Korale.

Korale approda al Vinitaly

Ho avuto l’opportunità di degustare Korale e capire il progetto durante il Vinitaly. Infatti il 15 aprile, presso lo stand istituzionale della Regione Calabria, si è svolta la presentazione del progetto e ho partecipato a quest’incontro con molto piacere. La degustazione è stata guidata da Chiara Giannotti, una giornalista stimata e donna del vino, fondatrice di Vino.tv, un blog, un profilo social e una WebTv dedicati al mondo vinicolo. Chiara  Giannotti ha sapientemente condotto l’evento coinvolgendo non solo la delegata regione Calabria Vincenza Alessio Librandi, ma anche altre donne produttrici che hanno condiviso la loro visione e il loro impegno nel progetto. Presenti l’Onorevole Gallo e il Maestro gioielliere Gerardo Sacchi.

Etichetta ricca di simbolismo antico

Centrale l’intervento di Caterina Malaspina, che ha brillantemente spiegato l’etichetta di “Korale”, ricca di simbolismo mitologico. Molti degli elementi presenti sull’etichetta rimandano alla storia di Persefone, la figlia di Demetra rapita da Ade e costretta a vivere negli inferi contro la sua volontà. La madre, nel suo disperato tentativo di ritrovare la figlia, trascura la natura, portando il mondo alla carestia. Per risolvere la situazione, Zeus interviene imponendo ad Ade di restituire Persefone alla madre. Tuttavia, poiché Persefone ha mangiato sei chicchi di melograno negli inferi, è obbligata a ritornare per sei mesi ogni anno. In quei mesi la terra diventava spoglia e non produceva mentre quando riusciva a liberarsi rendeva fertile la terra: nasceva il mito dell’alternanza delle stagioni. ,
Il nome “Kora-le” trae origine dal greco antico (kora” = donna o fanciulla) ma è anche uno dei nomi con cui veniva invocata la dea Persefone. Questa storia di rinascita e fertilità è incarnata dall’etichetta di “Korale”, che raffigura il profilo del volto di una delle numerose statue ex-voto dedicate a Persefone, che punteggiavano la Magna Grecia.

Sostenibilità

Korale, oltre a rappresentare l’incontro tra i millenari vitigni della regione Calabria, porta avanti un importante impegno per la sostenibilità ambientale. La sua storia affonda le radici nell’antica tradizione vitivinicola della regione, dove furono i Greci a introdurre la coltivazione della vite.

Tuttavia, Korale non è solo un omaggio all’antica tradizione vitivinicola della regione, dove furono i Greci a introdurre la coltivazione della vite. È anche un esempio di come sia possibile coniugare la tradizione vinicola con pratiche sostenibili che includono l’utilizzo di bottiglie più leggere e sottili, riducendo così il loro impatto ambientale e il consumo di risorse durante la produzione e il trasporto. Inoltre, i tappi utilizzati sono completamente riciclabili, contribuendo a minimizzare l’impronta di carbonio del prodotto.

Anche l’etichetta di Korale è stata realizzata con materiali eco-sostenibili, utilizzando fibre riciclate. Questa scelta non solo riduce l’utilizzo di risorse naturali vergini, ma promuove anche l’idea di economia circolare, contribuendo a ridurre gli sprechi e a chiudere il ciclo dei materiali.

Conclusioni

In conclusione, il progetto Korale rappresenta non solo un vino di alta qualità e dal profondo legame con le radici storiche della Calabria e della Magna Grecia, ma anche un simbolo di solidarietà, sostenibilità e empowerment femminile nel mondo del vino. Korale dimostra che è possibile coniugare la tradizione vinicola con pratiche moderne e responsabili in un contesto in cui le donne del settore vinicolo sono sempre più protagoniste. Questo progetto è un esempio di come la determinazione e il talento femminile possano dare vita a iniziative significative per combattere la violenza sulle donne. Questa iniziativa rappresenta l’impegno nella società civile per il miglioramento della condizione femminile e per un futuro migliore.

Benedetta Costanzo
benedetta.costanzo@winetalesmagazine.com
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