24 Mar 2022
BlendNews

Golosaria di vini lombardi in rivista

Dici Golosaria e già ci siamo capiti: il divertimento è assicurato. Due giornate a tema vini, il 19 Marzo – vini di Lombardia e (forecoming) il 23 Aprile – vini Emilia Romagna; siamo ben stati alla prima, una golosaria di vini lombardi in parata: comodo arrivarci con i mezzi, Milano MM1 Lotto (Rossa e Lilla), pochi metri per via Masaccio, Hotel Melià.

Il banco accoglienza all’ingresso, il controllo del Green Pass, organizzazione impeccabile. Si salgono le scale, al primo piano si recupera il bicchiere d’ordinanza: un salone sulla destra, una sala più raccolta sulla sinistra. Avanti, siàm pronti: giornata di assaggi liberi e di lezioni tematiche mirate (le chiamano masterclass) a cura degli ospiti.

OSPITANO I DUE GOLOSARI, THEMSELVES

Un girone di respiro dantesco

A proposito di golosi, Dante a guardia di quel girone ci mette Cerbero con le sue tre teste: qui parimenti il patrocinio è triplice: oltre a Golosaria – quelli della guida ilGolosario – Gatti & Massobrio themselves insomma, c’è l’occhio vigile di Ascovilo (Associazione Consorzi Tutela Vini Lombardi a Docg, Doc e Igt) e il supporto di Grana Padano – in fondo l’unico sapore che manca al vino è proprio l’umami.

GRANA PADANO A GOLOSARIA

Cenno pedante di geografia dei vini lombardi

Dell’Associazione Ascovilo partecipano parecchi consorzi vini lombardi, in particolare sono rappresentate quattro delle cinque denominazioni d’eccellenza, le DOCG regionali (da Nord a Sud, Valtellina Superiore e Sforzato di Valtellina, Moscato di Scanzo e Oltrepò Pavese Metodo Classico, manca solo la DOCG Franciacorta e poi il parterre de rois può ben dirsi completo): dai vari Nebbioli delle Alpi, alle Terre Lariane, ai tagli bordolesi della Valcalepio, ai vini del Garda fin giù alla culla pavese del Pinot Nero e all’insospettabile mineralità di certi Lambruschi Mantovani. La varietà ampelografica è impressionante – ve n’è per tutti i gusti.

VINI LOMBARDI, STELLE CADENTI NEI BICCHIERI

Certo in questi lidi l’assaggiatore appena appena accorto non cercherà del Prosecco: il vitigno Glera non è infatti autorizzato alla coltivazione in Lombardia. Qui per l’aperitivo, o anche poi per tutto il pasto, si stappa spumante Metodo Classico (Oltrepò, Franciacorta) o Pinot Nero spumantizzato in autoclave, Metodo Martinotti (oppure puoi anche lanciarti in qualcosa di alternativo, vedi dopo).

Vino e i suoi fratelli

Oltre ai vignaioli, espongono e propongono bocconcini prelibati produttori a selezione ilGolosario.

SALUMI MARCO D’OGGIONO, APPROVATI DA ILGOLOSARIO

Che dite, vi sarà da fidarsi? Certo che sì. Ecco salumieri, panificatori e coltivatori di riso; riso che, come è tradizionalmente noto, nasce e nell’acqua ma deve annegare nel vino – per poi risorgere nel risotto: siamo a Milano, perbacco, tu prova a toglierci il risotto alla milanese e poi vedrai se non ti si parranno innanzi altre Cinque Giornate.

Attenzione quindi a recenti riscoperte di varietà come il Riso Lomello, riso lungo A incrocio tra la Razza 77 (a granello grosso e cristallino) e l’Agostano (a taglia bassa e ciclo vegetativo corto), sviluppato a cavallo tra la fine degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’50, varietà coltivata solo nei terreni comunali di Lomello, Mede e Semiana e indicata per i risotti, appunto.

AZ.AGR. SANTA MARIA – RISO LOMELLO

All’assaggio, all’assaggio!

Il banco assaggio del produttore è sempre isola felice di prelibatezza, di chiacchiera, in qualche fortunato caso di assaggio più o meno in anteprima di nuova annata o di etichetta, se si vuole si acquista, altrimenti ci si rivede in cantina: la stagione delle visite è appena iniziata.

Tre etichette per raccontarle tutte.

Se già nell’Eneide si citavano Euro, Noto ed Africo dimenticandosi degli altri, beh qui se ne tace di una schiera, almeno, e nella quale certo di meravigliosi. Però per chi come il sottoscritto il vino lo assaggia bevendolo… dopo tre bicchieri cala il sipario sullo spirito geometrico, e con il solo esprit de finesse caro a Biagio Pascal, in questi casi, il rischio di finirne in dionisiaca maniera è tale da poterci scommettere sopra. Il che (il dionisiaco finale) tacita temporaneamente una discreta quantità di problemi esistenziali ma non è metodo atto ad una comunicazione almeno tentativamente oggettivabile, ahimè. Contentatevi di tre etichette, insomma.

Otten, trebbiano raccolto tardivamente e baciato dalla nobile muffa

Produttore della DOC Capriano da colle, finita la Franciacorta e alle porte di Brescia, leggermente a sud, l’azienda agricola San Michele, nelle annate favorevoli raccoglie tardivamente il trebbiano, dopo la metà di Ottobre, lasciando che la vigna venga nel frattempo visitata dalla muffa nobile, Botrytis Cinerea, impreziosendone il raccolto. Il risultato è Otten:3, fermentato in acciaio, affinato in vasche di cemento e poi in bottiglia, acido e salino, importante – dicono abbinarlo con il risotto alla milanese, secondo me volevano intendere quello con l’ossobuco o la variante monzese, quella con la salsiccia, più strutturate. Sottoscrivo comunque: il naufragàr m’è dolce.

DA VENDEMMIA TARDIVA

Tribàle, bianco rifermentato in bottiglia col fondo

Dalla vicina collina di Pontida, tra Bergamo e Lecco, l’Az.Agricola Tosca vini bio propone il suo ultimo (o penultimo, da loro l’inventiva non manca) bianco: etichetta Tribàle, rifermentato in bottiglia col suo fondo – che puoi lasciar posare o rimescolare per godertelo, da uve Chardonnay, Riesling Renano e Solaris: i nostri padri all’osteria prima di pranzo usavano chiedere Pinot frizzante, ai nostri figli lasciamo eredità ben sagacemente sviluppate.

TOSCA TRIBàLE, RIFERMENTATO COL FONDO

L’inedito: appena imbottigliato Albaron, Pinot Nero Riserva Ca del Gè

Il Pinot Nero vinificato in rosso, fermo: croce e delizia del vignaiolo. Qui dall’Az.Agr Ca del Gè, Montalto Pavese, alla terza generazione di vignaioli, un appena imbottigliato e nemmeno etichettato inedito Albaron (si chiama così), riserva affinata in botte media. Assaggiato si rivela – e ci mancherebbe – giovanissimo, per non dire ancora acerbo, ma i profumi e la discrezione dei tannini fanno già pensare con soddisfazione a un prossimo giòvin signore.

UNO DEI PRIMI ASSAGGI PUBBLICI DI ALBARON, CA del Gè

What’s next

Il 23 Aprile la seconda giornata, dedicata all’Emilia Romagna: Si faccia spazio a Lambrusco, Sangiovese e poi… stupiteci ancor di più, mi raccomando. Presenti produttori e l’Enoteca Regionale dell’Emilia Romagna, con altre lezioni tematiche intonate. Secondo fortuna, mi troverete là.

Da Bottigliadissanguata, assaggiatore bevente, passo e chiudo. Alla prossima.