Googreen, mercato della biodiversità, nel centro di Torino
Il viaggiatore che, sceso in città all’elegante stazione di Torino Porta Nuova, attraversa poi Piazza Carlo Felice per andare verso la centralissima Piazza San Carlo, con ogni probabilità – anche se non piove – nella fretta sceglierà di passare sotto i portici. E questo è un vero peccato, perché nel centro della Piazza ci sono i giardini Sambuy: dai portici certamente si riesce a intuire che in mezzo ci sia del verde, meno ad apprezzarne la quieta bellezza.
Il noce, monumentale
Giardini dedicati a Ernesto Balbo Bertone, Conte di Sambuy: viennese per luogo di nascita, sabaudissimo di costumi. Fu infatti Ministro delle Cerimonie di corte e sindaco di Torino verso fine Ottocento: se vi interessa la sua biografia forse è meglio iniziare con il rivolgersi a Wikipedia; quello che qui importa sono i giardini che ne prendono nome, dove il monumentale – nel senso di albero monumentale regolarmente censito nell’Elenco degli alberi monumentali d’Italia a cura del MIPAAF alla scheda 02/L219/TO/01 – Noce del Caucaso (27 metri di altezza e più di 6 metri di circonferenza) troneggia pacato.
Questi giardini, visti dall’alto, appaiono come incastonati nella piazza, eppure, vissuti in passeggiata, appaiono restii all’utilitarismo urbanistico contemporaneo: fanno più da spazio di rottura con la quotidianità, da tempo per la propria serena ricreazione personale.
Ideali per la proposizione di causalità alternative, quindi, a testimonianza di principi che normalmente si fatica a rappresentare, manco fossero cinguettii perduti nel traffico delle ore di punta o immaginifiche lagrime perse nella pioggia come in Blade Runner.
La biodiversità, sulle bancarelle
Il mercato della biodiversità Googreen, appuntamento della seconda Domenica del mese, dalle 10:00 alle 19:00, realizza questa visione, esemplificandola: la difesa della biodiversità, la promozione della produzione locale, l’attenzione posta verso l’ambiente attraverso il riciclo e la scelta dei materiali di confezionamento: tutto mira alla riflessione sul rapporto che abbiamo con gli oggetti, sia pure nel paradigma migliorista del consumo consapevole. Riflessione lenta, Roma non fu costruita in un giorno.
40 produttori, consapevoli
In concreto, si trovano una quarantina di bancarelle-gazebo a esposizione e vendita di prodotti alimentari del territorio (verdure, formaggi, conserve, salumi, vini – visto dove ci troviamo – anche pochi, ma ci stanno lavorando), di piantine e fiori dai vivai e di altre proposte, comunque intonate ai temi del mercato.
Qualche chicca? Ogni gazebo diceva la sua, ma alla fine io vado a finire sempre sul cibo: le paste ripiene, gli agnolotti insomma, la Toma di Lanzo, i salumi di Suino Nero Valdostano, i Canestrei di Vaie (con lo zabajone, mi raccomando), i gianduiotti artigianali; uscendo poi a fatica dal girone dei golosi… interessanti le borse da materiali riciclati, l’ecopack in cotone e cera d’api.
Il cittadino, il turista, passa, osserva, s’incuriosisce, parla col produttore, riflette, semmai assaggia, qualche volta discute il prezzo e alla fine compra: nulla di nuovo sotto il sole, in fondo, soddisfatti i bisogni materiali, campiamo di storie cui diamo credito, e queste storie hanno la forza di modellare le nostre abitudini, tra le quali la soddisfazione dei bisogni materiali, appunto. Nulla di nuovo, si diceva, ma non per questo atto meno importante.
Presentazioni e baldorie varie, ben organizzate
Il mercato si fa poi pretesto: in questa cornice infatti, lungo la giornata, trovano spazio e animazione eventi culturali, presentazioni di libri, esibizioni di cantanti; assiste all’umano fermento il monumentale noce caucasico e all’apparenza ne resta atarassico – ma forse solo perché ancora non ne comprendiamo il linguaggio, potrebbe perfino esserne rallegrato.
L’organizzazione di tutto il mercato è puntuale e discreta: Antonella, Alice, Francesca, Greta, Guido ed Emilia, dell’associazione Giardino Forbito di Torino, al lavoro fin dal mattino presto. Ci pensano loro: da fuori quasi nemmeno te ne accorgi, l’evento si svolge davvero assennatamente. Il centro città ha occasione per goderne, senza sopportarne disagio.
A cura di Gian Paolo Ciceri @magnosolo