30 Mar 2024
BlendNews

Matter of Taste 2024: Trionfo! Parte II

Dove eravamo rimasti?
Riprendiamo il racconto di Matter of Taste interrotto la scorsa settimana perché ho proprio tanta voglia di proseguire. Quest’esperienza, finora raccontata attraverso le eccellenze francesi e non solo, mi ha calato in uno scenario d’élite: assaggi superlativi con vini di elevato punteggio ma anche di pari qualità. Faccio fatica a definire il vino come un semplice prodotto; è molto di più! In questa realtà ho trovato connessioni inaspettate, luoghi non ancora visitati sono stati scoperti, storie studiate e sognate hanno finalmente trovato riscontro, facendo volare la mia anima enoica.
Ricominciamo quindi il racconto, partendo dall’Italia che in quest’evento non ha sfigurato. Anzi! Le eccellenze del Belpaese erano talmente numerose da non permettermi di assaggiarle tutte. Tuttavia, ho fatto del mio meglio e qui racconterò gli assaggi che ho trovato più emozionanti e coinvolgenti.

La Toscana in testa alle eccellenze italiane
La regione che ormai mi ha adottata, la Toscana, ancora una volta, si è dimostrata la regina indiscussa, rappresentando il meglio che l’Italia ha da offrire. Da Montalcino alla Maremma, dal Chianti Classico a Bolgheri, la regione, con ben 14 su 23 aziende italiane premiate, si conferma come il fiore all’occhiello del panorama vinicolo italiano.

La straordinaria varietà di territori e vini, ciascuno con la propria storia e carattere unico ha espresso Montalcino tramite  Col d’Orcia raccontato dal Conte Marone-Cinzano in persona e Il Marroneto con Alessandro Mori; Nel Chianti Classico, aziende come Fontodi con il Chianti Classico Gran Selezione Vigna del Sorbo e Flaccianello della Pieve, Tenuta La Massa e Bibi Graetz hanno esibito la quintessenza del Sangiovese. A Bolgheri, Tenuta San Guido, Poggio al Tesoro e Marchesi Antinori Guado al Tasso hanno trasportato i presenti con storie di passione tramandate attraverso le generazioni. Petrolo in Valdarno ha dimostrato di produrre solo vini di eccellenza con il suo Galatrona e le tre versioni di Boggina A, B e C, incantando con potenza e finezza. Fattoria Le Pupille, con la Signora del Morellino Elisabetta Geppetti, ha esaltato l’eleganza del territorio. Infine, da Tua Rita, il Giusto di Notri e il Redigaffi hanno rappresentato la quintessenza della qualità e dell’artigianalità toscane.

Oltre la Toscana
Le regioni che seguono mantengono un’elevata rappresentanza di eccellenze italiane. Nel Piemonte langarolo, aziende come Domenico Clerico, Paolo Scavino ed Elio Grasso si distinguono con i loro prestigiosi Baroli, regalando al territorio un’eccellenza ineguagliabile. Nel Veneto, spiccano gli Amarone di Masi e Zymé, che confermano la grandezza enologica della regione. Il resto d’Italia è ben rappresentato da Feudi San GregorioTenute Capaldo per la Campania e l’Irpinia, da Tenute San Leonardo con il suo 2016 da punti 97+ orgoglio per il Trentino e da Cantina Terlano per l’Alto Adige (Alto Adige Terlaner Grand Cuvée Primo RP 97+).

 

Basta indugi e iniziamo con gli assagg!
Partiamo dal cuore stesso del dibattito enologico: il celebre Sassicaia. Questo vino è da sempre oggetto di discussioni accese e polarizzanti. Alcuni lo amano senza riserve, mentre altri lo criticano con una fermezza quasi dogmatica. Personalmente, credo che sia essenziale mantenere un approccio obiettivo quando si valuta un vino di tale prestigio. Le stesse regole dovrebbero applicarsi a tutti i vini: considerare l’annata e scegliere il momento ideale per assaporarlo al meglio. Cominciamo con Guidalberto, vino più accessibile della Tenuta San Guido. Ho avuto il piacere di degustare la sua annata 2021: un vino con un carattere distintivo, caratterizzato da un ingresso in bocca soddisfacente e una chiusura sapida che lascia un’impressione duratura. Passando al famoso Sassicaia, ho avuto l’opportunità di assaggiare la sua annata 2017. Quest’annata in Toscana è stata caratterizzata da temperature più elevate rispetto alla media, dando vita a un vino notevolmente diverso rispetto al suo predecessore del 2016. Fa presagire una longevità minore in quanto già piacevole ed equilibrato al palato.

Una sosta indimenticabile a Poggio al Tesoro di Marilisa Allegrini,
Qui l’enologo Christian Coco mi ha guidato attraverso una serie di degustazioni che hanno espresso l’autenticità e l’eleganza del territorio. Abbiamo iniziato con il Vermentino da clone corso “Solosole 2022”, un vino fresco e vibrante che ha catturato l’anima della costa toscana. Successivamente, ci siamo lasciati incantare dal “Bolgheri Rosso Il Seggio 2021” e dal “Bolgheri Superiore Sondraia 2020”, vini che hanno raccontato la storia e la potenza dei grandi rossi bolgheresi. Infine, il culmine dell’esperienza è stato l’assaggio del mio preferito, il Cabernet Franc “Dedicato a Walter 2020”, con un punteggio di 94 da parte di Robert Parker. In tutto questo, l’eleganza del sorso è stata il filo conduttore che ha legato ogni degustazione, lasciandomi con un ricordo indelebile di questa straordinaria esperienza enologica.

Il vino è arte
Un salto per salutare Bibi Graetz, il rinomato viticoltore che riempie di ‘Colore’ la Toscana (cit. Forbes 2021). Ho avuto l’onore di assaggiare l’eccellenza del suo “Testamatta” 2021, che ha ottenuto un incredibile punteggio di 96 da Robert Parker. Ma soprattutto, ho avuto il privilegio di degustare il leggendario “Colore”, la massima espressione del suo sogno. Realizzato con uve tradizionali toscane provenienti da alcuni dei vigneti più antichi e rari della regione, questo vino incarna la quintessenza della Toscana. Il Sangiovese conferisce struttura e potenza, il Colorino dona frutta e tannini vellutati, mentre il Canaiolo contribuisce con mineralità e intensità. Solo le migliori botti dell’intera produzione diventano “Colore”. E anche quest’anno, la 2021 ha raggiunto un incredibile punteggio di 98+ da parte di Robert Parker.

Alessandro Mori: un’esperienza al di là delle mie aspettative!
Quest’uomo ha trasformato Il Marroneto in un’icona del Brunello, un vino premiato e idolatrato dalle guide e dai critici enoici più prestigiosi al mondo. Situate sul pendio nord della collina di Montalcino, nelle vicinanze della cinta muraria della città, le vigne del Marroneto rappresentano un luogo di magia e tradizione. Alessandro mi ha spiegato l’importanza del rispetto per l’uva, per la terra e per i valori profondamente radicati in lui che lo hanno spinto, nel 1994, ad abbandonare una carriera legale per diventare vignaiolo. I suoi vini sono veri e autentici, urlano l’identità del territorio. Nel Madonna delle Grazie 2019, con un punteggio di 99 da parte di Robert Parker, ho colto la commovente riconoscibilità di un Brunello “puro”, che incarna l’anima di Montalcino. Anche i rossi di Montalcino Ignaccio 2021 e Iacopo 2021 hanno catturato la mia attenzione per la loro personalità accattivante e la versatilità.
Tenuta La Massa:  gemma nel cuore del Chianti Classico
Ho il privilegio di incontrare il carismatico proprietario, Giampaolo Motta, che condivide con me la sua filosofia: utilizzare la conoscenza del territorio non solo per migliorare la produttività, ma per creare vini capaci di un’autentica interpretazione territoriale. Giampaolo ha rilevato l’azienda nel 1992, avviando un lungo processo di ripristino dei vigneti e delle cantine, con il sogno di trasformarla in un paradiso irraggiungibile. Nel calice, l’ottima qualità dei vini cattura il mio cuore: il Giorgio Primo 2019 (con un punteggio di 97+ da Robert Parker) e il Carla 6 2019 (con un punteggio di 96) dimostrano che la Toscana continua a essere una terra di straordinaria bellezza e qualità enologica.

La Tenuta di Trinoro, dove la Toscana si unisce all’Umbria e al Lazio.
Un’esperienza unica con gli assaggi dei vini nati dalla filosofia e dalla forte personalità di Andrea Franchetti, uno dei più anticonformisti protagonisti del panorama vinicolo italiano. Produttore di assoluta eccellenza sia nella Val d’Orcia, patrimonio Unesco, con la Tenuta di Trinoro, che sull’Etna, con Passopisciaro, Andrea Franchetti, scomparso nel 2021, ha lasciato un’eredità indimenticabile. Oggi, le aziende sono portate avanti dal figlio Benjamin, affiancato da un team giovane tutto under 35. Tra gli assaggi offerti, ho avuto il privilegio di degustare Le Cupole 2021, un blend bordolese diverso ogni anno, che si distingue nel calice per uno stile internazionale ormai “toscanizzato”. Caratterizzato da freschezza gustativa e gradevolezza di beva, Le Cupole 2021 ha ottenuto un punteggio di 94 da Robert Parker, confermando l’eccellenza della Tenuta di Trinoro anche sotto la guida della nuova generazione.

Bodega Chacra: Alla scoperta del Terroir Patagonico
La storia di Bodega Chacra e di Piero Incisa della Rocchetta è un viaggio di passione e scoperta che ha inizio nel 2001, quando Piero si innamora di un vino assaggiato alla cieca. Da questo momento, nasce un sogno che lo porterà a lasciare Tenuta San Guido per acquistare nel 2004 terreni in Patagonia, nell’Alta Valle del Rio Negro, con vigneti risalenti fino al 1932 a piede franco. Oggi, circa 45 ettari di vigneti sono gestiti secondo i principi dell’agricoltura biodinamica.

In Patagonia, una “chacra” è un pezzo speciale di terra destinato alla pomologia, ma è anche un centro energetico vitale che ci connette con l’intero universo. Questa filosofia si riflette nei vini di Bodega Chacra, dove il vino diventa compagno di piacere e sensibilità, nutrendoci e connettendoci con tutto ciò che vive e vibra. I vini di Bodega Chacra mi hanno davvero stupito. Nascono da un clima secco, con escursioni termiche da zona desertica e costante irraggiamento solare, e si distinguono per la completa assenza di malattie fitosanitarie e per il rispetto del territorio in cantina, con fermentazioni spontanee, nessuna chiarifica e filtrazione. Diversi assaggi e tante emozioni.

I miei “Chacra” preferiti
Il Bodega Chacra – Mainqué Chardonnay 2018 è un’esperienza di eleganza, sapidità e spinta minerale, frutto di fermentazione in legno e affinamento di 11 mesi in barrique di primo, secondo e terzo passaggio. Mentre il Bodega Chacra – Barda 2018, prodotto al 100% da Pinot Noir proveniente dalle vigne più giovani, si distingue per la sua purezza, leggerezza e succosità, con tannini carezzevoli e straordinaria bevibilità. Un inizio indimenticabile in questo viaggio alla scoperta del Terroir Patagonico.

 

In conclusione
Matter of Taste è stato un vero e proprio sogno, un’immersione che ha stimolato ogni fibra del mio essere. Mi ha svelato il vero potere del vino nel trasportare mente e anima in terre di puro piacere e meraviglia. Torno a casa arricchita da un’esperienza davvero straordinaria grazie al livello superlativo dei vini. Per oggi da Zurigo è tutto… passo e chiudo!

Benedetta Costanzo
benedetta.costanzo@winetalesmagazine.com
Mi trovi su Instagram come @benedetta.costanzo