I titolari delle aziende coinvolte a bordo di un'auto decappottabile con alberi da frutto sullo sfondo.
12 Apr 2023
BlendNews

Il tappo a vite in Italia – Nasce un nuovo movimento: gli Svitati

Svitati a chi? – I pionieri del tappo a vite in Italia

Avete letto bene. Per la prima volta, cinque produttori tra i più premiati e conosciuti in Italia si sono riuniti per raccontare il loro modo di fare vino e soprattutto di tappare le bottiglie. Un movimento, il loro, contro i pregiudizi che spesso accompagnano questa tipologia di chiusura.

Franz Haas, Graziano Prà, Jermann, Pojer e Sandri e Walter Massa. Queste le aziende, cinque realtà d’eccellenza e pioniere del tappo a vite in Italia. Le basi del gruppo sono state poste già negli anni ’80 (quasi quattro decenni fa) quando le cinque cantine hanno iniziato a riflettere sul possibile utilizzo di tipologie di chiusure alternative. Il loro sguardo avanguardista si è poi spostato verso le nuove frontiere del vino che in quel momento già si stavano facendo largo negli Stati Uniti e in Nuova Zelanda. Sono seguiti anni di viaggi, degustazioni, confronti e giri di vite, ognuno con la propria esperienza. Mario Pojer pensò a un certo punto di “sigillare la bottiglia con la fusione del vetro come fosse una fiala per non lasciar passare l’ossigeno”. Graziano Prà ebbe invece una rivelazione ad Aspen in Colorado assaggiando un Sauvignon Blanc imbottigliato con tappo a vite e venduto a 30 dollari. Un primo segnale che il pregiudizio stava iniziando a tramontare.

Il tappo a vite

Ciò che ha portato i cinque Svitati alla scelta del tappo a vite è l’obiettivo che sta dietro al suo utilizzo. Il fine ultimo è il perfetto mantenimento di quelle qualità organolettiche del vino tanto ricercate e valorizzate dal lavoro in vigneto e in cantina. Grazie alle sue caratteristiche, questa tipologia di tappo permette infatti una micro-ossigenazione costante, preservando il vino e garantendo un’elevata omogeneità qualitativa. Questo anche nel caso di vini destinati a una lunga permanenza in bottiglia, contribuendo a un loro corertto invecchiamento.

Siamo cinque aziende che cercano la precisione fin nei minimi dettagli. Scegliamo i vitigni che più ci rappresentano e le uve migliori e in cantina abbiamo tutto quello che ci può aiutare a produrre un vino di un’altissima qualità. Ma soprattutto abbiamo a disposizione il tappo ideale per mantenerla. Ecco perché non possiamo non approfittarne. La precisione che abbiamo sempre ricercato è, oggi, anche un atto dovuto nei confronti del pubblico e del vino”. Questo il commento all’unisono dei produttori.

Studi e sperimentazioni supportano la scelta del tappo a vite.

Il professore Fulvio Mattivi, ricercatore della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, è intervenuto accanto al gruppo de Gli Svitati a sostegno dell’utilizzo del tappo a vite in Italia. Nel’occasione, Mattivi ha riportato le analisi dell’Australian Wine Research Institute che, già nel 1999, ha condotto le prime interessanti sperimentazioni su quattordici diverse tipologie di chiusure del vino compreso il tappo a vite. Lo studio ha dimostrato una permeabilità all’ossigeno molto più bassa di altre tipologie di chiusura e variabile a seconda del rivestimento utilizzato all’interno del tappo. “Nelle bottiglie con questa chiusura, a distanza di anni il vino dimostrava un colore ancora brillante e presentava caratteristiche organolettiche ideali. Sia per i vini rossi che per quelli bianchi, in queste degustazioni le bottiglie con tappo a vite erano uguali alle migliori bottiglie con tappo di sughero.”

Il tappo a vite diventa quindi segno di attenzione verso coloro che di questi vini si verseranno un calice, ma anche verso tutti i professionisti coinvolti nella filiera. Gli Svitati optano inoltre per questa scelta per la sua sostenibilità. La chiusura è infatti realizzata in alluminio, un materiale rispettoso anche verso l’ambiente.

Il lavoro di squadra de Gli Svitati vuole essere il punto di partenza di questo nuovo “movimento” del vino, creato da un gruppo di produttori formatosi spontaneamente. Un messaggio rivolto ad un pubblico che si dimostra sempre più consapevole, ma anche ad amici produttori – sempre più numerosi – pronti a diventare altrettanto “Svitati”.

 

Sono Claudia Riva di Sanseverino. Assaggio, degusto, scopro, curioso, provo e condivido. Seguimi su Instagram @crivads