04 Mar 2024
BlendNews

Una passione, una famiglia, un successo: Il metodo Marcalberto.

Una passione, una famiglia, un successo: Il metodo Marcalberto.


Il Piemonte è una regione infinitamente sorprendente, non le manca nulla: cibi ottimi, paesaggi mozzafiato, antiche tradizioni e, ovviamente, vini incredibili.

Niente Barolo, Barbaresco o Gattinara per questa volta, bensì un altro dei caposaldi della produzione vinicola regionale: il metodo classico di Langa.

Quale fra le infinite realtà ho selezionato per voi?

La cantina della quale sto per narrarvi oggi, si trova proprio tra questi dolci colli delle Langhe, a Santo Stefano Belbo, ed è una piccola realtà a conduzione famigliare che produce esclusivamente spumanti Metodo Classico: L’Azienda Agricola Marcalberto.

Tutto ebbe inizio nel 1993 quando Piero Cane, affermato enologo, decide di dar vita ad un primo embrione di produzione vinicola che, già da lì a pochi anni, si evolverà in una piccola serie dalla distinta identità; per diversi anni è rimasta una modesta produzione di nicchia, finché, nel 2008, i due figli Marco e Alberto hanno dato il via ad un piccola rivoluzione.

Con gli occhi pieni di entusiasmo e di amore per la loro realtà, i figli sono riusciti a rendere quell’ investimento paterno una vera e propria azienda a conduzione familiare, dove qualità e genuinità sono le colonne portanti.

Quali sono le unicità di questa azienda?

In questa realtà giovane e dinamica, c’è un evidente sguardo alla metodica francese che mi si palesa immediatamente con la pressa Coquard, una meravigliosa macchina in legno che ho avuto modo di vedere solo nelle piccole cantine dello Champagne, capace di regalare una spremitura delle uve dolce e soffice, ottima per ottenere un mosto chiaro e limpido.
Già il mio sguardo si colma di gioia nel vedere una tale attenzione e ricercatezza. Partenza al top! 

Oltre ad una strumentazione di tutto rispetto, c’è un altro lato dell’azienda che rimane certamente degno di nota: la cantina ottocentesca sita proprio sotto l’abitazione di famiglia dove ‘le ragazze’ passano il periodo di maturazione sui lieviti. Davvero interessante, perché oltre ad essere un ambiente molto suggestivo, fra pupitre e scaffali, le bottiglie affrontano qui il loro invecchiamento senza timore di sbalzi termici, data l’impercettibile differenza di temperatura fra estate ed inverno.

Quali sono i vitigni impiegati?

Pinot Nero e Chardonnay sono i re della produzione, con diverse etichette e diverse sfumature che si esprimono al meglio in gioco di dosaggi e affinamenti.

Particolarmente da me apprezzato il Sansannée, un vino che si preannuncia come un “base” ma che forse, fra tutti – proprio per le “minori” aspettative che nutrivo – mi ha lasciata più di stucco.
È un blend Pinot nero e Chardonnay, senza annata come suggerisce il nome, ma che risulta davvero freschissimo, sapido e con una acidità incredibilmente bilanciata.

Altro gioiellino interessante l’Alta Langa 2019, una pungenza verticale, una sapidità che chiama un altro sorso, una acidità dolce che pulisce il palato ma, soprattutto, un naso bello evoluto, con note travolgenti di crosta di pane leggermente abbrustolita.

Una nota la devo fare anche per il Blancdeblacs di Chardonnay, non proprio il mio genere di bollicina, ma che al naso si è presentato subito diretto e protagonista, mentre in bocca ha preferito un passo delicato, fresco, decisamente minerale e con un finale di vaniglia così gentile che chiamava il sorso successivo solo per poterla risentire.

Mi é rimasto un grande punto interrogativo sul Brut Nature di Pinot Nero, che sulla carta ha tutte le prerogative per divenire il mio preferito, ma che, ahimè, era terminato.

Eh niente, tocca tornare per assaggiare anche l’ultimo cucciolo di casa.

UNA PASSIONE, UNA FAMIGLIA, UN SUCCESSO.

Per chiunque cerchi vini raffinati, bilanciati, sinceri e seri, consiglio una capatina da Marcalberto; ottima qualità a prezzi giusti!

 

A cura di Ambra Sargentoni.

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