02 Apr 2022
BlendNews

Vinifera, dalla parte del vignaiolo

Vinifera, dalla parte del vignaiolo. Quella Vinifera? Vinifera la mostra mercato dei vini artigianali dell’arco alpino alla Fiera di Trento, intendi? Quella dello scorso 26 e 27 Marzo? E ci mancherebbe altro non fosse dalla parte del vignaiolo!

Al tempo, al tempo. Invoco la suppositio materialis: volevo solo intendere che ho visto Vinifera dall’altra parte dello stand, per l’occasione ospite operoso – mescente vini, affabulandone secondo capacità e vezzo, soccorrente il vignaiolo in alcune necessità pratiche connesse all’evento – di Le Driadi Slow Farm, illuminato vignaiolo in Capetaglio di Palazzago – BG.

VINIFERA 2022, TRENTO

Un’occasione così… buttala via. Partenza ore 05:50 AM dalla natia Brianza velenosa, omaggio silenzioso nel transito alla bergamasca lecchese, rendez-vous a un parcheggio in città bassa verso le ore 06:50 con Big Luciano Chenet – sagace demiurgo del motore primo Gabriella Lady G – ecco a voi Le Driadi pittata in quattro parole.

La macchina abbastanza carica di bottiglie e attrezzi per lo stand, il caffè da strozzini a EUR 1.20 in Autogrill, l’ingresso in Trento, la Fiera, l’accoglienza puntuale e precisa. Si scarica la macchina e si monta lo stand: alle ore 09:30 circa è tutto, o quasi, a posto; la fiera inizia alle 11:00 – c’è tempo di fare un giro.

La carta dei valori

Virgoletto gli intenti dell’evento: “Vinifera 2022 sarà la quarta edizione della Mostra Mercato dei vini artigianali dell’arco alpino. Uno spazio di condivisione, educazione, convivialità per scoprire produttori artigianali alpini scelti con cura da Associazione Centrifuga. Una selezione ispirata dalla capacità di far esprimere un territorio attraverso il vino e dalle relazioni umane che ci hanno fatto innamorare di questi produttori.”

Condivisione, educazione, convivialità: la Rivoluzione Francese non è mai morta. Ed in effetti questa carta dei valori ha indirizzato gli spiriti e le gesta per tutte e due le giornate. Posso confermarlo: io c’ero. Ne abbiamo stappate, svuotate, dissanguate, narrate usque ad supermentulam, assaggiate e riassaggiate di bottiglie, perché in fondo“non si sa mai, l’ho appena aperta”.

Sponsor tecnici, quelli veri, da ringraziare: i volontari dell’evento, che hanno riassortito periodicamente lo stand procurando acqua per lavare i bicchieri dei visitatori e svuotando lo sputavino d’ordinanza; hanno anche procurato quel ghiaccio così necessario al servizio dei bianchi e dei vini mossi – pensando che vi erano in fiera più di 100 produttori… chissà in che quantità.

Ancora, il provvidenziale salumiere con i suoi panini di segale dall’imbottitura insindacabilmente secondo disponibilità di giornata: con un solo panino reggevi tutta la giornata, fin verso le 19:00.

Il fascino dello stand

Ma il bello era lo stand, questo banchetto due metri per uno circa con bottiglie per le cinque etichette, cartoline promo, qualche testimonianza sul territorio dell’azienda, gli attrezzi del mestiere, alle spalle la vela-bandiera dell’espositore. Tutto qui.

DETTAGLIO DELLO STAND LE DRIADI

Desolato quando ignorato, isola felice quando visitato. Alla faccia di quelli che pensano che uno sia il solo artefice della propria fortuna. Qui la fortuna ci ha mandato tanti, tanti, appassionati: adepti di Dioniso a vari livelli, dignità e grado. Ognuno ha avuto il bicchiere sciacquato, l’assaggio del vino secondo preferenza, il racconto del vignaiolo, ascolto e risposta alle sue domande, empatia non già etilicamente fine a se stessa, ma espressione di gratitudine e meraviglia per il tempo e la preferenza accordataci.

VISITATRICI

Assieme con loro è pure capitato qualche, inevitabile, mercante nel tempio: sopportato pazientemente anche quest’ultimo.

Negli intermezzi, le visite più o meno diplomatiche (direi proprio meno, qui si sentono tutti membri di una parte comune) agli stand degli altri produttori, assaggi e assaggini, gli scambi bottiglia, le perle di saggezza pratica vicendevolmente sciorinate qua e là e ponderosamente raccolte e messe agli atti.

LA PONDERATA FELICITA’

 

Flashback

Qualche cammeo: l’accorata ricerca del ghiaccio all’inizio del primo giorno – in transito, ultima notizia nota, da Sommacampagna, roba che il colonnello Buendia si sarebbe poi ricordato fino alla fine; le quattro visitatrici unite dall’Est giunte in gruppo – due dalla Russia, una dalla Bielorussia e una dall’Ucraina – a testimoniarci che le guerre moderne non sono mai guerre di popoli;

MARGHERITA, ANTROPOLOGA E NELL’OCCASIONE FOTOGRAFA

l’antropofotografa Margherita che ha immortalato, nel gesto del sommelier che presenta la bottiglia, una bottiglia ormai felicemente vuota: come dire, ecco la fenomenologia di @bottigliadissanguata.

DAL PROFILO INSTAGRAM DI VINIFERA