24 Feb 2024
BlendNews

Amarone Opera Prima 20^ edizione: un successo strabiliante!

1.500 Visitatori da oltre 25 Paesi condividono la passione per il vino

Nel cuore di Verona, un evento straordinario ha catturato l’attenzione di appassionati del vino provenienti da tutto il mondo. Amarone Opera Prima, tenutosi il 3-4 febbraio 2024, ha accolto con entusiasmo 1.500 visitatori e 200 giornalisti provenienti da oltre 25 Paesi diversi. La manifestazione ha attirato una varietà di partecipanti, con una presenza significativa di donne e giovani wine-lovers, questi ultimi con ben 600 partecipanti al party finale organizzato da Winenot Blind Tasting in collaborazione con il Gruppo Giovani del Consorzio Tutela Vini Valpolicella.

L’evento si è svolto presso il maestoso Palazzo della Gran Guardia di Verona, dove gli appassionati del vino hanno avuto l’opportunità di assaporare in anteprima l’Amarone 2019: 70 le cantine della Valpolicella. Oltre alla novità del 2019, i partecipanti hanno potuto immergersi nelle annate precedenti fino al 2009, creando un viaggio gustativo attraverso il tempo e le diverse interpretazioni di questo vino iconico.

3 febbraio Convegno “Clima, produzione e mercati: la Valpolicella alla prova del cambiamento”.

La giornata di apertura, il 3 febbraio, ha preso il via alla Gran Guardia con un convegno intitolato “Clima, produzione e mercati: la Valpolicella alla prova del cambiamento”. Moderato dal direttore di Telenuovo, Andrea Andreoli, il talk ha visto la partecipazione di figure chiave del settore, tra cui il presidente Christian Marchesini, il vicepresidente del Consorzio e Master of Wine Andrea Lonardi, Carlo Flamini responsabile dell’Osservatorio del Vino di Unione Italiana Vini e il professore di Enologia dell’Università di Verona, Maurizio Ugliano.

 

Talk “Amarone Opera Prima: Sipario con Vittorio Grigolo”

Il prestigioso talk ha offerto un’esperienza unica con l’enfant prodige della lirica mondiale, protagonista del Festival lirico veronese dal 2013. L’apertura dei banchi di assaggio, riservata prima alla stampa e poi agli appassionati, è stata il cuore pulsante della giornata di domenica 4 febbraio.

Vendemmia 2019: un racconto di sfide tra freddo, pioggia e caldo

Il racconto della vendemmia del 2019, etichettata come annata a cinque stelle,  si apre con un’analisi approfondita delle condizioni climatiche che hanno plasmato le uve di quella stagione. Maurizio Ugliano, docente al dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona, offre uno sguardo dettagliato su un anno caratterizzato dalla primavera più fredda e piovosa degli ultimi 30 anni.

Estate Calda e ondate di calore

L’estate, invece, è stata caratterizzata da temperature più elevate che hanno contribuito a recuperare il tempo perduto. Tuttavia, ondate di calore hanno imposto ai viticoltori di adottare misure speciali per proteggere le uve, in particolare Corvina e Corvinone, dai danni causati dall’irraggiamento solare intenso.

Oltre i Limiti del Disciplinare

L’evento ha anche messo in luce l’approccio dei produttori che, con affinamenti più lunghi rispetto a quanto richiesto dai disciplinari di produzione, hanno dimostrato la volontà di andare oltre i limiti stabiliti, cercando la perfezione e la massima espressione del proprio Amarone. Vi racconterò non solo gli assaggi della nuova annata ma anche le impressioni sui vini che mi hanno colpito di più!

Nel narrare questa esperienza di assaggio, preferisco seguire il flusso dell’emozione piuttosto che l’ordine alfabetico. Spero che questo racconto vi coinvolga tanto quanto è stato coinvolgente per me esplorare questa nuova dimensione di confronto.

 

Accordini StefanoAmarone della Valpolicella Docg 2019: due versioni, stessa annata

Il confronto tra le due versioni dell’Amarone della Valpolicella DOCG 2019 di Accordini Stefano si rivela un gioco stimolante e divertente. Da un lato, Acinatico, proveniente da vigneti tra i più alti della zona classica di Cavalo e Monte in Valle a Fumane, matura per due anni in botti grandi e tonneau di rovere. Dall’altro, la loro versione Bio offre sfumature più nitide di frutto e fiore, conquistandomi con un invidiabile equilibrio nonostante la giovinezza. Il sorso si presenta fresco, elegante, lungo, con un tannino ben scolpito, rendendo questo confronto un’esperienza gustativa ricca di sfumature e piacevoli sorprese.

Il Monte Caro– Strade Vecchie Amarone della Valpolicella Docg 2019

Emanuela mi spiega il progetto dei “Vignaioli della Valle di Mezzane” e ritrovo un approccio biodinamico che caratterizza alcune aziende in questa zona.

Assaggio Strade Vecchie Amarone della Valpolicella 2019 che uscirà in Primavera e una “Riserva” 2015 dal lungo affinamento che passa attraverso contenitori d’acciaio (3 anni) e di legno (1 anno in tonneaux e 5 anni in botti grandi). Fresca sul mercato, questa Riserva si distingue per l’uso di lieviti indigeni, la non filtrazione e la sua natura biologica. Prospettive affascinanti si delineano per entrambe le versioni, ognuna con la sua storia e personalità uniche, promettendo un viaggio sensoriale coinvolgente e ricco di sfumature.

Camerani – Adalia Amarone della Valpolicella Classico Docg 2019

E ci troviamo ancora in Val di Mezzane: qui ho avuto l’opportunità di assaggiare l’Adalia Amarone della Valpolicella Classico DOCG 2019, appena giunto sul mercato. Tuttavia, è stata l’annata 2016 a catturare la mia attenzione con la sua pulizia e un finale sorprendentemente sapido. Mentre degustavo, mi sono lasciata trasportare in una conversazione appassionante con l’esperto della cantina, cercando di cogliere appieno le sfumature dei loro vini biodinamici, orgogliosamente certificati Demeter. È evidente che il loro impegno nell’utilizzare tecniche di vinificazione che includono l’uso di cemento e tini troncopiramidali ha contribuito in modo significativo al raggiungimento di questi risultati interessanti.

Contrada Palui– anteprima Amarone della Valpolicella Docg 2019

Quest’assaggio ha catturato la mia attenzione per la semplicità e la passione evidente che permea l’azienda. I vigneti, situati in terreni ricchi di selci, basalti e calcare, promettono di conferire al vino un’eleganza distintiva nel corso del tempo. Durante la degustazione dell’anteprima del 2019, destinata a essere sul mercato alla fine dell’anno, ho avuto impressioni che suonano come scommesse intriganti, soprattutto per il mix unico utilizzato nell’affinamento, combinando anfora trentina Tava e legno. L’azienda, giovane e dinamica, sembra avere idee chiare su come evolvere nella direzione giusta, sottolineando un impegno verso l’innovazione e la qualità.

Falezze  Amarone della Valpolicella Riserva Docg 2019

Le etichette dell’azienda colpiscono immediatamente la mia attenzione, tanto quanto il racconto appassionato di Luca Anselmi, che parla di arte non solo nelle bottiglie, ma anche nel calice. L’azienda adotta un approccio distintivo, numerando le bottiglie e limitando le produzioni anno per anno. La filosofia aziendale tra l’altro guarda con interesse alla Biodinamica, sottolineando un impegno verso la sostenibilità e la produzione di vini che siano in armonia con la natura. L’arte e la dedizione si fondono in ogni aspetto, creando un connubio che si traduce in vini unici e autentici.

L’assaggio che mi trasporta in un sogno è l’anteprima della Riserva 2019, un’esperienza destinata a sbocciare completamente tra ben 10 anni. Solo 1800 bottiglie numerate a mano, frutto delle migliori uve provenienti da vigneti con oltre 80 anni di età. La magia di questa anticipazione si svela non solo nel sapore eccezionale, ma anche nella promessa di un invecchiamento che darà vita a un capolavoro enologico.

Graziano Pra – Morandina, Amarone della Valpolicella Docg 2019

La prova di botte dell’Amarone 2019 offre uno sguardo affascinante nel percorso di affinamento di questo campione. Il processo prevede fermentazione in acciaio, seguita da due anni e mezzo di maturazione in botti da 20 hl, e ulteriori dodici mesi di affinamento in bottiglia. Posizionati a 500 metri sul livello del mare, i vigneti offrono uve che danno vita a vini di straordinaria complessità. La presenza di una piccola percentuale di Oseleta arricchisce il bouquet olfattivo e conferisce un carattere distintivo al palato. Questo Amarone si presenta come un viaggio sensoriale in continua evoluzione, e sarà indubbiamente un piacere riassaggiarlo in futuro per apprezzarne appieno il percorso di evoluzione e la maturità.

Le Guaite di Noemi – Amarone della Valpolicella Classico Docg 2019

È la giovane e grintosa Noemi che con entusiasmo mi racconta della filosofia appassionante dietro l’azienda e del suo personale percorso. La stessa determinazione che traspare dalla sua voce emerge chiaramente nell’assaggio del suo vino, una prova di botte 2019 che si prospetta davvero molto promettente. I terreni di calcare e basalto, uniti al mix di uve autoctone e alle piccole percentuali di Oseleta e Croatina, conferiscono a questo Amarone un carattere distintivo. Attualmente in commercio si trova l’annata 2012, offrendo un’opportunità di scoprire la crescita e la maturità di questo vino nel corso degli anni..

Secondo Marco Amarone della Valpolicella Classico Docg 2014 assaggio emozionante

Oltre all’entusiasmante assaggio dell’anteprima del 2019, che si appresta a entrare sul mercato, l’annata 2014 si presenta come una sorprendente rivelazione. Nonostante sia stata una vendemmia difficile, nel calice si rivela uno degli assaggi più eccezionali, evidenziandosi per la sua originalità ed eleganza. Questa dimostrazione di maestria enologica sottolinea come, anche nelle sfide, possano emergere vini straordinari che conquistano per la loro autenticità e raffinatezza.

Tenuta villa Bellini  Amarone della Valpolicella Classico Docg

L’immenso potenziale di quest’azienda non si esaurisce nel calice, ma si estende a ogni sfaccettatura del suo approccio vinicolo e della Tenuta stessa. La degustazione della 2016 si è rivelata straordinariamente equilibrata, un assaggio notevole considerando i 100 giorni di appassimento subiti dal vino. Essendo un’azienda Bio dal 2007, è evidente il loro impegno per pratiche sostenibili, con uno sguardo attento anche alle metodologie biodinamiche. Questo connubio di passione, innovazione e rispetto per la natura promette vini che non solo deliziano il palato ma raccontano una storia di autenticità e impegno verso la qualità.

Roccolo Grassi  – Amarone della Valpolicella Docg 2019

L’azienda, situata nella pittoresca Val di Mezzane e fondata negli anni settanta dal padre Bruno, è oggi una realtà familiare guidata con orgoglio dalla seconda generazione, i figli Francesca e Marco. La filosofia della famiglia è chiara: ottenere grandi uve e produrre un numero limitato di bottiglie, tutte caratterizzate da un altissimo livello qualitativo. I 17 ettari di vigneto di proprietà sono distribuiti in tre diverse zone, ognuna con caratteristiche distintive, da terreni calcarei a basaltici, fino a quelli di origine alluvionale. Un microcosmo ecologico completo, con 2 ettari di bosco, 1.5 ettari di oliveto e varie piante da frutto.

Gli assaggi, grazie ai lunghi affinamenti che includono almeno 3 anni in bottiglia, riescono a esprimere una complessità olfattiva e gustativa che colpisce. La dedizione alla qualità e all’autenticità emerge in modo evidente in ciascun sorso, rendendo l’esperienza un viaggio sensoriale ricco e appagante.

Piccoli– La Parte Amarone della Valpolicella Docg 2019 – prova di botte

In questo coinvolgente crescendo di assaggi, fa la sua entrata Alice, che mi avvolge con il racconto della sua azienda. Una storia familiare al femminile che ha avuto inizio con la nonna MariaRosa. Nel calice, riesco a catturare l’essenza di questa famiglia, che si traduce in un’estrema cura per i dettagli, dalla vigna all’etichetta. Ogni elemento racconta una storia, piccola ma significativa, contribuendo a creare un’esperienza che va oltre il semplice assaggio di vino. La storia di Alice e della sua famiglia si riflette con delicatezza in ogni sorso, trasformando la degustazione in un viaggio nel tempo e nella passione che si tramanda di generazione in generazione.

Piccoli: Incredibile il potenziale della Riserva 2013 La Parte

L’esperienza di degustazione si eleva a nuove vette con la Riserva 2013 La Parte. In questo assaggio, emergono note vibranti che esaltano la complessità e il potenziale straordinario di questo vino. Sono impaziente di visitare l’azienda per scoprire ulteriori gemme enologiche e conoscere il resto della famiglia Piccoli, immaginando che ogni incontro sarà un nuovo capitolo in questa affascinante storia di passione e dedizione volti alla produzione di vini straordinari.

Terre di Leone – Amarone della Valpolicella Docg 2019

Nel volto pulito di Massimo Pellizzari, un giovane appassionato e competente, si riflette l’anima di questa realtà vinicola che si estende su soli 7 ettari. Con entusiasmo, mi guida attraverso la scoperta del suo Amarone, e nel corso dell’assaggio, riesco a cogliere le grandi potenzialità che caratterizzano questa promettente cantina. La passione e la competenza di Massimo si traducono in un’esperienza degustativa che lascia intravedere un futuro luminoso per questa piccola ma dinamica realtà.

Zymé – Amarone della Valpolicella Classico Docg 2019 – prova di botte

Dopo un appassionato scambio di opinioni sull’andamento delle ultime annate in vigna, con Elena ho avuto il privilegio di assaporare l’anteprima 2019 dell’Amarone della Valpolicella Classico DOCG. L’esperienza ha rivelato un grande potenziale, sebbene il vino sia ancora in una fase di affinamento. L’annata sarà disponibile sul mercato dal 2025, e non vedo l’ora di seguire da vicino la sua evoluzione nel tempo.

Amarone della Valpolicella Classico Docg 2017– un’emozione in più!

La prova della 2017 ha confermato la qualità eccezionale di questa cantina, consolidando la reputazione di Zymé nel creare Amaroni straordinari. Caratterizzata dall’integrazione del 10% di Oseleta e del 5% di Croatina, questa annata si è rivelata un autentico capolavoro. Le vinificazioni spontanee in acciaio e cemento, svolte in modo selezionato per ogni vigneto, e l’affinamento di 60 mesi in botti di rovere di Slavonia hanno plasmato un vino dal rubino impenetrabile e dal naso introspettivo. Oltre alla frutta appassita, emergono note di liquirizia e spezie. Il sorso, seppur potente, ricco e complesso, sfida la scorrevolezza tipica di altri vini, ma ne guadagna in profondità e struttura.

In conclusione

In conclusione, l’Amarone, da sempre considerato il padre nobile dell’enologia italiana, ha riaffermato la sua grandezza durante l’evento “Amarone Opera Prima“. La presenza di vini ancora in fase di affinamento, accanto alle delizie di annate precedenti pronte al consumo, ha testimoniato l’autentica qualità di questo vino iconico, che continua a essere un ambasciatore della ricchezza enoica del Belpaese, anche oltre i confini nazionali. Sebbene ci siano stati altri assaggi interessanti, la limitata estensione di questo articolo mi impedisce di approfondire ulteriormente. Vi invito a rimanere sintonizzati per i prossimi articoli, nei quali esplorerò più a fondo questa regione vitivinicola sempre più rilevante. Mentre rifletto su quale azienda visitare per prima, vi invito a continuare a seguirmi e a leggere Winetales Magazine.

 

Benedetta Costanzo
benedetta.costanzo@winetalesmagazine.com
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