19 Giu 2024
AMontefalco – Cristina Mercuri: bendati per la masterclass
AMontefalco: Un nuovo volto per l’Anteprima del Sagrantino
Negli ultimi due anni, l’anteprima del Sagrantino ha subito una trasformazione significativa. Rinominata AMontefalco, l’evento ha ampliato i suoi orizzonti, abbracciando un concetto più ampio che va oltre il celebre vino Sagrantino, per raccontare una Montefalco ricca di storie e significati diversi.
Alla sua seconda edizione, la manifestazione di due giorni ha riscosso un notevole successo, attirando l’attenzione di appassionati, sommelier e operatori del settore, desiderosi di scoprire le novità e le tendenze del mondo enologico di Montefalco. La scelta di rinnovare l’Anteprima del Sagrantino si è rivelata vincente, confermando Montefalco come un punto di riferimento nel panorama vitivinicolo italiano.
Montefalco, oltre a essere un territorio di grande tradizione vinicola, si distingue per la sua forte vocazione green, promossa dai produttori locali negli ultimi decenni. Attraverso vari progetti, sono stati implementati l’uso di energie rinnovabili e pratiche sostenibili che hanno reso Montefalco un esempio di viticoltura eco-compatibile. Molte aziende vinicole della zona hanno adottato tecnologie all’avanguardia per la produzione di energia solare e la gestione efficiente delle risorse idriche. Inoltre, sono stati intrapresi progetti di riforestazione e tutela della biodiversità, contribuendo così a preservare l’ecosistema locale.
Cristina Mercuri grande professionalità per diffondere la conoscenza del sagrantino
La prima giornata di AMontefalco è stata arricchita da un’eccezionale Masterclass tenuta da Cristina Mercuri, esperta del settore vinicolo, candidata Master of Wine, DipWSET, Italian Wine Ambassador e Italian Wine Educator. Mercuri è anche la fondatrice del Wine Club of Italy.
La conferenza stampa, svoltasi presso il complesso museale di San Filippo, ha visto Cristina Mercuri al centro dell’attenzione. Durante il suo intervento, ha enfatizzato l’importanza di valorizzare il territorio di Montefalco non solo attraverso il Sagrantino, ma anche esplorando altre varietà di vini e le peculiarità enogastronomiche locali. Anche lei, proseguendo il gioco iniziato l’anno scorso, ha descritto il territorio con termini e aggettivi con iniziale “A” e ha proposto nuove definizioni. Mercuri ha scelto “Astonishing” per vini capaci di sorprendere e incantare; “Accurate” per la cura e l’attenzione dedicata ai dettagli; e “Aspirational” per rappresentare un continuo miglioramento e una visione futura ambiziosa per tutti i vini della denominazione.
Un viaggio sensoriale tra Sagrantino e grandi Vini del Mondo
La Masterclass, riservata ai giornalisti e agli operatori di settore, ha rappresentato un momento di alta formazione e approfondimento, offrendo ai partecipanti un viaggio sensoriale attraverso i vini di Montefalco.
Un elemento unico di questa Masterclass è stata la degustazione bendata, che ha coinvolto vini intrusi provenienti da prestigiose regioni vinicole del mondo, come Bordeaux, Cote du Rhone e Stati Uniti, oltre a eccellenze italiane provenienti da Bolgheri e dall’Etna. L’emozione di ascoltare una grande professionista come Cristina Mercuri e la sfida di degustare i vini alla cieca hanno aggiunto un tocco di mistero e divertimento all’evento.
Eccellenza in Lingua e Gusto: un’esperienza sensoriale in lingua inglese
La Masterclass è stata diretta magistralmente in lingua inglese. Cristina Mercuri l’ha svolta in modo dinamico e coinvolgente, rendendo protagonisti i vini ma anche la sala di esperti presenti. I partecipanti hanno potuto apprezzare l’alta qualità dei vini, concentrandosi su aspetti come la qualità dei tannini, il finish e la persistenza. La degustazione ha rivelato come il Sagrantino si difenda egregiamente anche in confronto a grandi vini internazionali, dimostrando la sua capacità di emergere e di essere apprezzato al pari di rinomate etichette mondiali.
Prima di immergersi nella degustazione bendata dei dieci vini selezionati, ha introdotto i partecipanti ai fattori naturali che definiscono Montefalco e influenzano lo stile dei suoi vini. Descrivendo il territorio collinare al centro dell’Italia con un clima continentale moderato dall’altitudine, ha sottolineato l’importanza dell’esposizione delle vigne nel determinare il carattere finale del vino.
Il Sagrantino, cuore della giornata, è stato esplorato nei suoi dettagli più intimi: dalla sua raccolta tardiva che richiede abbondante sole per una maturazione ottimale, fino alla delicata gestione dei tannini che possono risultare astringenti se non trattati con cura. Mercuri ha messo in luce i punti di forza del Sagrantino, come la sua longevità e la qualità sempre più alta dei vini. Ma scopriamo i vini protagonisti della Masterclass.
Sagrantino di Scacciadiavoli 2019
Eccoci al primo vino: il Sagrantino di Scacciadiavoli 2019. Proveniente dalle colline di Montefalco, al confine con Gualdo Cattaneo, questo vino si presenta nel calice con un colore luminoso. La degustazione rivela una grande coerenza tra occhi, naso e bocca, con un’esplosione tannica che coinvolge ogni parte del palato. I tannini sono presenti ma setosi, dal profilo piuttosto arrotondato. Un’ottima acidità ben integrata contribuisce a riequilibrare la bevuta. Il corpo è abbondante, con un buon finish che completa l’esperienza sensoriale.
Sagrantino di Bocale 2019
Il Sagrantino di Bocale è veramente impressionante! È più intenso ed espansivo rispetto al primo campione. Al naso, avvolge con profondi aromi di mora e note evolute di cioccolato. In bocca, i tannini sono importanti ma di ottima qualità, molto sfaccettati e non affatto scontati. Sono tannini maturi che promettono una maggiore morbidezza in futuro. La freschezza è altissima, indicativa di una grande longevità. Ha un corpo pieno e un finale lungo che si adagia delicatamente sul palato. C’è molta estrazione, ma anche una raffinatezza che il tempo confermerà. Questo vino più tradizionale proviene dal territorio di Montefalco, al confine con Castel Ritaldi
Northern Rhone Côte-Rôtie Guigal Château d’Ampuis 2018 ( 111 euro)
Con il terzo campione inizia il divertimento, perché non mi aspettavo che i vini “intrusi” fossero di così alta qualità. Cominciamo con un’eccellenza della Côte du Rhône, o meglio della Côte-Rôtie, famosa per il suo Syrah. Alla domanda di Cristina se fosse Sagrantino, la risposta è stata scontata: troppo diverso dal principe di Montefalco! Ha un colore vivace con sentori di frutti neri accattivanti, ribes nero, mora e amarene, accompagnati da note affumicate che richiamano i legni francesi. L’acidità sottile e vibrante è fondamentale per bilanciare dei tannini forse un po’ più asciutti. In bocca è denso e concentrato, ancora nervoso perché molto giovane. Bella esperienza!
Passopisciaro Franchetti 2021 Terre Siciliane IGP (150 euro)
Il quarto campione ci accoglie con aromi intensi e speziati, anticipando una bocca dove i tannini sono ben integrati e l’acidità è notevole. Il finale è minerale e fumoso, caratteristico di questo vino siciliano che esprime la sua qualità in modo unico grazie ai suoli vulcanici dell’Etna, molto diversi da quelli di Montefalco. Qui la sapidità finale domina, confermando la straordinaria qualità di questo vino. La sua eccellenza emerge chiaramente nella degustazione alla cieca.
Sagrantino Antonelli San Marco 2018
Sagrantino Antonelli San Marco 2018: Il naso si apre con delicatezza, rivelando complessi aromi di arancia, fico e note balsamiche. In bocca, i tannini sono vellutati e l’acidità vibrante. Il vino è ben equilibrato, con un’alcol elevato che contribuisce all’armonia complessiva. Il finale è lungo e persistente, riflettendo fedelmente il territorio e l’anima del Sagrantino. Un’ottima interpretazione da parte di Antonelli.
Messorio Merlot Le Macchiole 2019 ( 210 euro)
Il naso si apre con un profumo saporito e balsamico, dominato da frutti rossi e prugna, con una sensazione di generosità. In bocca, i tannini sono vellutati e l’acidità è ben bilanciata. L’uso sapiente del legno contribuisce al perfetto equilibrio complessivo. È evidente che questo vino è un Merlot, espresso con grande maestria. Proveniente dal territorio di Bolgheri in Toscana, questa è sicuramente una delle più belle espressioni del Merlot italiano.
Château Montrose 2021 (180 euro) Saint’Estephe – Bordeaux
Già al primo sguardo e ancor più dalle prime olfazioni, emerge il livello straordinario di questo vino che esprime un’eccellenza fuori dal comune, testimoniando la grandezza del territorio di Bordeaux, precisamente di Saint-Estèphe. annata non eccezionale. Il naso è intensamente invitante, con note di frutta scura e spezie che si amalgamano armoniosamente. I tannini sono vellutati e succosi, mentre un’acidità vivace conferisce al vino freschezza e perfetto equilibrio. Assaporare questo vino in una degustazione bendata è un’esperienza emozionante, capace di suscitare brividi di piacere!
Sagrantino Carapace LungAttesa Tenuta Castelbuono 2016
Siamo arrivati all’ottavo vino della degustazione, un momento emozionante in cui ci immergiamo nel Sagrantino di una tenuta che è un’opera d’arte in sé creata da Arnaldo Pomodoro. Sto parlando del Sagrantino Carapace Lunga Attesa delle Tenuta Lunelli, un vino che mi ha colpito profondamente. Accanto a me c’è l’enologo Luca Campaldini, il quale ha contribuito a rendere questa esperienza ancora più speciale.
Questo vino si apre con un naso complesso, dominato da intensi aromi di frutta matura e suggestive note terrose. I tannini sono morbidi e l’acidità è perfettamente equilibrata, conferendo al vino una straordinaria armonia. È un vino raffinato, dotato di una struttura eccellente che promette una lunga evoluzione in bottiglia. La vendemmia 2016 si presenta davvero eccezionale, offrendo un profilo ricco e vellutato con intriganti note di cioccolato ed erbe secche. I tannini, maturati splendidamente, sono già ben integrati, rendendo l’assaggio un’esperienza indimenticabile.
L’innovazione nel processo di vinificazione si esprime attraverso l’elevazione di una significativa parte della massa in anfora (Tava e Manetti), conferendo al Sagrantino Carapace delle Tenute Lunelli caratteristiche uniche che lo distinguono nel panorama enologico.
Ridge Lytton Estate Petit Sirah 2019 – Dry Creek Valley, Contea di Sonoma (70 euro)
Il penultimo vino si presenta con un naso ricco di frutta nera, accompagnato da evidenti note di vaniglia e tostature. In bocca, si distingue per i suoi tannini potenti ma vellutati, ben integrati e mai asciutti. L’alta estrazione conferisce al vino un corpo robusto, tipico del Petit Sirah californiano, arricchito dall’uso del legno americano. La struttura tannica e l’acidità bilanciata creano una sensazione di dolcezza che richiama al Nuovo Mondo, rendendolo nettamente diverso dalle espressioni umbre del Sagrantino, che evocano terre verdi e legni scuri. Un vino che sa come lasciare il segno.
Sagrantino Memoira 2015 di Colpetrone
L’ultimo vino in degustazione è il Sagrantino Memoira 2015 di Colpetrone, un vero capolavoro. Al naso, si presenta maturo con una complessità ossidativa che intriga e seduce. I tannini sono morbidi, mentre l’acidità vibrante dona freschezza e vivacità al palato. È un vino straordinariamente bilanciato, con una lunga persistenza che lascia il segno. Ciò che colpisce particolarmente sono le note balsamiche nette e avvolgenti, con sentori mentolati e di incenso che caratterizzano molti assaggi di questa cantina. Queste caratteristiche rispecchiano probabilmente i suoli unici del territorio di Marcellano, conferendo al vino un’identità distintiva e affascinante. Concludere la degustazione con un grande Sagrantino come questo è stato un vero piacere.
Understanding High Quality by Tannins: obiettivo raggiunto!
In conclusione, esplorando in degustazione bendata i 10 calici di vino, abbiamo capito che i tannini del Sagrantino non sono come vengono sempre indicati. La nomea di vino tannico per eccellenza e spesso sgraziato è stata ampiamente sfatata. Abbiamo soprattutto capito che il tannino del Sagrantino, quando è maturo e viene trattato a dovere, può donare vini di grande raffinatezza e precisione. Può addirittura competere con grandi vini del mondo come gli intrusi della masterclass, che grazie a questo confronto obiettivo non hanno fatto sfigurare il Sagrantino anche a confronto con Merlot, Syrah e Cabernet molto famosi. Tutto ciò mi ha confermato ancora una volta che la qualità di un vino si valuta nel calice e il Sagrantino ha vinto la sfida! Cin cin!
Benedetta Costanzo
benedetta.costanzo@winetalesmagazine.com
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