30 Mag 2024
Vinodentro

ERA UVA 2024

IL COSA E IL DOVE

Lo scorso 13 Maggio gli ampi spazi del MONK di Roma hanno ospitato la quinta Edizione di ERA UVA, la bellissima manifestazione organizzata da ALTROVINO.

In un panorama saturo come quello romano, ERA UVA ha saputo ricavarsi uno spazio tutto suo in uno spazio fuori dagli schemi.

Più che un Evento enoico, una FESTA!

Oltre 50 Aziende a presentare il frutto delle proprie produzioni biologiche, biodinamiche e naturali.

Più di 50 Produttori che ci mettono la faccia.

Il vino e le chiacchiere.

Al di là di follature, batonnage, chiarifiche, malolattiche et similia, il Vino si riappropria della propria dimensione umana e conviviale sotto la bandiera della Qualità.

GLI ASSAGGI

Beh, ho passeggiato tra i tavoli per un sacco di tempo anche quest’anno ma, come ovvio ho assaggiato solo in parte, cercando di dribblare per quanto possibile le sirene di Ulisse dei tanti amici Produttori che volevano farmi assaggiare le nuove annate per potermi dedicare a nuove realtà.

Alla fine, una cinquantina di vini li ho assaggiati e devo ammettere che l’asticella della Qualità si sta pian piano spostando sempre più in alto.

Comunque, di seguito troverete il mio recit de dégustation e l’ormai consueta e personalissima top “qualcosa” (ché mica deve esserci per forza un numero X di vini che si meritano un “premio”).

Voi dategli un’occhiata e prendete spunto per i vostri prossimi assaggi (quando poi vi deciderete a consigliarmi qualcosa non sarà mai troppo tardi).

LA TOP NINE

MONTEPULCIANO D’ABRUZZO DOP “SPIRITUS TERRAE” 2019, CANTINA ORSOGNA (ABRUZZO): finalmente un Montepulciano che non ha paura di mostrare il proprio animo varietale!

Al naso sono amarene, susine e frutti di bosco quelli che precedono l’humus, le felci, amaritudini di mandorla ed erbe di campo e una quasi grafitica mineralità.

Sorso freschissimo e appagante, che dimostra un animo caldo pur celato dalla grintosa esuberanza tannica.

Lungo quanto serve a chiederne un secondo bicchiere prima che qualcun altro lo finisca.

VENEZIA GIULIA IGT SAUVIGNON 2023, VENCHIAREZZA (FRIULI VENEZIA GIULIA): praticamente tutto R3 per un naso green “DA PAURA”!

Foglie di pomodoro, di peperone, di limone, la salvia, il sambuco, gli asparagi selvatici, anche un tocco di cachi.

E da questa selva verdeggiante s’alza la testa di una pesca gialla che regala qualche dolcezza e un’idea di quello che sarà…

Il sorso è una lama a doppio filo da duello medievale che propone scorza di lime e decisa sapidità.

Aggressive!

Da bere ascoltando “BROADSWORD” dei JETHRO TULL.

VINO SPUMANTE METODO ANCESTRALE “RB (RIBELLA & LA BESTIA)”, VENCHIAREZZA (FRIULI VENEZIA GIULIA): più “integrale” che “ancestrale”, per niente banale chiede un’attenzione che raramente si concede a vini di questa categoria.

Ribolla Gialla con una dose omeopatica di Pinot Nero che abbina la freschezza delle brezze di collina al frutto croccante maturato al sole.

Da bere “mosso” per saziarsi della materica sostanza dei lieviti, magari non troppo freddo e magari…con un “raffaello” di caprino come proposto da Luca, magari con tanti amici intorno e con una bella scorta di bottiglie in cantina.

VENEZIA GIULIA IGT REFOSCO “VIGNA DEL TEMPO” 2022, VENCHIAREZZA (FRIULI VENEZIA GIULIA): dal sottobosco dei piccoli frutti, delle foglie umide e degli inciampi di radici, s’eleva una balsamicità che i Refoschi della mia infanzia non ricordano fino a quando le spezie non raccordano le sinapsi e il vino non diventa certezza nel calice.

Assaggio gagliardo e amichevole, una stretta di mano, un “terzo tempo” tra la squadra delle durezze e quella delle morbidezze, tannini vispi a pareggiare la sostanza del frutto e…daje sotto con la mortadella d’oca di Jolanda De Colò.

Da bere ascoltando “YOU’RE MY BEST FRIEND” di QUEEN.

p.s. Nuova veste grafica per i vini di Luca (Caporale).

Protagonista assoluto l’ACINO, quello di cui, tutti, troppo spesso ci dimentichiamo.

BENACO BRESCIANO IGT BIANCO “RINÈ” 2012, CANTRINA (LOMBARDIA): mix di Riesling, Chardonnay e qualcos’altro che al naso è “tanta roba”!

S’affacciano gli idrocarburi a sostegno di una componente vegetale aromatica importante e di un agrume che esprime piena maturità ma ancora birbantezza in una atmosfera che racconta di camino appena spento e braci da osservare.

Il sorso indossa giacca e cravatta ma calza le sneakers, compito e birbante al contempo, in piena concordanza con l’olfatto.

Un vino che fa pensare.

Da bere ascoltando “THINKING ABOUT YOU” dei RADIOHEAD.

p.s. “LIBERO ESERCIZIO DI STILE” sta scritto sulla retro etichetta, una frase che mette l’Uomo al centro e chiarisce una volta per tutte (spero) il concetto di Terroir.

Bellissimissime le etichette disegnate da Cristina Inganni.

MARCHE BIANCO IGT “SANT’ANSOVINO” 2020, COL DI CORTE (MARCHE): un Verdicchio da interventi prossimi a zero che riempie il naso di amaricanti dolcezze di nespola, ciccia di pesca gialla, dolcezze di camomilla ed erbe aromatiche in un contesto profondamente minerale e intrigantemente fumé.

Sorso che vive del contrasto tra le larghe spalle fresco-sapide e una glicericità altrimenti fin troppo ingombrante.

Chiude lungo tra frutta, mineralità e spezie.

VERDICCHIO DI MATELICA DOC “M” 2022, GAJOLE (MARCHE): il naso è un lacoontico intrico di contrasti.

Dolcezze di camomilla e albicocca duellano con le amaritudini della mandorla, la frutta estiva ha il suo contraltare in balsamicità di timo e anice e la frutta secca…non sta a guardare.

Sorso di calorica importanza e borgognona acidità, un diretto al mento di profonda, minerale sapidità e cementizia piccantezza s’allunga in un finale di lunghezza inattesa e sorprendente.

Un vino da KO che si becca il mio premio “SURPRISE”.

Standing ovation per Nicolò Zagaglia.

Da bere ascoltando, casualmente, “M” di AYUMI HAMASAKI.

TOSCANA IGT BIANCO “NUMERO SEI” 2017, SASSOTONDO (TOSCANA): qui manca il Viognier e Greco e Sauvignon si spartiscono la torta.

Netta la componente di frutta gialla matura e ben deciso il contributo di un Sauvignon che racconta sambuco e menta in una atmosfera che fa visualizzare soffitte e album di vecchi ricordi polverosi.

Sorso che evidenzia larghezza e tonicità muscolare della spalla fresco-sapida e chiusura lunga in cui il Sauvignon alza la voce

Da bere ascoltando “GOLD DUST WOMAN” dei FLEETWOOD MAC.

TOSCANA IGT ROSSO “TUFOROSSO” 2022, SASSOTONDO (TOSCANA): 60 parti di Sangiovese, 25 di Teroldego (sic) e il saldo di Merlot.

Certo il Teroldego fa un bel lavoro nello stemperare l’irruenza dl Sangiovese.

Ne risulta un naso in cui mora e ciliegia si accompagnano a gentilezze di viola e di maremmana macchia mediterranea.

Sorso molto interessante e saporito nel quale spicca la rustica piacevolezza dei tannini a supporto dell’ottima freschezza.

Gli do il mio premio “BOH” ma…mi piace un sacco.

E ORA?

Beh, ora è il momento dei ringraziamenti, ad ALTROVINO per avermi ospitato ancora una volta, a tutti i Produttori che hanno voluto regalarmi il loro tempo e le loro parole e anche e tutti quelli cui, per mancanza di tempo non ho potuto rompere le scatole.

Ed è poi il momento dell’attesa per una sesta Edizione di ERA UVA che già so essere sorprendente come sempre.

Sulla fatica che dovrò fare per mettermi “in paro” con tuti gli Eventi di cui ho da raccontarVi, invece, non dico nulla lasciando a Voi il compito di immaginarla

Roberto Alloi

VINODENTRO