29 Feb 2024
Vinodentro

I Migliori Vini Italiani 2024

IL COSA ED IL DOVE

Dal 16 al 18 Febbraio gli ampi ed eleganti spazi del Salone delle Fontane all’EUR (Roma) hanno ospitato l’Edizione 2024 (23a della serie) de I MIGLIORI VINI ITALIANI, manifestazione ideata ed organizzata dal sempre vulcanico LUCA MARONI e da sua sorella FRANCESCA ROMANA per presentare le migliori produzioni enologiche dello stivale italico (quelle che poi potrete ritrovare nell’omonima Guida).

Una kermesse dedicata alla Cultura del vino con un programma ricco di appuntamenti (laboratori, workshop, presentazioni, degustazioni libere e guidate) che ha visto la partecipazione di un grandissimo numero di addetti del settore e winelovers.

GLI ASSAGGI

Quanto c’era da assaggiare?

Tanto, troppo, soprattutto per uno solo come me.

Si, m’ero fatto una sorta di tabellino, ma se è vero che “delle buone intenzioni è lastricato l’inferno” beh…se io non sono belzebù poco ci manca.

E quindi mi sono ritrovato a zigzagare più o meno senza meta lasciandomi trasportare dall’onda del folto pubblico soffermandomi là dove i marosi me lo consentivano, scegliendo ora l’approdo sicuro di un Produttore amico ed aggrappandomi altre volte al salvagente dell’intuito o dell’occhio.

Ed è stata una bella avventura, vissuta tra nomi noti e volti nuovi, tra estro e banalità, tra Qualità assoluta e sorsi (anche quelli immancabili) di cui avrei potuto tranquillamente fare a meno.

Comunque, spero che le mie consuete note d’assaggio (quelle che ormai avrete imparato a NON prendere per buone) possano, se non esserVi in qualche modo d’aiuto, almeno suggerirVi qualche sentiero da percorrere.

Qui di seguito troverete quelle relative alla mia personalissima “TOP TEN” (magari non ci crederete, ma trovare qualcosa di sorprendente non è stato facile), mentre degli altri miei assaggi potrete leggere, come di consueto, qui.

Leggete, assaggiate, condividete e…fatemi sapere!

IL PIEMONTE

ANTONIO BELLICOSO

Beh, di Antonio avrete già letto altre volte, 5ha dedicati ai vitigni tipici dell’astigiano (Barbera, Grignolino, Freisa) ed un amore passionale per i vini ed il proprio lavoro.

GRIGNOLINO D’ASTI DOC “DOMINE VITES” 2022: 4000mq di viti vecchie e stanche comprati “per forza” sono i genitori di un Grignolino fuori dagli schemi.

Il colore, il grado alcolico (16°) che la voluttuosa dinamicità dimostrata nel calice si ostinano a non dimostrare anche meccanicamente…

Al naso, tra gerani e rosa canina spuntano i ribes ma è quell’idea di corteccia che colpisce e Vi si scolpisce in testa.

E poi il lungo corteo fresco-balsamico di liquirizia, china, tabacco mentolato che ne fanno una sorta di laudano curatutto (alché Antonio dovrebbe vestire bombetta e farfallino ed andarlo a promuovere in giro per il far west)

Sorso panoramico, completo, che in tesa progressione fresco-sapida ripropone i toni olfattivi sottolineando i piccoli frutti rossi.

Ne scriverò ancora (stay tuned), per ora gli ammollo il mio premio SURPRAIS.

FREISA D’ASTI DOC 2022: “LAFreisa è donna (ché solo “LABarbera è femmina”) ma qui, l’etichetta disegnata da un famoso pittore astigiano, sembra voler dire di virili discussioni magari al tavolo di un’osteria.

Ed invece di donne parliamo, dolci come i lamponi, misteriose come i chiodi di garofano, frizzanti come le erbe aromatiche.

Il sorso è un chiacchiericcio da “salotto sabaudo” di freschezze e tannini solleticosi che rivelano, mettendosi la mano davanti alla bocca quasi vergognandosene, un animo profondamente mediterraneo.

Da bere ascoltando “EBBEN NE ANDRÒ LONTANA” da LA WALLY (atto 1°) di ALFREDO CATALANI, cantata da MARIA LUIGIA BORSI, LONDON SIMPHONY ORCHESTRA.

BARBERA D’ASTI DOC “AMORMIO” 2022: se ci ficcate il naso dentro riuscite a vedere quello che l’impenetrabile colore nasconde all’occhio.

Ed allora trovate il richiamo delle sirene dei polputi e succosi frutti neri e vi lasciate traviare dall’erotismo di rabarbaro e pepe.

E il sorso…Vi frega!

Perché dopo averlo assaggiato capite che ‘sta barbera è una Jessica Rabbit che Voi, poveri Baby Herman, a parte le voglie di un cinquantenne, non avete “armi” per soddisfare.

Non per tutti.

Da bere ascoltando, manco a dirlo “AMOR MIO” di MINA.

BARBERA D’ASTI DOCG “MERUM” 2021: con l’umiltà del non avere la pretesa (e la volontà) di inventare qualcosa di nuovo, Antonio ci propone questa Barbera da 16.5°.

Niente appassimento (per non uscire dalla Tradizione) solo amore e la pazienza di seguire il frutto fino alla sua estrema maturazione.

Qui, signori miei, si ragiona di boa di piume di struzzo e lustrini!

Dell’erotica eleganza delle attrici degli anni ’20!

Le more abbandonano i rovi e s’ammorbidiscono in confettura, i fiori si appassiscono in un pot-pourri di profonda, scura luminosità ed il bosco, scuro anche lui, cela il lupo di un assaggio che avreste osato far precedere all’analisi olfattiva.

Si, perché l’occhio aveva percepito l’inattesa cinetica di un vino impetuoso.

Ed allora cercate conferma e Vi fate frustare dalla materia tannica, ammanettati ad una freschezza che strizza l’occhio alla sostanza di un estratto che è materia palpabile.

Vabbè, ne avevo già scritto ma…sorprendente!

Ancora una volta sorprendente!

L’ALTO ADIGE

FRANZ HAAS

Un nome che va a braccetto con una viticoltura che respira l’aria rarefatta di quelle alte quote che il recentemente scomparso proprietario visualizzava come unica salvezza per le proprie viti alla luce di un futuro climaticamente complicato.

60ha e quasi mezzo milione di bottiglie non sono poche, soprattutto quando comunicano certi messaggi.

ALTO ADIGE SÜDTIROL DOC PETIT MANSENG 2022: che spettacolo!

Il naso è un sabba di dolcezze ed amaritudini: burro e vaniglia di quasi pasticceria vs. rosmarino, agrume amaro vs. frutta gialla con una mineralità che…levateve proprio!

Sorso succoso e di dolce, fruttata impronta ma con una sapidità di fondo che è come il mugghiare di un mare lontano, come maroso che avanza…

Bello davvero, si becca il mio premio “CEDETE LO PASSO”.

Da bere ascoltando “DALLA PACE DEL MARE LONTANO” di SERGIO CAMMARIERE.

LA LOMBARDIA (E L’EMILIA ROMAGNA)

CASTELLO DI LUZZANO

Tra l’Oltrepò Pavese ed i Colli Piacentini, tra i Galli ed i Romani, tra le argille ed il calcare, un po’ lombarda ed un po’ emiliana.

110ha (75 quelli dedicati ai vigneti), 2000anni di storia ed oltre 100 quelli di un oggi che ha nell’entusiasmo di Giovannella Fugazza l’incentivo maggiore ad approfondire la conoscenza ed il racconto di una variegata produzione.

BONARDA DELL’OLTREPÒ PAVESE DOC “SOMMOSSA” 2022: rivoltoso sin dall’olfatto, accosta amarene e suco di prugna e lampone a gentilezze di viola ed umidità di terra senza dimenticarsi della firma amaricante della salvia.

Sorso che ammalia e travia chiedendone subito, con urgenza un secondo e poi un terzo…

DimenticateVi dei descrittori e bevetelo in leggerezza peccando per il piacere di farlo.

Si becca il mio premio “HARDCORE”.

Da bere ascoltando “DON’T DRINK THE WATER” della DAVE MATTEWS BAND.

IL FRIULI VENEZIA GIULIA

VIE DI ROMANS

Tra l’Alto Adriatico e la Slovenia l’Azienda racconta, da oltre un secolo, un Territorio unico attraverso vini prodotti con cura maniacale e pazienza non comune.

Sorsi che sanno di attesa e sfide future.

FRIULI ISONZO DOC SAUVIGNON BLANC “PIERE” 2021: fumoso a primo naso, rivela poi un animo di fresche vegetalità giocato tra mentuccia ed agrumi verdi.

Un mazzetto di mughetti introduce poi a dolcezze d’acacia e frutta esotica squarciando un sipario sapido che ricorda il mare che fu e quello poco distante.

Sorso dinamico e ritmato che scandisce un inarrestabile susseguirsi di freschezze e mineralità facendoci allungare la mano per un secondo bicchiere.

Da bere ascoltando “I’M SHIPPING UP TO BOSTON” dei DROPKICK MURPHYS.

FRIULI ISONZO DOC CHARDONNAY “VIE DI ROMANS” 2021: si propone al naso con la sua mole grassa sorprendendoci per l’agilità con cui passa dalle note fresche e vegetali di menta e sambuco a quelle dolci di pesca e vaniglia, farcendo il tutto con una sottile piccantezza di zenzero.

Sorso caldo, che riempie ed accarezza accompagnandoci per mano ad un finale salato e piacevolmente amaricante.

L’UMBRIA

LA MADELEINE

Nata 3 lustri fa per volere di un nome noto della politica italiana, dimostra oggi come tenacia e lungimiranza consentano possano raccontare in un calice le potenzialità qualitative del territorio di Narni.

IGP ROSSO “NARNOT” 2019: scoprire che è tra i vini premiati mi fa quasi strano…

Scuro eppure luminoso, il naso di questo Cabernet Franc srotola freschezze di lavanda e conifere, amaritudini succose di chinotto e colorati lamponi.

Il sorso ripropone l’olfatto con didascalica precisione sottolineando l’agrume amaro ed un tannino che fa comunella con la sapidità per far schioccare la lingua chiedere un altro bicchiere.

Il fondo del calice…quello rivela la vera essenza di un vino e qui, pur sotto nobili spoglie, si cela la preziosità di un animo contadino.

Unica live stonatura, quella chiusura su inaspettati toni dolci che gli vale il mio premio “PECCATO”.

Da bere ascoltando “DEVIL INSIDE” degli INXS.

LA CAMPANIA

MASSERIA FRATTASI

Dalla fine del ‘700 (ma con un oggi poco più che ventennale) un punto di riferimento per la viticoltura “eroica” di quel Taburno di cui parlava anche Virgilio (se non sbaglio sono loro i vigneti più vecchi della Campania).

AGLIANICO BENEVENTANO IGP “KAPNIOS” 2019: L’olfatto dimostra manifesta superiorità.

Un ampio palcoscenico scuro con un tavolato di legni nobili sul quale si affacciano personaggi che si chiamano prugna, ciliegia nera, mirtillo…

E mentre l’orchestra suona un sottofondo balsamico ecco gli assoli di tabacco mentolato, grafite e pepe.

Il sorso?

Semplice, potente, lungo, coerente, succoso di arancia rossa e rinfrescante d’eucalipto.

Bella prova davvero!

Da bere ascoltando “GOD’S AWAY ON BUSINESS” di TOM WAITS.

ED ORA?

Beh, ora è il momento dei ringraziamenti: agli Organizzatori per avermi ospitato in una manifestazione di cui ho già messo in agenda l’Edizione 2025 e che rientra ogni anno di più tra quelle irrinunciabili del panorama romano (e non solo); ai Produttori: per aver sopportato le mie considerazioni sui frutti del loro duro e pregevole lavoro ed a Voi per aver letto (spero) fin qui le parole che, come sempre, mi fa una gran fatica scrivere

Roberto Alloi

VINODENTRO