23 Mag 2024
Vinodentro

ViniAMO 2024

IL COSA E IL DOVE

Lo scorso 11 Maggio, gli ampi spazi dell’Hotel Colombo hanno ospitato l’Edizione 2024 di ViniAmo, il bell’Evento organizzato da Stefano Minelli (www.minelliwineevents.it) con la collaborazione di Cristina Santini.

Oltre 70 Aziende in rappresentanza di tutto lo stivale italico, più di 250 etichette, folte delegazioni francesi e albanesi, masterclass, tricchettracc e bombe a mano.

Insomma, una giornata all’insegna della Qualità e del Territorio con davvero tanto (come sempre TROPPO) da assaggiare.

GLI ASSAGGI

Come accennato poco sopra, le etichette in degustazione superavano di gran lunga le mie modeste capacità di assaggio (p.s. mi sto facendo vecchio: credo di dover valutare l’acquisto di uno sputa vino).

M’ero fatto una sorta di road-map che come sempre ho poi deciso di non seguire dando retta all’estro del momento, sono riuscito a schivare con destrezza quasi (QUASI) tutti gli agguati di quegli amici Produttori che volevano per forza farmi provare le nuove annate e ho cercato di fare il possibile per viaggiare lungo il nostro meraviglioso Paese.

Certo mi sono reso conto di aver dedicato forse più tempo alle chiacchiere che al bicchiere, ma un vino è tale perché c’è un cristiano che si sporca le mani per farlo e la parola è fondamentale per poi emozionarsi del frutto di anni di lavoro.

Comunque, di seguito troverete come sempre il mio recit de dégustation che da questa settimana lascerà a Voi il compito (salvo casi particolari) di andare a leggere le info sulle Aziende cliccando sul link associato.

Non è per cattiveria e non è per risparmiare parole, vuole solo essere uno stimolo alla Vostra curiosità.

Dai tanti vini assaggiati (tutti di ottimo livello) ho poi estrapolato la mia ormai consueta e personalissima classifica che, come sempre, non tiene conto di blasoni, prezzi et similia ma solo di quanto un sorso abbia saputo accendere i miei sensi.

Date una letta ai miei deliri enoici e correte ad assaggiare.

LA TOP SEVEN
1. ORMEASCO DI PORNASSIO SCIAC-TRÀ 2023, TENUTA MAFFONE (LIGURIA): un rosato che rosato non è.

La bella etichetta me lo fa subito associare al vermouth Campari e il naso conferma amaricanti sensazioni targate chinotto e rabarbaro cui danno una mano freschezze vegetali di felce e sottili dolcezze di lampone.

Sorso GGiovane e pimpante, teso, fresco, sapido quanto serve.

Gli do il mio premio “LEVATEMELO”.

Da bere ascoltando “BITTER SWEET SYMPHONY” dei VERVE.

2. LANGHE DOC CHARDONNAY “VIGNA GAIA-PRINCIPE” 2021, TAVERNA (PIEMONTE): solo legno, di spocchiosa, sabauda “francesità” per uno Chardonnay (cloni vecchi propagati “in casa” per preservare la totale identità del vitigno come necessario corollario a quella del Territorio) che segue rotte non percorse da altri, mai timoroso di calcare la mano, anzi…

Il burro è quello dei biscotti belgi, l’acacia e la vaniglia sono lì in agguato.

Il legno, affatto nascosto evoca ricordi finiti in soffitta, fotografie dei nonni, poltrone polverose in cuj sprofondare.

Un’idea di torba carica l’atmosfera di mistero e l’incenso gli dona una certa sacralità.

Sorso morbido (guarda un po’…) ma davvero fresco e dotato di un’accelerazione salina che regala piccantezze pepose, sottolinea la mineralità ed evidenzia le note agrumate.

3. FRIULI COLLI ORIENTALI DOC VERDUZZO 2022, DI GASPERO (FRIULI VENEZIA GIULIA): interpretazione che mixa le anime del vitigno in un cocktail di fruttate dolcezze e tannico schiaffo.

Scostando la nota appena eterea il naso apprezza lentamente la progressiva disidratazione della frutta e il suo mescolarsi a graffi di erbe amare, salvia, timo e mandorla mentre s’affacciano alla mente polverosi ricordi di soffitta.

Il sorso è abboccato dolce quanto serve a compensare la spinta sapida e la freschezza sopra le righe.

Morbidezze sugli scudi e…via libera al secondo bicchiere!

4. VINO ROSSO FRIZZANTE “NERO COLLEZIONE”, BRUNO CARNEVALI (EMILIA ROMAGNA): la prima bottiglia di questa Azienda nata negli anni ’40 del Secolo scorso ha tutta la verve giovanile dei ragazzi che oggi si sporcano le mani per soddisfare il nostro alcolico edonismo.

Lambrusco Salamino che ha l’opulenta gentilezza della viola mammola e la passione della rosa rossa, un tocco di sottobosco e una intrigante speziatura.

Il palato è rapito dalla fine effervescenza e quasi dimentica la sottile morbidezza dando ascolto alle sole freschezze di frutta e spezie per dissetarsi a suon di altri bicchieri.

Monello.

Si merita il mio premio “A TESTA ALTA”.

5. SPUMANTE METODO CLASSICO “ON ATTEND LES INVITÉS RISERVA RONCOLINO” (MAGNUM) 2011, LURETTA (EMILIA ROMAGNA): di questo ho già scritto altrove ma qui mi preme ribadire come certi “inviti” siano irrinunciabili.

La complessità del naso è devastante: frutti di bosco, melograno, ricordi che del pane raccontano anche la legna arsa per riscaldare il forno.

Ci sono il tè da sorseggiare nell’attesa e c’è la stuzzicante peposità che sempre si cela nel “dopo vino”, uno sbuffo di salvia e l’urgenza del palato.

Quasi tannico, fresco di ciliegia croccante, ben più diretto del misterioso olfatto ma tutto da sfogliare.

Rotondo quanto serve, Vi asciuga a tradimento e Vi fa riempire di nuovo il calice.

Non ce ne sarà più ma ce n’è ancora, poco ma ce n’è ancora.

Da bere ascoltando “HUNGRY LIKE THE WOLF” dei DURAN DURAN.

6. EMILIA IGT ROSSO “COME LA PANTERA E I LUPI DELLA SERA” 2021, LURETTA (EMILIA ROMAGNA): l’aggressività di un tacco dodici di perversa, traviante eleganza rende ondeggiante l’incedere olfattivo di questo blend.

Il Cabernet Sauvignon getta l’amo, la Barbera ammicca e la Croatina Vi stende.

Cemento per aggiungere mistero al romanticismo della botte grande.

Una intricata boscaglia bucata dallo sguardo del felino: due occhi profondi di resina e arancia in una tenebra di bastoncino di liquirizia e piccoli frutti neri drappeggiato di orientali sensualità speziate.

Un sorso in cui perdersi, succoso ma ben fermo sulle proprie gambe, fiducioso dell’arma tannica e di un finale quasi marino in cui frutto dolce e amaritudini mandorlate duellano all’ultimo sangue soccombendo però alle balsasmicità.

Un vino “femmina” col cervello da donna.

Da bere ascoltando “THIS LOVE” dei PANTERA (obviously).

7. SICILIA DOC CATARRATTO LUCIDO “ORION” 2022, SANCARRARO (SICILIA): un Catarratto dal naso importante come quello di un pugile.

Colpisce con un gancio di scorza di limone grattugiata e poi Vi lavora ai fianchi con un ipnotico gioco di piedi fatto di albicocca e voci concitate di tonnara.

Il sorso segue l’olfatto come il boxeur l’incitamento del pubblico in un corpo a corpo irrisolto tra grasse dolcezze fruttate e sapidità marine.

Da bere ascoltando “ORION” dei METALLICA.

E ORA?

Ora è il momento dei ringraziamenti, agli organizzatori (Stafano Minelli e Cristina Santini) per avermi ospitato, a tutti i Produttori (quelli che sono stati costretti a sopportare le mie divagazioni e quelli cui per mancanza di tempo non ho potuto rompere le scatole) e a tutti Voi per avermi letto fino a qui.

Mi resta un sacco di lavora di approfondimento da fare ma…forse ne vale la pena

Roberto Alloi

VINODENTRO