18 Apr 2024
Vinodentro

Viticoltori Montespertoli, una rigenerazione toscana

IL COSA E IL DOVE

Lo scorso 6 Aprile, i “ragazzacci” di VINARIO4 hanno colpito ancora!

Stavolta sono riusciti a portare a Roma un pezzo di quell’altra Toscana di cui troppo spesso ci dimentichiamo.

Sto parlando di quell’Associazione VITICOLTORI MONTESPERTOLI che hanno ospitato nello SPAZIO FAREdel MERCATO CENTRALE.

Se la provocazione serve ad accendere i riflettori su Territori che ancora non si “vogliono” conoscere allora: “VIVA LA REVOLUCIÓN”!

Quella di Montespertoli e dei suoi Viticoltori è una lotta senza quartiere.

Atleti in una competizione che si chiama “VINO”, si battono per dare dignità a un Territorio che ancora non ne ha avuta abbastanza.

Quel Montespertoli che era per me come uno scioglilingua mentre mandavo a memoria le 7 sottozone della DOCG Chianti, è non solo la prima ad essere stata istituita ma anche il fazzoletto di Toscana più vitato (insieme a Montalcino) dell’intera Regione.

Un Territorio di colline più dolci rispetto a quelle del Chianti Classico, estremamente variegato in termini pedologici (dalle sabbie del Sud ai conglomerati del Nord passando per le argille della zona centrale), che racconta nel bicchiere un mare antico come farebbero le conchiglie di cui è ricco il sottosuolo se le avvicinaste alle orecchie.

17 i moschettieri dell’Associazione (oggi ce n’erano 10 e io, colpevolmente, non sono riuscito neppure a conoscerli tutti) e Sangiovese il principe cui hanno giurato fedeltà (ma non mancano autoctoni come Pugnitello, Foglia Tonda, Ciliegiolo e gli internazionali), 450ha vitati, 14 Aziende in regime BIO, Territorio vocato ai Rossi ma non dimentico dei Bianchi.

2 anni il prossimo 28 Maggio, l’Associazione si è data una serie di regole che, partendo dalla coltivazione diretta delle uve e dal rispetto della materia prima, passano per pratiche agronomiche sostenibili da attuare con l’intera comunità agricola.

Ultima regola?

Non sottrarsi mai al confronto e portare il messaggio fuori dai propri confini.

GLI ASSAGGI

I banchi d’assaggio (presidiati mai come in questa occasione) dai Produttori in prima persona, sono stati preceduti da una masterclass fuori dagli schemi precostituiti.

4 vini presentati alla cieca da Giulio Tinacci (alias MONTALBINO, presidente dell’Associazione) e sottoposti al giudizio dei presenti per cercare corrispondenze tra caratteristiche organolettiche Territori.

Cosa ne è venuto fuori?

Fatte salve le didattiche evidenze di quanto sabbie e/o argille influiscano sul risultato finale quello che è saltato agli occhi è una sorta di trait d’union tra tutti i prodotti, quasi che la firma del vignaiolo passi in subordine rispetto all’avallo del Territorio.

Una comunione d’intenti dalla vigna al bicchiere assolutamente priva di omologazioni a dimostrare quando sia importante lavorare insieme per il raggiungimento di un risultato comune di alto livello.

I vini?

Di seguito troverete la mia consueta e personalissima classifica (oltre alla descrizione di tutti gli altri vini) ma, al di là di tutto colpisce la freschezza di tutte le produzioni.

Bevibilità ai massimi livelli, vini immediati, dinamici, pronti sin da subito (tanto da sembrare in alcuni casi già evoluti) ma senza tema di affrontare almeno qualche anno di vetro per dare il massimo.

LA MASTERCLASS

1. LE FONTI A SAN GIORGIO

Azienda a trazione femminile, quella di Piera Giovannelli.

13ha certificati BIO dal 2020 dedicati essenzialmente ai vitigni della tradizione per produzioni attente alla Tradizione ma che strizzano l’occhio al gusto contemporaneo.

CHIANTI MONTESPERTOLI DOCG 2022: Sangiovese, Colorino, Pugnitello, cemento e acciaio sono gli ingredienti per questo Chianti di GGiovane, vibrante intensità.

Forse troppo timido nel presentare uno spettro olfattivo in realtà di inattesa complessità fatto di ciliegie nere, liquirizia, tabacco, un ché di pellame sapientemente mixati alla sostanziosa presenza agrumata, scala velocemente la classifica della piacevolezza una volta che lo si assaggia.

Eccolo dunque riproporre in bocca la sostanza del frutto con ragazzina vivacità, facendo leva su freschezza e sapidità quasi marine e un tannino quasi “dolce” a fare il controcanto.

Si becca il mio premio “LEVATEMELO”

2. PODERE GHISONE

60ha di cui 15 vitati quelli di questa Azienda familiare.

Vitigni del Territorio con una iniezione di internazionali, rossi in particolare ma senza dimenticare bianchi storici come Trebbiano e Malvasia.

CHIANTI MONTESPERTOLI DOCG “BORRO DEGLI OLMI” 2022: al naso si percepisce una certa assonanza con il vino precedente, quella sorta di timidezza iniziale e poi la pienezza del frutto rosso dà la mano alla freschezza floreale, l’asprezza della marasca viene mitigata da un grasso cioccolato mentre un tocco di pepe verde e una nota ematica si occupano della chiusura.

Il sorso accompagna l’olfatto sbrogliando un sostanzioso estratto e tannini ancora non ben pettinati tra spezie e mirtilli fino al finale di minerale piccantezza.

2. CASTELLO SONNINO

Quasi duecento gli anni di storia (del vino e non solo) che l’Azienda custodisce.

Una produzione Territoriale (non dimentica dei vitigni internazionali) che mixa tradizione e innovazione con risultati di grande personalità.

CHIANTI MONTESPERTOLI DOCG “SONNINO” 2022: forse il più complesso della batteria.

Un olfatto che dei rovi lascia percepire, oltre ai frutti, anche le spine prima di far spazio all’aspra amarena e sorprenderci con un ché di anguria.

La gentile delicatezza della viola e la più maschia liquirizia ci traghettano poi verso un finale che propone un intero corredo di erbe aromatiche.

In bocca dimostra calore ma non riesce a contenere l’irruenza monella di una vena fresco-sapida che fa leva anche sull’iniezione di Trebbiano per solleticarci le gengive con le sottili piccantezze tannico/pepate.

Chiude lungo quanto deve lasciandoci in fondo al calice un ricordo di contadina rusticità.

Bellobello.

4. FATTORIA LA LECCIA

20ha trazione femminile con un oggi targato 2013.

Biologica dal 2019, basa la propria produzione su vitigni del Territorio ma non dimentica internazionali come Merlot e Syrah.

CHIANTI MONTESPERTOLI DOCG SUPERIORE 2022: praticamente tutto Sangiovese con un quid di Trebbiano ad instillare ulteriore freschezza in un vino pronto ed equilibrato come il Territorio di Montespertoli vuole.

Prugna, marasca, lamponi, sottigliezze speziate di chiodi di garofano e ben più dell’atteso in termini di mazzo di rose.

Sorso molto coerente, frescofresco e ben sapido che cela nel fondo del bicchiere un ricordo contadino che lo accomuna per un attimo al vino precedente.

LA TOP FIVE

TENUTA COELI AULA

Dalla metà del Secolo scorso sono quattro le generazioni della Famiglia Barni che si sono succedute alla guida dell’Azienda.

Certificata BIO pone grande attenzione alla cura dei vigneti e alla salvaguardia del Territorio producendo vini che mixano con sapienza Tradizione ed evoluzione.

TOSCANA IGT CILIEGIOLO “CERASUS” 2022: nato con idee di legno e sostanza trova in questa “quasi” nuova release la sua più didattica espressione.

Già al naso dimostra il suo essere legato a filo doppio con il Sangiovese proponendosi con quel frutto pieno (qui, guardacaso, ciliegia in testa) senza dimenticarsi delle note vegetali che qui ricordano boschi e foglie di pomodoro.

Seguono i toni floreali della viola e quelli balsamici della liquirizia e del rabarbaro ed un ché di ematico.

Ottimo l’equilibrio in bocca per un sorso ricco e gustoso supportato da tannini presenti ma educati e da una progressione sapida che culmina in un finale decisamente saporito.

Una bevuta a 360° da provare ascoltando “SEXY BOY” degli AIR.

TENUTA BARBADORO

36 gli ettari coltivati a vigneto da questa Azienda.

Questione di famiglia sin dal 1860 e certificata BIO dal 2007, parte da minime pratiche agronomiche e di cantina per produrre vini di eccellenza spostando costantemente più in alto l’asticella della Qualità.

TOSCANA IGT ROSSO BIOLOGICO “IO TESTONE” 2022: mentre si becca subito il mio premio “PADRETERNO” per l’irriverenza tutta toscana del proprio nome di fantasia mi cedono le gambe e mi scappa un italianissimo “UAUUU”.

Niente solfiti e una dimostrazione di pulizia da indicare ad esempio per molti di quei produttori che si avventurano sull’insidiosa ed affilata cresta che separa il versante dell’eccellenza dal baratro del difetto.

Cresta che ‘sto rosso toscanaccio percorre con la sicurezza dell’alpinista esperto e l’eleganza di un Philippe Petit a spasso tra le Torri Gemelle.

Attento, educato, mai un’esitazione nella sua prepotenza fruttata e nessuna vergogna nel proporsi con rustica, contadina eleganza.

Sorso che dimostra alcuna esitazione, succoso, trascinante, financo traditore (occhio a quei 14° alcolici che possono giocare brutti scherzi alle gambe), coerente in corpo e spirito con l’olfatto e che sottolinea una macchia mediterranea neppure immaginata in precedenza.

SORPRENDENTISSIMO!

Da bere ascoltando “B-SIDE” dei KHRUANGBIN & LEON BRIDGES.

PODERE DELL’ANSELMO

Una storia lunga quasi due secoli con un oggi trentennale.

Grande attenzione ai vitigni del Territorio (anche quelli meno noti) con una piccola digressione internazionale.

Una produzione attenta all’ambiente e alla Tradizione senza dimenticarsi mai di guardare avanti.

CHIANTI MONTESPERTOLI DOCG “INGANNAMATTI” RISERVA 2018: se il piccolo frutto rosso/nero vuole distrarVi siate forti!

Andate oltre.

Troverete un Mediterraneo di bacche di macchia, di pietre arroventate dal sole, di tabacco rollato contemplando l’orizzonte e un contorno gentile di viole e spezie.

Sorso di traviante, carezzevole, malia, che esalta il cioccolato puntando su una sapidità quasi marina.

Di questo ne leggerete ancora, perché si e perché bisognerebbe essere matti per non cadere nel suo tranello.

Da bere ascoltando “MAD MAN MOON” dei GENESIS.

TOSCANA IGT ROSSO “ERA ORA” 2018: legno di tutte le dimensioni per questo Sangiovese che propone confettura di more ma sorprende per quell’atmosfera da sagrestia tutta incenso e canfora per i paramenti prima di lasciarsi andare alla gentilezza delle viole e a una presa di tabacco dalla sacca di cuoio.

In bocca accarezza e riempie con una sostanza materica di cui anche i tannini vogliono far parte.

Sostanzialmente equilibrato, spinge sulle dolcezze speziate facendo leva sulla balsamicità e su una atmosfera ferrosa che sa cielo da temporale per rimettere le cose in paro.

Da bere ascoltando “GOD’S AWAY ON BUSINESS” di TOM WAITS.

FATTORIA LA GIGLIOLA

60 gli ettari vitati e il Sangiovese sul gradino più alto del podio senza dimenticarsi dei vitigni internazionali e di quelli a bacca bianca.

VINSANTO “LO STOIATO” 2007: un “occhio di pernice” messo lì, a farmi l’agguato giusto prima che corressi via in tempo perché la carrozza (vabbè, la metropolitana) non si trasformasse nuovamente in zucca.

Ed eccomi dunque cadere sotto i colpi di un olfatto carico di affascinanti contrasti.

La noce e il miele, il fico secco e la nocciola ancora non matura, gli agrumi della pasticceria delle feste, la noce moscata, l’anice e una potente nota di camino spento.

Il sorso è di masticabile sostanza, fresco ma soprattutto salato di profondità da natural burella e con un allungo cui si fatica a star dietro.

Disarmante.

Da bere ascoltando “THE END” dei DOORS.

I QUASIQUASI

TOSCANA IGT BIANCO “I’VE” 2022 (TENUTA COELI AULA): insolito accostamento di Chardonnay, Sauvignon e Pinot Bianco con il secondo a comandare con delicatezza un procedere olfattivo di sottili freschezze di sambuco e soffi di salvia cui si accostano nespole e florealità di campo.

In bocca comanda, manco a dirlo, lo Chardonnay, con quelle sue grassezze che la carezza del legno amplifica vieppiù.

Bel connubio di freschezza e sostanza che il Pinot Bianco incravatta di eleganza rendendo quasi naturale il paragone con un Collio distante fisicamente ma non in spirito.

Davvero una bella sorpresa.

CHIANTI MONTESPERTOLI DOCG 2022 (LE FONTI A SAN GIORGIO): VV. masterclass

TOSCANA IGT ROSSO “PAX” 2018 (PODERE DELL’ANSELMO): un pamphlet di dolcezze boschive che rimanda a fragoline e more mature, dolci le spezie, dolce la cioccolatosa atmosfera e poi freschezze amaricanti!

Ecco dunque la liquirizia, la china, le erbe aromatiche ed un tocco di tabacco mentolato.

Sorso concertato con l’olfatto, ampio e sostanzioso, di grande morbidezza ma vivissimo, mai seduto e di lunghezza…

PAX”: definitivo!

CHIANTI MONTESPERTOLI DOCG “SONNINO” 2022 (CASTELLO SONNINO): VV. masterclass

TOSCANA IGT CANAIOLO 2021 (FATTORIA LA GIGLIOLA): al naso evidenzia, con selvatica rusticità, sfumature vinose, frutti di rovo e fiori di campo, sottobosco, ferrosa mineralità e un quid di chiodi di garofano.

Sorso più strutturato di quanto credessi pur nella sua primaverile freschezza, che evidenzia dolcezze semplici di schiaccia proponendole con i modi eleganti di un Pinot Nero.

Canaiolo, canaglia!

ED ORA

Beh, intanto è ora di ringraziare i Tre Moschettieri di VINARIO4 per l’invito e per lo spot che hanno saputo accendere su un Territorio troppo spesso (e colpevolmente) dimenticato anche da quelli che vanno in giro a curiosare ma che in regioni blasonate come la Toscana si fermano sulla superficie delle etichette più gettonate senza grattarne via la polvere per scoprire i tesori che cela.

E poi è ora di ringraziare i Produttori che m’hanno sopportato e scusarmi con quanti non sono riuscito a conoscere (ma ci saranno altre occasioni).

Bella esperienza davvero, spero la ripetano presto (qualche nano-denominazione cui rivolgere sguardi più attenti ce l’avrei già in mente).

Roberto Alloi

VINODENTRO