quadra franciacorta
28 Ago 2022
BlendNews

Altri sette pezzi di Marketing, forse meno semplici

Altri sette pezzi di Marketing, forse meno semplici, sembra sinistramente essere il seguito di “Sette pezzi di Marketing semplici“. Ovvero altre 1+6 ideone genialinone di marketing, almanaccate qua e là.

Comunque sia l’introduzione è sostanzialmente la stessa, non sto quindi a riprenderla: andiamo diretti sui casi.

Zero. Ancora sulla conversione in qualità

Se non piace la legge della conversione della quantità in qualità perché d’ispirazione materialista marxista, basterà rimpiazzarla con il noto truismo del protopropagandista Goebbels secondo il quale basta ripetere cento, mille volte una menzogna e questa si trasformerà in verità. Contenti ora, nostalgici? Peccato pare la citazione sia una bufala. Vabbé, motivatela un po’ come ti pare, basta che nel frattempo si continui a comunicare: altrimenti non esisteremmo.

Uno. Definitio Hiding

Il marketing 3.0 consiste nel riaffermare costantemente il mantra senza mai menzionarlo esplicitamente (definitio hiding, nascondimento della definizione, di ciò di cui si parla). Visto che ormai dell’ontologia (e anche della teologia e della geometria, direbbe il contemporaneo Don Quixote dadaista Ignatius Reilly) non importa più nulla a nessuno (e quasi nessuno ci capisce più nulla, aggiungo io), inutile dire di cosa si stia parlando, meglio illustrarne i soli accidenti più favorevoli. Ne riparleremo quando avremo capito come smaltire decentemente i pannelli fotovoltaici dismessi. O i rifiuti in genere.

Due. I miti del nostro tempo

Ogni azione di marketing ben indirizzata procede per sfruttamento di un mito contemporaneo: la conoscenza di questi è quindi vivamente consigliata. C’è giusto un libro “I miti del nostro tempo” di Umberto Galimberti che tengo in bagno per i miei momenti di ricercata massima intensione (vedi https://www.treccani.it/vocabolario/intensione/, al numero 2.).

Tre. La miseria della linearizzazione

La linearizzazione fuori scala è la radice quantitativa di ogni bimbominkiata o se preferite basta ricordarsi il modo di dire “partire per la tangente”.

Spiego. Molto vicino all’ascissa del punto di tangenza, la tangente è un’ottima approssimazione, anzi la migliore, anzi direi proprio una situazione “leibnitziana” – nel senso del Candido di Voltaire – della curva, ma non appena vi si distanzi un poco… ecco, praticamente non serve più a nulla. Come le proiezioni dei ricavi sull’ultimo excel del vostro consulente direzionale, insomma.

Quattro. Psicostoria, Sincronicità e Risultatismo

Ci piacerebbe padroneggiare la psicostoria, ma al momento ci dobbiamo accontentare di farci devoti alla sincronicità junghiana: fare poi riferimento alla teoria cinetica dei gas potrebbe pure aiutarci in questo senso, quantomeno a sparare cazzate (cit.) interessanti. Qui servirebbe un piccolo chimico o un appassionato di Asimov per capirla, purtroppo non ve ne sono a sufficienza né degli uni né degli altri.

Ripiegando sulla sincronicità, questo “principio di nessi acausali” (Kant, perdonaci tutti, a cosa ci tocca dar seguito), cercate di restare sincronici al vostro aspirante committente (in qualsiasi modo se siete dei banali risultatisti allegriani, secondo dignità di uomini fatti a non viver come bruti se siete fini giustificatori di mezzi)

Per il resto degli umani continui pure a valere il trogroditlico principio di autorità. Ipse dixit. E date pure la colpa al preparatore atletico di tutti quegli infortuni muscolari che perseguitano la vostra squadra del cuore.

Cinque. Occhio alle code grasse e rischiare grosso, sempre

La teoria delle code grasse di NNT è una riserva infinita di truismi; lo è anche la logica del rischiare grosso.

Preso un fenomeno, modellatelo secondo una statistica qualunque e poi divertitevi ad analizzare casi nei quali la distribuzione che avete usato inizialmente si rivelerebbe sperimentalmente errata. Sostituitela quindi con un’altra distribuzione (questa sì che si rivelerebbe sperimentalmente adeguata al fenomeno, quindi corretta) e giocate a calcolare il danno o il guadagno che ne deriverebbe. Per inciso, dedurre da tutto questo marchingegno intellettuale qualcosa di comprensibile al managerume contemporaneo medio (distribuito normalmente, con code davvero anoressiche) è impresa da veri e propri circonventori d’incapaci provetti, ma almeno la sincronicità che ne deriverà sarà di quelle a prova di bomba. Basterà ricordarsi, nel proporre l’ennesimo libro dei sogni, di evidenziale il proprio rischio minimizzando nel contempo quello del (circonvenendo) aspirante committente.

Sei. Genailinate e salti epistemici

Quando una regola si applica in pochissimi casi, puoi tranquillamente evitare di chiamarla regola e procedere per analisi diretta dei casi. Capisco il fascino di essersi inventati qualcosa e potergli quindi dare il nome e rivendicarlo come il proprio ultimo salto epistemico, ma la storia si fa o per battaglie o per rinnovata autocoscienza delle masse (rinnovamento catalizzato da cause di diversissima natura tra di loro, ma questa è un’altra storia): non certo per genialinate.

Outro

Altri sette pezzi di Marketing, forse meno semplici, giusto per fare bella figura con il committente.

Foto dell’autore, si ringrazia il produttore del Franciacorta QBlack e QZero, (Quadra Franciacorta, Cologne) non solo per le bottiglie, ma anche per avermi fatto fotografare le operazioni della vendemmia. Grazie mille!

Da @bottigliadissanguata, passo e chiudo: difficile, ma dovessi mai trovare altri sette pezzi, scriverò il seguito.