Serbia Montenegro
03 Ago 2022
InternazionalMente

Wine Destinations: Serbia e Montenegro Intervista a Roberto Zoppi, Presidente di ITALJUG Camera di Commercio Italiana per la Serbia e il Montenegro

Stiamo attraversando un periodo molto particolare. Da un lato viviamo un moto di ripresa e di riapertura, gli effetti post Covid ci spingono a riprendere le tanto compiante attività estere in presenza, dall’altro, come magistralmente raccontando nel nuovo editoriale di Francesca Pagnoncelli Folcieri, molte ombre incombono sulla scena interna e internazionale. Le attività di promozione per le cosiddette Wine Destinations stanno finalmente ricominciando a farsi strada nelle nostre caselle mail e sulle bacheche dei principali social media. Parlando di Wine Destinations, non potevamo ignorare quanto accaduto il 26 luglio scorso a Vibo Valentia, dove gli organizzatori della manifestazione Vicoli diVini hanno voluto mettere in scena, in collaborazione con le principali istituzioni locali, un interessante forum dal titolo: “ Il vino come traino dello sviluppo calabrese: un’analisi sulla promozione nazionale e internazionale” Tra i relatori Roberto Zoppi, Presidente di ITALJUG – Camera di Commercio Italiana per la Serbia e il Montenegro. Due Paesi che sicuramente non ricorrono spesso come prime mete di sbocco per i processi di internazionalizzazione. Ho quindi deciso di fare qualche domanda al Dott. Zoppi con lo scopo di saperne di più su questi Paesi e sull’istituzione di cui è a capo.

Quali sono le ragioni che hanno portato alla creazione di una Camera di Commercio Italiana per Serbia e Montenegro? 

L’Italia è praticamente da sempre uno dei principali partner commerciali della Serbia, da sempre nella top 3 superata solo dalla Germania. Un player commerciale fondamentale per ciò che concerne import-export. Da sempre tra le prime nazioni investitrici in Serbia. In modo particolare l’Italia vanta degli investimenti molto importanti come per esempio lo stabilimento produttivo di FIAT e gli investimenti di San Paolo, tra i principali attori a livello internazionale nel settore bancario. Tutto questo, unitamente al crescente interesse per il Montenegro, ha costituito le premesse per creare, nel 1992, ITALJUG. Un soggetto che si propone di supportare le aziende italiane interessate ad operare nel mercato di Serbia e Montenegro per esportare i propri prodotti e quindi realizzare una presenza commerciale stabile in questi mercati.

A chi si rivolge ITALJUG e cosa propone?

ITALJUG è una Camera di Commercio iscritta alla Sezione di Unioncamere come Camere di Commercio Italo Estere ed Estere in Italia. Si propone di supportare le aziende italiane interessate ad operare nel mercato di Serbia e Montenegro per esportare i propri prodotti e quindi realizzare una presenza commerciale stabile in questi mercati. Ci rivolgiamo anche ad aziende che sono interessate a realizzare investimenti produttivi nelle due aree oppure ancora aziende che sono invece interessate a reperire nei mercati di Serbia e Montenegro materie prime oppure prodotti semilavorati o ancora ad allacciare rapporti di collaborazione industriale con fornitori locali. La nostra Camera di Commercio lavora con le aziende italiane fornendo una gamma il più possibile ampia di servizi quali per esempio la realizzazione di attività promozionali come presenza in manifestazioni fieristiche oppure missioni imprenditoriali ancora invece servizi più operativi come consulenza tributaria, societaria e fiscale rivolta a chi intende effettuare investimenti in loco. La nostra attività è in particolar modo concentrata sulle piccole medie imprese che sono quelle aziende che hanno poi maggiore necessità di servizi esterni per poter compensare una carenza di risorse operative sia finanziarie che umane.

Possiamo quindi considerare Serbia e Montenegro come mercati di sbocco per il vino italiano?

Partiamo da una premessa: la Serbia e il Montenegro sono due paesi di piccola dimensione. La Serbia ha una popolazione di circa 8 milioni di abitanti con una capacità di spesa abbastanza limitata stante il fatto che il reddito medio di un cittadino serbo è di circa 500-600 €. Questo significa che la Serbia, per ciò che concerne i prodotti vinicoli, deve essere considerata come un mercato di nicchia. Attualmente il mercato serbo è valutabile e su circa 1 miliardo di euro questi sono dati che sono stati stimati per quanto riguarda il 2020 con un consumo medio pro capite che viene valutato circa intorno ai 10-15 litri per anno. Il consumatore serbo consuma vino abitualmente durante i pasti e in occasioni equiparabili al nostro aperitivo o al consumo dopo cena. Attualmente nel mercato serbo sono presenti numerosi vini italiani e il nostro paese è tra i primi tre esportatori in Serbia per prodotti vinicoli. Si stima che circa un quarto del mercato serbo sia rappresentato da prodotti importati. I vini italiani che sono presenti in Serbia sono soprattutto vini piemontesi toscani e veneti. C’è una scarsa presenza di vini di altre regioni in particolare di vini del sud Italia. I canali di consumo dei vini italiani sono sia il settore Ho.Re.Ca che la distribuzione. Il consumatore serbo ha una buona conoscenza del prodotto e quindi è in grado di distinguere tra prodotti di alta qualità e di bassa qualità. Attualmente sul mercato serbo vengono venduti sia prodotti con livello di prezzo medio basso che prodotti con livello di prezzo medio alto. La quantità però che viene acquistata è inferiore rispetto a quella che può essere la media di acquisto di un cittadino italiano o di altre mete vinicole europee.

Il Forum di Vicoli diVini ha voluto portare alle cantine Calabresi un pool di esperti in campo internazionale che potessero condividere degli aspetti pratici e oprativi per approcciare i rispettivi mercati. Quali consigli per avvicinarsi efficacemente a Serbia e Montenegro?

Per poter operare efficacemente in Serbia è sicuramente necessario seguire alcune strade fondamentali. La prima è quella di realizzare una efficace collaborazione con un partner locale quindi un importatore o distributore, senza il quale è sostanzialmente molto difficoltoso poter essere presente nel Paese. La seconda strada che deve essere perseguita è quella dell’attività promozionale. Cercare di promuovere il proprio prodotto focalizzandosi sia sul brand che sulla qualità del prodotto stesso. Importante anche fare rete con altre aziende, così come risulta molto importante partecipare a manifestazioni fieristiche e realizzare attività promozionali come degustazioni e incontri di networking. Terzo elemento che è fondamentale è quello di considerare come canale di sbocco non soltanto il settore della distribuzione ma anche il settore Ho.Re.Ca che oggi rappresenta un buon punto di partenza per quanto riguarda l’introduzione del vino italiano nel mercato nel mercato serbo. Un elemento da considerare è la particolare legislazione della Serbia che prevede che ci sia un dazio pari al 30% sui prodotti importati. Esiste una quota pari a 25.000 ettolitri di vino che può essere importata senza dazi, sorpassata questa quota ogni successivo litro di vino importato deve essere gravato dal dazio.

Per quanto riguarda il Montenegro il mercato interno è chiaramente molto piccolo perché sono 600.000 abitanti e quindi una realtà molto limitata quasi una regione, paragonabile per estensione geografica, all’Abruzzo e al Molise sebbene con capacità di spesa certamente superiore a quelli della Serbia. Tuttavia, rappresenta uno sbocco molto importante per il settore Ho.Re.Ca per tutta la parte costiera, ricca di attività turistiche, che conta un numero molto importante di visitatori e turisti che provengono da tutta Europa. Questo consente di avere un consumatore con una elevata capacità di spesa e permette di poter proporre vini di segmento più alto. Anche in questo caso, l’importatore si rivela una figura importantissima, unitamente ad attività promozionali sempre più mirate e cucite sul brand da proporre.

Progetti futuri per ITALJUG?

Negli ultimi anni ITALJUG ha sviluppato e realizzato molteplici progetti legati al settore dell’agro alimentare italiano promuovendo in Serbia e Montenegro vari prodotti tipici della gastronomia italiana come per esempio la norcineria Toscana piuttosto che, sempre per la Toscana, la carne fresca di Chianina e di Cinta Senese. Abbiamo sviluppato anche molti progetti legati alla promozione del vino italiano nel mercato di Serbia e Montenegro; in tal senso nei prossimi nei prossimi mesi andremo a sviluppare un progetto legato alla promozione dei vini siciliani attraverso la realizzazione di sei attività promozionali che consisteranno in quattro masterclass e due cene di gala, in cui saranno coinvolti i principali operatori commerciali – importatori distributori – serbi e montenegrini e i principali rappresentanti istituzionali con un ruolo fondamentale nella realtà economica serba e nell’interscambio tra i due Paesi e l’Italia.

Ringraziamo Roberto Zoppi, Presidente di ITALJUG – Camera di Commercio Italiana per la Serbia e il Montenegro per averci fornito un quadro dettagliato su due Paesi di sicuro interesse sia per le aziende vinicole Italiane che per i lettori di InternazionalMente.

Per informazioni e approfondimenti: info@italjug.com

 

A cura di: Riccardo Rabuffi