21 Apr 2024
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OperaWine 2024: l’affascinante première di Vinitaly

Il 13 aprile 2024 si è svolto alle Gallerie Mercatali di Verona, OperaWine, Finest Italian Wines, l’unico appuntamento organizzato all’estero da Wine Spectator. E’ uno degli eventi più affascinanti e più attesi di tutto il calendario enologico Italiano e internazionale.
Manifestazione esclusiva per gli amanti del vino di tutto il mondo, anche quest’anno ha fatto da overture all’inaugurazione della 56esima edizione di Vinitaly 2024.
Questo prestigioso evento giunto ormai alla 13esima edizione (prima edizione nel 2012),  ha visto la presenza di ben 131 produttori italiani di vini di alta qualità, delle quali  25 cantine sono state sempre presenti (Allegrini, Antinori, Bruno Giacosa, Ca’ del Bosco, Castello di Ama, Castello di Volpaia, Famiglia Cotarella, Ferrari, Feudi di San Gregorio, Fontodi, Livio Felluga, Lungarotti, Masi, Masciarelli, Nino Negri, Ornellaia, Paolo Scavino, Pieropan, Planeta, San Felice, Tasca d’Almerita, Tenuta San Guido, Tormaresca, Umani Ronchi e Zenato).

131 vini italiani selezionati da Wine Spectator

Organizzato da Veronafiere e Vinitaly in collaborazione con Wine Spectator, il più autorevole magazine di settore statunitense, l’accesso a OperaWine è riservato, esclusivamente su invito, a una selezione di giornalisti e operatori specializzati, confermando il suo status di evento elitario nel mondo del vino.
Ecco la lista dei produttori OperaWine 2024, annunciati da Bruce Sanderson e Alison Napjus in occasione di wine2wine Business Forum 2023.
Questa straordinaria selezione di cantine rappresenta il meglio della produzione vinicola italiana, offrendo agli ospiti un’esperienza unica e indimenticabile per i sensi. Dai vini rossi intensi e corposi alle sfumature delicate dei bianchi, OperaWine 2024 ha deliziato il palato degli intenditori più esigenti.

Il programma ufficiale alle Gallerie Mercatali di Verona

Alle 12.30 si è svolta la Conferenza stampa di Wine Spectator che ha visto gli interventi di Maurizio Danese, amministratore delegato di Veronafiere, Matteo Zoppas, presidente di Ice-Agenzia, Jeffery Lindenmuth, executive editor di Wine Spectator, Alison Napjus, senior editor & tasting director di Wine Spectator, Bruce Sanderson, senior editor di Wine Spectator.
Successivamente, l’arrivo della delegazione della Conferenza Internazionale sul Vino di OIV, con ministri, viceministri e ambasciatori di 30 nazioni produttrici di vino.
Alle ore 13, foto di gruppo con i produttori di OperaWine e a seguire inaugurazione e aperture del Grand Tasting alle ore 14.30. La chiusura era prevista per le ore 17.30 ma di fatto si è un po’ prolungata.

Connubio perfetto tra arte dell’Opera e cultura del vino

Dopo aver fatto i salti mortali e aver superato qualche piccolo imprevisto, eccomi pronta a tuffarmi in questa nuova avventura. Controlli serrati all’entrata, tantissime persone qualificate e poi la sfinge!
L’edizione 2024, OperaWine infatti, si ispira a un tema classico, legato all’arte e alla cultura italiana: l’opera lirica. Questo tema affonda le sue radici fin nel nome dell’evento stesso, testimoniando l’affinità intrinseca tra la manifestazione e il mondo dell’opera. In particolare, gli allestimenti di OperaWine 2024 richiamano la programmazione della prestigiosa stagione areniana 2024, che proporrà al pubblico opere di grande impatto emotivo e artistico, tra cui Turandot, Aida, Il Barbiere di Siviglia, Carmen, La Bohème e Tosca. La tredicesima edizione di OperaWine si propone quindi di celebrare l’eccellenza del vino italiano attraverso la magnificenza delle scenografie e delle emozioni suscitate da queste straordinarie opere liriche.

 

Alcuni dati su OperaWine

Ancora una volta, i vini rossi saranno i protagonisti indiscussi di OperaWine 2024, rappresentando ben 99 delle 131 referenze in degustazione. Seguono con 22 etichette i vini bianchi, mentre gli sparkling e i vini dolci contano rispettivamente 8 e 2 presenze. Sul fronte dei brand, si registrano tre nuove aziende debuttanti rispetto al 2023, La Valentina – Abruzzo e le due Toscane, Argiano e  Isole e Olena. Sono 6 i produttori che fanno ritorno in lista dopo l’assenza dello scorso anno e precisamente Vincenzo Ippolito (Calabria), Terenzuola (Liguria), Villa Sandi (Veneto), Prunotto (Piemonte), Pietradolce (Sicilia), Gerardo Cesari (Veneto).
Le aziende non selezionate per l’edizione 2024 presenti l’anno scorso, sono 8: Librandi (Calabria), Montevetrano (Campania), Gravner (Friuli Venezia Giulia), Cantine Lunae Bosoni (Liguria), Rainoldi (Lombardia), Leone de Castris (Puglia), Siro Pacenti (Toscana), Zymè (Veneto).
La classifica per regioni conferma la supremazia della Toscana in testa con 34 aziende selezionate, seguita da Piemonte (19 aziende) e Veneto (18). Complessivamente, il Nord d’Italia esprime il 43% dei produttori “bandiera” del made in Italy, mentre il Centro contribuisce con il 33% e il Sud e le Isole con il 24%.

Celebrazione dell’eccellenza enologica italiana nel cuore di Verona

Varcando le soglie di questa affascinante location con un abbigliamento elegante e curato, requisito imprescindibile per immergersi nell’atmosfera esclusiva di OperaWine, mi sono trovata catapultata in un mondo stimolante e affascinante. È stata un’esperienza straordinaria poter entrare nell’olimpo dei vini italiani, anticipando l’inizio ufficiale di Vinitaly 2024. La possibilità di degustare in anteprima le eccellenze presenti, tra cui annate pregiatissime come il leggendario Sassicaia 1997, è stata un privilegio unico. Avevo già avuto l’opportunità di assaggiare l’annata 2017 durante  Matter of Taste, ma devo ammettere che l’aggiunta di 20 anni di invecchiamento ha trasformato radicalmente il vino, rendendolo a mio avviso ancora più straordinario!

Le mie impressioni personali su OperaWine 2024

Il Gran Tasting mi ha offerto l’opportunità di esplorare e apprezzare in modo più approfondito la vasta gamma di vini disponibili, una sola etichetta per azienda, preparandomi in modo ottimale per affrontare le degustazioni durante Vinitaly.
Inoltre, l’occasione di stabilire contatti e connessioni importanti già prima dell’inizio ufficiale della fiera è stata estremamente preziosa. Grazie alle interazioni e agli assaggi presso gli stand di OperaWine, ho avuto la fortuna di entrare in contatto con produttori ed esperti del settore, rendendo nei giorni successivi il mio percorso attraverso Vinitaly ancora più gratificante e significativo.

 

Ecco gli assaggi che vi racconto
Tanta gente, moltissimi assaggi e meno di tre ore per affrontare il tutto. Di fronte a questa sfida,  mi sono affidata alla mia esperienza e ho optato per un mix di degustazioni, selezionando con cura i vini che meglio rappresentassero la diversità e l’eccellenza delle produzioni italiane. Le considerazioni di Alison Napjus, Senior Editor di Wine Spectator, hanno guidato le mie scelte: il vino italiano, secondo Napjus, esprime il suo massimo potenziale quando è abbinato al piatto giusto, un aspetto che riveste un’importanza cruciale soprattutto negli Stati Uniti, dove l’abbinamento cibo-vino non è ancora così diffuso come in Italia. Ho così cercato di capire se lo stile dei produttori stia andando verso la facilità di beva, incarnando un stile più attuale  e richiesto dai consumatori che anche quando scelgono una bevuta più impegnativa cercano sempre una piacevolezza scorrevole.

Ippolito 1845 – Calabria con l’etichetta 160 Anni del 2015

Il mio primo assaggio è stato dedicato a un’azienda che ho avuto il piacere di visitare quest’estate: Ippolito 1845 con il suo straordinario vino “160 Anni” – annata 2015. Questa etichetta è stata creata per celebrare la storia dell’azienda, il suo impegno e la sua passione nel mondo vinicolo. Le tecniche innovative utilizzate per l’appassimento delle uve Gaglioppo su graticci e la lunga macerazione sulle bucce hanno conferito a questo vino profumi di frutti di bosco, viola, uvetta e spezie dolci. Il risultato è un vino complesso, dalla struttura imponente e dall’intrigante rotondità. Ho apprezzato particolarmente l’equilibrio perfetto di questo vino, con tannini ben integrati e una persistenza che si prolunga piacevolmente nel tempo.

 

 

Tasca d’Almerita |- Sicilia Contea di Sclafani Tenuta Regaleali Rosso del Conte 2017

Impossibile scegliere tra gli assaggi siciliani che mi hanno colpito di più durante OperaWine 2024: il Pietradolce (Etna) Barbagalli 2018, il Passopisciaro Terre Siciliane Contrada G 2016, il Benanti (Etna) Serra della Contessa Riserva 2016 e il Feudo Maccari Sicilia Vigna Guarnaschelli 2021 sono solo alcuni dei vini che hanno lasciato un’impronta indelebile nella mia memoria sensoriale.
Tuttavia, desidero dedicare un momento speciale per raccontarvi il mio assaggio del Rosso del Conte 2017 di Tasca d’Almerita. In cantina possiedo la 2014 e credo che presto la aprirò per confrontare le sensazioni che possono derivare da annate diverse. La degustazione di questo vino è stata un’esperienza unica, capace di trasmettere l’autenticità e l’eleganza tipiche dei grandi vini siciliani.

 

Elena Fucci – Aglianico del Vulture Titolo 2020 e Grifalco – Aglianico del Vulture Superiore Daginestra 2019

Un’altra piacevole sorpresa è stata la degustazione dei vini del Vulture: il Grifalco Aglianico del Vulture Superiore Daginestra 2019 ed il famoso Elena Fucci Aglianico del Vulture Titolo 2020 si sono distinti come i migliori assaggi della regione. Quando si parla del Vulture, queste due aziende si possono considerare punti di riferimento assoluti sia in Italia che nel resto del mondo. Pur essendo figli di annate diverse, entrambi i vini presentano caratteristiche simili e promettenti, ma richiedono ancora del tempo per esprimere appieno il loro potenziale.

 

Marchesi di Barolo | Barolo Sarmassa 2004

Passando a una serie di assaggi in Piemonte, desidero condividere con voi l’esperienza del Barolo Sarmassa 2004. Questo vino, proviene da un terroir che geologicamente appartiene all’epoca tortoniana ma presenta caratteristiche del suolo serravalliane e pertanto regala sensazioni veramente speciali. Tra i migliori cru dei Marchesi di Barolo, il Sarmassa vanta pendii esposti a sud e terreni bianchi relativamente poco fertili, che contribuiscono a limitare le rese e a concentrare la qualità. Dopo un affinamento di 10 anni in botte di piccole dimensioni seguito da ulteriori anni in botti grandi e alcuni mesi in bottiglia, il Barolo Sarmassa si presenta con un colore granato evoluto. Al naso, gli aromi spaziano dalla resina di pino al tabacco, dalla cannella al cuoio, mentre in bocca il vino si rivela un autentico velluto, con tannini ancora presenti ma di una rara setosità. Un vino da grandi occasioni e dalle notevoli capacità di invecchiamento. Per me, il momento culminante è stato poter salutare personalmente Valentina Abbona e sua madre, due donne del vino veramente straordinarie, che hanno reso ancora più speciale questa esperienza.

Gerardo Cesari | Amarone della Valpolicella Classico Bosan Riserva 2013

l Veneto e i suoi straordinari vini, tra cui spicca indubbiamente l’Amarone, che regna sovrano tra le eccellenze della regione. Scelgo di condividere con voi la mia esperienza con Gerardo Cesari. Ho avuto il privilegio di scambiare qualche parola con l’enologo e ricevere un invito speciale nella loro cantina. Il Bosan Riserva 2013 di Gerardo Cesari presenta eleganza e complessità tipiche dell’Amarone. Le tonalità scure delle note balsamiche e terrose si fondono armoniosamente con i profumi avvolgenti di ciliegia in confettura, pepe e vaniglia. In bocca si apre con una dolcezza avvolgente, per poi rivelarsi sapido e caldo, avvolgente ad ogni sorso. I tannini decisi, ma perfettamente integrati, donano al vino una straordinaria struttura, mentre i sapori di ciliegia e cioccolato fondente persistono a lungo nel palato. Frutto di un invecchiamento di 3 anni in barrique francesi e 15 mesi di affinamento in bottiglia, questo Amarone ha origine dal vigneto terrazzato omonimo situato a Marano della Valpolicella, a 500 metri di altezza, caratterizzato da suolo calcareo e in parte vulcanico. Un’esperienza autentica nel cuore del Veneto enologico.

Tabarrini | Montefalco Sagrantino Il Bisbetico Domato 2020

quando arrivo nella zona dei vini Umbri, mi sembra di respirare un’aria familiare, avendo più volte approfondito il territorio dal punto di vista vinicolo. ritrovo i vini emblematici che raccontano la storia e la tradizione di questa parte dell’Umbria: Lungarotti col Torgiano Rubesco Vigna Monticchio Riserva 2016, Scacciadiavoli – Montefalco Sagrantino 2010, e Giampaolo Tabarrini che mi ha fatto degustare Montefalco Sagrantino Il Bisbetico Domato 2020.
un assaggio che merita di essere riaffrontato fra qualche tempo, anche se lo stile si sta affinando ha bisogno comunque di più tempo per smussarsi un po’.

 

Arnaldo Caprai | Montefalco Sagrantino 25 Anni 2013

Un incontro importante è stato quello con Marco Caprai e il suo straordinario Sagrantino. Marco è considerato il padre del Sagrantino moderno, quel vitigno che oggi è conosciuto e ammirato in tutto il mondo. È stato lui il promotore e il regista dell’affermazione di questa varietà e del vino nella versione secca, cambiando radicalmente le sorti non solo del territorio, ma anche dell’intero settore vitivinicolo umbro. Ciò che rende ancora più significativo il lavoro di Marco è la sua attenzione per l’ambiente e la sostenibilità. Il Sagrantino 25 Anni, creato per celebrare le nozze d’argento dell’azienda, ha conquistato i Tre Bicchieri del Gambero Rosso nel 1997 e ancora oggi regala esperienze sensoriali straordinarie. Al naso, emergono note di tostature e cioccolato che incorniciano susine e ciliegie sotto spirito, lavanda e liquirizia e note balsamiche avvolgenti. Il sorso è sontuoso e caldo, con un peso specifico notevole, ma moderno e equilibrato. Dopo undici anni di invecchiamento, il vino comincia a trovare un buon equilibrio grazie ai tannini ben integrati, con un finale leggermente astringente che invita a un altro sorso.

 

Riflessione finale su Operawine 2024
Potrei continuare con altri assaggi ma preferisco fermarmi qui e lasciarvi con le me ultime considerazioni. Secondo me è essenziale porre l’attenzione su due fronti fondamentali che emergono dall’esperienza di OperaWine 2024: l’adeguamento dei vini e la sostenibilità.

Vini più versatili per il futuro del vino
In primo luogo, l’aggiornamento dei vini rappresenta una sfida cruciale per l’industria vinicola italiana. È fondamentale che i vini siano più accessibili e facili da bere, al fine di scongiurare il calo del consumo. Questo non significa compromettere la qualità o l’autenticità dei vini italiani, ma piuttosto adattarli alle esigenze e alle preferenze dei consumatori moderni, offrendo una gamma diversificata di opzioni che possano soddisfare una vasta gamma di palati. Vini più versatili e meno da meditazione.

Sostenibilità e meno burocrazia
In secondo luogo, la sostenibilità è un imperativo categorico per il futuro vinicolo italiano. È necessario rendere la sostenibilità una realtà tangibile, non solo un concetto astratto. Ciò richiede un impegno concreto non solo da parte dei singoli produttori, ma anche l’adozione di politiche e leggi che favoriscano e promuovano la sostenibilità ambientale in tutto il settore. È fondamentale semplificare le leggi e rendere le normative più accessibili, in modo che anche i piccoli produttori possano adottare pratiche sostenibili senza eccessiva burocrazia. Solo attraverso un impegno collettivo e una visione condivisa per l’innovazione e la sostenibilità, l’industria vinicola italiana potrà continuare a prosperare e a mantenere la propria posizione di leadership nel panorama vinicolo mondiale. OperaWine 2024 ha rappresentato un’importante pietra miliare in questo percorso, evidenziando le sfide e le opportunità che attendono il settore nel futuro.

Benedetta Costanzo
benedetta.costanzo@winetalesmagazine.com
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