14 Feb 2024
Passi in cantina

Tôt d’un Fiè, i Colli Bolognesi a Vino in-dipendente

Gennaio ha visto noi della redazione WineTales riuniti a Venezia per la seconda, memorabile edizione di Wine in Venice. Ma in quelle stesse giornate un altro appuntamento, oltre al “red carpet del vino”, mi ha attirata.

Era a pochi kilometri da casa mia, e se me lo fossi persa non mi sarei mai perdonata.

Sto parlando di Vino in-dipendente, ideato e coordinato da Stefano Belli, che raduna ogni gennaio a Calvisano, in provincia di Brescia, oltre 60 vignaioli da tutta l’Italia.

Si tratta di un vero polo d’attrazione per tutti gli appassionati di vini artigianali, una mostra-mercato dove incontrare vignaioli che difendono l’integrità del proprio territorio attraverso una solida etica ambientale, per produrre vino con il minor numero possibile d’interventi in vigna ed in cantina.

Questa nona edizione ha inoltre regalato l’opportunità preziosa di conoscere le storie di Tôt d’un Fiè, un gruppo di 15 contadini del vino delle colline bolognesi che mescolano cultura autoctona e ricerca di personalità riconoscibili nei vitigni internazionali.

L’idea di questa chiacchierata con degustazione è stata di Matteo Capacchione di Tannarte Vini, ed ha funzionato benissimo: i posti sono andati a ruba, e alcuni ospiti si sono persino seduti sulle scale fuori dalla sala per non perdersi le storie avvincenti e coraggiose di questi produttori dalla mente aperta e dal cuore generoso.

Non erano presenti tutti i vignaioli del gruppo, ma la passione dei rappresentanti presenti e la piacevolezza dei calici versati hanno trasmesso efficacemente l’impegno che mettono nel lavoro di ogni giorno.

Cito, a titolo di esempio, il Rosolaccio de L’Upupa da vigneti di Cabernet sauvignon, Lambrusco Grasparossa e Barbera a Zola Pedrosa (Bologna), un Rosso Emilia IGT da fermentazione spontanea, affinato in acciaio, senza chiarifica né filtrazione, che rende bene la commistione di locale ed internazionale citata poco sopra.

Ma non erano da meno, in fatto di carattere e piglio gustativo, le proposte di AgriKoi, Inula e Scandelara.

Ho davvero apprezzato i sorsi territorio, genuinità e personalità offerti nel corso della degustazione.

Sicuramente tornerò ad approfondire le storie di questi – per citare le parole di Matteo Capacchione – “professionisti seri e folli sperimentatori”.

 

 

 

Adele Gorni Silvestrini, febbraio 2024

Mi trovi su Instagram @adelegornisilvestrini

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