23 Apr 2024
Riflessioni Enologiche di un Viaggiatore diVino

La cura giusta

Le immagini del mondo investono e attraversano il soggetto da parte a parte. Ne oltrepassano lo sguardo, lo trascinano emotivamente. Lo coinvolgono, virtualmente in modo sempre più realistico. Se è così, come è possibile allontanarsi dal mondo quando il mondo ci trafigge? Come è possibile criticarlo, esserne indifferente? Queste domande guidano un viaggio attraverso le pieghe alla ricerca di quell’altrove, di quella fortezza in cui si rifugia l’indifferenza che volge le spalle al mondo. Ma da quello stesso altrove, prodotto dell’arte della distanza, la critica può osservare il mondo degli uomini, per giudicarlo, conoscerlo, svelarne l’essenza. L’indifferenza è un male contro cui abbiamo lottato e che si ripresenta – nemico sottile e acuto – ogni giorno e ogni volta in cui ci giriamo dall’altra parte e chiudiamo occhi, orecchie e bocca per non vedere e non sentire.

Un’indifferenza protettiva che, forse, non è nemmeno più indifferenza, in quanto lo porta comunque a fare una scelta: l’uomo sceglie sé stesso piuttosto che gli altri e l’indifferenza diventa la negazione di ogni empatia. Quasi fosse la Cura Giusta, a tutto.

L’antitesi di questo è la felicità. È un abbraccio, è un sorriso, è mangiare insieme mentre facciamo gli stupidi, è tenersi la mano sotto il tavolo quando si è con altra gente.

Felicità è attraversare quel confine immaginario che porta in Toscana, dove esperienze di viaggio e esperienze di vita di incrociano. L’idea che viaggiare non significhi solo andare da un posto all’altro, fuori e nel mondo, ma anche, e soprattutto, lasciare che l’andare ci cambi, dentro e nell’animo.

Viaggiare è scoprire luoghi. È poter osservare una meravigliosa piazza di un piccolo borgo toscano, Cetona (SI), dove 2 persone anziane ballano a ritmo di musica jazz. Pensa come sarebbe stato. Alle volte che lo abbiamo raccontato. Vecchi a ballare in una festa di un piccolo paese, dove tutti ti avrebbero guardato. Questo, insieme ad altri sentimenti che solo chi scrive può riconoscere d’aver provato, hanno creato un magma sonoro e poetico di straordinaria intensità, dove la sperimentazione assume un significato coerente, come un infinito andirivieni ciclico di creazione, plasmazione e distruzione di pathos pulsante ed elettrico.

Su questa piazza si affaccia l’Enoteca del Merlo. Qui l’eco si fonda con il pulsare della vita moderna, ogni parola diventa una porta verso l’infinito, un abbraccio che unisce passato e presente in un’estasi di sapori.

Daniele, è il filosofo che si introduce nella caverna per spezzare le catene, è oste e cantastorie dell’enoteca, luogo visceralmente legato all’omonima Osteria www.osteriadelmerlo.it. Poter scegliere all’interno della loro selezione di vini, equivale a compiere un viaggio sublime che parte tra i filari folti dei vigneti toscani, percorre una lunga strada direzione nord, salta verso sud per andare a cogliere il gusto forte delle uve isolane e dei vini mediterranei, per volare infine in Francia e, più in là, in California. Il Cecco  ci propone Giacomo Baraldo Il Pozzone 2019 (Uve 100% Sangiovese). Un Sangiovese con corpo e carattere, dal sapore avvolgente, con tannini eleganti dalla spiccata sapidità che ne fanno un vino complesso e strutturato. Giacomo Baraldo www.giacomobaraldo.it è un viticoltore di San Casciano dei Bagno (SI) che fa della Tradizione, Innovazione ed Esclusività il suo decalogo produttivo. Un’idea e un vino che sono la Cura Giusta, a tutto.

Dal rumore del silenzio assordante non si può sfuggire. Già, perché il silenzio fa rumore e anche quando siamo completamente da soli e contempliamo l’assenza di suoni abbiamo la sensazione di sentire qualcosa: il rumore del silenzio.

LA PROPOSTA DELL’ENOTECA: Rotazione settimanale di circa 15 Vini in mescita: 5 Bollicine (italiane e Francesi), 5 Vini Bianchi, 5 Vini Rossi. Menù di 5 portate, freddi e caldi, con rotazione ogni 3 settimane.

 

 

 

Marco Sargentini

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