10 Mag 2023
The Voice of Blogger

Monastrell e Alicante, una bella scoperta.

Alicante, terra di lunga tradizione vinicola.

Ormai tutti sanno della mia passione per il vino e di come, di conseguenza, sia facile accontentarmi…si fa per dire! Così, la visita a mio cugino e sua moglie che vivono ad Alicante si è (anche) trasformata in una bellissima giornata di scoperta enoica della zona.

Un po’ di doverosa storia enologica di Alicante

Partiamo dalla certezza che i romani che fondarono Denia (Denium), trovarono la sua posizione strategica nel Mediterraneo occidentale, luogo di transito e di incontri. Per questo motivo decisero di farne un’importante base navale. Sempre cronache storiche certe ci informano che furono loro ad esportare qui la cultura della coltivazione della vite e dell’olivo. Coltivazioni di vite erano già presenti, tant’è che nella parte alta di Benimaquia c’è una delle città con uno dei torchi più antichi d’Europa. Forse furono i Fenici ad introdurre la vite nella provincia, ma sicuramente furono i romani ad esserne grandi coltivatori e introdurre le loro tecniche e conoscenze nel territorio. 

Resti archeologici, soprattutto nella zona del Marquesado, confermano la presenza di anfore vinarie e di grandi “villae”, adibite alla coltivazione della vite, dove sono stati ritrovati anche resti di una fabbrica di anfore per questo uso.

La viticoltura era così importante per le famiglie di Alicante che, nel 1510, Ferdinando il Cattolico proibì la vendita di vini provenienti da altre terre attraverso il porto della città costiera.

Il XIX° secolo divenne il secolo d’oro della produzione vinicola del luogo. L’oidio e la fillossera avevano devastato i vigneti francesi. Per questo venne firmato un trattato commerciale preferenziale con questo paese, che rappresentò un occasione di crescita incredibile per i vini di Alicante, in quanto a quel tempo praticamente tutte le città della zona possedevano vigneti. La prima stazione enologica della Spagna fu infatti creata proprio qui!

Nel XX° secolo, la viticoltura di Alicante entra in recessione. Il modello produttivo della provincia è cambiato, optando per altre colture più redditizie. Ciò nonostante, nel 1932 viene creata la “Denominazione di Origine Alicante“, tuttora esistente.

La cantina e il Monastrell di Alicante

Percorriamo in auto la strada che da Alicante ci porta alla cantina Enrique Mendoza. Qui, la vegetazione è bassa e non particolarmente rigogliosa. Il suolo presenta  un’elevata presenza di ciottoli calcarei, crosta, pietre e sabbia e abbiamo la costante presenza di brezza marina. La cantina Mendoza è proprietaria anche di terreni in un’altra area con altitudini superiori ai 600 metri sul livello del mare. Lì, tuttavia, le brezze marine arrivano attraverso i corridoi naturali di montagna.

La storia di questa cantina è relativamente recente. Il suo titolare, Enrique, ha iniziato l’attività negli anni ’70 piantando circa 2.000 viti di Monastrell in un podere vicino la costa, nel suo paese natale di Alfás del Pi (Alicante). 

Enrique ha seguito l’abitudine in uso di piantare piccole vigne insieme a oliveti, seguendo la tradizione che vede in queste coltivazioni la dote per i figli. Un uso, quindi, esclusivamente familiare. Successivamente si è deciso a proseguire la tradizione enologica della Marina Baixa, vendendo vino sfuso a livello locale. Dopo questa prima fase, nel 1989 amplia la sua proprietà con la Finca Chaconero, a Villena, sempre in provincia di Alicante. Qui abbiamo visitato una cantina moderna con dotazioni tecnologiche decisamente contemporanee.

Anno dopo anno la Cantina è diventata un vero e proprio punto di riferimento per i vini in questa regione e sono i figli, ora, a portare avanti la Bodega Enrique Mendoza, sebbene sotto la sua supervisione. 

Malgrado la produzione si concentri maggiormente sull’uva Monastrell, sono stati piantate negli anni anche alcune varietà alloctone come Syrah, Cabernet Sauvignon, Merlot e Petit Verdot. La direzione perseguita è quella di produrre vini che si riconoscono attraverso uno stile inconfondibile che, nel bicchiere, può far ritrovare il sole, la luce (e qui ce n’è davvero tanta) e il carattere mediterraneo di queste terre. Enrique Mendoza afferma che 

“Il terroir è l’anima dei nostri vini. La personalità e l’autenticità di luoghi unici sono presenti in ogni nostra bottiglia”.

Durante la visita è stato precisato che non vengono usati erbicidi e pesticidi e che la filosofia della casa vinicola si basa sul rispetto del vigneto e sulla sostenibilità ambientale, ma anche su un autentico lavoro di precisione enologica realizzato sia in vigna che in cantina, inseguendo la ricerca dell’eccellenza.

Qualche numero:

11 le varietà coltivate.

Mezzo milione di bottiglie l’anno.

70% esportate sul mercato internazionale.

30% vendute in Spagna.

Gli assaggi 

EM Chardonnay 2021, vendemmia notturna, breve macerazione e fermentazione in botti di rovere francese nuova per sei mesi.

EM Monastrell Rose 2021, 100% Monastrell.

EM Pinot Noir 2022, questo mi ha particolarmente colpito per la freschezza e la bevibilità. 

EM Finca Xaconero Monastell  2018, un blend di 90% vecchie viti di  Monastrell con  5% Shiraz e 5% Garnacha Fina, 12 mesi in rovere francese mediamente tostate. 

Las Quebradas 2020, Monastrell 100%,  26 mesi in rovere francese.

Blend Santarosa 2020, un blend di Cabernet Sauvignon, Monastrell, Syrah e Merlot che fa barrique nuova di rovere francese. Dedicato alla mamma Rosa.

Monastrell raccolta tardiva, tre anni in barrique americano, una sorta di Moscato secco da uva rossa.

E’ stato molto, molto interessante scoprire questo territorio, dove ho avuto la possibilità di approfondire la mia conoscenza del Monastrell. Se non lo conoscete, ve ne consiglio assolutamente la scoperta.

Sono Claudia Riva di Sanseverino. Assaggio, degusto, scopro, curioso, provo e condivido. Seguimi su Instagram @crivads

https://www.youtube.com/watch?v=RakajXgmc-E