15 Mag 2024
The Voice of Blogger

Not Only Wine

UN RICORDO CHE RIAFFIORA

Avete presente quelle statuine che da piccoli (per i più agé) cambiavano colore a seconda del tempo da azzurro a rosa? In occasione di Only Wine 2024 è stato bello vedere per la prima volta lo stesso principio applicato a un’etichetta di vino. L’etichetta in questione è quella del nuovo prodotto della Casa Vinicola La Fornace e si tratta di un Rosé rifermentato. Il concetto è incisivo e immediato: se la bottiglia è fredda l’etichetta è di un color blu intenso, mentre se la si tocca, le parti “riscaldate” dalla nostra mano la colorano di rosa-arancio, lasciando magicamente per un po’ il segno dell’impronta delle dita.

Il merito della mia “scoperta” lo devo al giovane Giovanni Colaiacovo, Presidente del neonato Consorzio L’Alta Umbria che racchiude i produttori della zona a nord di Perugia. Vignaioli esuberanti, che si sono costituiti in associazione per far conoscere il loro territorio, stanchi di sentire nominare la loro regione solo per uno o al massimo due vini (tanto per fare i nomi, Sagrantino e Trebbiano Spoletino). A quanto pare si sono anche inventati nuovi metodi di comunicazione e un esempio di questo l’ho avuto tra le mani.

UNA GRAFICA GIOVANE CHE ‘PESCA’ NEL PASSATO

Tornata a casa, incuriosita, ho raggiunto al telefono gli ideatori, Matteo Mariangioli e Aurora Pelaggi, entrambi grafici under 30, per sapere come nasce un’idea simile. Loro mi raccontano che la proprietà della cantina per cui l’etichetta è stata realizzata è giovane, anche se la realtà è nata nel 1969. Il progetto nasce quando il produttore decide di utilizzare le uve di una vigna vecchia situata in prossimità della cantina fino a quel momento non lavorata. Non si poteva prevedere quale potesse essere il risultato finale e l’evoluzione del prodotto è andato di pari passo con lo studio dell’etichetta e la necessità di metterla in commercio a prodotto finito.

Contrariamente a quello che mi ero immaginata, il motivo della variazione termica non era quello di dare un’indicazione sulla temperatura di servizio del vino, ma di sviluppare qualcosa che ricordasse la sorpresa, il colore, la scoperta, la freschezza e il divertimento ancor prima dell’assaggio. Per realizzare questa etichetta è stata utilizzata una vernice termocromica, solitamente utilizzata per i prodotti medicinali allo scopo di controllare la correttezza della conservazione. 

UN RICORDO…AFFUMICATO?

Avete mai sentito parlare del Vin Santo Affumicato? Una chicca Presidio Slow Food presente in degustazione. Al naso i sentori di fumo ti pervadono e avvolgono, dal fumo del camino della cucina di una volta al tabacco di sigaro e miele di castagno, in bocca quasi sembra di percepire la cenere. Come non volerne sapere di più? Giochiamo in casa come zona di produzione, ovvero nell’Alta Valtiberina, proprio intorno a Città di Castello.

La particolare affumicatura deriva dal fatto che in questa zona anni or sono l’attività della coltivazione del tabacco era in ascesa. Nelle stesse stanze dove si stendevano ad asciugare le foglie di tabacco, i produttori di vino sistemavano quindi anche i grappoli, appesi uniti a due a due sulle travi. L’esposizione al fuoco e al fumo delle grandi stufe a legna faceva penetrare negli acini questa particolare nota di affumicato, rendendo quel Vin Santo unico. 

Le uve impiegate sono Trebbiano, Malvasia, Canaiolo, Vernaccia e San Colombano, ma anche Grechetto e Malfiore, tutte raccolte a maturazione ancora non eccessiva, affinché le bucce degli acini siano spesse e resistano all’appassimento che dura almeno tre-quattro mesi, fino a dicembre o gennaio. I grappoli sono quindi diraspati, pigiati e lasciati a fermentare in botti di legno con il lievito madre che ogni famiglia custodisce. Rimangono poi in locali ben areati e soggetti agli sbalzi di temperatura stagionali per almeno tre anni.

Solo pochi, al momento, i piccoli e piccolissimi produttori che portano avanti questa antica tradizione e che stanno cercando di introdurre una modifica del disciplinare della DOC dei Colli Altotiberini, al fine di creare una sottozona e di inserire il vino santo. Al momento il prodotto è riconosciuto come Bianco Passito IGT Umbria. Da assaggiare.

NOT ONLY WINE MA ANCHE START UP

Lo stand di Matteo all’entrata di Only Wine è colorato e allegro con magliette, cappellini, e gadget a tema vinicolo, ma a ben vedere non sono i soliti accessori. Incuriosita mi faccio raccontare da Matteo che questa startup fiorentina – Wine Pills – è nata durante il covid circa tre anni fa unendo le passioni di due amici, quella per i libri e quella per il vino. Lui e il socio Edoardo si sono prefissati di rivoluzionare il mondo della comunicazione nel mondo enoico applicando con creatività l’arte e il disegno, nello specifico il fumetto, per raccontare la storia del vignaiolo.

Così si vogliono avvicinare le nuove generazioni, senza perdere di vista la tradizione, ed è così che da una classica brochure di 20 pagine sono arrivati a 4 utilizzando il fumetto per Tenuta La Novella. Nello specifico, offrono molti servizi come lo storytelling, la creazione contenuti, l’ideazione di etichette, la brochure aziendale o il menu della carta dei vini.

Un fermento di idee questo Only Wine, dove sicuramente giocano un ruolo importante i criteri di ammissione: il produttore deve avere meno di 40 anni, meno di 15 anni di storia oppure la cantina può avere fino a 10 ettari. Ci vediamo alla prossima edizione!

Sono Claudia Riva di Sanseverino. Assaggio, degusto, scopro, curioso, provo e condivido. Seguimi su Instagram @crivads