10 Apr 2024
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Salviati, eccellenza italiana

Tra le belle esperienze vissute durante Wine in Venice, la visita esclusiva a Salviati è stata una tra le più interessanti. Mi vergogno a scriverlo, ma la prima e ultima volta che andai all’isola di Murano prima di questa credo risalga a una gita di scuola. Salviati, per il secondo anno, ha realizzato il premio che è stato consegnato alle 20 cantine vincitrici sulla base dei tre principi cardine della manifestazione, ovvero etica, sostenibilità ed innovazione. Il calice di una particolare sfumatura di rosso è un insieme di colore, potenza ed eleganza che mi ha lasciato senza fiato! 

Il “viaggio” inizia con il trasferimento in barca dalla Scuola Grande della Misericordia, sede della manifestazione, all’Isola di Murano. E’ una fredda e soleggiata giornata di gennaio e veniamo accolti nella fornace. Questo è il cuore pulsante delle lavorazioni, dove tutto ci parla di una lunga storia iniziata più di 160 anni fa, precisamente nel 1859 sul Canal Grande, nel centro storico di Venezia. La storia della passione di un avvocato-chimico-archeologo vicentino di nome Antonio Salviati. 

ORIGINI DEL VETRO 

Probabilmente il vetro è noto all’uomo sin dalla preistoria. Nel 2000 a.C. il vetro era utilizzato in Egitto per produrre stoviglie e monili, come perle di vetro. Altri rinvenimenti archeologici di piccoli vasi ne dimostrano la diffusione anche in India e Cina, tra il 1000 e il 500 a.C.. E’ nell’area del Mediterraneo, però, che se ne sono maggiormente sviluppate diffusione e commercializzazione. L’ampia esportazione di questi oggetti favorì la nascita di fornaci in Campania, in Spagna e a Roma, tutte molto attive durante l’alto Medioevo.

Generalizzando, mentre l’Occidente preferiva una produzione più ordinaria e utile, l’Oriente privilegiava la raffinatezza. Nel tempo, gli artigiani vetrai divennero sempre più abili fino a sviluppare, nel I secolo a.C., la tecnica del soffiaggio. Nel V-VII d.C., a Bisanzio, si iniziarono a produrre tessere di vetro per la creazione di mosaici a dire poco spettacolari come quelli presenti a Ravenna, i più belli del mondo (ma questa è un’altra storia).

LA LAVORAZIONE DEL VETRO DI MURANO

Semplifichiamo ancora parecchio… Il vetro è formato da silice, che ad elevate temperature diventa liquida (stiamo parlando di temperature che si aggirano tra gli 800 e i 1100 gradi). E’ nel momento del passaggio tra lo stato liquido e quello solido che il vetro diventa morbido e malleabile, permettendo così al vetraio di plasmarlo e creare opere uniche ed inimitabili. 

L’esperienza acquisita nel tempo portò i mastri vetrai di Murano a fare un’importante scoperta. Essi realizzarono che l’uso di diversi materiali durante la lavorazione fa sì che il vetro modifichi il suo aspetto creando effetti visivi singolari e suggestivi. E’ il caso del sodio, ad esempio, che viene utilizzato dall’artigiano per rendere la superficie di vetro opaca, mentre i nitrati e l’arsenico vengono impiegati per eliminare le bolle. Colori, tecniche e materiali variano a seconda del risultato che il vetraio vuole creare e si declinano in un’infinita e affascinante varietà di forme e colori.

NASCITA E CRISI DEL VETRO A MURANO

L’avvincente storia del vetro di Murano nasce nel 1291, quando si decise che le vetrerie di Venezia fossero trasferite sull’omonima isola. Questa decisione, che si rivelò ben presto importante per i suoi abitanti, fu presa in quanto i forni dei laboratori a Venezia erano i principali responsabili di gravi incendi. Concentrare tutte le vetrerie a Murano fu inoltre utile a Venezia per controllare l’attività dei mastri vetrai e per custodire quell’arte che l’aveva resa famosa in tutto il mondo. Gelosa della fama acquisita, Venezia obbligò in seguito i mastri vetrai a vivere sull’isola, impedendo loro di lasciarla senza prima ottenere un permesso speciale. Nonostante queste restrizioni, tuttavia, molti riuscirono a fuggire. Con loro, portarono un bagaglio importante di esperienza e conoscenza artigianale ed esportarono, anche all’estero, le loro raffinate tecniche.

SALVIATI: RISCOPERTA E RINASCITA 

La crisi più significativa che il vetro di Murano dovette affrontare fu nel XV secolo, quando si cominciò la fabbricazione dei cristalli di Boemia. Murano perse sempre più posizioni rispetto alle nuove vetrerie in Europa. Si aprì così un periodo di decadenza dell’arte vetraria dalla quale Venezia, poco alla volta, riuscì ad uscire, grazie anche all’impiego del vetro di Murano per la realizzazione di lampadari. Questi sono, ancora oggi, le opere forse più note ed apprezzate tra quelle realizzate in questo materiale.

In questa crisi si inserisce la figura di Antonio Salviati, amante dell’arte in generale ed in particolare di quella del vetro. Iniziando la produzione di mosaici e di oggetti in vetro di Murano, decise di risollevare le sorti di questa arte, avendo la lungimiranza di circondarsi di valenti collaboratori. Uno fu il sindaco dell’isola di Murano Antonio Colleoni, un altro l’Abate Vincenzo Zanetti, fondatore del Museo del Vetro e della prima scuola di disegno per vetrai. Insieme, attraverso un’instancabile ricerca e sperimentazione, riscoprirono l’arte delle antiche colorazioni, con quelle tecniche e quei saperi che con il tempo si erano quasi completamente perduti.

Antonio Salviati si fece apprezzare in tutta Europa, dove la sua “consacrazione” avvenne in quel di Parigi nel 1867, quando partecipò all’Esposizione Universale. Qui propose i tipetti, calici da parata molto celebri nel ‘400, leggeri, coloratissimi e personalizzabili. Salviati operò infatti come un moderno agente, presentandosi presso le varie corti europee con una valigetta composta da 6 bevanti, 6 steli e 6 piedi separati. In questo modo, poteva consentire ai potenziali clienti di creare i propri tipetti su misura. Antesignano della personalizzazione, ebbe un enorme successo e la sua collezione si sviluppò sempre più negli anni, arricchendosi di oggetti decorativi, preziose coppette, calici e sistemi di illuminazione.

SALVIATI OGGI

Salviati oggi è un’azienda che rispetta e celebra ogni giorno la millenaria tradizione del vetro di Murano attraverso le proprie maestranze in fornace e con un management che si impegna quotidianamente a diffondere la cultura del vetro artistico soffiato a mano in tutto il mondo. L’azienda è oggi una moderna fornace, con una guida “giovane” (Stefano Schiavon, Presidente e Alberto Lago, Direttore Artistico) e quotati designers in grado di portare ottimizzazione e innovazione. Salviati affianca infatti alla produzione tradizionale un dipartimento di sperimentazione dove fare crescere idee e persone.

Una curiosità tuta veneziana… sapevate che i primi occhiali con lenti di vetro nacquero proprio a Venezia intorno alla fine del XII secolo?

Fonti https://www.mademuranoglass.com/it/lisola-di-murano-e-la-lavorazione-del-vetro/

La storia di Salviati è ricca e moderna e la potete trovare  qui https://www.salviati.com/storia/

 

Sono Claudia Riva di Sanseverino. Assaggio, degusto, scopro, curioso, provo e condivido. Seguimi su Instagram @crivads