Selvanova i custodi del bosco
La solidarietà che riappacifica, Selvanova i custodi del bosco.
Percorrendo il fil rouge della solidarietà avviato con Velenosi Vini in centro Italia e proseguito con Terrevive Bergianti nel nord, ci rechiamo oggi virtualmente in Campania, regione che ho raccontato su social per un anno intero e che mi ha ospitato a più riprese nel corso della calda e strana estate 2021. Quasi a chiudere un cerchio vi parlo non a caso della primissima azienda che visitai quando, dopo mesi di lockdown, zone rosse e gialle, a fine Maggio 2021, finalmente riaprirono i confini regionali ed io presi la mia macchinina (che neanche ricordavo più come si guidava) per scendere diretto fino a Caserta. Meta l’azienda Fattoria Selvanova, oasi di pace situata a Castel Campagnano, tra il Matese ad Est e il Taburno ad Ovest, su dolci colli che diradano fino al fiume Volturno, dove vengono coltivati dieci ettari di vigneto vitati con gli autoctoni pallagrello bianco, fiano, pallagrello nero e aglianico. Da queste uve nascono quattro vini, tutti certificati biologico: i due rifermentati in bottiglia “Londro” frizzante e “Londro” rosato frizzante (che mi diverto sempre ad infilare ‘alla cieca’ ad una qualche degustazione) ed i due fermi “La Corda di Luino” bianco e “La Corda di Luino” rosso. Una delle prime domande che porgo ad Antonio Di Cresce, enologo dell’azienda, è rivolta proprio alla genesi di queste etichette rappresentanti insediamenti urbani postmoderni e coloratissimi sulle sponde del fiume Vulturno. La storia che ne segue mi colpisce molto. Scopro che a disegnarle è stata Alessandra Iliano, giovane pittrice formatasi nel laboratorio artistico del Centro Diurno Dipartimentale di Riabilitazione Aquilone (del Dipartimento di Salute Mentale dell’Asl Napoli 1 Centro, gestito dal gruppo Gesco attraverso la cooperativa Era). E’ lì che apprendo dell’impegno nel sociale di Fattoria Selvanova e della collaborazione con Gesco, il più grande gruppo di imprese sociali della Campania, nato a Napoli nel 1991, che si occupa di numerosissimi settori, dalla formazione all’editoria ma è conosciuto soprattutto per il suo impegno nella gestione di servizi socio-assistenziali e socio-sanitari rivolti ai più svantaggiati. Gesco intende operare seguendo i principi dell’agricoltura sociale attraverso l’uso terapeutico delle attività presenti in azienda, dal lavoro della terra alla cura degli animali e degli spazi della fattoria a favore di persone che vivono in condizioni di svantaggio e difficoltà. Fattoria Selvanova, che annovera anche alcune stanze per il pernotto e sale da grandi eventi, è una specie di santuario in mezzo al verde, tra le foglie delle viti che si inerpicano sui pendii e gli alberi che circondano numerosi il corpo centrale dell’agriturismo. Non è difficile immaginare l’effetto benefico per l’animo umano del contatto con una natura così solitaria e al contempo dolce. Il rilassante verde dell’erba e delle foglie fa da padrone, il silenzio è il vero maestro d’orchestra, rotto solo dal cinguettio degli uccellini e dai rumori di un qualche trattore distante.
Ho personalmente trascorso a Fattoria Selvanova molte giornate serene. Dopo il primo incontro sono tornato qui una prima volta portando i due colleghi in foto ed una seconda con una quindicina di winelovers per una bellissima cena ad inizio autunno ed ho avuto occasione di vivere e respirare questo ambiente per giorni interi e lunghe e placide nottate ed ammetto che l’effetto rilassante di questa località è innegabile ed anzi efficacemente medicamentoso per i turbamenti dell’anima. Nell’ottica dell’evidenziare realtà etiche e meritevoli ho sentito l’esigenza di scrivere riguardo a questa azienda dove il connubio tra persone, lavoro, prodotti, ambiente ed iniziative solidali riescono a ricreare una specie di ecosistema virtuoso. Con la collaborazione di Gesco, Fattoria Selvanova si contraddistingue come un ambiente salubre dove persone svantaggiate o in difficoltà possono trovare più di un’occasione di confronto con se stessi, con la natura e con il dedicarsi ad occupazioni sane e terapeutiche. Vi consiglio di scoprire questa realtà a partire dai loro vini ed in caso aveste voglia di rilassarvi qualche giorno ospiti della natura più incontaminata del selvaggio nordest casertano…qui troverete una certa pace.
A cura di Stefano Franzoni
“The Voice of Blogger” è una rubrica di Winetales Magazine coordinata da Stefano Franzoni