Vigne in città
Scoprì poi, grazie ad un team di agronomi ed esperti conoscitori della laguna, la grande tradizione vitivinicola delle isole di Venezia. Queste isole hanno ospitato moltissimi vigneti fino al 1966, anno in cui l’acqua alta distrusse le vigne e sommergendo tutto fece perdere le tracce di questa tradizione millenaria. Le ricerche hanno portato alla scoperta di 88 piante sopravvissute. Il vitigno autoctono scoperto da Bisol corrispondeva al DNA della Dorona di Venezia, dichiarata estinta da tempo.
La Dorona, Garganega lagunare
La Dorona appartiene alla famiglia della Garganega e per secoli ha sfidato il sale e l’acqua alta, adattandosi alle condizioni tipiche della laguna. Si è partiti con la reintroduzione nel novero delle specie autoctone di questo vitigno e dopo un iter burocratico lungo e complicato la Dorona ha riconquistato la sua posizione a tutti gli effetti. Insieme al vitigno gli studi hanno portato alla luce gli antichi metodi di produzione vinicola tipici della tradizione, che prevedevano lunghe macerazioni sulle bucce donando alla Dorona grande longevità oltre che il corpo di un vino rosso.
Il sogno diventa realtà
Gianluca Bisol è riuscito a concretizzare il suo sogno ovvero quello di far rinascere la tradizione vinicola veneziana. Ha individuato una Tenuta nell’isola Mazzorbo il suo “clos” per dirlo alla francese, circondato da mura medievali e con un campanile trecentesco all’interno della vigna. La proprietà, circondata dall’acqua su tre dei quattro lati, è attraversata da un canale e ospita una peschiera. Nonostante il rischio di possibili acque alte che potrebbero distruggere la vigna, Gianluca Bisol decise di ripiantare l’antico vitigno Dorona. Nel 2011 nasce anche il Rosso Venissa, prodotto da una vigna di Merlot e Cabernet Sauvignon nella vicina isola di Santa Cristina, dallo stesso vigneto con l’annata 2013 nasce anche il Rosso Venusa.
Santa Cristina
L’isola di Santa Cristina è attualmente di proprietà della famiglia Swarovski, quasi irraggiungibile se non dalle persone locali, esperte conoscitrici dei canali lagunari. Accessibile solamente in alcuni orari del giorno e in accordo con il ritmo delle maree per non rimanere incagliati, l’isola di Santa Cristina è selvaggia e immersa nella laguna nord. Ospita orti, frutteti e i vigneti di Merlot e Cabernet Sauvignon. Le piante hanno tra i quaranta e sessant’anni e vivono in un equilibrio e simbiosi unici in un posto incontaminato. Si tratta di poco meno di tre ettari con certi biotipi di queste uve rosse che negli anni si sono adattati alla vita in laguna e la produzione è sempre molto limitata, ridotta e orientata all’alta qualità anche in questo caso grazie al terroir lagunare estremo.
Una vera e propria viticoltura eroica, dove le uve vengono trasportate in barca in terraferma per raggiungere poi una cantina della famiglia Bisol nei Colli Euganei per essere vinificate. La produzione è limitatissima: poco più di tremila le bottiglie da mezzo litro per la linea Venissa e poche di più per la linea Venusa.
Venissa, l’esperienza
Sospesi nel tempo e nello spazio, avvolti da una leggera foschia e dal freddo pungente, circondati dall’acqua che attutisce i rumori, dopo aver doverosamente fatto un giro nella vigna per ascoltare le spiegazioni di questo ambizioso progetto, entriamo in un’accogliente e rustica sala con le vetrate di fronte alla vigna e al campanile trecentesco in restauro, dove ci immergiamo nei colori e nei sapori di questi vini particolari.
Gli Assaggi
Venusa 2020 Veneto IGT
Venissa 2018 Veneto IGT
Venissa 2015 Veneto IGT tutte da uva Dorona
Generalizzando nei tre calici ho trovato caratteristiche comuni come sentori di frutta disidratata, erbe officinali, frutta secca, scorza d’agrume, miele, con una leggera spezia dolce. In bocca la mineralità e sapidità fanno da padrone con una buona freschezza ed una discreta acidità accompagnate da una delicata trama tannica e da una lunga persistenza.
Venusa Rosso 2018 Rosso IGT (Merlot 80% + Cabernet Sauvignon)
Venissa Rosso 2016 Rosso IGT (Merlot 80% + Cabernet Sauvignon)
La Venissa e gli antichi mestieri
Non sfugge allo sguardo la bellezza delle etichette studiate da Carlo Moretti (maestro vetraio di Murano) per non disperdere il patrimonio artigianale veneziano. Una foglia d’oro per Venusa Bianco e di rame per Venusa Rosso che sono prodotte e battute a mano una ad una dall’incredibile lavoro artigiano della famiglia Berta Battiloro, che batte ancora a mano le lamine rendendole appunto foglie impalpabili come secoli fa. La famiglia di decoratori Albertini e Spizzamonte creano una diversa decorazione di anno in anno, che viene letteralmente inglobata nella bottiglia grazia alla ricottura nei forni di Murano. Ogni bottiglia è poi incisa con un numero consecutivo oltre a quello delle bottiglie prodotte nell’annata proprio come succede per le litografie rare.
Se vi ho incuriosito e decidete di scappare dalla pazza folla fermatevi nel resort e prenotate il celebre
ristorante Venissa. Una stella Michelin dal 2012 e una stella Verde, ora regno indiscusso di Francesco Brutto e Chiara Pavan, compagni di mestiere oltre che di vita e creatori amorevoli di una cucina dove mare e terra sono espresse al massimo. Esperienza indimenticabile. Ma questa è un’altra storia…