27 Giu 2024
Vinodentro

BEREBIANCO 2024

IL COSA E IL DOVE

Lo scorso 25 Maggio, CUCINA & VINI ha organizzato la seconda Edizione di BEREBIANCO, naturale proseguimento di un percorso che fa tappa dall’ormai irrinunciabile BEREROSA passando per un imprescindibile SPARKLE DAY.

Negli eleganti spazi dell’Hotel Excelsior di Roma si sono dati appuntamento un gran numero di addetti del settore, giornalisti e semplici winelovers.

Banchi d’assaggio e interessantissime masterclass sono stati il ghiotto menù di una giornata all’insegna della freschezza e della Qualità cui non si poteva davvero rinunciare.

GLI ASSAGGI

65 Aziende e un numero imprecisato di etichette m’hanno costretto a scegliere dove ficcare il naso.

M’ero fatto una sorta di road map ma poi, come nella più classica delle situazioni, tutto è andato a farsi friggere e tra una chiacchiera e l’altra mi sono ritrovato a vagare tra una regione e l’altra seguendo istinto, occhio e fortuna.

Caso ha voluto che la Campania abbia avuto più “attenzioni” di altri ma…nella prossima Edizione prometto di stare più attento.

Comunque, dal mio percorso enoico ho estrapolato la ormai canonica e personalissima classifica.

Una “TOP FIVE” (di più non ce l’ho proprio fatta) cui accosto un paio di inseguitori che hanno lisciato di poco il risultato.

Dategli una letta, prendetela per quello che è e assaggiate personalmente, ché il giudizio di altri è “di altri”.

LA TOP FIVE

– GRECO DI TUFO DOCG “KURIS” RISERVA, TENUTA SCUOTTO (CAMPANIA)2021: il naso è un nodo gordiano di zolfo, camino spento, eucalipto, erbe aromatiche, pesca e albicocca in confettura, miele…

Un groviglio da districare, una partita a sciangai (scritto come si pronuncia per non confonderlo con la città) in cui ci si diverte a togliere senza muovere l’equilibrio precostituito.

Il sorso sottolinea le note fruttate a suon di salate scudisciate e il lunghissimo finale fa pensare che…un altro bicchiere potrebbe forse servire a capirci qualcosa di più.

Davvero bello.

Da bere ascoltando “A BOCCA CHIUSA” di DANIELE SILVESTRI.

– GRECO DI TUFO DOCG “RAONE” RISERVA 2020 (MAGNUM), TORRICINO (CAMPANIA): chissà perché io, nel Greco, cerchi le parole, i discorsi…

Beh, qui, quando credevo di averne ascoltati fin troppi, quelle note marine, salate di acciuga e olive in salamoia che s’accostano a un animo vulcanico quiescente ma affatto sopito, calano l’asso della sorpresa ammutolendo le dolcezze di un frutto che, pur fresco, sa di disidratata concentrazione.

Il sorso vive delle sportellate tra la glicerica consistenza e la salata tempra minerale.

Un vino da pensare, un vino che fa pensare.

Da bere ascoltando “CRIMINAL” di MITIVAÏ SERRA.

– FRIULI ISONZO DOC SAUVIGNON “PICOL” 2003, LIS NERIS (FRIULI VENEZIA GIULIA): se mi chiedessero cosa ricordo dell’annata 2003 risponderei che faceva talmente caldo che a Roma rubavano i condizionatori.

Eppure qui è freschezza!

La salvia, il sambuco, una pesca potente, un respiro di mare antico.

E poi un pensiero di camino e un’idea tostata.

Il sorso è il paradigma dell’equilibrio.

Ha il fresco della scorza d’agrume e l’aspra dolcezza del suo frutto maturo.

Dinamicamente rotondo e con una sapida mineralità che impone la sua presenza fino al lungo finale.

Da bere ascoltando “SOLO” degli LOUS AND THE YAKUZA.

– VERDICCHIO DI MATELICA DOCG “MACCAGNANO” RISERVA 2013, GAGLIARDI (MARCHE): nel mio personalissimo data base, il “MACCAGNANO” di Umberto (Gagliardi) è uno dei riferimenti in fatto di “Matelica”.

Questo ha più di due lustri sulle spalle ed energia da vendere.

Dolcezze croccanti di frutta bianca sono intarsiate da anice, finocchietto selvatico, mineralità gessosa e idrocarburi che: “Riesling levete propio”!

Sorso muscolare ma affatto pompato, dinamico, scattante, mai seduto nonostante la mole.

Lungi dal vedere la fine della propria evoluzione, si erge a custode di un Territorio.

Esemplare.

Da bere ascoltando “ONE WAY OR ANOTHER” di BLONDIE.

– ETNA DOC BIANCO “…..” 2020, FEDERICO CURTAZ (SICILIA): beh, ne avevo già scritto.

Lo scorso anno mi aveva impressionato e non credo di essere cosi bravo da trovare parole nuove per descrivere le emozioni che trasmette.

Potrei però dirvi della nuova etichetta, di un nome sparito, di una serie di puntini che nascondono ma sembrano condurre.

Cinque puntini per un silenzio che parla, cinque puntini che sanno di memoria e futuro.

Si vabbè, ma il vino?!

Il vino annoda il mare a quella “Muntagna” che vi affonda le radici, sa di burrasca passata, di spiaggia e risacca, di riposo al sole, granite d’agrume maturo, spezie di un’Africa non lontana…

Il sorso aggiunge passione a pensieri, realtà a immaginazione, conferma l’olfatto a colpi di grassezze, sottolinea la lavica mineralità e, con un tuffo “a caposotto” si rituffa nel mare.

Seguite i puntini, manterrete serrato il nodo.

Da bere ascoltando “LA NOTTE DEI MIRACOLI” di LUCIO DALLA.

I QUASIQUASI

– FIANO DI AVELLINO DOCG “BOSCO SATRANO” 2019, VILLA RAIANO (CAMPANIA): forse per colpa dell’aria fine dei 510m/slm qui la freschezza decolla ma quello che lascia a bocca aperta è quella nube sulfurea che lascia intravedere Belzebù.

La frutta si eclissa, il tiglio sussurra la sua dolcezza e le vegetalità, che hanno ormai campo libero, snocciolano acuti di sambuco e biancospino.

Sorso ciccione ma giammai seduto, anzi!

Un abbraccio caldo di salina consistenza, forse non lunghissimo ma con un bel finale agrumato.

– FIANO DI AVELLINO DOCG BIOLOGICO “ESOTERICO” 2022, DONNACHIARA (CAMPANIA): al naso si presenta vegetale e per certi versi terragno, sa di prato e margherite e la frutta, in parte bananosa, è poco più che la “chorus line” di un musical olfattivo in cui la nocciola è uguale agli altri “ma un po’ di più”.

Il sorso esprime profonda mineralità, una sapidità quasi marina che firma questa interpretazione aziendale di un Fiano che mi ripropongo di assaggiare tra una decina d’anni.

 

 E ORA?

Beh, ora è il momento dei ringraziamenti, a CUCINA & VINI per avermi ospitato e a tutti i produttori presenti, quelli che hanno sopportato i miei deliri e quelli che…scampato il pericolo.

È poi il momento di mettere in agenda sin da ora un’Edizione 2025 che sarà sicuramente ancora più ricca di contenuti e di suggerire un BEVIROSSO che, al di là di quel “libero pensiero triestino” che campeggiava su una delle mie tante t-shirt da arrampicatore, potrebbe essere la chiusura del cerchio, l’anello mancante nella già completissima proposta degli Organizzatori

Roberto Alloi

VINODENTRO