22 Ago 2024
Food&Life

OLI D’ITALIA 2024 (by GAMBERO ROSSO)

IL COSA E IL DOVE

Lo scorso 18 Giugno, gli ampi ed eleganti spazi di Palazzo Brancaccio a Roma hanno ospitato la presentazione romana della guida OLI D’ITALIA 2024 di GAMBERO ROSSO.

Gli Eventi dedicato agli oli EVO sono diventati, nel panorama romano (e non solo), ormai rarissimi e va dunque dato merito a GAMBERO ROSSO di essere riuscito a catturare l’attenzione di un gran numero di curiosi parlando dell’oro verde delle nostre tavole e lasciando da parte, per una volta, il vino.

 

 

LA MASTERCLASS

Sette gli oli in degustazione, provenienti da regioni diverse, prodotti da cultivar differenti e presentati da Indra Galbo.

Sette oli che hanno evidenziato le molte criticità di un’annata come quella della campagna olearia 2023/2024 assaggiati molto al di là del loro picco qualitativo.

EVO dunque segnati da una inevitabile “stanchezza”, che in almeno un caso percorrevano in precario equilibrio la sottile cresta del difetto.

Prendete dunque le mie descrizioni con molle particolarmente lunghe e valutate i personalissimi punteggi con la dovuta cautela, tenendo conto che ho cercato di “fare la tara” a eventuali imperfezioni tenendo conto di quanto detto sopra.

GLI ASSAGGI

IGP SICILIA MONOCULTIVAR NOCELLARA DEL BELICE “NOTTETEMPO”, TERRE DI ZACCANELLO (SICILIA): al naso si distinguono pomodoro maturo, erba sfalciata di fresco, cardo, delicatezze di soncino e piccantezze pepate.

L’assaggio, moderatamente piccante, vive di un piccante dalla progressione logaritmica che stuzzica l’ugola rinvigorendo le percezioni di erbe aromatiche e gli accenni agrumati.

(88 Punti).

 

MONOCULTIVAR CORATINA “SELEZIONE”, OLEIFICIO CASALE (PUGLIA): il naso percepisce distintamente cicoria di campo, carciofo, cardo, un intero mazzetto di erbe aromatiche (rosmarino, timo e salvia), scambia l’osso di pesca per mandorla amara e, in chiusura, non si fa mancare un soffio di caffè.

L’assaggio denota cura nella gestione dell’esuberanza della cultivar, equilibrato e corrispondente punta sull’amaro e propone un garbato piccante in una atmosfera sottilmente fumé.

(85/86 Punti).

DOP UMBRIA COLLI MARTANI, FARCHIONI OLII (UMBRIA): Moraiolo, Leccino e Frantoio che evocano pacatamente sentori di erba tagliata, cicoria, foglia di pomodoro e leggerezze agrumate.

In bocca risulta essere meno “umbro” di quanto atteso, deciso nel presentare sin da subito il piccante e paziente nel proporre la lunga scia di amaro.

Peccato per quel naso troppo timido…

(86/87 Punti).

LAUDEMIO”, FRESCOBALDI (TOSCANA): “LAUDEMIO”…

Consorzio storico, disciplinare antico, bottiglia “Giugiaro style”…

In gran parte Frantoio, regala note di pomodoro maturo, fava e asparago.

Poi accenni mentolati e una frutta secca che…non aiuta un olfatto che dimostra stanchezza.

In bocca amaro e piccante marciano insieme segnando un assaggio che conferma le problematicità notate all’olfatto.

Forse colpa della bottiglia, sicuramente non aiutato dal periodo in cui lo abbiamo assaggiato.

Questo preferirei non valutarlo.

MONOCULTIVAR PERANZANA “LIMITED EDITION”, DE CARLO (PUGLIA): tra la rucola e il basilico s’erge il carciofo e si fanno strada il pomodoro, le erbe di campo amare e un quid di frutta secca.

Al palato appare elegante, corrispondente, equilibrato nel proporre amaro e piccante, deciso nel sottolineare la profonda sapidità e firmare la chiusura con acuti carciofosi.

(87/88 Punti).

 

MONOCULTIVAR CROGNALEGNO “CROGNALE”, TRAPPETO DI CAPRAFICO TOMMASO MASCIANTONIO (ABRUZZO): un olfatto particolarmente complesso che non lesina balsamicità mentolate prima di imboccare la strada del carciofo, delle erbe aromatiche (salvia in primis), delle stuzzichevolezze del ravanello.

In bocca dimostra autorevolezza e corrispondenza.

L’ingresso amaricante non è a gamba tesa bensì di sportiva correttezza e la scia piccante è un piacevole sentiero da seguire fino in fondo, a quella chiusura che calca ancora la mano sulle freschezze aromatiche di salvia e rosmarino.

(91 Punti, non di meno).

MONOCULTIVAR CORATINA “GRAN PREGIO BIO”, MARIA CAPUTO (PUGLIA): ancora intense (nonostante il periodo) le sensazioni di prato sfalciato, cicoria, rucola, pomodoro e melanzana.

Più dolci del previsto le note di frutta secca che, più che l’attesa mandorla, sembrano raccontare dolcezze di pinolo.

In bocca dimostra tecnica frantoiana.

Domata con sapienza l’irruenza della cultivar, rilascia prima piccantezze di pimento allungandosi con calma su amaritudini a pareggio (qui forse il periodo di assaggio ha influito).

Lungolungo.

(86 Punti)

A LATERE

Tra gli EVO assaggiati a latere della masterclass, mi preme segnalare alla Vostra attenzione:

MONOCULTIVAR CUCCO, TRAPPETO DI CAPRAFICO TOMMASO MASCIANTONIO (ABRUZZO): un EVO che si merita la segnalazione per il come è riuscito a comunicare l’incidenza della stagione sul prodotto finito.

Più carica e meno “sostanza” hanno significato, per questa cultivar a duplice attitudine tutto sommato “leggera”, un risultato inaspettatamente “strong”, con uno spot puntato sul pomodoro e una chorus line di erbe aromatiche, mandorla e sfalci.

Piccante in evidenza e amaro ad inseguire per una correttissima gestione del palato.

(86+ Punti)

MONOCULTIVAR CORATINA “SELEZION [EVO]”, TERREDIMORRA (PUGLIA): naso divertente come un prato fiorito, ricco di vegetalità ortolane, pomodoro verde, salvia, erbe amare e pinoli.

S’approccia in bocca spingendo sull’amaro per poi rivelare il proprio animo piccante.

Chiude tra mallo di noce e peperoncino.

Bella prova per questa giovanissima Azienda che entra con modestia ma a testa alta nell’olimpo della Qualità.

BBravi!

(89 Punti).

PUGLIA IGP “PUGLIA, OLIO, AMORE”, DE CARLO (PUGLIA): naso complesso che evidenzia note di carciofo, erba di sfalcio, melanzana, basilico, alloro e l’immancabile pomodoro.

Assaggio vigoroso nonostante il periodo, che punta decisamente sul piccante ma non dimentica un amaro che, nel finale, dice la sua con autorevolezza.

Bello.

(Quasi 90 Punti…quasi)

E QUINDI?

E quindi niente!

Certo Vi aspetterete che dica: “finalmente una manifestazione dedicata agli EVO”!

E invece no.

Mi spiace ma non posso decantare le lodi di un Evento sicuramente lodevole dal punto di vista della comunicazione ma sbagliato nella programmazione temporale e con più di una pecca dal punto di vista tecnico.

Innanzitutto, presentare a fine Giugno (quando nell’altro emisfero è iniziata la campagna olearia), in una Romache evidenzia temperature prossime a quelle della superficie del Sole, degli Evo le cui caratteristiche organolettiche risentiranno senz’altro di tutto ciò, non giova certo alla causa dell’EVO e non fa fare bella figura ai Produttori.

E poi, capisco l’importanza di una masterclass indirizzata a un pubblico che si sta appena approcciando al mondo dell’extravergine ma gli errori sono errori e chi conduce non dovrebbe farne (oltreché dimenticare la supponenza e dimostrare voglia).

Detto questo, al netto delle critiche che vorrei fossero intese in maniera assolutamente costruttiva, resta comunque il valore di una serata che ha provato a parlare dell’oro verde delle nostre tavole cercando di diffondere il verbo della Qualità.

Si può fare di più e meglio ma, piuttosto che niente, è meglio piuttosto.

E non dimenticate che: solo chi fa, sbaglia.

p.s. un’ultimo “buffetto” agli Organizzatori: basta co’ ‘sti bicchierini di plastica!!

Roberto Alloi

VINODENTRO