11 Gen 2024
Vinodentro

LIFE OF WINE, un viaggio nelle età del vino.

IL COSA ED IL DOVE

Undicesima Edizione per LIFE OF WINE, l’Evento degli Eventi organizzato da STUDIO UMAMI e Roberta Perna con la collaborazione di Maurizio Valeriani che consente ad appassionati ed esperti del settore di compiere un viaggio nelle età del vino perdendosi nel mare delle emozioni.

56 le Aziende presenti quest’anno nella ormai consueta location dell’Hotel Villa Pamphili di Roma a presentare le capacità evolutive dei propri vini.

GLI ASSAGGI

Tanto, troppo (anche se forse meno completa a confronto delle ultime due Edizioni) per una persona sola.

Se poi ci mettete in mezzo il tour de force di un fine settimana in cui si sono accavallati ben 5 Eventi enoici e le gare di nuoto di mio figlio beh…

Ho fatto quanto nelle mie possibilità, ri-assaggiando per conferma e cercando, vagabondo, quanto occhi, naso, istinto e fortuna mi consigliavano.

Tanti pezzi di assoluta bravura, qualche bottiglia che c’ha provato ma non c’è riuscita e comunque, sempre, il piacere di mettere a confronto le proprie emozioni con il parere di chi il vino la ha fatto e lo fa.

Di seguito troverete la mia personalissima “top ten”, per gli altri miei assaggi date una letta qui.

IL PIEMONTE

LA STRADINA

Quella de “LA STRADINA” è una storia di amicizia che va al di là del poco vino prodotto (2000 bottiglie).

Una storia che racconta di una prima vendemmia nel 2004, delle prime bottiglie nel 2008 e della nascita dell’Azienda nel 2013.

Una storia i cui protagonisti sono 5 amici, il Nebbiolo, il porfido rosso, i boschi e la tenacia di voler fare vino là dove la fatica ne è uno degli ingredienti principali.

GATTINARA DOCG “RUSET” RISERVA 2015: scuro e fresco il naso, elegante di viole appassite, peposo (ma non macinato), balsamico di liquirizia e tabacco, non dimentico della china e… affumicato.

Sorso godurioso, carezzevole il tessuto tannico, traviante la speziatura e con una chiusura che è un geode di preziosa mineralità.

Da bere ascoltando “ASTRONOMY” dei METALLICA.

L’ALTO ADIGE

ERSTE + NEUE

Azienda con una storia secolare cui va il merito di aver avuto da sempre il coraggio di puntare sulla Qualità rifuggendo la Quantità.

Un esempio di realtà cooperativa cui far riferimento.

SÜDTIROL – ALTO ADIGE DOC PINOT BIANCO “PUNAR” 2013: dieci anni vogliono dire spalle larghe ed un olfatto che vira nettamente su note balsamiche strizzando l’occhio ad un finocchietto selvatico che zittisce quasi del tutto le gentilezze floreali e fruttate.

Il sorso nasconde nel guanto di velluto delle morbidezze, il pugno di ferro di una freschezza tagliente ed una mineralità profonda.

Bellissimo!

Da bere ascoltando “ORCA” dei WINTERSLEEP

SÜDTIROL – ALTO ADIGE DOC GEWÜRZTRAMINER “PUNTAY” 2009: pesca, vegetalità di sambuco, freschezze di lemongrass e gentilezze di rose si mettono il vestito della festa dimostrando un’eleganza assoluta mentre un soffio di legni nobili mormora in sottofondo.

In bocca è sapido e “gewürz”, polposo e masticabile.

Dimostra un fascino irresistibile.

Da bere ascoltando “FEMME FATALE” dei VELVET UNDERGROUND.

CANTINA KALTERN

440ha suddivisi tra 590 soci per una cooperativa che dal 1906 rappresenta un pezzo di storia del vino altoatesino ed è un vero e proprio riferimento non solo per le altre Aziende della Regione.

Grande attenzione all’Ambiente ed una produzione fortemente rappresentativa del variegato panorama di habitat produttivi.

SÜDTIROL – ALTO ADIGE DOC KALTERNSEE CLASSICO SUPERIORE “QUINTESSENZ” 2018: naso un pochino chiuso che stenta a raccontare la melagrana e, del bosco, i piccoli frutti ed il muschio.

Il sorso è invece dinamico e birbante, fresco e di cementizia piccantezza per una piacevolezza di beva assoluta e compulsiva.

Da bere ascoltando “DON’T STOP ME NOW” dei QUEEN.

IL TRENTINO

LETRARI

Qui in Vallegarina, Lucia Letrari prosegue il lavoro pionieristico iniziato dal padre Lionello nel 1976 producendo Trento DOC che mixano mascolina energia ed eleganza femminile con risultati “che ‘ntender no li può chi no li prova”.

TRENTO DOC BRUT “QUORE” RISERVA 2012: degorgiato a Novembre 2018 lascia che il naso racconti la frutta gialla (anche tropicale), la pasticceria e la frutta secca ma sorprende e mette al tappeto con quella sua profonda anima boschiva che non dimentica neppure la freschezza dei funghi.

Sorso di sontuosa morbidezza cui la ritmica della freschezza aggiunge verve ed un ché di spezia ne allunga il finale rendendolo maledettamente intrigante.

Bellobello!

Da bere ascoltando “THE MAN WITH THE HORN” di MILES DAVIS.

L’EMILIA ROMAGNA

FATTORIA ZERBINA

27ha di Ravennate a trazione femminile.

Impianti ad alberello, parcellizzazione portata all’estremo, 20 cloni di Sangiovese ed una produzione che, oltre ad essere incentrata sul vitigno principe del Territorio, tiene nella stessa considerazione l’Albana e la Botritys per produrre vini da dessert con un animo profondamente francese.

ROMAGNA DOC SANGIOVESE MARZENO “PIETRAMORA” RISERVA 2004: nell’immediato il naso comunica stanchezza ma…per fortuna il dilungarsi in chiacchiere ha fatto si che lo bevessi con poca attenzione!

Ed il calice vuoto, come sempre, ne ha rivelato l’animo celato ai distratti.

Frutti rossi e neri ben distinti arricchiscono un cioccolato che sembra quasi di mordere e le spezie sfrucugliano il naso con un intrigante friccicore.

Vabbè, mi tocca chiederne un secondo sorso per apprezzarne la corretta rispondenza con l’olfatto, le tostature che rendono interessanti le morbidezze e la materica progressione gustativa supportata da tannini che tessono trama ed ordito mi accompagnano sino al lungo finale.

Me so’ sbajato!

Capita.

Da bere ascoltando “ULTIN TOC” dei MITILI FLK.

ROMAGNA IGT BIANCO “TERGENO” 2021: delle tre uve con cui era inizialmente prodotto, Chardonnay, Trebbiano ed Albana, è rimasta solo quest’ultima (per il 40% “Botritizzata”) a regalare un naso di agrumi canditi e fresche amaritudini vegetali di salvia, e nespola intarsiate di idrocarburi già ben più che accennati.

Sorso teso ma con una imprescindibile sostanza glicerica cui la profonda sapidità tiene testa ed un finale lungo di dolcezze agrumate.

L’Auslese “de noartri” (o viceversa)

Bellissimissimo!

Da bere ascoltando “DEL MONDO” dei C.S.I.

IL LAZIO

MUSCARI TOMAJOLI

Tarquinia vuol dire quasi mare, vulcani che erano e quegli Etruschi cui il vino deve tanto.

Solo 2ha coltivati a Vermentino, Montepulciano e Petit Verdot, grande attenzione all’ambiente, crescita qualitativa costante ed un packaging davvero d’acchiappo.

LAZIO IGP ROSSO “AITA” 2020: prendete un mixer e metteteci dentro piccoli frutti rossi, amarene, spezie scure, china, un ché di tostato, liquirizia.

Premete il pulsante e…mo provate a dirimere i profumi!

Qui, sembra di giocare a shangai!

Alzate il bastoncino ma non toccate gli altri!

Sorso massiccio, tannini in giacca e cravatta (ma con le sneakers ai piedi) ed un finale che…non finisce.

Da bere ascoltando “BULLET AND A TARGET” di CITIZEN COPE.

L’ABRUZZO

FARAONE

A Giulianova, nel 1983, nasceva il Metodo Classico “made in Abruzzo”, ma Faraone è cent’anni che scrive un pezzo di storia del vino abruzzese, dallo sfuso di inizio secolo alle prime bottiglie degli anni ’70.

TREBBIANO D’ABRUZZO DOC “SANTA MARIA DELL’ARCO” 2013: annata calda che mette in evidenza terziari idrocarburici quasi prima delle grassezze di frutta gialla matura e candita lasciando che il finale sussurri note boschive e quasi resinose.

Sorso pieno, cremoso, masticabile di grandangolare orizzontalità eppure con una spina dorsale di freschezza mai curva, anzi…

Un vino che dimostra, se ancora ce ne dovesse essere bisogno, quelle che sono le potenzialità del Trebbiano.

Da bere ascoltando “SLEEPING WITH GHOSTS” dei PLACEBO.

MONTEPULCIANO D’ABRUZZO COLLINE TERAMANE DOCG RISERVA “SANTA MARIA DELL’ARCO” 2007: sarà per l’annata calda ma qui il naso sembra suggerire calma.

Il naso si arrotonda attorno ad una ciliegia scura, dolce, succosa, magari sotto spirito cui seguono tabacchi, iodio ed un lungo corteo di spezie.

Sorso ben più dinamico, di freschezza ancora birbante, a tratti quasi agrumato, con tannini di sportiva eleganza ed una sapidità tutta da provare.

BELLO!

Da bere ascoltando “I’M AN OLD COWHAND (FROM THE RIO GRANDE)” di SONNY ROLLINS.

ED ORA?

Ora è il momento dei ringraziamenti: ai Produttori per avermi regalato una giornata di intense emozioni ed agli Organizzatori per avermi dato la possibilità di partecipare ad un Evento unico nel suo genere.

Ed è il momento delle scuse, agli stessi che ho ringraziato ed a Voi per il ritardo con cui escono queste mie poche parole, per colpa della mia ormai risaputa lentezza e di un fine anno troppo denso di appuntamenti per poter poi mettere su carta le mie impressioni.

Cercherò di fare meglio in futuro e, mentre aspetto con ansia la prossima Edizione di LIFE OF WINE, mi appresto ad una Stagione 2024 che si preannuncia davvero ricca di appuntamenti.

 

Roberto Alloi

VINODENTRO